Quale destino per Alitalia - RISULTATI SONDAGGIO


Ci piacerebbe sentire i vostri commenti sul tema, perché secondo me ancora una volta quando si tratta di Alitalia le opinioni si polarizzano!
 
Speriamo, capitolo chiuso. Amen

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Certo leggere al quesito 4 che per 76 interpellati AZ e' strateggica azzera la validita' di questo sondaggio.... ahahah!

Più o meno gli stessi che, al quesito 9, dichiarano di essere pienamente convinti che le compagnie di bandiera siano funzionali agli interessi nazionali. Ciononostante, c'è comunque una tendenza a considerare AZ non strategica (199 interpellati, ossia il 54,5%, che rispondono al quesito 4 con un punteggio uguale o inferiore a 5/10; di questi, 85 hanno dato 1/10).
 
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Più o meno gli stessi che, al quesito 9, dichiarano di essere pienamente convinti che le compagnie di bandiera siano funzionali agli interessi nazionali. Ciononostante, c'è comunque una tendenza a considerare AZ non strategica (199 interpellati, ossia il 54,5%, che rispondono al quesito 4 con un punteggio uguale o inferiore a 5/10; di questi, 85 hanno dato 1/10).

Come prevedibile il quesito n. 4 divide la critica con forte prevalenza di 1/10 e 10/10, con leggera prevalenza del primo sul secondo.

Anche il quesito n. 7 è interessante perché mostra chiaramente che quasi il 90% dei partecipanti (sommando le % delle prime due risposte) ritiene il ruolo delle low cost rispetto alla crisi di AZ non determinante.
 
Più o meno gli stessi che, al quesito 9, dichiarano di essere pienamente convinti che le compagnie di bandiera siano funzionali agli interessi nazionali. Ciononostante, c'è comunque una tendenza a considerare AZ non strategica (199 interpellati, ossia il 54,5%, che rispondono al quesito 4 con un punteggio uguale o inferiore a 5/10; di questi, 85 hanno dato 1/10).

Non è pubblicato nelle slides, ma era interessante da leggere anche lo spaccato del voto per area geografica: in sostanza il Lazio era in testa con percentuali bulgare per chi sosteneva l'indispensabilità di AZ, Veneto e Lombardia chi la pensava all'opposto.
 
Non è pubblicato nelle slides, ma era interessante da leggere anche lo spaccato del voto per area geografica: in sostanza il Lazio era in testa con percentuali bulgare per chi sosteneva l'indispensabilità di AZ, Veneto e Lombardia chi la pensava all'opposto.

Infatti Alitalia è stratéggica


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La stragrande maggioranza di chi ha risposto è del nord, interessante come cosa...
 
Vedendo i risultati appare anche una triste, se vogliamo, realtà, ovvero che una gran parte di persone che ha risposto al sondaggio non partecipa al forum. Infatti il thread su Alitalia è a senso unico, pochissime persone scrivono che Alitalia è strategica, che dovrebbe essere foraggiata con soldi pubblici e che una compagnia di bandiera è importante... ecc ecc; sicuramente molto meno di coloro che hanno risposto al sondaggio in forma anonima. E invece, generalmente parlando, sarebbe molto bello che ci fosse una partecipazione corale nei dibattiti potendo esprimere la propria opinione senza tema di venire dileggiati; sembra di tornare al 1994 quando la maggioranza degli Italiani votò per Silvio ma quasi nessuno voleva ammeterlo, quasi vergognosi di essere dileggiati e bistrattati.
Questo succede in quasi tutti i forum e per moltissimi motivi: timidezza, timore di esprimere la propria opinione pubblicamente, disinteresse in un dibattito, ma l'atteggiamento e l'attitudine dei forumisti attivi e/o più anziani nei confronti degli altri è uno dei principali.
Molto probabilmente una buona fetta dei forumisti laziali pro-AZ ha interessi diretti nella compagnia. Posso capire che la sostengano a prescindere, che nessuno campa d'aria. Ma credo sappiano bene che i numeri raccontano un'altra storia. E se i legittimi interessi sono comprensibili, lo sarebbero molto meno le pretese di far credere ad altri che AZ sia davvero strategica. Perchè verrebbero smentiti in mille modi proprio dai numeri.
 
Dire che per un paese come il nostro una compagnia di bandiera (o comunque di riferimento) sia strategica è una cosa anche legittima e probabilmente corretta. Ma identificarla con AZ e solo con AZ e voler tenere AZ in vita a qualsiasi costo è una cosa ben diversa per me.

Se la famosa discontinuità venisse ricercata efficacemente ITA avrebbe una possibilità... ma sembra che lo scopo di tutti sia quello di traghettare il più possibile di AZ e non di progettare qualcosa di nuovo, visto che il vecchio non funziona.

