Citazione:Messaggio inserito da marcogiov
Più di 800 milioni di investimenti per il rilancio del sistema aeroportuale milanese. È il dato contenuto nel verbale firmato nella notte da Sea, azienda che gestisce gli scali di Malpensa e Linate, e sindacati. Se il dato numerico è rilevante, ancora di più lo è il fatto che parti sociali e società di gestione si siano incontrati, confrontati, parlati e abbiano poi condiviso le linee guida di un piano industriale che dovrà traghettare Sea al 2012.
Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato da tutti, sindacati e dirigenza dell’azienda: dopo più di due anni di silenzio, infatti, essersi ritrovati allo stesso tavolo delle trattative è risultato un passo avanti importante. Inevitabile l’accenno alla situazione di Alitalia, vettore di riferimento di Malpensa, aeroporto nel quale verranno riversati l’85 per cento degli investimenti previsti dal piano: «Qui c’è un mercato privilegiato e non sfruttato per una serie di mancanze – ha spiegato Giuseppe Bonomi, presidente e amministratore delegato di Sea -. Noi crediamo di dover offrire un prodotto appetibile e competitivo a quello che sarà il vettore (o i vettori) di riferimento, Malpensa così diventa un centro nel sistema nazionale anche grazie alla coesione dimostrata da sindacati e azienda: era e resta un asset irrinunciabile per l’industria del Paese. Il “contingency plan” che dovrebbe ridimensionare la compagnia aerea per ora è solo sulla carta, quando sapremo di cosa si tratta ne parleremo, se però ci saranno tagli al lungo raggio, sarebbe una scelta industriale folle e demenziale. L’unica soluzione per Alitalia è unirsi in partnership industriale all’interno di un network affidabile, uno dei tre che agiscono in Europa: altre ipotesi sono illogiche».
Tornando al piano industriale, le quattro priorità indicate nel documento sottoscritto nella notte sono: riequilibrio economico di Sea Handling, giudicato dallo stesso Bonomi «difficile ma perseguibile, ci auguriamo nel giro di tre esercizi. La scelta in controtendenza è quella di tenere l’handling all’interno dell’azienda, al contrario di quanto fatto da altre società europee»; rendere efficienti i conti per approvvigionamenti e acquisti, con l’obiettivo ambizioso di risparmiare almeno 10 milioni di euro all’anno; aumentare i ricavi dei settori “non aviation”, indispensabili per lo sviluppo; ragionare in chiave di “hub logic”, diminuire in maniera consistente i tempi di transito, aumentando i profitti e rendendo il prodotto aeroportuale puntale ed efficiente. In più, ci sono gli investimenti per più di 800 milioni di euro programmati che riguarderanno T1, T2 di Malpensa e Linate.
Soddisfatti i sindacati: «Dopo anni nei quali i rapporti con l’azienda erano pari a 0, ora il confronto si riapre – ha detto Dario Balotta, segretario regionale della Fit Cisl -. Un accordo importante all’interno del quale sono previsti investimenti per il rilancio e lo sviluppo. Malpensa ha elaborato un piano per essere attrattiva nei confronti di Alitalia. In questo senso non servono più visioni tipo Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie». «Il trasporto nazionale ha raddoppiato i passeggeri – ha commentato Nino Cortorillo, segretario regionale Filt Cgil -, passati da 60 a 120 milioni e nei prossimi anni gli aumenti andranno dal 50 al 90 per cento in più. È essenziale che compagnie aeree e società di gestione aeroportuale gestiscano questi flussi di traffico: il confronto è stato condiviso per più di due mesi e siamo arrivati a questo punto, in un moneto chiave per tutto quello che ruota attorno al sistema milanese, con investimenti infrastrutturali e di collegamento fondamentali. Alitalia è in crisi da 20 anni, non da quando c’è Malpensa, che invece è un’occasione non sfruttata: se Alitalia non coglie le occasioni saranno le compagnie straniere ad approfittarsene». «È importante il fatto che si manifesti la volontà di sviluppo – ha aggiunto Leviano Zocchi, segretario regionale della Uilt – e la possibilità di aprire alla contrattazione di secondo livello. I sindacati si sono dimostrati vicini ai lavoratori puntando sulla lotta alla precarizzazione, che insiste soprattutto sul Varesotti». Presenti al tavolo anche Sdl, Sin.Pa e Ugl, che hanno sottoscritto l’accordo. A settembre comincerà la seconda fase della contrattazione, partendo da un punto fermo importante come quello del documento sul piano industriale.
