Piccoli, medi e grandi aeroporti in Italia. Un confronto


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28 Settembre 2008
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In Italia ci sono troppi aeroporti, e, soprattutto, sono troppi quelli di piccole dimensioni?
Per rispondere a questa domanda può essere utile operare un confronto fra diverse situazioni europee.
Va precisato che la prospettiva di analisi non è quella dell’efficienza economica della singola struttura aeroportuale (per la quale occorrerebbero dati di cui non dispongo), ma – diversamente – dell’efficacia del sistema complessivo.
I dati utilizzati si riferiscono al 2007. Per ragioni di omogeneità, sono stati considerati, accanto ai dati italiani (tratti da Assaeroporti), quelli relativi a Francia (www.aviation-civile.gouv.fr), Germania (www.adv.aero), Spagna (www.aena.es) e Regno Unito (www.caa.co.uk).
È possibile che le statistiche pubblicate non censiscano tutte le strutture, ma credo che i valori e i confronti restino comunque significativi.
Infine, come ultima nota tecnica, segnalo che ho escluso dalla rilevazione gli aeroporti con meno di 50.000 pax/anno.

Alcuni dati generali, relativi alla dimensione complessiva dei rispetti sistemi nazionali.

Italia
Passeggeri totali: 136 milioni
Aeroporti censiti: 35
Media pax per aeroporto: 3,9 milioni
Moltiplicatore di mercato: 2,28

Francia
Passeggeri totali: 144 milioni
Aeroporti censiti: 44
Media pax per aeroporto: 3,3 milioni
Moltiplicatore di mercato: 2,36

Germania
Passeggeri totali: 189 milioni
Aeroporti censiti: 26
Media pax per aeroporto: 7,3 milioni
Moltiplicatore di mercato: 2,30

Spagna
Passeggeri totali: 210 milioni
Aeroporti censiti: 38
Media pax per aeroporto: 5,5 milioni
Moltiplicatore di mercato: 4,66

UK
Passeggeri totali: 244 milioni
Aeroporti censiti: 42
Media pax per aeroporto: 5,8 milioni
Moltiplicatore di mercato: 4,01

Il moltiplicatore di mercato altro non è che il rapporto fra passeggeri totali e abitanti dei rispettivi paesi. Serve a dare un’indicazione della dimensione relativa di ciascuno dei mercati nazionali (ben sapendo che la dimensione demografica non è l’unica variabile funzionale che agisce in questo senso).

[Nota: inizialmente pensavo che se avessimo moltiplicato il numero di abitanti dell’Italia per un valore “obiettivo” del moltiplicatore – segnatamente quello della Spagna – avremmo potuto ottenere una previsione, molto rozza in verità, della dimensione meramente potenziale del mercato italiano, che in questa ipotesi sarebbe stata di 278 milioni di pax, valore solo teorico che non sarà comunque mai raggiunto. Anche perché il mercato non può crescere in sola forza di un trend. Per incrementare significativamente la dimensione del mercato è indispensabile la presenza, fra l’altro, di almeno due fattori: un vettore nazionale forte e un hub degno di questo nome. Tuttavia mi sono presto reso conto che si trattava di una metodica di analisi totalmente fuori luogo, se si considera che i casi di UK e Spagna sono di fatto eccezioni. Lo dimostrerebbe il valore del moltiplicatore di paesi quali USA e Canada, rispettivamente 2,48 e 2,14, in linea con i valori di Italia, Germania e Francia. Faccio notare, però, che la Cina ha un bassissimo 0,29, segno delle enormi potenzialità di crescita dell’aviazione commerciale di quel paese.]

Possiamo notare alcune differenziazioni fra i paesi considerati. Riguardo alla dimensione dei sistemi nazionali, abbiamo, da una parte, i sistemi quantitativamente più sviluppati (UK e Spagna), dall’altra, sostanzialmente in linea, Italia, Francia e Germania. Ma – va detto – con sistemi di trasporto alternativi (ferrovie, in primis) a ben diversi livelli di efficienza e qualità.
La Germania si differenzia da tutti gli altri paesi per avere un numero minore di aeroporti e, conseguentemente, una maggiore dimensione media dei singoli scali. Sul versante esattamente opposto si trova la Francia.
Qui emerge una prima domanda: è ammissibile una considerazione secondo la quale la maggiore frammentazione del sistema è indice di minore efficienza? In altre parole, il numero di aeroporti e la dimensione media degli aeroporti stessi significano qualcosa ai fini del giudizio sulla qualità del sistema?
Se rispondessimo affermativamente a queste domande, dovremmo necessariamente concludere che la Germania ha il sistema nazionale più efficiente e la Francia quello meno efficiente, anche meno dell’Italia.

