Privatizzazione Alitalia


Citazione:Messaggio inserito da I-FORD

Da quando lavoro in AZ ho visto tante volte riduzioni anche drastiche di personale.
Tutte fatte a spese della collettività, dato che generalmente si trattava di "scivoli" per pre-pensionare lavoratori ancora relativamente giovani.
l'unico parametro usato è sempre stato quello della eliminazione dei dipendenti più anziani (maggior costo) senza prendere minimamente in considerazione se tali lavoratori erano efficenti o meno, necessari o meno, bisognava ridurre i numeri e questo veniva fatto (a spese dell'INPS).
Quelli poi assolutamente indispensabili o particolarmente ammanicati rientravano come consulenti, con contratti dorati da aggiungere alla pensione.
Una volta smaltiti gli "esuberi" e distribuiti i bonus ai managers che li realizzavano si poteva ricominciare con le mega assunzioni di giovani volenterosi.
Gli unici licenziamenti in stile "tatcheriano" che ho visto fare si riferiscono a piloti che per un motivo o per l'altro hanno "sbagliato".
Un piccolo P.S. per concorde
Capisco che tu ce l'abbia a morte con i piloti, visto che non manchi di tirarli in ballo in ogni 3D in cui si parla di AZ, ma parlare di norme, normine e normone del nostro contratto che vincolerebbero la flessibilità dell'operativo aziendale mi fa pensare che tu non abbia la più pallida idea di come lavorano i piloti nelle altre compagnie europee e mondiali.

hai ragione quando sostieni che quasi sempre si è buttata l'acqua sporca con il bambino e infatti quello che sostengo è che alitalia ha necessità di rivedere le strutture portanti dei contratti, snellendole, alleggerendole, con il risultato che la loro revisione determinerebbe probabilmente qualche esubero che non è tutto da buttare ma in parte è da utilizzare come incremento produttivo a costo zero (incremento da utilizzare su nuovi aerei, su nuove rotte). l'esubero da smaltire è quello non-produttivo e furbo ma, ahimè, come dice una massima di marcogiov "il pesce inizia a puzzare dalla testa" quindi per fare operazioni del genere occorre una proprietà che sa fare la proprietà e un management che sappia fare il suo mestiere.

non ho nulla contro i piloti per principio (conosco molti Comandantoni di alitalia che stimo e che oltretutto è anche con confronti con loro che mi formo le idee... uno ha avuto anche la pazienza, in diverse notti fonde, di insegnarmi un pò a pilotare il 777 ai simulatori) affermo solo che se si crede di cambiare alitalia senza passare da una revisione contrattualistica dei naviganti si prende un grosso granchio. questo deve essere ben chiaro sopratutto alla nuova proprietà!
conosco il funzionamento dei contratti piloti degli altri vettori, ho fatto parte di cda e faccio parte di cda di vettori aerei (uno nato a immagine e somiglianza di un vettore estero), li ho studiati, mi sono confrontato con gl'ultimi tre direttori delle risorse umane di alitalia (e non solo) e sono arrivato alla conclusione che vista la situazione di alitalia non ha senso confrontarci ripetutamente con contratti di aziende che stanno bene, così come non ha senso paragonare i contratti con aziende che operano in mercati con caratteristiche diverse. per essere più chiaro: air france e lufthansa sono air france e lufthansa (giganti) che operano in mercati più ricchi di quelli italiani è inutile quindi che in alitalia si continui a guardare contrattualisticamente a quei vettori. alitalia dovrebbe guardare e adeguarsi al suo mercato principale, quindi dovrebbe avere contratti che si avvicinano di più a quelli dei vettori privati italiani (che so... air one) e non a quelli di lh o af! (ho detto avvicinarsi e non copiarli) diversamente l'azienda resterà sempre tagliata fuori per troppi costi
 
comunque sta di fatto che se si taglia si taglia chi produce e non chi si imbosca (che si nasconde sia quando c'è da tirare la carriola sia quando c'è da fare i tagli).
la cosa più intellignte da fare sarebbe mettere su una classifica di piloti ed A/V rdinati per giorni di assenteismo e discostamento da determinati parametri di produttività/costo e poi tagliare via chi non rientra nei livelli corretti: es chi ha l'abitudine di superare il 4% di assenteismo, chi si da malato quando è di riserva ecc... ecc....
 
