Resoconto di volo: sognando la California (catabasi ed anabasi)


AirTags, da un punto di vista aeroportuale, non sono molto utili.
 
AirTags, da un punto di vista aeroportuale, non sono molto utili.

perche? Io li trovo utilissimi.
l’ultima volta che hanno perso la valigia (con AirTag dentro) ho indirizzato la dolce metà al lost&found non appena atterrata
senza necessità di attendere inutilmente 1hr al nastro bagaglio e in anticipo rispetto a tutti gli altri pax il cui bagaglio era rimasto bloccato

non ti fa certo ritrovare il bagaglio, ma ti evita di aspettarlo inutilmente
 
non ti fa certo ritrovare il bagaglio, ma ti evita di aspettarlo inutilmente

Appunto.

Edit per completezza ora che ho tempo.

In ambito baggage, lo scopo del gioco e' duplice: fare in modo che il bagaglio viaggi dove deve andare e, qualora non lo faccia, ridurre al minimo il periodo di 'disruption'.

Per il primo punto, AirTag e' totalmente inutile. I moderni BHS hanno decine, se non centinaia, di scanner che monitorano il passaggio di una valigia in tempo reale, e le compagnie aeree hanno accesso a quei dati, almeno a livello locale. Per di piu', buona parte dei BRS sono costruiti o sottoterra, o comunque in ambiti dove ci sono un sacco di cemento, metallo e poche persone. Un AirTag, a quanto ne so io, e' una specie di 'radiofaro' bluetooth che si appoggia ad altri lettori. In posti come LHR T3IB, o T5, ci sono 4-5 piani di metallo e zero persone se non a pianterreno.

Sempre sul primo punto, il motivo per cui le valigie non viaggiano quando devono viaggiare e', di gran lunga, il non riuscire a fare una connessione. AirTag non da' alle compagnie aeree piu' informazioni di quanto non ne abbiano gia', e di sicuro non crea personale aggiuntivo per andare ad acchiappare la tal valigia dal tal aereo che e' arrivato tardi. Posso pensare solo a uno scenario dove AirTag potrebbe essere utile: a ORD, dove l'infrastruttura e' medievale, i transiti domestic-int'l (T5-T3) sono effettuati in modo tale che AA porta tutte le valigie da transitare su AA int'l/BA/IB/AY/RJ/chittepare in un vagone che viene poi lasciato in un punto specifico, fuori sistema. AirTag potrebbe dirti "Hey, le valigie son li" ma non e' quello il problema che causa short-shipment: il problema sono gli addetti al terminal int'l che non vanno a prendere le valigie quando dovrebbero.

Parlando del secondo punto, se una valigia perde il suo volo e rimane 'in sistema', ancora una volta la compagnia aerea lo sapra'. Basta guardare sul BRS. AirTag non serve. E la stragrande maggioranza delle valigie che perdono connessioni sono valigie che rimangono in sistema, almeno in aeroporti ben gestiti.
 
Ultima modifica:
Appunto.

Edit per completezza ora che ho tempo.

In ambito baggage, lo scopo del gioco e' duplice: fare in modo che il bagaglio viaggi dove deve andare e, qualora non lo faccia, ridurre al minimo il periodo di 'disruption'.

Per il primo punto, AirTag e' totalmente inutile. I moderni BHS hanno decine, se non centinaia, di scanner che monitorano il passaggio di una valigia in tempo reale, e le compagnie aeree hanno accesso a quei dati, almeno a livello locale. Per di piu', buona parte dei BRS sono costruiti o sottoterra, o comunque in ambiti dove ci sono un sacco di cemento, metallo e poche persone. Un AirTag, a quanto ne so io, e' una specie di 'radiofaro' bluetooth che si appoggia ad altri lettori. In posti come LHR T3IB, o T5, ci sono 4-5 piani di metallo e zero persone se non a pianterreno.

