Ron Akana, lo steward più senior del mondo (?)


L'evasione in % in italia incide per un 8% in più rispetto alla Germania, a spanne 18% a 10%. Il pil procapite della Germania è leggermente superiore all'8%. Non mi stupirei che i dipendenti pubblici tedeschi fossero meno dei nostri nonostante loro siano circa 30 milioni di più.

Nel post TW si è dimenticato di dire due cose importanti, i tedeschi fanno meno ore e hanno una settimana di ferie in più.
Il probelma dell'italia è che PVS hanno fame e corrono. I paesi evoluti, nonostante la crisi si ignenano e corrono e chi più o chi meno crescono. La grecia ha falsificato i bilanci, la spagna ha subito lo scoppio di una bolla immobiliare seguito a 15 anni di crescita. Noi ci stiamo semplicemente spegnendo perchè pensiamo che anche il resto del mondo ci riconosca dei diritti che ci crediamo assegnati per intercessione divina.
 
Che senza tutele i dipendenti diventano schiavi, invece dei premi (i tedeschi hanno tutele e stipendi più alti dei nostri) qua si licenzierà chi non farà straordinari non pagati, chi si ammalerà, chi non sorvolerà sulle norme di sicurezza ecc... così come avviene già ora con tutto il precariato che è stato spinto negli ultimi lustri.

Non è togliendo tutele che si otterrà dedizione all'azienda, quando si capirà perchè il tedesco non ha bisogno di scioperare (attenzione che all'estero sono molto più duri che da noi quando scioperano) e che invece di discutere sulla libertà di licenziare discutono su come motivare dipendenti già contenti.
Leggevo uno studio sulla storia Fiat, veniva sottolineato come negli anni dello sviluppo lavorare in Fiat era un ambito privilegio per via dei tanti plus sociali che i dipendenti avevano, dalla mutua aziendale ai centri ricreativi, dalla casa ai servizi per di assistenza ai figli.

Un dipendente contento lavorerà meglio di uno scontento, così come vanno puniti gli abusi da entrambe le parti. Per esempio non serve modificare l'art.18 per licenziare per giusta causa, a me preoccupa che si possa licenziare individualmente senza giusta causa. E il mio lavoro non è tutelato dall'art.18 e dubito che mai lo sarà.

L'articolo 18 è nato in un periodo storico diverso da questo, per tutelare i lavoratori da comportamenti antisindacali, non per tutelare gli scaldasedie.
Ho appena vissuto la crisi di un mio cliente. 15 (su 25) persone in mobilità. Sindacati d'accordo. Quelli che sono rimasti riescono a fare quasi tutto il lavoro degli altri. O sono diventati supereroi in due mesi o prima c'era qualcosa che non andava.

Il problema è che in italia abbiamo la convinzione che se l'azienda va bene è per culo/raccomandazioni/qualcosa di losco e ovviamente il "padrone" si arricchisce sulle spalle del povero dipendente. Quando le cose vanno male, è sempre colpa di quel deficente del capo che si è mangiato tutto.

Un operaio della Ferrero guadagna con pochi anni di anzianità circa 1.600€, se fa le notti probabilmente supera i 2000 il tutto condito da benefit. Mentre altre aziende, Michelin (in Italia)per esempio sta ad oltre 400 euro in meno. La Ferrero può permettersi il lusso di pagare bene perchè lavora in un settore dove i margini sono ancora alti e nessuno compera la nutella fatta in Cina.

Vogliamo fare prodotti di alta gamma come i tedeschi? Bene.. Serve cultura del lavoro, serve efficienza (e i tedeschi hanno dimostrato di averne anche nelle guerre, al contrario degli italiani) serve RICERCA e FORMAZIONE. Tra le università pià prestigose al mondo siamo dietro ai Turchi, i finanziamenti per la ricerca nonostante le tasse che paghiamo sono ai minimi termini. Il problema è dell'italia in generale non del capo cattivo. Il problema è di tutti.. e quindi per come si pensa qui i Italia, degli altri.
 
L'articolo 18 è nato in un periodo storico diverso da questo, per tutelare i lavoratori da comportamenti antisindacali, non per tutelare gli scaldasedie.
Ho appena vissuto la crisi di un mio cliente. 15 (su 25) persone in mobilità. Sindacati d'accordo. Quelli che sono rimasti riescono a fare quasi tutto il lavoro degli altri. O sono diventati supereroi in due mesi o prima c'era qualcosa che non andava.

Il problema è che in italia abbiamo la convinzione che se l'azienda va bene è per culo/raccomandazioni/qualcosa di losco e ovviamente il "padrone" si arricchisce sulle spalle del povero dipendente. Quando le cose vanno male, è sempre colpa di quel deficente del capo che si è mangiato tutto.