Citazione:Messaggio inserito da I-VALE

Citazione:Messaggio inserito da b787liner

se uno e' un fancazzista lo rimarra' sempre, posto fisso o no, la differenza e' che con le formule di lavoro di oggi i giovani non possono chiedere mutui ergo non possono comprar casa, non hanno nessuna sicurezza familiare, non si puo' pianificare nulla (figli ecc ecc...) e meno male che il posto fisso e' la rovina dell'italia! O facciamo come in america dove i poveri sono milioni e dove a walmart, foley's ecc ecc troviamo i vecchietti di 75 anni lavorare per 6 dollari all'ora? Non credo che precarizzare tutto sia la soluzione, anzi.....
Mi dispiace ma non sono daccordo.


Come detto giustamente prima qui si rischia di andare moooolto OT, comunque permettimi di dire che negli usa (dove ho vissuto molto... mia moglie e' americana), non funziona come dici tu... ti assicuro che il 75 enne all'ingresso di walmart che non si regge neanche in piedi farebbe volentieri a meno di lavorare li'.... e di dover sperare di non ammalarsi perche' non ha assicurazione e se ce l'ha non sa se deve anticipare lui i soldi o meno ecc ecc ecc.... credimi.... non paragoniamo la copertura sociale di cui godiamo in italia con quella americana per favore! Ne ho viste di cose allucinanti la'!
Come già scritto in un post precedente la rovina del nostro paese e di AZ è il posto fisso!
Io non voglio la precarietà italiana...sono daccoredo con te che questo sistema fa schifo e non permette ai giovani di pianificare nulla. Ma è solo figlio del sindacato questo sistema...
Io credo invece che una flessibilità all'anglosassone permetterebbe di abbattere il costo del lavoro e di conseguenza la disoccupazione.
I vecchietti di 75 anni lavoreranno da walmart a 6 dollari l'ora e beati loro dico io perchè vuol dire che se possono lavorare stanno bene.
E i nostri di vecchietti costretti a vivere con la pensione minima che equivale a meno di 15 euro al giorno stanno invece meglio?
E i giovani che non si sa se vedranno mai la pensione?

Concorde riguardo la meritocrazia non è solo un problema di AZ...è un male del nostro paese. Non va avanti chi vale...và avanti chi conosce.
Per questo ti avevo scritto che secondo me non è un problema di privatizzazione...i mali di AZ sono i mali del sistema Italia.
 
Privatizzazioni e nostalgie
di Francesco Giavazzi



La privatizzazione di Alitalia si è persa nella nebbia. In gennaio il minis tro Tommaso Padoa- Schioppa disse che era cosa fatta. Sono trascorsi tre mesi e ancora non è cominciata la due diligence, cioè l'analisi dei conti della compagnia da parte dei tre concorrenti. Il governo tira per le lunghe, forse aspetta che gli stranieri rimasti in gara, Aeroflot e il fondo americano Texas Pacific Group, si ritirino. A quel punto finirà per vendere ad Air One, unica compagnia italiana che partecipa alla gara.
Così si risolverebbero molti problemi. La nuova compagnia avrebbe il monopolio della tratta Milano-Roma, una gallina dalle uova d'oro che consentirebbe di evitare riduzioni di personale e l'eliminazione dei molti privilegi di cui oggi godono i dipendenti Alitalia. Il tutto, come sempre, sulle spalle dei consumatori. Perché l'Antitrust non dice che se Air One vincesse quella gara dovrebbe cedere ad altri metà degli slot Milano-Roma?
La realtà è che nessuno vuole più privatizzare alcunché. Chissà quale teoria giustifica la proprietà pubblica di una stamperia come il Poligrafico dello Stato in un Paese che ha un debito pari al 115% del Pil. Perché sindaci e presidenti di Provincia — che ogni giorno lamentano la scarsità delle loro risorse — devono possedere, e spesso aumentare, le loro quote di autostrade e altre imprese locali? Berlusconi in cinque anni di governo ha venduto solo una piccola azienda di tabacchi e oggi Prodi — come ha scritto Franco Debenedetti sul Sole 24 Ore
— sembra vergognarsi delle privatizzazioni del suo primo governo.
C'è nostalgia delle vecchie imprese pubbliche. Attribuire all'attuale governatore della Banca d'Italia, che allora dirigeva il ministero dell'Economia, e al ministro del tempo, Carlo Azeglio Ciampi, la colpa di aver privatizzato solo per fare cassa è diventato un refrain
quotidiano. La storia evidentemente non lascia traccia. Si dimentica che l'Iri di fatto fallì e che Telecom fu privatizzata per evitare quel fallimento. Si dimentica che l'obiettivo delle privatizzazioni era uscire da un sistema sovietico in cui metà dell'economia e tutte le banche erano controllate dalla politica.
C'è nostalgia dei manager pubblici, i vecchi boiardi. Gli imprenditori che hanno gestito Telecom in questi anni forse non sono stati molto efficienti, ma dieci anni fa Biagio Agnes ed Ernesto Pascale, i manager che gestivano i telefoni di Stato, proponevano di indebitare l'azienda fino al collo per cablare tutta l'Italia (il «Piano Socrate»): è stata Telecom privata a sviluppare la tecnologia che oggi consente di far transitare la banda larga Adsl sul vecchio doppino di rame, senza bisogno di cablare alcunché. In realtà Agnes e Pascale volevano indebitare la società perché così essa sarebbe diventata invendibile, e i loro posti garantiti. Furono anche tanto lungimiranti da internazionalizzare l'azienda comprando partecipazioni a Cuba e in Serbia, con il risultato che Telecom ebbe sempre difficoltà sul mercato statunitense. Altro che internazionalizzazioni vietate dal ministro dell'Economia, proposte delle quali non vi è traccia nei verbali del consiglio di amministrazione della società.
Ciampi e Draghi vengono accusati di aver consentito che i privati acquisissero il controllo di Telecom attraverso «scatole cinesi», un fatto che oggi preclude ai piccoli azionisti della società la possibilità di incassare il premio di maggioranza che invece incasseranno gli azionisti di Olimpia nel momento in cui venderanno le loro azioni Telecom.

