Quale futuro per l'aviazione in Italia

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24 Maggio 2006
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Ieri ho visto un documentario sulle imprese di Italo Balbo e mi sono reso conto che l'Italia, aeronauticamente parlando, contava parecchio all'epoca o quantomeno la cultura del volo era molto diffusa, al punto che erano gli italiani a diffonderla anche all'estero. Al giorno d'oggi ci troviamo veramente a battagliare contro normative e regolamenti che sulla carta cercano in ogni modo di ostacolare lo sviluppo dell'aviazione. Mi chiedo e vi chiedo secondo voi il declino italiano nel settore da dove nasce ? dalla mancanza di una cultura aeronautica oppure dal semplice maxisviluppo soffocante della nostra burocrazia?
 
Mi associo alla domanda; so che è retorica,ma ancora non ho capito perchè costa tanto farsi un voletto con il C172 in Italia!!! a cosa sono dovuti questi costi elevati?
 
Bè secondo me il discorso non riguarda solo l'aeronautica... è un discorso generale. Il declino non riguarda solo il settore aeronautico ma l'intero Paese nel suo complesso. Siamo ormai fuori dai giochi... perché ci siamo sempre seduti sugli allori... mentre il mondo andava avanti. E credo la colpa sia da addebitare alla politica e agli italiani stessi.

Le compagnie aeree > Alitalia era tra le migliori negli anni d'oro... un esempio cui gli altri guardavano... poi trasformata in agenzia di collocamento della politica e ora dopo la dieta dimagrante relegata a feeder. Ma anche a parte AZ... ci si guarda intorno e cosa c'è? NIENTE! Ora persino le compagnie aeree charter italiane che un tempo brillavano stanno appassendo... minacciate sempre più dalle lowcost e dall'invasione delle compagnie charter nordeuropee usa e getta... che durano una o due stagioni e poi spariscono.

Gli aeroporti > nel bene e nel male Fiumicino è stato sempre avvantaggiato dalla posizione privilegiata al centro del mediterraneo... le compagnie europee lo usavano come scalo tecnico per i viaggi verso l'africa e l'oriente... poi la tecnologia e l'avvento dei jet con autonomia maggiore ci ha fregato... l'assenza di una politica aeroportuale, il campanilismo tipico italiano, la situazione del vettore di bandiera e l'invasione delle lowcost hanno fatto il resto.

I costruttori aeronautici > siamo voluti rimanere fuori da Airbus... per non rovinarci i rapporti con Boeing.. e oggi siamo fuori da entrambe le parti. Certo questo è stata una fortuna inizialmente.. tante piccole e medie imprese aeronautiche italiane hanno raggiunto l'eccellenza con contratti e appalti da parte sia di Airbus che di Boeing... ma oggi in un mondo globalizzato questo ci frega.. perché non siamo nè da una parte nè dall'altra... Boeing ora dice ad Alenia... "grazie, ma il piano di coda x il B787 ce lo costruiremo noi che è meglio"... Alenia tenta di legarsi a Sukhoi... ma è un pò tardi ora per ritagliarsi uno spazio.

Boh... io dovunque guardo vedo solo declino... in tutti i settori. Vi prego ditemi che sono pessimista e che torneremo il grande paese che eravamo un tempo.
 
A mio modo di vedere e ripeto a mio modo di vedere, il declino italiano nasce nel momento stesso in cui le "italiche gesta aviatorie" raggiungono l'apice - vedere a solo titolo di esempio le trasvolate atlantiche e i record di velocità con idrovolante -. Non siamo stati capaci di vedere ed andare oltre. La guerra poi, ha fatto il resto. Gli Yankees hanno "buttato sù" fabbriche ed hanno "buttato giù" le nostre ( e non solo ..) Logico che dopo, nel periodo della ricostruzione, l'idustria aeronautica non fosse proprio considerata prioritaria. Quando poi si è pensato di farla ripartire, il gap oramai era incolmabile. Da qui la mancanza drammatica di quella che chiamiamo cultura aeronautica etc etc etc. Se poi ci chiediamo del perchè farsi un voletto con un C172 costi un occhio della testa, pensiamo a quanto costa un'assicurazione RC auto, il carburante, la manutenzione, ditemi per quale strano motivo in Italia, un mezzo "da signori" come un C172 deve essere economico. Iniziamo a certificare infrastrutture, CAMO scuole, istruttori, part 145, part 66, ed altro, agitate il tutto ed... oplà il gioco è fatto. Ecco spiegato perchè i numeri della nostra AG sono quelli che sono ...
 
Ciao I-FORD mi fa piacere scambiare qualche opinione tra di noi. Io ero al corrente del fatto che l'URSS si era imposta per "segare" la Regia Marina che qualche bella nave alla fine del conflitto l'aveva ancora e, che di fabbriche costruttrici di "arioplani" a noi alla fine non restavano che le fondamenta. La Piaggio d'altronde, si inventò la mitica Vespa ...
 