L'idea che per l'Italia una compagnia aerea di riferimento sia effettivamente utile ma che questa non possa essere AZ né la sua prosecuzione sotto altro nome.... raccoglie qualche consenso?

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Dire che per un paese come il nostro una compagnia di bandiera (o comunque di riferimento) sia strategica è una cosa anche legittima e probabilmente corretta. Ma identificarla con AZ e solo con AZ e voler tenere AZ in vita a qualsiasi costo è una cosa ben diversa per me.

Se la famosa discontinuità venisse ricercata efficacemente ITA avrebbe una possibilità... ma sembra che lo scopo di tutti sia quello di traghettare il più possibile di AZ e non di progettare qualcosa di nuovo, visto che il vecchio non funziona.

L'idea che per l'Italia una compagnia aerea di riferimento sia effettivamente utile ma che questa non possa essere AZ né la sua prosecuzione sotto altro nome.... raccoglie qualche consenso?

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Secondo me è la domanda che è sbagliata. E' un po' come chiedere se ci piacerebbe che il potere dell'Italia fosse lo stesso dell'impero romano dei bei tempi. La risposta filosofica non può essere che "si", visto che tutti vorremmo avere più di ciò che abbiamo in ogni campo.
Traslando la tua domanda nel mondo dell'aviazione, l'esperienza ci insegna che un hub carrier con ambizioni globali è possibile essenzialmente grazie al supporto diretto di uno stato, che deve essere dotato di un potenziale economico e politico sufficiente ad imporre il proprio vettore sul mercato, nonchè della volontà e della possibilità legale per utilizzare quel potenziale.
Ebbene, noi siamo uno stato tecnicamente fallito da anni, che sopravvive agli attuali standard grazie soprattutto all'aiuto della UE, che in pratica si sostanzia in larga misura nel supporto della Germania come garante di ultima istanza dei nostri debiti.
E' piuttosto evidente che non siamo mai stati così lontani dalle condizioni necessarie per avere la grande compagnia strategica che tu, come tutti noi, vorremmo.
Abbiamo perso tutti gli appuntamenti che la storia ci ha messo davanti nei decenni e adesso non si possono riportare indietro le lancette. E' troppo tardi.
 
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Secondo me è la domanda che è sbagliata. E' un po' come chiedere se ci piacerebbe che il potere dell'Italia fosse lo stesso dell'impero romano dei bei tempi. La risposta filosofica non può essere che "si", visto che tutti vorremmo avere più di ciò che abbiamo in ogni campo.
Traslando la tua domanda nel mondo dell'aviazione, l'esperienza ci insegna che un hub carrier con ambizioni globali è possibile essenzialmente grazie al supporto diretto di uno stato, che deve essere dotato di un potenziale economico e politico sufficiente ad imporre il proprio vettore sul mercato, nonchè della volontà e della possibilità legale per utilizzare quel potenziale.
Ebbene, noi siamo uno stato tecnicamente fallito da anni, che sopravvive agli attuali standard grazie soprattutto all'aiuto della UE, che in pratica si sostanzia in larga misura nel supporto della Germania come garante di ultima istanza dei nostri debiti.
E' piuttosto evidente che non siamo mai stati così lontani dalle condizioni necessarie per avere la grande compagnia strategica che tu, come tutti noi, vorremmo.
Abbiamo perso tutti gli appuntamenti che la storia ci ha messo davanti nei decenni e adesso non si possono riportare indietro le lancette. E' troppo tardi.
Concordo quasi totalmente su quanto dici ma il problema principale non è solo quello di avere un hub carrier a livello nazionale come BA,LH, etc ma che non siamo stati capaci di costruire neanche un carrier a livello di Aegean,Finnair, Aer Lingus, etc.

Noi italiani siamo bravi in tante cose ma nel mondo airlines siamo un completo disastro per svariati motivi…..in primis il fatto che vanno avanti sempre i raccomandati grazie alle loro conoscenze istituzionali.
Non sono contrario all’endorsmemt di tipo anglosassone ma qui mancano proprie le competenze, quelle più basilari….
 
Concordo quasi totalmente su quanto dici ma il problema principale non è solo quello di avere un hub carrier a livello nazionale come BA,LH, etc ma che non siamo stati capaci di costruire neanche un carrier a livello di Aegean,Finnair, Aer Lingus, etc.

Noi italiani siamo bravi in tante cose ma nel mondo airlines siamo un completo disastro per svariati motivi…..in primis il fatto che vanno avanti sempre i raccomandati grazie alle loro conoscenze istituzionali.
Non sono contrario all’endorsmemt di tipo anglosassone ma qui mancano proprie le competenze, quelle più basilari….

