Qantas ed il volo sold out in 10 minuti


Qantas al momento non opera voli internazionali, a parte i voli charter di rimpatrio a Darwin (e qualche volo per la Nuova Zelanda, al di fuori del limite di pax in quanto non hanno bisogno di quarantena).

1505 passeggeri alla settimana equivalgono a 215 al giorno.

Oggi in arrivo ci sono 12 voli internazionali (esclusi quelli da Auckland). Questo significa in media 18 passeggeri a volo.
 
Io mi stupisco che ci siano ancora compagnie aeree che volano in Australia a queste condizioni, se come dici anche col cargo pieno perdono comunque molti soldi. Le compagnie aeree non sono onlus, con le condizioni che ha stabilito l'Australia meriterebbe di restare isolata dal mondo, oppure se vuole rimanere connessa obblighi Qantas a farlo e le paghi i costi oppure paghi dei rimborsi spese/tagli di tasse per incentivare altre compagnie internazionali a volarci.

Cesare, qualcuno le obbliga ad operare i voli?
 
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Io mi stupisco ancora una volta di quello che pensi e scrivi Cesare.

Per una volta spezzo una lancia a favore di Cesare.
Ante-Covid c'erano un fracco di voli per l'Australia, ora ce ne sono molti di meno; e parechie compagnie hanno sospeso le operazioni. Quelle che continuano lo fanno o perche', tutto sommato, o sono in attivo o sono almeno cash-positive (e gli conviene di piu' generare quel cash flow che lasciare gli aerei a casa).

Il problema e', comunque, di lungo periodo. QF, qui a Londra, ha lasciato a casa i dipendenti con due anni di ferie non pagate, per cui presumibilmente i piu' si staranno trovando un altro impiego. Considerando i piani lunghissimi per riaprire, l'aperta opposizione di certi stati ad aprire tout court, converra' in futuro operare da e per l'Australia?
 
Il problema e', comunque, di lungo periodo. QF, qui a Londra, ha lasciato a casa i dipendenti con due anni di ferie non pagate, per cui presumibilmente i piu' si staranno trovando un altro impiego. Considerando i piani lunghissimi per riaprire, l'aperta opposizione di certi stati ad aprire tout court, converra' in futuro operare da e per l'Australia?

Concordo, si rischia di avere anche dopo la riapertura un numero di voli notevolmente inferiore a prima e quindi con una offerta ridotta i prezzi saliranno facendo diminuire il traffico complessivo in particolare quello turistico da e per l'Australia.
 
Per una volta spezzo una lancia a favore di Cesare.
Tu quoque, Fabritius!

Il problema e', comunque, di lungo periodo. QF, qui a Londra, ha lasciato a casa i dipendenti con due anni di ferie non pagate, per cui presumibilmente i piu' si staranno trovando un altro impiego. Considerando i piani lunghissimi per riaprire, l'aperta opposizione di certi stati ad aprire tout court, converra' in futuro operare da e per l'Australia?

In un mondo tanto connesso non riesco lontanamente a pensare che un fazzoletto di terra non sia o possa essere raggiungibile. Cio' detto, si potrebbe considerare il tuo pensiero anche ad altri paesi? perché' poi parliamoci chiaro: si verrebbe a creare un grosso problema globale - legale - socio - politico dove i cittadini non potranno più rientrare in patria. Diventano apolidi? prenderanno un'altra cittadinanza? e se dovessero essere espulsi? Per tutto questo c'e' Alitalia: in perdita da decenni potrà riattivare voli per il Down under con buona pace di tutte le altre compagnie profittevoli che non voglio buttare soldi.
 
Il non-senso economico è non tanto la bassa domanda (quella e' generale) quanto il cap settimanale imposto dal governo agli arrivi e alle partenze. La domanda ci sarebbe eccome, ci sono australiani in tutto il mondo che non rientrano a casa da prima del covid.

Certo, c'e' una capacita' limitata degli hotel di poter ospitare passeggeri per la quarantena obbligatoria, quindi la limitazione e' in un certo senso oggettiva. Ma secondo me e' l'intero sistema che non funziona. Il target di zero contagi e' difficile da raggiungere e ancora piu' da mantenere. Sydney ormai ha perso il controllo e per la fine del lockdown non parla piu' di target di trasmissione comunitaria ma di campagna di vaccinazione (come nel resto del mondo, con un ritardo allucinante per un paese cosi' ricco).