Aviazione generale,
l'areoclub d'italia e' di fatto un fallimento ed un ente praticamente inutile, tanto che almeno in veneto l'unico aeroclub che funziona bene , treviso, si e' sfederato, tanto per fare un esempio.fatto sta che molti aeroclub hanno o stanno per chiudere, basterebbe defiscalizzare la benzina tanto per quie quatro litri..e invece 2,5 euro...ma dove andiamo..

Il settore ULM v
a avanti e bene ma' e una piccola giungla dove c'e' di tutto e di piu', ma salverei quello.

Il business corporate,
eì' concentrato per buona parte su milano e molte aziende data la crisi hanno ridotto eliminato o razionalizzato la flotta.

L'aviazione commerciale
a parte qualche luce, cioe'air dolomiti e neos e forse un'altro paio, e' un bagno di sangue ed e' stata data in in mano per anni ed anni a gente , che poi leggiamo sulla cronaca: da VS in giu' ,in veneto poi pare siamo bravissimi.

Su alitalia
c'e' solo da sperare che la molllino ai francesi dopo aver buttato via 3 miliardi di auro per motivi prettamente elettorali: ve ne accorgerete a fine anno quando daranno la colpa alla crisi al carburante e a chissa che ma chi ci lavora sa bene come stanno le cose e dopo tre anni coi conti non si scherza.

Gli Aeroporrti:
fiumicino non e' neanche male ma e' troppo a sud e non serve la parte piu' produttiva del paese, malpensa ha collegamenti disastrosi ed e' tagliata fuori da tuta la zona est,
tolti questi 2 grandi hub ci sono molti aeroporti che funzionano bene, napoli venezia catania bologna ed una catervA di aeroprti inutili mal distribuiti che servono solo a mantenere posti pubblici con costi esrbitanti per la comunita'

L'Industria aeronautica,
piaggio a parte , e' in mano a finmeccanica , ma a parte qualche partnership interessante , vedi superjet, siamo diventati e saremo solo dei subfornitori sia civili che militari

QUINDI ????
l'analisi e' semplice SERIE B sperando di non finire in C
 
La colpa è dell'italica cialtronaggine. Siamo un popolo presuntuoso che non si è mai interessato alle cose, ad imparare, preferendo di gran lunga le rendite di posizione che, in mondo globale, son finite. edrete se nel giro di 10/15 anni non finiremo nel terzo mondo......superati dai paesi Bric e pure da parte dell'est europa
 
...Siamo un popolo presuntuoso che non si è mai interessato alle cose, ad imparare, preferendo di gran lunga le rendite di posizione che, in mondo globale, son finite....

Touché.

Fino a quando questa sará la realtá, tutte le scelte saranno sempre "strategiche" per qualcuno, mai per la collettivitá. In aviazione come in altri campi. E tutti noi (Italia) in caduta libera, dicendo: "fino a qui, tutto bene...fino a qui tutto bene..."
 
Io credo che il mancato sviluppo dell'aviazione sia figlio del nostro modo di pensare. Non so voi con chi abbiate a che fare durante le giornate di lavoro ma io mi sono accorto che stiamo veramente estremizzando la burocrazia in tutti i settori, aviazione inclusa, in questi ultimi anni. Ormai vanno forte gli avvocati quasi dappertutto. Quando ho iniziato a volare all'estero, perchè per fortuna siamo pure in Europa, mi sono reso conto che in Italia non c'è la volontà di far crescere questo settore ma forse in generale non c'è la volontà di far crescere nulla. Beh io ho scoperto quasi una piccola America, sia pure in un contesto EASA, dove si può volare in AG senza spendere follie, senza per questo far venire meno la sicurezza e dove si può far crescere la cultura aeronautica. Vorrei che questo paese fosse l'Italia, quantomeno perchè a far nascere questo settore siamo stati anche noi, ma così non è. Ma mi chiedo, fatto salvo il prezzo della benzina avio, sul quale comunque si potrebbe ampiamente discutere, quale altro assurdo cavillo fa costare l'ora di volo più del doppio che negli USA. A questo punto rinascano le eccellenze e sia data la possibilità a chi vuole investire tempo e denaro in questo settore di poterlo fare, d'altra parte dovrebbe essere questo il compito dell'Enac !! ... e poi vi spiegherò anche perchè ve lo dico
 
nessun declino, solo incapacità di pianificare.
siamo bravissimi nell'exploit, ma incapaci di trarne poi le conseguenze.

lo ripeterò all'infinito:
- dalla coppa Schneider gli inglesi hanno tirato fuori Spitfire ed Hurricane, noi bellissimi esemplari da mettere poi nei musei.
- dalle trasvolate atlantiche gli altri hanno iniziato a fare voli di linea, noi documentari 80 anni dopo.

