entro il mese la Romagnoli, capofila dell’Ati (Associazione temporanea di imprese), consegnerà il
manufatto della nuova aerostazione di Fontanarossa. Quest’ultima data è stata rispettata, anche se
l’evento è stato tanto atteso che questa sembra essere una felice notizia. Nei prossimi giorni l’Enac
invierà i suoi ispettori per controllare la corretta esecuzione dei lavori e poi occorreranno un paio di
mesi per i necessari collaudi e per l’addestramento del personale in un aeroporto moderno tutto computerizzato.
Diciamo che agli inizi del prossimo anno lo scalo di Fontanarossa sarà pienamente operativo.
E’ tutto completo, salone arrivi, salone partenze con una lunga batteria di check in, nastri
trasportatori, condizionamento aria, settore negozi. Sarà un aeroporto tutto nuovo di standard europeo
che costituirà l’orgoglio di Catania e dell’intero territorio siciliano. Una meritata soddisfazione per
quanti hanno contribuito alla sua realizzazione. Lo scalo inizialmente accoglierà sei milioni di passeggeri,
ma è previsto in itinere un allargamento sino a poter assorbire un traffico di venti milioni di
passeggeri da qui a 40 anni, quando scadrà la concessione quarantennale di cui la Sac è in attesa da
parte dell’Enac e dei ministeri interessati (Trasporti e Tesoro). Se l’aerostazione è pronta al decollo,
bisognerà ora procedere alla fusione Asac-Sac come richiesto dall’Enac. Le procedure sono in
corso anche se c’è un notevole ritardo da colmare. Si tratta di formare un’unica Spa e di eleggere
presidente e consiglieri di amministrazione. Quando si tratta di posizioni di rilievo ci sono sempre
tensioni, ma siccome questa è una tappa obbligata per ottenere la sospirata concessione quarantennale
si dovrà presto procedere alla fusione. Tutti i responsabili si rendono conto che senza la gestione
quarantennale l’aeroporto andrebbe per legge all’asta di evidenza pubblica. E poiché l’aeroporto,
senza la concessione, è stato valutato soltanto 170 milioni, si tratterebbe sostanzialmente di una
svendita forzata da evitare a tutti i costi. Mentre l’aeroporto è in fase di definito decollo, c’è la paradossale
situazione della mancanza di un direttore generale, di un general manager in grado di «guidare la
macchina». Questo è un altro vuoto da colmare immediatamente perché un aeroporto nuovo e così
complesso può essere gestito soltanto ai massimi livelli di competenza. I lavori stanno per essere completati,
è stata anche bandita la gara per un’altra bretella di rullaggio alla testata della seconda
pista per velocizzare arrivi e decolli, la struttura sostanzialmente c’è già tutto. Adesso occorre sedersi
attorno a un tavolo e trovare un accordo soddisfacente per la direzione generale di Fontanarossa e
per la fusione Asac-Sac. I tempi sono stretti, anzi per la fusione sarebbero
già scaduti da qualche mese. E dunque bisogna responsabilmente, al di là delle conflittualità
politiche, colmare i vuoti relativi alla fusione delle due società e alla scelta del direttore generale
munito delle necessarie deleghe. La città, il territorio, attende di poter
contare su un aeroporto moderno ed efficiente, che ha uno straordinario margine di crescita.
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