Sempre sul primo punto, il motivo per cui le valigie non viaggiano quando devono viaggiare e', di gran lunga, il non riuscire a fare una connessione. AirTag non da' alle compagnie aeree piu' informazioni di quanto non ne abbiano gia', e di sicuro non crea personale aggiuntivo per andare ad acchiappare la tal valigia dal tal aereo che e' arrivato tardi. Posso pensare solo a uno scenario dove AirTag potrebbe essere utile: a ORD, dove l'infrastruttura e' medievale, i transiti domestic-int'l (T5-T3) sono effettuati in modo tale che AA porta tutte le valigie da transitare su AA int'l/BA/IB/AY/RJ/chittepare in un vagone che viene poi lasciato in un punto specifico, fuori sistema. AirTag potrebbe dirti "Hey, le valigie son li" ma non e' quello il problema che causa short-shipment: il problema sono gli addetti al terminal int'l che non vanno a prendere le valigie quando dovrebbero.

Parlando del secondo punto, se una valigia perde il suo volo e rimane 'in sistema', ancora una volta la compagnia aerea lo sapra'. Basta guardare sul BRS. AirTag non serve. E la stragrande maggioranza delle valigie che perdono connessioni sono valigie che rimangono in sistema, almeno in aeroporti ben gestiti.
La compagnia saprà sempre dove si trovano i bagagli ma questa estate non pareva così... L'esempio postato ci fa capire che male non fa.
 
La compagnia saprà sempre dove si trovano i bagagli ma questa estate non pareva così... L'esempio postato ci fa capire che male non fa.

La percezione, pero', e' diversa da cio' che succede in realta'.

Il discorso che ho fatto e' basato su numeri. Quando mi sono occupato di bagagli HAL movimentava circa 50 milioni di bagagli/anno. BA, a network level, 40 milioni/anno. Di questi, la % di bagagli che non volano quando dovrebbero (short shipment) e' ben al di sotto dell'1%. Ci sono anni piu' o meno buoni, ma diciamo sul 0.5 / 0.6%.
Di questo valore, l'80% sono valigie che viaggiavano in connessione, e nella stragrande maggioranza dei casi sono situazioni in cui il volo inbound e' in ritardo, il passeggero "corre" e la valigia no.
I casi di quest'estate sono sempre successi, anche quando ci sono outages, ma sono statisticamente poco rilevanti, o prevedibili.

Qualunque sia il caso - mancata connessione, valigia fermata ai controlli, outage che rompe il sistema, mancanza di staff, stive ghiacciate che non permettono lo sbarco - la compagnia sa dove sono i colli.

Cio' in cui l'industria fa pena e' a) condividere quell'informazione (non solo al cliente, ma anche tra reparti diversi della compagnia!) e b) il last mile delivery. Il livello e' anni luce indietro ad Amazon per dirne una.
 
  • Like
Reactions: El Cubetazo
Solo per chiarire che nel mio caso si trattava di una perdita di tag, dunque UA non sapeva dove fosse il mio bagaglio (forse poteva sapere che era arrivato a LHR, ma questa informazione era nel sistema LH che è diverso e separato, e doveva chiederla). Il mio bagaglio è stato riconciliato con il passeggero solo una volta che ne ho riconosciuto alcuni contenuti. L'airtag forse (ovvero, se prende) mi avrebbe detto che si trovava a LHR, il che sarebbe stato già un po' più di quello che sapevo: io ho pensato fino alla fine fosse rimasto a VIE.
 
Appunto.

Edit per completezza ora che ho tempo.
[…]

sono due cose diverse però.

airtag non serve alla compagnia (che tra l’altro per questioni di privacy non ne ha accesso) ma al pax.
e non per ritrovare il bagaglio che resta un compito della compagnia, quanto per tenerne traccia.

Come dicevo prima, se già sai che il bagaglio non è arrivato con te, eviti di aspettare un’ora al nastro bagagli.
in centinaia di voli e almeno una buona ventina di valigie non consegnate, una sola volta mi è successo che in volo gli assistenti mi avvisassero che la mia valigia non ero stata imbarcata.

