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Fonte La Repubblica Genova:
http://genova.repubblica.it/cronaca...piano_segreto_per_salvare_l_azienda-86093176/
SALVARE Piaggio nella sua integrità, con due stabilimenti produttivi, è possibile ed è anche conveniente. Sul tavolo delle istituzioni locali e della proprietà araba dell'azienda, c'è un piano firmato da uno dei professionisti più conosciuti in campo aeronautico, Stefano Sturlese, a capo di East Gate, società di consulenza basata a Vienna e presente nei più grandi appuntamenti internazionali del settore.
Il fatto è che Sturlese, nonostante la sua vita sia diventata globale per seguire i business del cielo, è genovese e continua a essere legato alla sua città. Così, quando ha letto delle intenzioni di Mubadala di chiudere la produzione a Sestri, facendo del polo genovese un centro di service, e di concentrarsi solo sul settore militare, si è messo al lavoro e ha elaborato un piano dettagliato consegnato agli enti locali e all'azienda. Niente di alternativo o, peggio ancora, di antitetico. Il piano di East Gate è integrativo di quello presentato ai sindacati e invita, numeri alla mano, a non mollare la presa sul comparto civile, da valorizzare con una robusta azione commerciale. Si scopre così, scorrendo le varie "slides" del piano, che il prodotto-simbolo di Piaggio Aero, il "P 180", non è solo l'aereo migliore al mondo nella sua fascia executive, ma potrebbe tornare rapidamente a crescere negli ordinativi con un'accorta politica di marketing. Interessante, ancor prima di entrare nel dettaglio del piano, osservare l'elenco delle fonti consultate che mostrano come il documento
non sia l'elaborazione di una singola società, ancorché del mestiere, ma riassuma numeri e indicazioni raccolte dalle più qualificate riviste del settore e dalle analisi dei documenti redatti dalle principali associazioni del settore.
La prima riflessione mette a confronto i due prodotti di punta fra gli aerei "executive", il "P 180 Avanti" e il suo concorrente diretto, nonché ormai quasi monopolista del mercato, il "Beechcraft King Air". Se la capacità di carico (payload) e la qualità della gamma (range) si equivalgono, il P 180 ha prestazioni migliori come velocità, consumo di carburante e comfort della cabina, visto che consente ai passeggeri di alzarsi in piedi e di usufruire di una toilette. Eppure, dal 2000 al 2008 sono stati venduti 144 esemplari di P 180 (11,5%) e 1.106 di King Air (88,5%). Certo, si dirà, negli anni a venire è arrivata la crisi ed è stata più dura per tutti. Ma numeri alla mano si scopre che è così solo per Piaggio, mentre il King Air ha continuato a crescere: 119 contro 24 nel 2009 (totale 143), 90 contro 11 nel 2010 (101), 92 contro 14 nel 2011 (106), 85 conto 5 nel 2012 (90), 135 contro 2 nel 2013 (137). Insomma, la flessione c'è stata dal 2009 al 2012, poi lo scorso anno è ripresa la salita, ma il mercato ha premiato solo un prodotto. E Piaggio Aero? Ha pagato oltremisura i risultati commerciali (insufficienti per la sostenibilità economica del prodotto), puntando sulla strategia militare alternativa. A questo punto ecco il bivio in cui si trova l'azienda ligure, unica in Italia che ancora produce aerei nella sua interezza (aspetto questo che si dimentica troppo spesso): scegliere di focalizzarsi definitivamente sul militare (come prevede il piano industriale attuale) oppure di valorizzare giustamente il militare, ma come attività complementare al focus civile. E questa seconda è la filosofia del piano industriale alternativo su cui si sta riflettendo attentamente in questi giorni. Inutile girarci attorno, il piano industriale presentato ai sindacati e focalizzato principalmente sul drone, non è in grado di garantire l'occupazione per gli addetti attuali. Non a caso si ipotizzano esuberi, esternalizzazioni, chiusure di attività produttive. E anche nella migliore delle ipotesi, cioè quella di vendere 13 unità all'anno per 15 anni, l'occupazione scenderebbe di trecento unità, fissandosi a quota mille. Ovviamente, più si riducono gli esemplari, più aumentano i tagli. Insomma, uno scenario davvero difficile da sopportare. Il piano industriale alternativo integra invece quello attuale con un rilancio dell'attività commerciale sul business civile con iniziative di marketing strategico molto mirate che vanno dalla revisione delle attività e delle politiche commerciali, a una segmentazione del portafoglio dei prodotti (con il rilancio anche del P 166) fino a una rimodulazione della clientela, non solo rappresentanti del lusso, ma anche compagnie aeree ed enti. L'attuale posizionamento nel mercato civile degli executive, ormai quasi ridotto a zero, potrebbe già cominciare a salire dal 2015, con i primi 10 esemplari (contro i 135 di King Air). E poi si salirebbe in ordine progressivo a scapito del concorrente che resterebbe fermo sui suoi numeri: 20 nel 2016, 30 nel 2017, 40 nel 2018, 50 nel 2019. Nell'arco di cinque anni, quindi, il P 180 potrebbe riconquistare il 27% della quota di mercato con una prospettiva di lungo periodo del 40%. A questo punto sarebbe crescita per fatturato, occupazione e rendimento per gli azionisti.