Se i segretari regionali del settore trasporti di Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato il pieno apprezzamento per l’accordo firmato con Sea sul piano industriale del quinquennio 2007/2012, non sono da meno i leader territoriali di Malpensa. Un piano che viene definito importante perché legato allo sviluppo dello scalo varesino e perché condiviso con i sindacati.
«Sarà il territorio a trainare lo sviluppo – spiega Dario Grilanda, segretario territoriale della Fit Cisl -, da rimarcare è anche la scelta di conservare la parte dell’handling, con la ferma volontà di risanarla, senza però far pagare tutto ciò ai lavoratori. Finalmente discutiamo con Sea da protagonisti, non come negli anni passati». Anche Ezio Colombo, segretario provinciale della Filr Cgil, plaude all’accordo: «Il clima è cambiato con questo management e si vede – commenta -, l’approccio è finalmente positivo. Le linee guida dell’accordo fanno di Malpensa un aeroporto centrale dello scenario italiano ed europeo. È importante che siano previsti due scenari, uno con e uno senza Alitalia, ma in entrambi è la crescita di Malpensa il dato che emerge. Alitalia qui avrebbe il terreno ideale per crescere e svilupparsi, va fatta una scelta che non deve essere politica, ma industriale. Con questo accordo e con le contrattazioni che nasceranno in un contesto migliore, i lavoratori potranno essere più tutelati, mi auguro». «L’80 per cento degli investimenti resta a Malpensa – spiega Antonio Albrizio, segretario territoriale Uilt -, la ricaduta sul territorio sarà enorme. Verranno fatti lavori al T1 e T2, con parcheggi e il nuovo raccordo definito dai tecnici “manubrio”, che permetterà di movimentare gli aerei senza interferire con le piste. Importante l’impegno per Cargo City, che può essere sfruttato meglio e ha potenzialità immense».
Inevitabile un accenno alla terza pista. Non compare nel piano industriale, ma se gli obiettivi verranno centrati e Malpensa arriverà nel 2012 ad avere oltre 32 milioni di passeggeri e 300 mila movimenti sarà inevitabile parlarne approfonditamente: in questi giorni, giovedì 26 luglio, Sea ha invitato i sindaci dei Comuni del Varesotto e del Novarese ad andare a Washington al Massachusset Institute of Technology per visionare e toccare con mano il progetto Mitre, che verrà presentato in pompa magna il prossimo settembre in Italia. Smentite le voci che volevano un rifiuto dei piemontesi, impossibilitati a partecipare per motivi tecnici, alla “gita” parteciperanno, oltre alla dirigenza di Sea, il presidente di turno del Cuv Giorgio Merletti, il vicesindaco di Lonate Pozzolo Giancarlo Simontacchi, il sindaco di Vizzola Ticino Silvano Bosco e quello di Somma Lombardo Guido Colombo. In sostanza i rappresentanti delle amministrazioni che l’eventuale costruzione della terza pista interesserà maggiormente, vuoi perché costringerà ad una nuova delocalizzazione, vuoi perché verranno spostate alcune rotte, vuoi perché parte del territorio dovrà essere ceduto allo scalo. Tutte cose che si vedranno tra qualche anno, quando e se Malpensa dovesse crescere ancora e ai ritmi ipotizzati dalle proiezioni. «Il viaggio a Washington sarà importante perché si potrà osservare con mano, anche con l’aiuto di tecnologie all’avanguardia, l’impatto che la terza pista avrebbe sul territorio», spiegano da Sea, in barba alle polemiche scatenate dai comitati contrari ad un ulteriore sviluppo dello scalo.
Tommaso Guidotti
Varese News