Ecco, ho evitato attese inutili e sono andato diretto al Lost and Found.

AirTag fa la stessa cosa, per me pax, che ha fatto quell’assistente: il bagaglio è comunque perso, ma si evita oltre a quello di buttare via almeno altre 2h.
 
  • Like
Reactions: Farfallina
La percezione, pero', e' diversa da cio' che succede in realta'.

Il discorso che ho fatto e' basato su numeri. Quando mi sono occupato di bagagli HAL movimentava circa 50 milioni di bagagli/anno. BA, a network level, 40 milioni/anno. Di questi, la % di bagagli che non volano quando dovrebbero (short shipment) e' ben al di sotto dell'1%. Ci sono anni piu' o meno buoni, ma diciamo sul 0.5 / 0.6%.
Di questo valore, l'80% sono valigie che viaggiavano in connessione, e nella stragrande maggioranza dei casi sono situazioni in cui il volo inbound e' in ritardo, il passeggero "corre" e la valigia no.
I casi di quest'estate sono sempre successi, anche quando ci sono outages, ma sono statisticamente poco rilevanti, o prevedibili.

Qualunque sia il caso - mancata connessione, valigia fermata ai controlli, outage che rompe il sistema, mancanza di staff, stive ghiacciate che non permettono lo sbarco - la compagnia sa dove sono i colli.

Cio' in cui l'industria fa pena e' a) condividere quell'informazione (non solo al cliente, ma anche tra reparti diversi della compagnia!) e b) il last mile delivery. Il livello e' anni luce indietro ad Amazon per dirne una.

Con tutto il rispetto per i numeri che hai snocciolato e sopratutto per le tue competenze in materia, basta che la tua valigia sia in quel range di "statisticamente poco rilevante" che ti fa girare le nocciole di Alba.
Detto questo, vorrei aggiungere che'avere l'AirTag (valore di 50 eur se comprato in bundle di 4 su Amazon) non fa schifo e ti permette di sapere dove si trova alla faccia della compagnia che non ne sa' una mazza, situazione acclarata in recente passato con SAS che mi ha perso un bagaglio e mai più ritrovato. Oh, poi io non faccio statistica.
 
sono due cose diverse però.

airtag non serve alla compagnia (che tra l’altro per questioni di privacy non ne ha accesso) ma al pax.
e non per ritrovare il bagaglio che resta un compito della compagnia, quanto per tenerne traccia.

Come dicevo prima, se già sai che il bagaglio non è arrivato con te, eviti di aspettare un’ora al nastro bagagli.
in centinaia di voli e almeno una buona ventina di valigie non consegnate, una sola volta mi è successo che in volo gli assistenti mi avvisassero che la mia valigia non ero stata imbarcata.

Ecco, ho evitato attese inutili e sono andato diretto al Lost and Found.

AirTag fa la stessa cosa, per me pax, che ha fatto quell’assistente: il bagaglio è comunque perso, ma si evita oltre a quello di buttare via almeno altre 2h.

Con tutto il rispetto per i numeri che hai snocciolato e sopratutto per le tue competenze in materia, basta che la tua valigia sia in quel range di "statisticamente poco rilevante" che ti fa girare le nocciole di Alba.
Detto questo, vorrei aggiungere che'avere l'AirTag (valore di 50 eur se comprato in bundle di 4 su Amazon) non fa schifo e ti permette di sapere dove si trova alla faccia della compagnia che non ne sa' una mazza, situazione acclarata in recente passato con SAS che mi ha perso un bagaglio e mai più ritrovato. Oh, poi io non faccio statistica.

Signori, io ho detto solo una cosa: AirTags, da un punto di vista aeroportuale, non sono molto utili.

Non ho detto che dovete infilarle nel bagaglio, che non dovete infilarcele, che dovete mettere il tracciatore GPS di 007... Ho semplicemente detto che per evitare di "perdere*" e per riconsegnare valigie le AirTags non servono.

