“Colombo” privato
Gamberale, prua sull’aeroporto
È più che mai concreto l’interesse di Vito Gamberale nei confronti dell’aeroporto di Genova. A confermarlo è il portavoce di F2i, la Fondi italiani per le infrastrutture che oggi l’ingegnere amministra dopo avere guidato per sei anni, dal 2000 al 2006, Autostrade.
«F2i - spiega Riccardo Tessari al Secolo XIX - ha un interesse generico verso tutti gli aeroporti italiani di seconda fascia. Dopo avere acquisito Napoli Capodichino e avere avanzato la nostra manifestazione di interesse nei confronti dell’aeroporto di Cagliari, ora la nostra attenzione si concentra su Genova», la cui privatizzazione è imminente.
Tra i soggetti che si candidano a partecipare alla gara che l’Autorità portuale bandirà per cedere la quota di controllo (60%) di Aeroporto di Genova Spa, il fondo guidato dall’ingegner Gamberale è dunque in prima linea. E non si tratta di un approccio finanziario. Così come accaduto per la Gesac di Napoli - la società che gestisce Capodichino di cui F2i lo scorso ottobre ha acquisito da Baa Italia il 65% delle quote in funzione di un valore base pari a 150 milioni di euro - Fondi italiani per le infrastrutture intende partecipare all’avventura genovese direttamente, investendo in un progetto industriale di potenziamento e rilancio. Per usare le parole che lo stesso Gamberale ha scelto per commentare l’acquisizione di Napoli, la mission di F2i è «focalizzata sulle infrastrutture e impegnata per il loro sviluppo per il lungo periodo». «Vogliamo essere investitori di lungo periodo - aveva commentato l’operazione di Napoli lo stesso Gamberale - e proprio per questo abbiamo scelto di rilevare una partecipazione di maggioranza che ci permetta di essere soci imprenditori e non soci finanziari».
Il socio di mestiere di Aeroporti di Genova potrebbe dunque essere proprio F2i. Uno scenario, questo, che sarebbe accolto positivamente in primis dalla Camera di commercio di Genova, ente che detiene il 25% del “Colombo” e che si dice pronto a esercitare il suo diritto di opzione (con le spalle coperte da Banca Carige) solo qualora fosse necessario scongiurare il rischio che il gioiello di famiglia finisca nelle mani di realtà «incapaci di garantire il rilancio di un’infrastruttura strategica». Ma non è il caso di F2i.
La Sgr che ha lanciato il più grande fondo chiuso italiano ha un «orizzonte temporale di 12-15 anni» e un forte interesse a creare un network di infrastrutture cosiddette di “seconda fascia” (gli aeroporti medio-piccoli) con l’obiettivo di operare quegli investimenti che i soci pubblici non sono stati in grado di garantire negli ultimi anni. L’acquisizione della Gesac altro non è che il primo passo verso questo obiettivo. La volontà del fondo è rafforzare la propria presenza nel mondo aeroportuale. Dopo Napoli F2i si è mosso su Cagliari, presentando la propria manifestazione di interesse a gestire lo scalo (lo stesso hanno fatto altre sette realtà tra cui gli aeroporti di Venezia, Zurigo e Francoforte). Con la prossima manovra il fondo fa rotta su Genova.
C’è chi è pronto a scommettere (e chi auspica vivamente) che Gamberale non sarà solo nella corsa alla conquista di quel 60% di azioni che l’Authority sta per mettere sul mercato. Potrebbero ad esempio farsi vivi operatori che già in passato indiscrezioni davano per interessati, a cominciare dall’aeroporto di Zurigo, che è un grande hub europeo e guarda al “Colombo” da una prospettiva di traffico (per gli svizzeri essere attivi su Genova significherebbe per esempio dirottare sull’hub svizzero collegamenti oggi operanti su Parigi o su altri hub europei).
Tra i nomi di altri potenziali partner circolati in passato c’è il gruppo Msc Crociere, un’ipotesi poi rientrata. In altre circostanze si era parlato di Egis, una società di ingegneria controllata al 100% dalla Cassa depositi e prestiti francese (Egis opera su fronti diversi, e in ambito aeroportuale fornisce servizi di consulenza ingegneristica e di progettazione). In un frangente si fece persino il nome di investitori argentini indagati come Eduardo Eurnekian. E a metà 2007, quando ancora non si parlava di privatizzazione, l’allora presidente Giovanni Novi presentò la proposta del gruppo Corporacion America e Miro Radici Finance «di entrare in società, eventualmente rilevando la quota di Adr, per sviluppare traffico passeggeri e merci dell’aeroporto».