Si dimentica che le scatole cinesi non nacquero al momento della privatizzazione, ma più tardi, quando Roberto Colaninno lanciò la sua Opa. In quell'occasione il ministero dell'Economia, preoccupato sia delle «scatole cinesi» sia del debito che l'Opa avrebbe indirettamente riversato sull'azienda, voleva consentire al consiglio di amministrazione di Telecom di difendersi. Furono il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, e la Consob (che impose a Telecom di osservare la
passivity rule prima ancora che Colaninno avesse trovato le risorse necessarie per lanciare l'Opa) a impedire quelle difese. (Si legga Giuseppe Oddo,
Sole 24 Ore dell'11 aprile).
Il rafforzamento delle Autorità di controllo era uno dei primi obiettivi del programma dell'Unione. Dopo un anno di governo c'è un disegno di legge governativo il cui iter parlamentare è perlomeno incerto e poi qualche scelta sorprendente nelle nomine alle Autorità. Nel frattempo, attraverso fondazioni e banche amiche, il governo sta cadendo nel vecchio vizio di intervenire nelle scelte del mercato.
 
[OT] La colpa fu solo di D' Alema, che non capiva un' H di finanza ed era eccitato ad essere invitato nelle stanze del potere di Mediobanca (ma ricordiamo che l' architetto dell' OPA di Colaninno fu Matteo Arpe, ora convertitosi a paladino del mercato). Il Governo rifiutò di usare la golden share, impedì a Telecomitalia di accordarsi con Deutsche Telekom e ovviamente la spiegazione stava nel fatto che insieme a Colaninno e Gnutti c' erano la banca e l' assicurazione vicine al partito di D' Alema. Ma, siccome il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, sia la banca che l' assicurazione sono ancora impelagate in HOPA e invece di guadagnare soldi li hanno persi.

Il Governo chiuse tre occhi all' instaurazione di un' enorme matrioshka e, peggio ancora, lasciò che l' operazione venisse domiciliata in Lussemburgo. Risultato? Gnutti e Colaninno hanno guadagnato, ma non hanno pagato un euro di tasse né in Italia né in Lussemburgo. I soldi guadagnati da loro e dai loro soci sono stati simmetricamente persi dalle varie società del Gruppo Pirelli e sottostanti, che però hanno detratto le perdite dalle tasse. Morale, metà del guadagno di Gnutti e Colaninno è uscito dal portafogli di Tronchetti Provera e soci, l' altra metà è stata gentilmente offerta dai contribuenti italiani. Tutto ciò era largamente prevedibile già dall' inizio, ma nessuno fece nulla per impedirlo, anche perchè tra i soci di Gnutti c' era pure Berlusconi (che però non è tonto come quelli di sinistra e qualcosa ha guadagnato.)

Ritornando on topic, con AZ forse si farà un' altra mezza porcheria, ma almeno per i contribuenti sarà solo un sollievo.
 
Citazione:Messaggio inserito da Luca Cordero


Ancora con questi licenziamenti .Basta !!
dopo circa una ventina di interventi sembrano emergere dei temi ricorrenti che per spirito di sintesi ho raggruppato in 4 assiomi .