Siamo strutturati per l'ad-hoc.
 
La colpa è dell'italica cialtronaggine. Siamo un popolo presuntuoso che non si è mai interessato alle cose, ad imparare, preferendo di gran lunga le rendite di posizione che, in mondo globale, son finite. edrete se nel giro di 10/15 anni non finiremo nel terzo mondo......superati dai paesi Bric e pure da parte dell'est europa

e' cosi' che cadde il Sacro Romano Impero d'Occidente
sotto la sferzata dei barbari da nord
di quella dei mori dal sud
per la degenerazione burocratica, per la corruzione, per il peso fiscale a carico dei ceti meno abbienti
per lo sgretolamento generale della struttura politica economica e sociale
di un popolo che era grandissimo ed aveva la presunzione di continuare ad esserlo
ma non lo era piu'
 
Era diccelo sta piccola America no?

Ragazzi i paesi appena entrati nell'UE sono secoli avanti nell'AG !! e il che è desolante.

.. nel piccolo aeroporto/aeroclub di Udine, si da il caso che Enac voglia rifare la pista e sistemare un po' l'area che credo non riceva attenzioni da quando vi atterravano i G91... i comuni limitrofi che fanno? invece di vederla come una opportunità per dare più servizi ad una AG che è in agonia, la vedono come una minaccia per la probabile crescita di attività commerciali.. ribadisco una minaccia per la crescita di attività commerciali.. perchè i nostri amministratori di tutti i livelli non vanno a vedersi gli aeroclub di Slovenia, Croazia e Ungheria per farsi una idea di come funzionano e che impatto hanno ??
 
non sono le normative che cercano di ostacolare la crescita,fatte ad hoc per gli amichetti di turno,e non solo in campo aereonatutico,ostacolando di fatto il libero mercato e la libera imprenditoria e la crescita,sono i politicanti "accattoni" e gli industriali,bancheri ecc ecc che,pensano solo come spartirsi ed estorcere forzosamente quanto più denaro pubblico possibile dalle tasche dei poveri cittadini che lo hanno guadagnato col sudore della fronte.E NOI PAGHIAMO!!!!
 
quale futuro?basta guardare l'inchiesta finmeccanica(maggiore industria aereonautica italiana,mi pare,correggetemi se sbaglio),che,come al solito finirà in una bolla di sapone,e,tutto andrà avanti come prima.Tutti son capaci di gestire un'azienda in quel modo,ottenendo commesse e lavoro.
 
dopo che ho letto aereonautico m'è passata la voglia di sperare in un futuro migliore.

bravo!!!la tua intelligente risposta è lo specchio in piccolo del crepuscolo italico,di chi guarda più alla forma che alla sostanza,meglio uno che sà scrivere(lo sò anche io che si scrive aeronautico)e si "fotte" milioni di euro,miei,tuoi suoi,di miopi vedute per la collettività e per gli interessi di questa(non per i suoi o,per quelli dei suoi amici sia ben chiaro),che uno che non sà scrivere che,però è onesto,di larghe vedute e opera per il bene comune.
 
nessun declino, solo incapacità di pianificare.
siamo bravissimi nell'exploit, ma incapaci di trarne poi le conseguenze.

lo ripeterò all'infinito:
- dalla coppa Schneider gli inglesi hanno tirato fuori Spitfire ed Hurricane, noi bellissimi esemplari da mettere poi nei musei.
- dalle trasvolate atlantiche gli altri hanno iniziato a fare voli di linea, noi documentari 80 anni dopo.

Siamo strutturati per l'ad-hoc.

Credo che tu abbia centrato il bersaglio. Il problema degli italiani è quello di essere maestri artigiani ma pessimi industriali: ovunque occorra economia di scala e organizzazione industriale siamo incapaci di operare. Il successo dell'aviazione italiana negli anni Venti e Trenta è il successo dell'eccellenza artigianale non riproducibile su scala industriale: non è un caso che la Ferrari, con la sua produzione piuttosto limitata, sia un esempio di successo italiano, mentre la FIAT come gruppo abbia vissuto di alti e bassi, salvata più volte dallo Stato, capace di approfittare di congiunture particolari ma mai di intraprendere un percorso di crescita strutturale. Gli italiani tendono a gestire le industrie come gestirebbero le piccole aziende a conduzione familiare, delegando ogni decisione al capo anziché a una struttura e ai suoi processi. Nelle aziende europee e americane il capo ha un ruolo fondamentale ma non è onnipotente quanto in molte realtà italiane.
Siamo artigiani strutturati per l'ad-hoc, sarti che producono ottimi capi di vestiario su misura ma incapaci di produrre cento capi di vestiario identici.