*il termine inglese e' short-shipment che e' leggermente diverso come significato.
 
Sempre sul primo punto, il motivo per cui le valigie non viaggiano quando devono viaggiare e', di gran lunga, il non riuscire a fare una connessione. AirTag non da' alle compagnie aeree piu' informazioni di quanto non ne abbiano gia', e di sicuro non crea personale aggiuntivo per andare ad acchiappare la tal valigia dal tal aereo che e' arrivato tardi. Posso pensare solo a uno scenario dove AirTag potrebbe essere utile: a ORD, dove l'infrastruttura e' medievale, i transiti domestic-int'l (T5-T3) sono effettuati in modo tale che AA porta tutte le valigie da transitare su AA int'l/BA/IB/AY/RJ/chittepare in un vagone che viene poi lasciato in un punto specifico, fuori sistema. AirTag potrebbe dirti "Hey, le valigie son li" ma non e' quello il problema che causa short-shipment: il problema sono gli addetti al terminal int'l che non vanno a prendere le valigie quando dovrebbero.

Io a Barajas con volo in arrivo in ritardo e coincidenza stretta ho tracciato il trasferimento del bagaglio dal T4 al T4S in tempo reale. Il volo successivo è stato di gran lunga più rilassante (nonostante la corsa per prendere lo shuttle).
 
  • Like
Reactions: Farfallina
Io a Barajas con volo in arrivo in ritardo e coincidenza stretta ho tracciato il trasferimento del bagaglio dal T4 al T4S in tempo reale. Il volo successivo è stato di gran lunga più rilassante (nonostante la corsa per prendere lo shuttle).

Non ho detto che non dovete mettervi l'Airtag. Se la gente vuole volare con un AirTag, un radiofaro, un tracciatore radioattivo, un Umpa-Lumpa incatenato alla valigia che grida "E' qui, e' qui!"... A me non fa alcuna differenza. Semplicemente, e lo dico per l'ultima volta, non fa alcuna differenza per quanto riguarda le chances della tua valigia di arrivare dove deve arrivare. Anzi, potrebbe quasi dare patemi d'animo (avevamo testato dei beacons bluetooth nel 2018/19, perche' Alex Cruz l'aveva chiesto, e il margine d'errore della tecnologia all'epoca era rilevante). E, in generale, direi che non e' giusto che siano i passeggeri a dover spendere denaro per far qualcosa che spetta alle compagnie.

Cio' che sarebbe molto piu' utile al fine di non perdere le valigie, e magari dare informazioni ai passeggeri, sarebbe un'industria che:
  1. Consente ai baggage messages di essere condivisi e centralizzati in un unico 'data lake', cosa resa difficile dal sistema di messaggistica arcaico (EDIFACT) ma soprattutto dalle resistenze di compagnie come SITA
  2. A livello di compagnia aerea, approcci la gestione delle valigie in modo proattivo: se (grazie ai dati di cui sopra) si sa che, su 5 aerei inbound, 2 contengono 50 valigie transfer a rischio di non farcela, allora che si dirottino piu' risorse per quei 2 voli anziche' gli altri 3
  3. A livello di regolatori, si consentano transfers tail-to-tail senza dover rifare lo scanning delle valigie, se non altro per quei voli che arrivano da destinazioni 'sicure'.
  4. Ripiglia quelle medesime informazioni al punto 1. e le trasmetta ai passeggeri tramite app; qualora la valigia non ce la faccia, si dia al passeggero l'opzione di creare un missing bag report in volo, magari dargli un voucher/credito per le spese immediate
  5. Migliorare e di gran lunga l'industria della riconsegna dei bagagli a domicilio dopo che sono stati 'expedited'. Al momento ci sono o veri e propri cartelli (in USA) o compagnie che vanno tra il criminale e l'incapace.
I punti 1-4 sono gia' visibili in America, almeno a livello domestico, ma nel resto del mondo c'e' ancora un sacco da fare.
 
