riflessione sui massimi sistemi...


Pelush

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8 Novembre 2005
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St. Albans, Hetfordshire
Citazione:Messaggio inserito da concorde

...o se preferite sui basic del settore

ci siamo detti che è fuori di dubbio che le imprese aeroportuali non possono essere considerate con parametri standard di aziende che operano in mercati aperti perchè la loro esposizione alla concorrenza è per definizione debole o assente (sono monopolisti naturali)

concordo in parte.
è vro che nessuno fa concorrenza alle società di gestione a propsito della gestione di questo o quello scalo, ma è vero che gli scali, in particolare modo gli HUB, sono in concorrenza tra loro.
Un ex compagno di corso, ora ricercatore, mi racconta che la qualità dell'aeroporto di scambio è uno dei principali fattori che influenzano la scelta tra una compagnia e l'altra, soprattutto nel settore usiness dove non è l'utente a pagare di tasca sua, ma è colui che riceve sulla ropria pelle l'esperienza di viaggio.
In particolare uno scalo ben gestito e che funziona come un orologio svizzero, dotato di tutti i confort del caso (anche e soprattutto fuori delle sale vip) di una grossa varietà di negozi (il pubbloico è anche femminile) e di una buona architettura è sicuramnte preferito rispetto ad una casa nella prateria e la sua preferenza può essere fattore condizionante nella scelta di questa o quella compagnia.
Se il gestore degli aeroporti che abbiamo sotto casa (SEA) si fosse posto in quest'ottica non avremmo bisogno di riorganizzare il trasporto aereo con il fucile spianato e non avremmo clienti che si domandano se transitare da Malpensa voglia dire perdere la valigia o transitare da roma voglia dire perdere l'aereo (perchè questi non sono mai passati da londra, francoforte o parigi!!!!).
Certo che, nell'interesse del trasporto aereo nazionale, è necessario intervenire con la regionalizzazione degli scali meno importanti perchè questi (oggi 2007) non sottraggano linfa vitale ai maggiori con solito volo "provincia-new york" e perchè essi engano serviti nel modo migliore attraverso gli hub.
Se in Italia ci sono 100 aeroporti, mi chiedo perchè nessuno abbia messo 100 voli da Malpensa, mi chiedo perchè non si sia fatto nulla per organizzare e strutturare l'aviazione generale, sia al servizio della commerciale che al servizio di un vero taxi aereo.
(immaginatevi di partire dalla pista di campagna, attrrare a MXP su una pista dedicata e corta a lato dell'aeroporto ed essere lasciati in un piccolo terminal vicino all'aerostazione per poi prender i volo per bucarest, o immaginatevi di saltare la coda dell'A4 con un volo giornaliero BGY-Bresso, o partir da MXP ed atterare in fieramilanocity con l'elicottero pagando 70 euro!!!!)
Sempre per la concorrenza io ho un secondo lavoro per una società importante a livello nazionale, molto ben vista che è l'unica nel Paese a svolgere il suo tipo di business, ma mai nessuno di noi ha mai pensato di non essere in concorrenza, soprattutto da quando i nostri clienti hanno tutto il mondo di fronte dove ci sono centinaia di aziende che fanno il nostro stesso mestiere!
 
Citazione:Messaggio inserito da Pelush

immaginatevi di partire dalla pista di campagna, attrrare a MXP su una pista dedicata e corta a lato dell'aeroporto ed essere lasciati in un piccolo terminal vicino all'aerostazione per poi prender i volo per bucarest
Mi ricorda molto il modello statunitense...che è un modello di successo!(non so però se facilmente adottabile nel nostro paese)
 
Citazione:Messaggio inserito da Pelush

è vro che nessuno fa concorrenza alle società di gestione a propsito della gestione di questo o quello scalo, ma è vero che gli scali, in particolare modo gli HUB, sono in concorrenza tra loro.

però tutti i vettori che decidono di scendere a milano, o a roma, non hanno alternative a sea e adr e non è ipotizzabile il caso che tutti disertino questi due scali (lo abbiamo scritto anche qui, del-resto, che mxp cresce bene rispetto agli altri scali) e questi due gestori applicano tariffe (lato vettori e lato pax), royalty (per esempio sul carburante, sul catereing) che ad oggi sono, di riffo o di raffo, stabilite per legge e in modo sproporzionato rispetto ai costi sottostanti (sea ha l'antitrust in casa che gli ha già fatto capire chiaramente che le sue tariffe sono fuori mercato tant'è che airone si è autoridotta -sic!- di ben il 30% le centralizzate). ora, era sicuramente indispensabile dare una regolamentata al sistema e si era imboccata la strada ritengo corretta (vedi i contratti di programa) visto che si voleva gestire questa regolamentazione in un quadro di "liberalizzazioni-stimolo" alla privatizzazione ora, invece, si è passati alla pianificazione sovietica dove tutto viene deciso (remunerazione sul capitale inclusa) dal dante concessione!
 
Beh, in SEA sono proprio i fautori del libero mercato estremo.
Visto che avevano un monopolio naturale, hanno deciso di mettere i loro due scali in concorrenza tra di loro.