Anche in Cina, tra l'altro, si e' visto che i nuovi contagi sono riconducibili ad un solo volo (cargo peraltro) proveniente dalla Russia.
La lezione da trarre e' che o ti chiudi completamente, nel senso che non arriva e atterra niente (ma proprio niente) dall'estero, oppure il rischio lo corri comunque. Tanto vale, allora, aprire in maniera pragmatica.
 
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Il problema e' che hanno veramente cannato le vaccinazioni mi sa (scommettevano molto sul vaccino autarchico che pero' toppo'). Senza contare, ovviamente, le difficolta' logistiche (mandare un carico di Pfizer a -70C a Walla Walla o a Kiwirrkurra che conosco solo perche' stava su Trivial pursuit)
 
In Australia ci sono andati con calma anche per avere più visibilità su eventuali controindicazioni dei vaccini.
 
In Australia ci sono andati con calma anche per avere più visibilità su eventuali controindicazioni dei vaccini.

Ai momento tutte le controindicazioni rilevate sui vaccini sono quelle valutabili nel breve termine, le prime persone sono state vaccinate a fine 2020, sono meno di nove mesi. Ad oggi non si può ancora valutare eventuali controindicazioni o effetti collaterali a lungo termine.
Tuttavia vista la pandemia mondiale e che questi vaccini sono l'unica arma disponibile sono stati comunque approvati da EMA e FDA.
In Australia hanno puntato a sconfiggere il virus con la chiusura totale sfruttando anche la loro posizione agli antipodi ma non è bastato e adesso hanno molto da recuperare coi vaccini prima di arrivare a livelli di copertura similie a USA e Europa, anche perchè gli effetti economici di quasi due anni di chiusura delle frontiere immagino si faranno sentire.
 
La domanda ci sarebbe eccome, ci sono australiani in tutto il mondo che non rientrano a casa da prima del covid.
Onestamente, già sono 4 gatti loro (25 milioni) e non mi sembra siano proprio un popolo di emigranti... dubito che la domanda a cui fai riferimento possa essere così rilevante.

Diverso se parliamo della domanda generale per l'AUS.
 
anche perchè gli effetti economici di quasi due anni di chiusura delle frontiere immagino si faranno sentire.
Certo che si sono fatti sentire. Tenere fuori dalle scatole una pandemia è un bell'aiuto per l'economia, oltre che per la salute.

Australia’s economy booms to pre-pandemic levels as consumers, businesses spend

Per quanto riguarda la situazione attuale, in Australia ci sono circa 3500 contagiati (quasi tutti nel NSW), in Italia sono 97.000.
Sarà interessante osservare l'evoluzione del virus in due paesi che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Finora hanno vinto a mani basse gli australiani, che adesso però dovranno gestire l'ondata di Sydney e dintorni con lo svantaggio di una modesta vaccinazione di massa.
 
Hanno semplicemente cestinato le piu' basiche regole democratiche, minacciando per esempio la galera per i loro stessi cittadini che avevano l'ardire di riprovare a tornare a casa dall'India, ma chissenefotte. L'economia e' salva e tanto basta.
 
Hanno semplicemente cestinato le piu' basiche regole democratiche, minacciando per esempio la galera per i loro stessi cittadini che avevano l'ardire di riprovare a tornare a casa dall'India, ma chissenefotte. L'economia e' salva e tanto basta.
Se i cittadini non saranno soddisfatti della gestione della pandemia, alle prossime elezioni voteranno diversamente.
 
Onestamente, già sono 4 gatti loro (25 milioni) e non mi sembra siano proprio un popolo di emigranti... dubito che la domanda a cui fai riferimento possa essere così rilevante.

Diverso se parliamo della domanda generale per l'AUS.

Mi sa che non conosci l'Australia. Gli australiani sono si' pochi ma sparsi in tutto il mondo anche nei posti più improbabili. I legami familiari con paesi come UK e Irlanda (oltre che NZ) sono fortissimi.
Ce ne sono almeno 40.000 in attesa di rientrare... cifra probabilmente sottostimata.

Se ti interessa l'argomenti, c'e' pure una class action : https://strandedaussies.com/#gs.89277n
 
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Per quanto riguarda la situazione attuale, in Australia ci sono circa 3500 contagiati (quasi tutti nel NSW), in Italia sono 97.000.
Sarà interessante osservare l'evoluzione del virus in due paesi che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Finora hanno vinto a mani basse gli australiani, che adesso però dovranno gestire l'ondata di Sydney e dintorni con lo svantaggio di una modesta vaccinazione di massa.