Ultima modifica:
Non ho detto che non dovete mettervi l'Airtag.

concordo su tutto quello che dici, con una premessa: nessuno ha mai scritto che AirTag serve per ritrovare la valigia o dovrebbe essere usato nella industry.
è solo una c9modità per il pax finché non verranno colmati a livello di sistema i gap che indichi
 
Condivido gli aspetti tecnici dei quali parla 13900, però credo ci sia una differenza.

Una volta ingoiati nei meandri aeroportuali, i bagagli passano da alcuni punti dove viene rilevata la presenza tramite lettura dell'etichetta.
Al momento, l'etichetta è la soluzione utilizzata globalmente (generalmente c'è l'etichetta "grande" attorno alla maniglia ed un'altra (o più) etichetta "piccola" autoadesiva applicata sul bagaglio stesso).

Nel caso in cui la valigia esca dal sistema tra due letture, perda tutte le etichetta, non si riesca a trova il proprietario, la valigia è "spazzatura".
L'airtag va a coprire, i buchi tra le letture, non per la compagnia, ma per l'utente finale.

Credo che l'utilizzo dei beacons bluetooth dei quali parli 13900 fosse nell'intenzione un ripiazzo per le etichette.
Semplificando parecchio:
- la lettura dell'etichetta ci dice questa valigia è su questo nastro sotto al lettore.
- il rilevamento del beacon ci indica che la valigia è vicina in questo range, ma è su questo nastro o su quello affianco o sopra/sotto?

Credo che nella maggiore parte dei casi lo scopo principale di un'airtag è:
a) informazioni "live"
b) avere informazioni prima che la compagnia le fornisca, se le fornisce.
c) dove è la valigia nel mondo?
d) in aeroporto oppure fuori?
e) se ho fortuna, riesco anche a capire dove si trova nell'aeroporto.
f) è sul mio aereo, sotto di me?

Suggerisco di leggere questi articoli, dove viengono raccontate due situazioni un po' estreme nelle quali gli airtag hanno contribuito al ritrovamento degli averi.
Nel primo caso è la compagnia stessa ad aver rimosso le valige dal sedime aeroportuale, nel secondo un dipendente.
https://www.cbc.ca/news/canada/kitchener-waterloo/lost-luggage-ontario-airtag-air-canada-1.6723976
https://www.nbcnews.com/news/us-new...-accused-stealing-least-15000-items-rcna43547
 
Ultima modifica:
Non ho detto che non dovete mettervi l'Airtag. Se la gente vuole volare con un AirTag, un radiofaro, un tracciatore radioattivo, un Umpa-Lumpa incatenato alla valigia che grida "E' qui, e' qui!"... A me non fa alcuna differenza. Semplicemente, e lo dico per l'ultima volta, non fa alcuna differenza per quanto riguarda le chances della tua valigia di arrivare dove deve arrivare. Anzi, potrebbe quasi dare patemi d'animo (avevamo testato dei beacons bluetooth nel 2018/19, perche' Alex Cruz l'aveva chiesto, e il margine d'errore della tecnologia all'epoca era rilevante). E, in generale, direi che non e' giusto che siano i passeggeri a dover spendere denaro per far qualcosa che spetta alle compagnie.