Un operaio della Ferrero guadagna con pochi anni di anzianità circa 1.600€, se fa le notti probabilmente supera i 2000 il tutto condito da benefit. Mentre altre aziende, Michelin (in Italia)per esempio sta ad oltre 400 euro in meno. La Ferrero può permettersi il lusso di pagare bene perchè lavora in un settore dove i margini sono ancora alti e nessuno compera la nutella fatta in Cina.

Vogliamo fare prodotti di alta gamma come i tedeschi? Bene.. Serve cultura del lavoro, serve efficienza (e i tedeschi hanno dimostrato di averne anche nelle guerre, al contrario degli italiani) serve RICERCA e FORMAZIONE. Tra le università pià prestigose al mondo siamo dietro ai Turchi, i finanziamenti per la ricerca nonostante le tasse che paghiamo sono ai minimi termini. Il problema è dell'italia in generale non del capo cattivo. Il problema è di tutti.. e quindi per come si pensa qui i Italia, degli altri.

Vogliamo fare prodotti di alta gamma come i tedeschi? Bene.. Serve cultura del lavoro, serve efficienza (e i tedeschi hanno dimostrato di averne anche nelle guerre, al contrario degli italiani)

Solo ricordarti che ailoro,le guerre regolarmente le perdono!!
 
Al sesto posto ci sei tu. Sei considerato uno Stato nello Stato.
http://linguaditerra.wordpress.com/2009/02/25/corruzione-crisi-linguistica/

(f) Sarebbe riduttivo a questo punto considerare l’istruzione come una semplice problematica sociale: nella società della conoscenza, essa è una condizione imprescindibile dell’efficienza economica del sistema. Non a caso, dal 1998 l’OCSE rileva il grado di alfabetismo delle popolazioni trattandolo come un indicatore economico. L’OCSE (2001) non si limita a testare chi sa leggere e scrivere, ma definisce quattro profili di specialità e cinque livelli di competenza, per valutare “come gli adulti utilizzano l’informazione per operare nella società e nell’economia”. I quattro profili di specialità sono: 1. leggere un testo in prosa, 2. interpretare un documento di testo e immagini, 3. fare dei calcoli, 4. risolvere dei problemi logici. Limitandoci al primo profilo (diagramma sotto; non troppo dissimile dagli altri), i cinque livelli di competenza quantificano le quote di popolazione capaci di fare cose come le seguenti:



(in blu) Trovare in un testo molto breve un’informazione semplice e già nota, come ad esempio un nome. Un 35% degli italiani non va oltre questo livello di competenza.
(in rosso) Confrontare o addizionare due informazioni semplici presenti in uno stesso testo, evitando i tranelli. Un altro 30% circa si attesta su questo livello e non supera il successivo.
(in giallo) Rispondere a una domanda riassumendo le informazioni ricavate da un testo lungo. E’ considerato dall’OCSE il livello minimo per orientarsi nella società dell’informazione. Non più del 35% degli italiani lo possiede e un 26% non va oltre.
e* 5. (in celeste, confuse) Rispondere a domande condizionali (se x, allora y ?), facendo deduzioni logiche dall’incrocio di diversi testi lunghi. Circa il 9% degli italiani possiede questo tipo di competenze.
In breve, il 65% della popolazione italiana non possiede le competenze alfabetiche minime, secondo l’OCSE, per orientarsi nella società dell’informazione (è cioè “funzionalmente analfabeta” o “semianalfabeta”). Mentre meno del 10% possiede le competenze necessarie per orientarvisi in modo critico e creativo. Con quali conseguenze economiche?

Hai voluto citare uno dei siti più scientifici del panorama gallurese, mettendoci tutti in forte imbarazzo.
Leggendo lo stesso blog (che immagino sia nella top ten delle citazioni al MIT e ad Harvard), ho trovato anche questo interessantissimo post socio-mediati-politico. Sulla cui scientificità ovviamente non ho alcuna riserva.

Cosa manca a Soru per essere il nostro Obama
InPolitica, Tecnica su 17.02.2009 a 10:10
[Lingua di Terra si trasferisce: leggi sul nuovo sito la versione aggiornata di questo articolo]

Il fondatore di Tiscali ha perso le elezioni perché non ha adoperato opportunamente la rete per contrastare lo strapotere televisivo di Mediaset.

Guardo i video di Renato Soru sul suo sito, all’indomani della sconfitta in Sardegna, e mi domando che cosa gli manca per essere l’Obama italico. Nonostante la batosta di ieri, infatti, mi sembra ancora la persona più adatta a tirar fuori il Paese dalla caverna catodica. C’è qualcosa di forte in lui, nel suo modo di essere di sinistra, di una sinistra moderata e radicale insieme. E c’è qualcosa di debole. Si tratterebbe di capire cosa.

http://linguaditerra.wordpress.com/2009/02/17/soru-obama/#comments
 
Chicco é un rapporto dell'Ocse. Non un articolo d'opinione. I criteri scientifici con cui è stata condotta la ricerca non li troverai certo nel sito che ho incollato.