A questo punto, passiamo a esaminare il problema più specifico, cioè la diffusione degli aeroporti minori. Consideriamo gli scali con meno di un milione di pax/anno:

Italia
14 scali su 35 (40%)
Dimensione media: 390.715 pax
4,0% dei pax totali 2007

Francia
30 scali su 44 (68%)
Dimensione media: 345.750 pax
7,2% dei pax totali 2007

Germania
9 scali su 26 (35%)
Dimensione media: 497.555 pax
2,4% dei pax totali 2007

Spagna
12 scali su 38 (32%)
Dimensione media: 318.857 pax
1,8% dei pax totali 2007

UK
18 scali su 42 (43%)
Dimensione media: 406.155 pax
3,0% dei pax 2007

Grafico1.gif


Grafico2.gif


Coerentemente con le rilevazioni precedenti, la Francia ha il netto primato dei piccoli aeroporti, per numero assoluto, per incidenza sul totale del sistema e per quota di passeggeri. L’Italia, dal canto proprio, non sembra presentare valori abnormi.
Il grafico successivo, attraverso una rappresentazione simile alle precedenti, conferma questa sensazione. Il quadrante in alto a sinistra (le linee che delimitano i quadranti rappresentano i valori medi di ciascuna delle due variabili) è quello nel quale si trovano le situazioni caratterizzate da un numero più ridotto di scali minori e da una più alta media di passeggeri. Come si vede, l’Italia occupa una posizione appena ai margini di questo quadrante.

Grafico3.gif


Sommariamente, la diffusione dei piccoli aeroporti rappresenta un fenomeno generalizzato nei cinque paesi considerati e, probabilmente, funzionale ai meccanismi complessivi di sistema.
In altre parole, un giudizio sull’efficienza dei piccoli scali non appare corretto se formulato in assoluto, anziché in una prospettiva globale di efficienza dell’intero sistema aeroportuale.
La differenza più macroscopica fra il sistema italiano e gli altri sistemi nazionali europei, infatti, non si trova nel numero dei piccoli aeroporti. È piuttosto rispetto alle grandi dimensioni che si deve riscontrare l’anomalia del nostro sistema e, forse, una delle cause principali della sua inadeguatezza strutturale.
Rispetto agli altri paesi, l’Italia dimostra di avere due elementi differenziali (non legati alla dimensione del fenomeno dei piccoli aeroporti).

1) Il sistema italiano è l’unico fra quelli considerati che non ha un hub che “valga” almeno 50 milioni di passeggeri.

Grafico4.gif


La presenza di una struttura di queste dimensioni potrebbe (è un’ipotesi, non ancora una tesi), quindi, dare un senso di ben maggiore efficienza al sistema dei piccoli aeroporti: in pratica, un certo numero di piccoli aeroporti va bene se c’è un hub cui collegarsi, altrimenti no.
Un sistema aeroportuale efficiente si deve reggere su un equilibrio armonico e sull’integrazione fra grandi, medi e piccoli scali, in modo che il traffico si alimenti in misura reciproca.
La ragione è economica ed è presto detta: se li consideriamo come centri autonomi di ricavo, i voli feeder possono permettersi di essere in perdita, perché i ricavi del volo in connessione compensano la perdita strutturale del volo feeder.
Ne deriverebbe una conclusione logica: sui piccoli aeroporti possono operare efficientemente solo le compagnie che hanno un network adeguato.

2) Il secondo elemento differenziale riguarda la relativa preponderanza degli aeroporti medi (che, da un certo punto di vista, possiamo considerare strutture non adeguatamente cresciute).

Grafico5.gif


(La definizione dei valori limite delle classi dimensionali è puramente convenzionale).
Una politica di riequilibrio del sistema nazionale, dunque, non dovrebbe tanto essere orientata a limitare gli scali minori, quanto a favorire lo sviluppo dei maggiori, vale a dire quelli con le più elevate potenzialità.
A loro volta, alla crescita di questi ultimi dovrebbe essere affidato il compito di trainare lo sviluppo, sia quantitativo sia qualitativo, del sistema complessivo. In questo modo, alcuni scali, che possono più facilmente andare oltre la soglia teorica del milione di passeggeri (penso a Brindisi – che potrebbe farlo già quest’anno – o a Trieste), abbandonerebbero il gruppo dei piccoli aeroporti.
Il discorso sulle possibilità di alcuni aeroporti medi di diventare grandi (i principali candidati naturali – tralasciando Linate – sono Venezia, Catania, Napoli e Bergamo) è, però, ben più complesso, perché qui agiscono vincoli strutturali e di mercato anche molto forti.
 
complimenti per l'analisi.

chiedo agli amministratori, non si potrebbe metterla in testa al forum, così da renderla sempre visibile (anche quando si aggiungeranno gli altri commenti) ?
 