Cio' che sarebbe molto piu' utile al fine di non perdere le valigie, e magari dare informazioni ai passeggeri, sarebbe un'industria che:
  1. Consente ai baggage messages di essere condivisi e centralizzati in un unico 'data lake', cosa resa difficile dal sistema di messaggistica arcaico (EDIFACT) ma soprattutto dalle resistenze di compagnie come SITA
  2. A livello di compagnia aerea, approcci la gestione delle valigie in modo proattivo: se (grazie ai dati di cui sopra) si sa che, su 5 aerei inbound, 2 contengono 50 valigie transfer a rischio di non farcela, allora che si dirottino piu' risorse per quei 2 voli anziche' gli altri 3
  3. A livello di regolatori, si consentano transfers tail-to-tail senza dover rifare lo scanning delle valigie, se non altro per quei voli che arrivano da destinazioni 'sicure'.
  4. Ripiglia quelle medesime informazioni al punto 1. e le trasmetta ai passeggeri tramite app; qualora la valigia non ce la faccia, si dia al passeggero l'opzione di creare un missing bag report in volo, magari dargli un voucher/credito per le spese immediate
  5. Migliorare e di gran lunga l'industria della riconsegna dei bagagli a domicilio dopo che sono stati 'expedited'. Al momento ci sono o veri e propri cartelli (in USA) o compagnie che vanno tra il criminale e l'incapace.
I punti 1-4 sono gia' visibili in America, almeno a livello domestico, ma nel resto del mondo c'e' ancora un sacco da fare.
Sono d'accordo, ma visto che le regole sono blande a loro non conviene investire veramente. Questa estate abbiamo visto cose pazzesche. Per dire sono passata da BLQ (non certo un grande hub e vedere addirittura il corridoio della "dogana" pieno di migliaia di bagagli è fuori di testa).
 
Condivido gli aspetti tecnici dei quali parla 13900, però credo ci sia una differenza.

Una volta ingoiati nei meandri aeroportuali, i bagagli passano da alcuni punti dove viene rilevata la presenza tramite lettura dell'etichetta.
Al momento, l'etichetta è la soluzione utilizzata globalmente (generalmente c'è l'etichetta "grande" attorno alla maniglia ed un'altra (o più) etichetta "piccola" autoadesiva applicata sul bagaglio stesso).

Nel caso in cui la valigia esca dal sistema tra due letture, perda tutte le etichetta, non si riesca a trova il proprietario, la valigia è "spazzatura".
L'airtag va a coprire, i buchi tra le letture, non per la compagnia, ma per l'utente finale.

Credo che l'utilizzo dei beacons bluetooth dei quali parli 13900 fosse nell'intenzione un ripiazzo per le etichette.
Semplificando parecchio:
- la lettura dell'etichetta ci dice questa valigia è su questo nastro sotto al lettore.
- il rilevamento del beacon ci indica che la valigia è vicina in questo range, ma è su questo nastro o su quello affianco o sopra/sotto?

Non proprio, nel senso che ci sono stati test per entrambe le soluzioni.

Qualche tempo fa, pre-Covid, c'era una certa spinta da parte di IATA per mettere RFD tags nelle bag tag (non Bluetooth, il nostro test su BT e ricevitori GPS era stato fatto a richiesta di Alex Cruz, malgrado l'utilita' fosse miserrima). L'idea di IATA era che l'efficienza di RFD e' migliore di quella dei barcode readers.

La realta' era che l'incremento di efficienza (testato da HKIA a HKG) era minuscolo: qualcosa come da 99.8 a 99.89% success rate... E si doveva comunque appiccicare qualcosa fuori dalla valigia. Visti gli enormi costi derivanti dal dover cambiare tutta l'industria, dubito che RFID verra' mai introdotto. Per dirne una, una bag tag con RFID costava il triplo di una normale.

Condivido gli aspetti tecnici dei quali parla 13900, però credo ci sia una differenza.

Una volta ingoiati nei meandri aeroportuali, i bagagli passano da alcuni punti dove viene rilevata la presenza tramite lettura dell'etichetta.
Al momento, l'etichetta è la soluzione utilizzata globalmente (generalmente c'è l'etichetta "grande" attorno alla maniglia ed un'altra (o più) etichetta "piccola" autoadesiva applicata sul bagaglio stesso).

Nel caso in cui la valigia esca dal sistema tra due letture, perda tutte le etichetta, non si riesca a trova il proprietario, la valigia è "spazzatura".
L'airtag va a coprire, i buchi tra le letture, non per la compagnia, ma per l'utente finale.

Stiamo parlando di casi estremamente limite. Sto andando a memoria, ma HAL pubblicava dei report sulla natura delle valigie che non volavano, e 'tagless' era nelle ordine di centinaia/anno. Oltretutto, mettere una AirTag a tutti comporterebbe l'apertura coatta delle valigie di tutti, cosa che non vorremmo fare.