Il metodo australiano era semplicemente irreplicabile in qualsiasi paese democratico. Il diritto al rimpatrio è un diritto inalienabile, che tu sia portatore di covid, ebola, lebbra...
 
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Se i cittadini non saranno soddisfatti della gestione della pandemia, alle prossime elezioni voteranno diversamente.

Gente rivelatasi estremamente antidemocratica e' stata votata dai "cittadini", anche molto vicino a casa nostra, in un passato non molto remoto.

Parlando d'altro, mi piacerebbe passarti i contatti di una ragazza australiana che abbiamo ospitato sul divano di casa nostra per dei mesi dopo che e' stata segata dal suo lavoro in QF, ha perso la casa e non aveva i soldi sufficienti per pagare le migliaia di dollari necessari per pagare la prigione in hotel e il prezzo del biglietto in business, perche' altrimenti colcazzo che sali a bordo. Mi piacerebbe sentire le sue risposte mentre le spieghi che tutto questo e' democratico e che, alla fin fine, se ha passato mesi a vivere sul divano di casa mia alla fine e' colpa sua e che l'economia australiana va a gonfie vele e hanno fatto bene, a differenza di quella mandria di boccaloni degli europei.
 
@BGW e 13900
Ne avevamo parlato tempo fa, il problema è che ci sono diritti teoricamente inalienabili che sono in conflitto insanabile tra loro. In questo caso il diritto alla libertà di movimento e il diritto alla salute. Per cui è inevitabile trovare un compromesso, che per la sua stessa definizione non può accontentare tutti.
Ma qui entriamo nella sensibilità dei singoli e dei governanti ai vari livelli.
Per quanto riguarda la democrazia, resta sempre un pessimo sistema di governo, fatto salvo che tutti gli altri sono ancora peggiori.
Le scelte australiane sono state tanto penalizzanti per i tanti cittadini residenti fuori dal paese, quanto premianti nel gestire la pandemia sotto l'aspetto economico e ancor più sanitario.
Ma credo sarebbe sbagliato non tener conto dell'insieme dei costi (intesi anche in senso lato) e dei benefici per tracciare un bilancio onesto.
 
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@BGW e 13900
Ne avevamo parlato tempo fa, il problema è che ci sono diritti teoricamente inalienabili che sono in conflitto insanabile tra loro. In questo caso il diritto alla libertà di movimento e il diritto alla salute. Per cui è inevitabile trovare un compromesso, che per la sua stessa definizione non può accontentare tutti.
Ma qui entriamo nella sensibilità dei singoli e dei governanti ai vari livelli.
Per quanto riguarda la democrazia, resta sempre un pessimo sistema di governo, fatto salvo che tutti gli altri sono ancora peggiori.
Le scelte australiane sono state tanto penalizzanti per i tanti cittadini residenti fuori dal paese, quanto premianti nel gestire la pandemia sotto l'aspetto economico e ancor più sanitario.
Ma credo sarebbe sbagliato non tener conto dell'insieme dei costi (intesi anche in senso lato) e dei benefici per tracciare un bilancio onesto.

Direi che non è tutto rose e fiori nemmeno lí visto che stanno per avere la seconda recessione in due anni, dopo che per trenta (trenta) anni non ne avevano vista una. Praticamente, due generazioni non sanno cos'e' una recessione e quella del 2008-9 l'avevano vista solo su internet.

 
Direi che non è tutto rose e fiori nemmeno lí visto che stanno per avere la seconda recessione in due anni, dopo che per trenta (trenta) anni non ne avevano vista una. Praticamente, due generazioni non sanno cos'e' una recessione e quella del 2008-9 l'avevano vista solo su internet.

Vero. Va anche detto che l'Australia sta subendo le conseguenze della guerra commerciale scatenata dalla Cina dopo la scelta di Canberra di schierarsi su posizioni americane ultraortodosse nella politica di contenimento del gigante asiatico (non saprei quanto spontaneamente...).
E anche per lanciare un monito ad altri stati della regione, Pechino ci sta andando giù davvero pesante.
 
Nel rispetto delle opinioni di tutti e del gesto altamente altruistico di 13900, che apprezzo sinceramente (e non credo sarei in grado di fare altrettanto), ricordo che l'Australia ha avuto dall'inizio della pandemia un totale di 925 morti per COVID, e Singapore, altro paese molto criticato per gli abusi di diritti umani legati alla prevenzione del contagio, 39.

Vi assicuro che pago un pedaggio molto alto pure io a causa di queste restrizioni in Estremo Oriente, ma là si usa così.
 
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