GILDA FERRARI
Il Secolo XIX
CIAO
_goa
Gamberale, prua sull’aeroporto
È più che mai concreto l’interesse di Vito Gamberale nei confronti dell’aeroporto di Genova. A confermarlo è il portavoce di F2i, la Fondi italiani per le infrastrutture che oggi l’ingegnere amministra dopo avere guidato per sei anni, dal 2000 al 2006, Autostrade.
«F2i - spiega Riccardo Tessari al Secolo XIX - ha un interesse generico verso tutti gli aeroporti italiani di seconda fascia. Dopo avere acquisito Napoli Capodichino e avere avanzato la nostra manifestazione di interesse nei confronti dell’aeroporto di Cagliari, ora la nostra attenzione si concentra su Genova», la cui privatizzazione è imminente.
Tra i soggetti che si candidano a partecipare alla gara che l’Autorità portuale bandirà per cedere la quota di controllo (60%) di Aeroporto di Genova Spa, il fondo guidato dall’ingegner Gamberale è dunque in prima linea. E non si tratta di un approccio finanziario. Così come accaduto per la Gesac di Napoli - la società che gestisce Capodichino di cui F2i lo scorso ottobre ha acquisito da Baa Italia il 65% delle quote in funzione di un valore base pari a 150 milioni di euro - Fondi italiani per le infrastrutture intende partecipare all’avventura genovese direttamente, investendo in un progetto industriale di potenziamento e rilancio. Per usare le parole che lo stesso Gamberale ha scelto per commentare l’acquisizione di Napoli, la mission di F2i è «focalizzata sulle infrastrutture e impegnata per il loro sviluppo per il lungo periodo». «Vogliamo essere investitori di lungo periodo - aveva commentato l’operazione di Napoli lo stesso Gamberale - e proprio per questo abbiamo scelto di rilevare una partecipazione di maggioranza che ci permetta di essere soci imprenditori e non soci finanziari».
Il socio di mestiere di Aeroporti di Genova potrebbe dunque essere proprio F2i. Uno scenario, questo, che sarebbe accolto positivamente in primis dalla Camera di commercio di Genova, ente che detiene il 25% del “Colombo” e che si dice pronto a esercitare il suo diritto di opzione (con le spalle coperte da Banca Carige) solo qualora fosse necessario scongiurare il rischio che il gioiello di famiglia finisca nelle mani di realtà «incapaci di garantire il rilancio di un’infrastruttura strategica». Ma non è il caso di F2i.
La Sgr che ha lanciato il più grande fondo chiuso italiano ha un «orizzonte temporale di 12-15 anni» e un forte interesse a creare un network di infrastrutture cosiddette di “seconda fascia” (gli aeroporti medio-piccoli) con l’obiettivo di operare quegli investimenti che i soci pubblici non sono stati in grado di garantire negli ultimi anni. L’acquisizione della Gesac altro non è che il primo passo verso questo obiettivo. La volontà del fondo è rafforzare la propria presenza nel mondo aeroportuale. Dopo Napoli F2i si è mosso su Cagliari, presentando la propria manifestazione di interesse a gestire lo scalo (lo stesso hanno fatto altre sette realtà tra cui gli aeroporti di Venezia, Zurigo e Francoforte). Con la prossima manovra il fondo fa rotta su Genova.
C’è chi è pronto a scommettere (e chi auspica vivamente) che Gamberale non sarà solo nella corsa alla conquista di quel 60% di azioni che l’Authority sta per mettere sul mercato. Potrebbero ad esempio farsi vivi operatori che già in passato indiscrezioni davano per interessati, a cominciare dall’aeroporto di Zurigo, che è un grande hub europeo e guarda al “Colombo” da una prospettiva di traffico (per gli svizzeri essere attivi su Genova significherebbe per esempio dirottare sull’hub svizzero collegamenti oggi operanti su Parigi o su altri hub europei).
Tra i nomi di altri potenziali partner circolati in passato c’è il gruppo Msc Crociere, un’ipotesi poi rientrata. In altre circostanze si era parlato di Egis, una società di ingegneria controllata al 100% dalla Cassa depositi e prestiti francese (Egis opera su fronti diversi, e in ambito aeroportuale fornisce servizi di consulenza ingegneristica e di progettazione). In un frangente si fece persino il nome di investitori argentini indagati come Eduardo Eurnekian. E a metà 2007, quando ancora non si parlava di privatizzazione, l’allora presidente Giovanni Novi presentò la proposta del gruppo Corporacion America e Miro Radici Finance «di entrare in società, eventualmente rilevando la quota di Adr, per sviluppare traffico passeggeri e merci dell’aeroporto».
GILDA FERRARI
Il Secolo XIX
CIAO
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