:D

Comunque, tornando al punto, il trasporto aereo e' un settore molto atipico.
Societa' aeroportuali e compagnie aeree hanno inevitabilmente rapporti che si intrecciano piu' volte tra di loro e l'avvento delle low-cost e delle famose politiche di "co-marketing" non ha fatto altro che accentuare questo.
Gli aeroporti operano quasi sempre in un contesto di monopolio naturale (anche perche' le barriere all'entrata sono invalicabili - non e' che io privato decido di costruire un aeroporto dove e quando voglio), mentre le compagnie aeree, cioe' le fonti dirette % dei loro ricavi aviation (ed indirette dei loro ricavi non-aviation) operano in un mercato totalmente aperto e dove i concorrenti sono col coltello tra i denti (almeno nel mondo civile occidentale).

Grave secondo me la discriminazione tra aeroporti pubblici e privati. Tutti dovrebbero avere le stesse opportunita' e questo non avviene.
 
Citazione:Messaggio inserito da sarrebal

Beh, in SEA sono proprio i fautori del libero mercato estremo.
Visto che avevano un monopolio naturale, hanno deciso di mettere i loro due scali in concorrenza tra di loro.

:D

Comunque, tornando al punto, il trasporto aereo e' un settore molto atipico.
Societa' aeroportuali e compagnie aeree hanno inevitabilmente rapporti che si intrecciano piu' volte tra di loro e l'avvento delle low-cost e delle famose politiche di "co-marketing" non ha fatto altro che accentuare questo.
Gli aeroporti operano quasi sempre in un contesto di monopolio naturale (anche perche' le barriere all'entrata sono invalicabili - non e' che io privato decido di costruire un aeroporto dove e quando voglio), mentre le compagnie aeree, cioe' le fonti dirette % dei loro ricavi aviation (ed indirette dei loro ricavi non-aviation) operano in un mercato totalmente aperto e dove i concorrenti sono col coltello tra i denti (almeno nel mondo civile occidentale).

Grave secondo me la discriminazione tra aeroporti pubblici e privati. Tutti dovrebbero avere le stesse opportunita' e questo non avviene.

esatto e questo sistema monopolio naturale versus libero mercato per i vettori andava sicuramente "regolamentato", o se preferisci redistribuiti i pesi, quello che mi lascia molto perplesso è il come si è decisi di intervenire.
guarda i primi effetti di questo sistema: sea ha dichiarato un +10,9% di traffico a fronte di un modesto +3,3% dei ricavi frutto non della concorrenza di qualche altro scalo che ha costretto il gestore ad abbassare le tariffe per non perdere clienti ma dell'intervento del legislatore che ha messo le mani in tasca agli aeroporti e mano armata ha sottratto loro denari. con il passare del tempo il delta tra traffico e ricavi sarà maggiore e non si era mai visto una cosa simile nelle gestioni aeroportuali dove solitamente al crescere del traffico crescevano di pari passo i ricavi
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde
guarda i primi effetti di questo sistema: sea ha dichiarato un +10,9% di traffico a fronte di un modesto +3,3% dei ricavi frutto non della concorrenza di qualche altro scalo che ha costretto il gestore ad abbassare le tariffe per non perdere clienti ma dell'intervento del legislatore che ha messo le mani in tasca agli aeroporti e mano armata ha sottratto loro denari. con il passare del tempo il delta tra traffico e ricavi sarà maggiore e non si era mai visto una cosa simile nelle gestioni aeroportuali dove solitamente al crescere del traffico crescevano di pari passo i ricavi

Non ho mai visto un bilancio di una societa' aeroportuale, ma a naso mi verrebbe da dire che i costi fissi sono abbastanza definiti. Ed i ricavi dovrebbero logicamente andare di pari passo con i volumi.
La mano armata dello Stato secondo me e' la logica conseguenza del mercato fortemente malato che esiste in Italia, ed in Europa in generale. I contributi di "com-marketing", non smettero' mai di dirlo, sono un obbrobrio antiliberista e discriminatorio nei confronti degli aeroporti a capitale privato. E purtroppo intorno a questo si e' creato un circolo vizioso enorme.
 
Salve a tutti![:306]

Trovo le vostre riflessioni affascinanti e parecchio inusuali, rispetto al contesto dell'informazione in Italia in genere... (personalissima opinione)[8)]

sarrebal: un chiarimento, per favore, cosa intendi, affermando che secondo te c'è una grave discriminazione tra pubblico e privato negli aeroporti, puoi essere un tantino più specifico? Purtroppo io non sono del ramo, anche se mi interesso di aviazione praticamente dalla nascita e proprio questo argomento mi incuriosisce parecchio...[:I]

Grazie anticipate,[:303]

Marco;)

P.S.:ooops, mi hai preceduto, comunque, grazie idem![:I]
 
Citazione:Messaggio inserito da marcotiloca
sarrebal: un chiarimento, per favore, cosa intendi, affermando che secondo te c'è una grave discriminazione tra pubblico e privato negli aeroporti, puoi essere un tantino più specifico? Purtroppo io non sono del ramo, anche se mi interesso di aviazione praticamente dalla nascita e proprio questo argomento mi incuriosisce parecchio

Gli aeroporti a capitale privato difficilmente potrebbero permettersi contributi alle compagnie aeree senza avere significanti effetti sul budget. L'aeroporto pubblico invece lo fa, aspettando la prossima puntuale ricapitalizzazione.
 
