Riggio auspica fusione Bologna-Firenze-Pisa


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9 Novembre 2005
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"Firenze e Pisa, fusione con Bologna"
Il presidente dell'Enac lancia una proposta spiazzante: un'unica gestione societaria per i tre scali "Meglio collaborare che concorrere, un sistema dell'Italia centrale avrebbe molte carte da giocare"


"ALTRO che concorrenza tra polo aeroportuale toscano e aeroporto di Bologna. Dopo la buona riuscita della fusione societaria tra gli aeroporti di Firenze e Pisa la mia opinione personale è che si debba puntare in prospettiva a un polo dell'Italia centrale, Toscana – Emilia, con una gestione comune degli scali di Pisa, Firenze e Bologna». Così il presidente dell'Enac, Vito Riggio, spiazza la discussione sugli scali toscani e bolognesi. E ciò nonostante le differenze. Toscana Aeroporti, la società unica di Pisa e Firenze ha come socio di maggioranza un vero partner industriale: Corporacion America Italia, il cui presidente, Roberto Naldi, è vice presidente della società. Il Marconi di Bologna invece non ha un socio di maggioranza se non relativa, ovvero la Camera di commercio, mentre i soci privati sono fondi finanziari: Amber e Bonomi che fanno il 20% e F2i che un tempo era dentro la società di Peretola. E' vero che F2i ha ormai esperienza aeroportuale (possiede il 100% di Napoli, ha un ruolo preponderante a Torino, ha il 40% della milanese Sea) ma resta sempre un fondo e a Bologna ha solo il 7%. C'è anche la differenza dei guadagni: molti passeggeri ma meno soldi a Bologna, una crescita di passeggeri ma anche esponenziale di utili per Toscana Aeroporti.

Davvero, Riggio, pensa a una società unica Pisa – Firenze –Bologna?

« E' un'idea personale non ne abbiamo parlato in Enac. Comunque noi abbiamo sempre preferito le aggregazioni e i sistemi. Se ci piacerebbe un unico polo siciliano, e nel piano nazionale ora adottato dal governo abbiamo previsto il polo aeroportuale toscano, perché adeso io non dovrei pensare a allargare ancora di più il sistema a un'unica gestione societaria

Proprio mentre si parla di rivalità tra Bologna e il polo toscano?

«Sarebbero provincialismi a cui non voglio credere. I campanili non esistono più, non hanno più diritto di cittadinanza. Le diversità possono pure esserci ma ormai che tutti e tre gli aeroporti sono quotati in Borsa, in prospettiva l'unione non solo mi sembra possibile ma necessaria».

E chi dovrebbe comprare chi?

«Questo non mi riguarda e poi in Borsa c'è anche il flottante. Né è detto che una società compri l'altra, potrebbero anche trovare un accordo visto che più il sistema è ampio e più tutti ne guadagnerebbero. Già il polo toscano acquista dimensioni e dunque importanza e peso. Figuriamoci un polo dell'Italia centrale. Oltretutto secondo me c'è una necessità stringente che rende tanto più plausibile l'alleanza».

Ovvero?

«Fiumicino raddoppierà. Tutti coloro che con un volo intercontinentale puntano a Napoli o a Bologna atterreranno e raggiugeranno le due città con l'alta velocità. Un aeroporto dell'intera Italia centrale avrebbe molte carte da giocare».

Meglio collaborare che concorrere?

«E' ovvio. Oltretutto Firenze ha un appeal che nessuno le potrà mai togliere e dunque ci metterà pochissimo a arrivare ai 4 o 4,5 milioni di passeggeri previsti dal piano nazionale. E Pisa è forte di un tale storico radicamento di voli low cost che non sarà mai messo in discussione. Non credo proprio che Bologna voglia mettersi in concorrenza. Penso che l'alta velocità sia un elemento di aggregazione più che di concorrenza. Ovviamente dovrebbero collaborare anche le istituzioni delle rispettive regioni».

Ma a proposito di Firenze, cosa dice delle eventuali difficoltà della nuova pista di Peretola presso la commissione Via del ministero all'ambiente?

«Le escludo. La richiesta di integrazioni del ministero, dopo le tante osservazioni ricevute, è inevitabile. Lo studio di impatto ambientale di Toscana Aeroporti e le sue risposte alle integrazioni mi appaiono privi dia alcun punto debole. La pista, sono certo, si farà. Oltretutto più che una perdita per Firenze che crescerebbe comunque fino allo stesso numero di passeggeri, lo sarebbe per l'Italia intera».

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/09/02/news/_firenze_e_pisa_fusione_con_bologna_-122100896/
 
Ma perche' periodicamente tocca leggere queste cose da parte di chi in teoria dovrebbe essere addetto ai lavori?

L'unico modo per fondere due aeroporti e', butto li, un collegamento airside in meno di 20 minuti di percorrenza e 20 di frequenza, in area sterile, con trasferimento bagaglio integrato.

Ma se non l'ha fatto ancora nessuno, nemmeno Londra dove servirebbe come il pane, ci sara' un motivo.

Le unioni di aeroporti di cui i nostri continuano a cianciare sono al massimo dei cartelli e delle velleitarie spartizioni del mercato.