Ultima modifica:
"Il discorso sulle possibilità di alcuni aeroporti medi di diventare grandi (i principali candidati naturali – tralasciando Linate – sono Venezia, Catania, Napoli e Bergamo) è, però, ben più complesso, perché qui agiscono vincoli strutturali e di mercato anche molto forti."

Ci sarebbero anche altri aeroporti che possono diventare grandi.
BLQ ha in progetto di contruire un T2 nei prossimi anni.
 
Credo che nelle intenzioni di chi ha fatto questo confronto l'idea era quella di confrontare dei dati aggregati ed esporli nel modo più semplice, chiaro e intuitivo possibile.

E' ovvio che vi siano delle semplificazioni.



Il messaggio finale che tutto sommato mi sembra possa essere abbastanza condiviso è che:
- in Italia non c'è il mega hub delle dimensioni di quelli degli altri stati europei che fa da traino per tutto il sistema aeroportuale;
- che in Italia oggettivamente non c'è una situazione anomala rispetto al resto d'Europa per quanto riguarda i piccoli scali.
 
Ultima modifica:
Plannero compimenti per l'interessante lavoro.

Ci sarebbe da considerare anche la presenza di isole (2 estese e molto abitate nel caso dell'Italia) e la "forma" ed estensione del paese (nel caso dell'Italia poco estesa ma allungata).
 
Credo che nelle intenzioni di chi ha fatto questo confronto l'idea era quella di confrontare dei dati aggregati ed esporli nel modo più semplice, chiaro e intuitivo possibile.
E' ovvio che vi siano delle semplificazioni.
Il messaggio finale che tutto sommato mi sembra possa essere abbastanza condiviso è che:
- in Italia non c'è il mega hub delle dimensioni di quelli degli altri stati europei che fa da traino per tutto il sistema aeroportuale;
- che in Italia oggettivamente non c'è una situazione anomala rispetto al resto d'Europa per quanto riguarda i piccoli scali.



che in Italia oggettivamente non c'è una situazione anomala rispetto al resto d'Europa per quanto riguarda i piccoli scali
questo è quanto appare, però forse servirebbe andare nei dettagli veri e propri. Ci sono in Francia dei CUF, ALL, tanto per citare - senza polemica - due esempi eclatanti (se poi vogliaamo aggiungerci anche FOG, per amore di statistica)
Può darsi che in Francia lavorino molto attorno alla media che salta fuori (cioè tutti o quasi sui 300/400.000), magari in Italia ne abbiamo un 15/20 che operano al milite superiore della fascia (es 900.000) e quindi le medie si innalzano, pur avendo poi realtà da 50.000 pax...
E lì, logicamente casca l'asino....
 
apt con pax <1.000.000 and >50.000:
(dati 2007)

Brindisi 929.854
Trieste - Ronchi dei L. 742.136
Forlì 708.681
Reggio Cal. 583.596
Trapani 507.185
Ancona 500.126
Rimini 498.473
Pescara 371.247
Brescia 189.964
Parma 145.916
Crotone 106.122
Perugia 97.027
Bolzano 83.245
Cuneo 64.135
 
apt con pax <1.000.000 and >50.000:
(dati 2007)

Brindisi 929.854
Trieste - Ronchi dei L. 742.136
Forlì 708.681
Reggio Cal. 583.596
Trapani 507.185
Ancona 500.126
Rimini 498.473
Pescara 371.247
Brescia 189.964
Parma 145.916
Crotone 106.122
Perugia 97.027
Bolzano 83.245
Cuneo 64.135

cvd: 8 su 14 sono ben oltre la media, non attorno alla media...
Chissà come sono messi in Francia tra <1.000.000 and >50.000?
(e poi non hanno ALL! che sfiga!)
 
sarebbe interessante vedere (se qualcuno ha i dati) quanti soldi pubblici si mangiano questi aeroporti in Italia e quanti negli altri paesi considerati.
 
sarebbe interessante vedere (se qualcuno ha i dati) quanti soldi pubblici si mangiano questi aeroporti in Italia e quanti negli altri paesi considerati.

mi sa che non saltano fuori neppure sotto tortura!:)))
e poi sono investimenti, co-marketing, migliorie, ecc ecc..
si mangiano? ma che dici?
 
Il dato da 1-4 e 4-10 e' imbarazzante (soprattutto 1-4).
Dovrebbe aprire gli occhi di molti ed invece no.

Al contrario, si capisce chiaramente che la miglior politica dei trasporti sia in Germania. Ed infatti ci sono molte compagnie aeree sane.

per me ad essere imbarazzante è l' assenza dell' Italia nell' ultima colonna a destra.

il dato 1-4, lo spiega parzialmente l' orografia e lo stato da terzo mondo delle infrastrutture di trasporto.
 
sarebbe interessante vedere (se qualcuno ha i dati) quanti soldi pubblici si mangiano questi aeroporti in Italia e quanti negli altri paesi considerati.

sarebbe interessante vedere il ROI dei soldi pubblici, spesi, bruciati, investiti o sbapuliati sugli scali.

perchè è quello che fa la differenza e applica le giuste etichette.
 