Bainzu, ti sembra mai possibile che io metta in dubbio il criterio di interpretazione dei dati che fa l'amico tuo blogger della spelonca gallurese?
 
Vogliamo fare prodotti di alta gamma come i tedeschi? Bene.. Serve cultura del lavoro, serve efficienza (e i tedeschi hanno dimostrato di averne anche nelle guerre, al contrario degli italiani)

Solo ricordarti che ailoro,le guerre regolarmente le perdono!!

Invece noi le finiamo dalla parte opposta a quella dove le iniziamo.
 
Vogliamo fare prodotti di alta gamma come i tedeschi? Bene.. Serve cultura del lavoro, serve efficienza (e i tedeschi hanno dimostrato di averne anche nelle guerre, al contrario degli italiani) serve RICERCA e FORMAZIONE. Tra le università pià prestigose al mondo siamo dietro ai Turchi, i finanziamenti per la ricerca nonostante le tasse che paghiamo sono ai minimi termini. Il problema è dell'italia in generale non del capo cattivo. Il problema è di tutti.. e quindi per come si pensa qui i Italia, degli altri.

Concordo e condivido. Hai espresso alla perfezione ciò che penso, non avrei saputo far di meglio.
 
L'articolo 18 è nato in un periodo storico diverso da questo, per tutelare i lavoratori da comportamenti antisindacali, non per tutelare gli scaldasedie.
Ho appena vissuto la crisi di un mio cliente. 15 (su 25) persone in mobilità. Sindacati d'accordo. Quelli che sono rimasti riescono a fare quasi tutto il lavoro degli altri. O sono diventati supereroi in due mesi o prima c'era qualcosa che non andava.

Il problema è che in italia abbiamo la convinzione che se l'azienda va bene è per culo/raccomandazioni/qualcosa di losco e ovviamente il "padrone" si arricchisce sulle spalle del povero dipendente. Quando le cose vanno male, è sempre colpa di quel deficente del capo che si è mangiato tutto.

Un operaio della Ferrero guadagna con pochi anni di anzianità circa 1.600€, se fa le notti probabilmente supera i 2000 il tutto condito da benefit. Mentre altre aziende, Michelin (in Italia)per esempio sta ad oltre 400 euro in meno. La Ferrero può permettersi il lusso di pagare bene perchè lavora in un settore dove i margini sono ancora alti e nessuno compera la nutella fatta in Cina.

Vogliamo fare prodotti di alta gamma come i tedeschi? Bene.. Serve cultura del lavoro, serve efficienza (e i tedeschi hanno dimostrato di averne anche nelle guerre, al contrario degli italiani) serve RICERCA e FORMAZIONE. Tra le università pià prestigose al mondo siamo dietro ai Turchi, i finanziamenti per la ricerca nonostante le tasse che paghiamo sono ai minimi termini. Il problema è dell'italia in generale non del capo cattivo. Il problema è di tutti.. e quindi per come si pensa qui i Italia, degli altri.
Concordo su dversi punti, ricorda però che quando tu hai fatto la ristrutturazione l'art.18 c'era, se ben fatte e dalle persone giuste che garantiscono equità e professionalità solitamente il trauma è ridotto e spesso gli esuberi vengono riassorbiti nel tempo.

Per esempio una preoccupazione sulla riforma dell'articolo 18 è rappresentata dagli incidenti sul lavoro, troppe volte viene chiesto di sorvolare sulle norme di sicurezza considerate restrittive, figurati con la possibilità di licenziare singolarmente.

L'art.18 non serve se le aziende le gestiscono tutte brave persone con una coscienza... purtroppo non sempre è così.
 
Un particolare, non sono io ad aver ristrutturato, ma un mio cliente.


Se tutti i lavoratori fossero coscienziosi, diligenti, produttivi e onesti non ci sarebbe nemmeno bisogno di modificare la legge
 
Concordo su dversi punti, ricorda però che quando tu hai fatto la ristrutturazione l'art.18 c'era, se ben fatte e dalle persone giuste che garantiscono equità e professionalità solitamente il trauma è ridotto e spesso gli esuberi vengono riassorbiti nel tempo.

Per esempio una preoccupazione sulla riforma dell'articolo 18 è rappresentata dagli incidenti sul lavoro, troppe volte viene chiesto di sorvolare sulle norme di sicurezza considerate restrittive, figurati con la possibilità di licenziare singolarmente.

L'art.18 non serve se le aziende le gestiscono tutte brave persone con una coscienza... purtroppo non sempre è così.

Tu confondi la riforma dell'art. 18 con generici reati penali, già regolati dalla legge e in alcun modo interessati dalla riforma. Un conto è poter licenziare in costanza di alcune specifiche ragioni, un conto è dire che adesso si potrà licenziare chi rompe per esigere il rispetto delle leggi.