1-Pare che il problema di alitalia si risolva licenziando e rottamando gli md80
2-Pare che in italia non si possa licenziare .
3-Pare che la colpa sia dei comunisti .
4-E un po di colpa sia anche della Gabanelli rea di narcortizzare il popolo bue con il suo Report .

purtroppo devo altresì avvisare i forumisti che questi 4 assiomi sono a mio modesto parere totalmente sbagliati e fuorvianti .
Se posso aggiungere non è detto che questa attesa privatizzazione sia nella sua prima fase , cioè i primi 3/4 anni , risolutiva .

Ripercorrendo la vicenda Telecom trovo inquetanti analogie tra Airone che prova a comprare Alitalia e la omnitel di colannino che con la sua piccola e indebitata società compra la 10 volte più grossa e indebitata Telecom .Son passati 4 anni e vediamo oggi come è andata a finire .Nonostante i favolosi dividendi il debito generato dallo stesso aquisto e ancora li fermo alla bella cifra di 39,8 miliardi ed arrivata la spagnola Telefonica a metterci una toppa .

Chissà come finirà ma di sicuro i licenziamenti non c'entrano nulla.

un saluto a tutti
quotato tutto in pieno.
 
dice michele o'leary

alitalia si può salvare?
"... potenzialmente è una grande azienda. essere la compagnia di bandiera di un paese come l'italia di per sè è una miniera d'oro. ma una compagnia non può essere gestita dallo stato. mai. servono altri azionisti, con soldi da investire. nuovi manager. tutti gli altri sono cambiati, alitalia no. bloccata dai sindacati che dicono: sorry no change. se ci provate davvero, cade il governo. il punto è che nessun governo può farcela con i sindacati italiani. è una questione politica. il cambiamento maggiore in gran bretgna è avvenuto negli anni 80. ha presente la thatcher e i minatori? per alitalia servirebbe la stessa cura. potrebbe diventare grande..."

lei ce l'ha con i sindacati
"... nenache quelli sono nemici. per la legge irlandese tutti sono liberi di aderire o meno ai sindacati. ma noi siamo liberi di non riconoscerli"

però vi stanno portando in tribunale, proprio in italia
"... dicono che abbiamo licenziato quattro persone perchè sindacalisti. falso. mai fatto. la verità è che loro, assieme ad altri, è stato chiesto di trasferirsi a marsiglia dove stavamo aprendo una nuova base. hanno rifiutato li abbiamo licenziati. stop. niente di strano. chi lavora per noi sa che funziona così. questo è il sistema..."


riguardo ad eventuali voli fr cancellati...
"... se l'aereo non parte (per cause non loro ndr) diciamo: scusate, c'è un problema e non si parte. capita. volete che vi paghiamo l'hotel? spiacenti , non si può. non fa parte della nostra politica e lo sapete. e poi, scusi, quando c'è uno sciopero e alitalia lascia a terra i passeggeri che fa, paga a tutti l'hotel?..."



dice un ex manager fr
"... puoi dire quello che ti pare di michael, ma in quel posto si respira un'energia che da altre parti te la sogni..."

è così o'leary?
"... si guardi intorno... l'età media è 27 anni. manager a 40. non ci sono porte sbarrate. non c'è una sala da pranzo per i capi. è tutto aperto. trasparente. certo siamo un pò più burocratizzati di dieci anni fa: allora avevamo 20 aerei, oggi 130. l'energia però è la stessa..."

è stanco?

"... per ora, no. fra un pò se ne riparla (quando capirà che quel modello di business è maturo, ha raggiunto il suo obiettivo, e sarà allora il momento di cambiarlo o di mollarlo ndr) entro due anni l'azienda cambierà faccia. dovremo completare la scalata ad aer lingus e diventare la compagnia più grande d'europa. probabile che per allora ci vorrà un tipo di manager diverso. forse non servirà più uno come me, che non si fà problemi a scontrarsi con i governi (uno entra in fr è sa qual'è l'obiettivo dell'azienda... uno entra in fr è sa qual'è la missione dell'azienda, per cosa deve combattere. una missione chiara e precisa -diventare il vettore più grande d'europa e conquistare aer lingus. in alitalia qualcuno sa per caso qual'è la missione semplice e chiara? forse perdere soldi... ndr)



c'è un cartello in bacheca di fr che recita (riguardo al fumo, un avviso ai fumatori)
" o arrivate in ufficio prima, o al massimo vi prendete 2 pause da 5 minuti. non ci vuole di più per fumarsi una sigaretta"
 
fossi l'azionista di alitalia, il prossimo compratore, chiamerei michele o'leary e gli direi: "fai quel diavolo che vuoi basta che mi fai fare soldi, basta che tiri fuori qualcosa da quel cadavere d'azienda (ah e ovviamente se lo farai ti riempirò di quattrini...)"