Immagino che tu non parli solo di dimensione quando citi Aegean, Finnair e Aer Lingus. Non a caso, infatti, queste sono compagnie che, non avendo - giustamente - l'ambizione di agire quali vettori globali, si sono ritagliate una posizione sul mercato specializzandosi in un determinato segmento. A queste aggiungerei TAP, che, al di là dei suoi risultati economici, ha comunque una specifica identità. E fra i primi aspetti che determinano l'identità e la posizione di mercato c'è il network.
Una compagnia, diciamo, media che voglia trovare una sua dimensione ha solo tre strade davanti a sé:
1. trovare il proprio ambito di specializzazione, ma il vero problema, secondo me, è che il mondo è stretto e spazio geografico per identificare nuovi segmenti non ancora adeguatamente serviti ce n'è oramai poco
2. essere acquisita ed entrare a far parte di un gruppo globale, ma a) devi poter apportare un valore aggiunto a chi ti compra e b) anche su questo di tempo se ne è perso a decenni
3. purtroppo, chiudere, ovvero cercare di sopravvivere così come Alitalia sta facendo
 
Immagino che tu non parli solo di dimensione quando citi Aegean, Finnair e Aer Lingus. Non a caso, infatti, queste sono compagnie che, non avendo - giustamente - l'ambizione di agire quali vettori globali, si sono ritagliate una posizione sul mercato specializzandosi in un determinato segmento. A queste aggiungerei TAP, che, al di là dei suoi risultati economici, ha comunque una specifica identità. E fra i primi aspetti che determinano l'identità e la posizione di mercato c'è il network.
Una compagnia, diciamo, media che voglia trovare una sua dimensione ha solo tre strade davanti a sé:
1. trovare il proprio ambito di specializzazione, ma il vero problema, secondo me, è che il mondo è stretto e spazio geografico per identificare nuovi segmenti non ancora adeguatamente serviti ce n'è oramai poco
2. essere acquisita ed entrare a far parte di un gruppo globale, ma a) devi poter apportare un valore aggiunto a chi ti compra e b) anche su questo di tempo se ne è perso a decenni
3. purtroppo, chiudere, ovvero cercare di sopravvivere così come Alitalia sta facendo
4. Cambiare il tuo business model se si è capaci ma non si è ovviamente capaci….
5. Essere acquistati a zero o quasi da un gruppo globale ed avere un ruolo marginale che secondo me è lo scenario più probabile, del resto il mercato italiano ha comunque un suo valore.

Penso che sono le aziende che si devono adattare/adeguare al mercato e non viceversa quindi per questo motivo Alitalia o ITA che dir si voglia non possono avere futuro.
 
Dire che per un paese come il nostro una compagnia di bandiera (o comunque di riferimento) sia strategica è una cosa anche legittima e probabilmente corretta. Ma identificarla con AZ e solo con AZ e voler tenere AZ in vita a qualsiasi costo è una cosa ben diversa per me.

Se la famosa discontinuità venisse ricercata efficacemente ITA avrebbe una possibilità... ma sembra che lo scopo di tutti sia quello di traghettare il più possibile di AZ e non di progettare qualcosa di nuovo, visto che il vecchio non funziona.

L'idea che per l'Italia una compagnia aerea di riferimento sia effettivamente utile ma che questa non possa essere AZ né la sua prosecuzione sotto altro nome.... raccoglie qualche consenso?

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Il mio, sicuramente.
 
Secondo me è la domanda che è sbagliata. E' un po' come chiedere se ci piacerebbe che il potere dell'Italia fosse lo stesso dell'impero romano dei bei tempi. La risposta filosofica non può essere che "si", visto che tutti vorremmo avere più di ciò che abbiamo in ogni campo.
Traslando la tua domanda nel mondo dell'aviazione, l'esperienza ci insegna che un hub carrier con ambizioni globali è possibile essenzialmente grazie al supporto diretto di uno stato, che deve essere dotato di un potenziale economico e politico sufficiente ad imporre il proprio vettore sul mercato, nonchè della volontà e della possibilità legale per utilizzare quel potenziale.
Ebbene, noi siamo uno stato tecnicamente fallito da anni, che sopravvive agli attuali standard grazie soprattutto all'aiuto della UE, che in pratica si sostanzia in larga misura nel supporto della Germania come garante di ultima istanza dei nostri debiti.
E' piuttosto evidente che non siamo mai stati così lontani dalle condizioni necessarie per avere la grande compagnia strategica che tu, come tutti noi, vorremmo.
Abbiamo perso tutti gli appuntamenti che la storia ci ha messo davanti nei decenni e adesso non si possono riportare indietro le lancette. E' troppo tardi.

Vero, anzi verissimo. Però, un giorno o l’altro, sarebbe anche ora di iniziare a nuotare verso la superficie......in tutti i campi.