La soluzione veramente 'finale' che compagnie come Brock e altri stavano esplorando pre-Covid era chiamata "Bag Biometrics". In soldoni, al momento dello scan della valigia si misuravano alcune proprieta' intrinseche della valigia: forma, dimensioni, centro di gravita', densita', colore. Queste venivano poi associate alla valigia in se' e ne costituivano le proprieta' "biometriche", e fungevano da meccanismo di riconoscimento. Il risultato e' che, nel lungo termine, IATA avrebbe potuto smettere di richiedere la presenza di bag tags. L'altra idea era di usare quegli attributi per creare un 'tetris' perfetto, nei vari contenitori ULD, per caricare valigie in modo efficiente e ridurre il rischio di volumetrics.

La tecnologie esiste gia', ed e' in uso nel mondo cargo - avevamo visto delle applicazioni a livello di prototipo - ma in un mondo in cui e' semi-impossibile avere i baggage messages di vari aeroporti uniti in un solo posto (e magari collegati a quella ciofeca di SITA World Tracer)....
 
Come dicevo prima, se già sai che il bagaglio non è arrivato con te, eviti di aspettare un’ora al nastro bagagli.

1678308970956.png

L'ultima volta che ho volato con bagaglio imbarcato, la hanno lasciata indietro a FRA (long story short: IAD-FRA in ritardo di quasi 5 ore, e connessione di 5 ore abbondanti ridotta a pochi minuti, come detto prima... il passeggero corre ma la valigia no).

Sono andato diretto al lost&found e a loro non risultava ancora, la signora mi ha chiesto se fossi sicuro e le ho mostrato l'airtag con il ping di pochi minuti prima... ha preso tutti i dettagli ed aperto la pratica e sono uscito nel giro di 10 minuti.

Nota: Arrivata il giorno dopo e consegnata il giorno seguente.
 
Grazie per i dettagli aggiuntivi, sempre interessante.

Chiara la differenza tra RFID e BT.

Stiamo parlando di casi estremamente limite. Sto andando a memoria, ma HAL pubblicava dei report sulla natura delle valigie che non volavano, e 'tagless' era nelle ordine di centinaia/anno.
Fortunatamente i numeri di insuccessi sono minimi rispetto al totale. Per il singolo però, la perdita del proprio bagaglio rimane poco digeribile.
Come troppi sono i danni causati ad attrezzature imbarcate da PRM (wheelchairs e similari). Ma questo è un altro argomento, nel quale, veramente, anche solo un singolo evento è già troppo ed è potenzialmente devastante per il passeggero.

Oltretutto, mettere una AirTag a tutti comporterebbe l'apertura coatta delle valigie di tutti, cosa che non vorremmo fare.
Credo che nessuno dica di metter AirTag a tutti.

La soluzione veramente 'finale' che compagnie come Brock e altri stavano esplorando pre-Covid era chiamata "Bag Biometrics". In soldoni, al momento dello scan della valigia si misuravano alcune proprieta' intrinseche della valigia: forma, dimensioni, centro di gravita', densita', colore. Queste venivano poi associate alla valigia in se' e ne costituivano le proprieta' "biometriche", e fungevano da meccanismo di riconoscimento. Il risultato e' che, nel lungo termine, IATA avrebbe potuto smettere di richiedere la presenza di bag tags. L'altra idea era di usare quegli attributi per creare un 'tetris' perfetto, nei vari contenitori ULD, per caricare valigie in modo efficiente e ridurre il rischio di volumetrics.
Minimizzare lo spazio sprecato sarebbe molto utile.
Per contro non voglio neanche immaginare cosa succederebbe nel caso in cui salti il sistema che "ricorda" i dati biometrici delle valigie.


(e magari collegati a quella ciofeca di SITA World Tracer)....
Ahahahaha
 
  • Like
Reactions: 13900