Potrebbe essere possibile (e/o conveniente) tramite contributi da grosse sponsorizzazioni di multinazionali o accordi tra gli operatori iscritti alle camere di commercio come avviene all'estero, secondo voi (mi riferisco ai privati, chiaramente)?

Marco;)
 
Citazione:Messaggio inserito da marcotiloca

Potrebbe essere possibile tramite contributi da grosse sponsorizzazioni di multinazionali o accordi tra gli operatori iscritti alle camere di commercio come avviene all'estero, secondo voi (mi riferisco ai privati, chiaramente)?

Marco;)

Beh, se i soldi fossero dei privati, tutto sarebbe lecito.
Ovviamente un privato non dara' mai 5 milioni a Ryanair per aprire una rotta, semplicemente perche' non ha alcun senso.
In un mondo ideale tutto sarebbe privato, ma purtroppo non e' cosi'.
 
Citazione:Ovviamente un privato non dara' mai 5 milioni a Ryanair per aprire una rotta, semplicemente perche' non ha alcun senso.
In un mondo ideale tutto sarebbe privato, ma purtroppo non e' cosi'.



Magari non direttamente, ma con due miei amici responsabili di due grossi aeroporti all'estero (Giappone e Stati Uniti), conosciuti in vacanza, un giorno chiacchierando del più e del meno siamo arrivati a fantasticare di voli completamente opzionabili e quindi offerti alternativamente, quasi "gratuiti", legati a pacchetti di varie offerte commerciali di generi a volte molto diversi, per esempio, dai viaggi organizzati per turismo e/o affari...[:0]

Voi che ne pensate, potrebbe essere possibile, secondo voi, magari in un lontano futuro?[8D]

Marco;)
 
quello di FR, e dei contribuiti di (co)marketing per lo start up di nuove rotte rientrano, ahimè, nel quadro più complessivo, direi insieme alla piega che stiamo prendendo per regolamentare gli aeroporti, della "moda" dirigistica franco/bruxellese.
bruxelles è ormai a immagine e somiglianza della burocrazia francese e del suo metedo centralizzato e pianificatore: loro sanno cosa è bene e cosa è male arrivando addirittura a regolamentare nei mini dettagli tutto, obiettivi da raggiungere compresi. guardate appunto i finanziamenti di co-marketing ai vettori aerei anzichè stimolare le privatizzazioni dei gestori, lasciando, poi, libertà d'intervento nei finanziamenti, tanto sarebbero privati, bruxelles ha regolamentato nei minimi dettagli come queste (co)sponsorizzazioni debbano avvenire e per quanto tempo massimo. stessa cosa sta avvenendo per le nostre gestioni (non mi stupisco visto che l'attuale capo del governo ha un debole -sic e strasic!- per il pensiero francese)
 
concorde, se si trattasse di "mode" sarebbero destinate a scomparire, prima o poi, in un mercato così atipico e difficilmente prevedibile come quello dell'aviazione civile, dove se non stai al passo con aquile, tigri e dragoni quelli ti pappano in un solo boccone, o, alla meglio, ti fanno perdere un sacco di tempo e denaro, difficilmente recuperabile successivamente... (quelli ci pensano più di due volte a buttare via le loro fortune...)[:303]

...altro che "Grandeur"!!![:305]

Marco;)
 
Citazione:Messaggio inserito da concorde
i profitti e le perdite di queste imprese dipendono infatti assai più dal tipo e dalla qualità della regolazione pubblica che da fattori propri delle dinamiche aziendali quali l’innovazione tecnica, l’efficienza produttiva o la capacità di prevedere e anticipare la domanda.

Considerazioni buttate lì senza filo logico:

Innovazione tecnica ed efficienza produttiva agiscono sui costi, la capacità di prevedere e anticipare la domanda agisce (quasi esclusivamente) sui ricavi.

In generale l'innovazione tecnica nel settore aeroportuale è veramente marginale, limitata magari agli scali che gestiscono transiti. Avere BHS efficienti incide sui costi e sulla soddisfazione dei clienti.

L'efficienza produttiva deve essere un obiettivo primario per tutti gli aeroporti, così come tutte le società in generale. E qui c'è tanta strada da fare, basti pensare al solito trito e ritrito esempio di SEA Handling. Vogliamo parlare anche del controllo di gestione quasi sempre assente?

Sulla capacità di prevedere e anticipare la domanda bisogna distinguere se è a fini infrastrutturali (e qui si entra in un capitolo a parte) oppure se è a fini commerciali, ovvero come capacità di pianificare l'aumento dei ricavi non-aviation delle società di gestione (e qui si ritorna al discorso di Concorde sulla 248, che "colpisce" anche questa parte).