Da considerare anche che UK è un'isola, e la Spagna è una penisola periferica (molto più periferica dell'Italia) circondata per 3/4 dal mare (se si trascura per un attimo il Portogallo) e soprattutto ha due arcipelaghi con aeroporti molto sviluppati (Baleari e Canarie)
 
L’analisi che ho fatto è molto parziale, e in effetti molte variabili non sono state prese in considerazione.
È evidente che sono molti i fattori che influenzano la dimensione e la struttura di un sistema aeroportuale nazionale, ma di fatto potremmo limitarci a considerarne quattro:
1) la dimensione demografica
2) il livello di attività economica
3) il turismo
4) la diffusione e la qualità dei mezzi di trasporto alternativi
Ulteriori distinzioni potrebbero essere considerate. Ad esempio, il grado di proiezione internazionale dell’economia nazionale, o la “qualità” del turismo (si pensi al fatto che in molte aree del Mezzogiorno i flussi turistici sono formati in buona parte da presenze di provenienza della medesima regione, il che non ha nessuna influenza sul mercato del trasporto aereo).

Non mi sentirei, poi, di dare per scontato che esista una precisa corrispondenza fra efficienza del sistema aeroportuale o della politica di trasporti in generale e profittabilità delle compagnie aeree. Lo dimostrerebbe il caso della Spagna, che ha un mercato e un sistema molto ben sviluppati ma diverse compagnie in difficoltà. Viceversa, la relazione fra hub e singola compagnia aerea è un argomento ampiamente assodato.

Cruz ha comunque ben sintetizzato il contenuto e ha correttamente individuato il succo del discorso.

Alcuni dati di cui è stata segnalata la mancanza.
Abitanti e passeggeri:

Italia
Abitanti: 59,6 milioni
Pax: 135,9 milioni

Francia
Abitanti: 61,1 milioni
Pax: 144,2 milioni

Germania
Abitanti: 82,4 milioni
Pax: 189,4 milioni

Spagna
Abitanti: 45,1 milioni
Pax: 210,4 milioni

UK
Abitanti: 60,8 milioni
Pax: 243,9 milioni

I piccoli aeroporti francesi (2007):

Biarritz 924.612
Bastia 857.672
Brest 839.805
Pau 761.344
Toulon 640.967
Clermont Ferrand 542.106
Rennes 524.109
Carcassonne 471.318
Grenoble 468.557
Lourdes/Tarbes 441.259
Perpignan 422.701
Limoges 390.217
Figari 343.694
Metz/Nancy 314.211
Calvi 271.912
Bergerac Roumaniere 243.478
Chambery 231.431
Nimes/Arles 225.697
La Rochelle 220.054
Lorient 213.530
Dinard/St.Malo 178.516
Rodez 140.199
Quimper 136.797
Caen 111.535
Poitiers 105.053
Avignon 103.353
Deauville 75.229
Annecy 64.407
Le Havre 58.609
Lannion 50.113

Infine, una curiosità. Sarrebal scrive che si capisce che la Germania abbia la migliore politica dei trasporti. Ebbene, ho provato a immaginare come sarebbe un ipotetico sistema aeroportuale italiano se avesse parametri simili a quelli tedeschi. Ecco quello che è venuto fuori (Avvertenza: è un gioco)

Fiumicino (ingloba CIA) 38.296.678
Malpensa (ingloba LIN) 33.811.921
Venezia (ingloba Treviso) 8.597.930
Catania 6.079.699
Napoli 5.760.984
Bergamo 5.737.092
Pisa (ingloba Firenze) 5.623.751
Bologna (ingloba Forlì e Parma) 5.204.076
Palermo (ingloba Trapani) 5.014.030
Verona (ingloba Brescia e Bolzano) 3.763.125
Torino (ingloba Cuneo) 3.556.701
Bari (ingloba Brindisi) 3.291.470
Cagliari 2.666.957
Lamezia Terme (ingloba RC e Crotone) 2.145.741
Olbia 1.770.665
Alghero 1.299.047
Genova 1.116.211
Ancona (ingloba Rimini) 985.773
Trieste 736.757
Pescara 364.466

Numero scali: 20 (dato reale: 35)
Media pax per aeroporto: 6,8 milioni (dato reale: 3,9 milioni)
Quota pax dei primi 5 scali: 68,1% (dato reale: 58,8%)
Quota pax dei primi 10 scali: 89,4% (dato reale: 77,7%)