Parere favorevole sulla terza pista a Heathrow


Tendenzialmente le grandi opere a spese dello stato sono un retaggio di un passato che (a mio parere grazie al cielo) non è destinato a tornare molto in fretta. Alla fine nulla è gratis, il discorso verte su chi deve pagare i costi, se la fiscalità generale o l'utente. Personalmente ritengo che sia corretto far pagare i costi a chi utilizza un servizio, anche perché questo rende molto più efficiente sul piano economico l'utilizzo stesso. Del resto nessuno si scandalizza quando deve pagare l'autostrada (anche se esistono molti paesi in Europa dove sono gratuite), non vedo perché uno debba scandalizzarsi quando gli tocca pagare per l'utilizzo dell'aeroporto.

Mi spieghi allora a cosa servono le tasse?

Le autostrade le paghi, le altre strade no. Anche in Italia esistono 'superstrade' che sono di fatto autostrade gratuite. Su quale base decidi cosa e' pagato dalla collettivita' attraverso le tasse e cosa e' pagato esclusivamente dagli utenti. E come fai a garantire che solo quelli che pagano usufruiscano dell'infrastruttura?

Non e' che poi ti lamenti anche dei biglietti troppo cari, vero?
 
Mi spieghi allora a cosa servono le tasse?

Le autostrade le paghi, le altre strade no. Anche in Italia esistono 'superstrade' che sono di fatto autostrade gratuite. Su quale base decidi cosa e' pagato dalla collettivita' attraverso le tasse e cosa e' pagato esclusivamente dagli utenti. E come fai a garantire che solo quelli che pagano usufruiscano dell'infrastruttura?

Non e' che poi ti lamenti anche dei biglietti troppo cari, vero?
Le superstrade italiane sono una truffa inventata negli anni in cui, per una legge demente, era vietato costruire nuove autostrade. Questo per altro ha portato a una serie di problemi, non ultimo il fatto che la manutenzione di queste strade è spesso a livello da terzo mondo (la Orte Perugia Cesena è l'esempio migliore).
Le tasse servono per pagare i servizi indivisibili (difesa, giustizia, ordine pubblico) e quelli che si ritiene (da parte della collettività) di dover sovvenzionare a favore delle fasce più deboli della popolazione (santità, istruzione). In Italia (ma il discorso varia da nazione a nazione) ad esempio per anni si è ritenuto che il servizio di trasporto pubblico locale dovesse essere sovvenzionato, mentre negli ultimi anni si è deciso che il servizio ferroviario LR debba essere lasciato al mercato. Entrambe le decisioni possono essere (e sono) discutibili, ma sono decisioni politiche prese in funzione anche dei desiderata degli elettori. A mio parere il trasporto aereo rientra fra i servizi che NON devono essere sovvenzionati dallo stato, In fin dei conti far pagare al contribuente la terza pista a LHR non è molto diverso dai contributi di marketing che riceve FR.
 
Si chiama project financing ed è attuato regolarmente in tutto il mondo (da noi per esempio la Bre.Be.Mi)
Il principio lo so. Ma qui la situazione e' leggermente diversa.
Il punto e' che che il costo finale di questa operazione sara' sulle spalle del consumatore finale e dei taxpayers.
 
Il principio lo so. Ma qui la situazione e' leggermente diversa.
Il punto e' che che il costo finale di questa operazione sara' sulle spalle del consumatore finale e dei taxpayers.
Qualcuno deve pagare, mi sembra evidente. Pensare che le istituzioni private finanzino il progetto senza avere un ritorno è, evidentemente, utopistico. Per cui le alternative sono due, o i lavori vengono pagati dai privati, che poi rientrano dall'investimento attraverso le tariffe applicate ai clienti, oppure paga lo stato con la fiscalità generale. Tertium non datur.
Personalmente preferisco la prima soluzione.
 
Qualcuno deve pagare, mi sembra evidente. Pensare che le istituzioni private finanzino il progetto senza avere un ritorno è, evidentemente, utopistico. Per cui le alternative sono due, o i lavori vengono pagati dai privati, che poi rientrano dall'investimento attraverso le tariffe applicate ai clienti, oppure paga lo stato con la fiscalità generale. Tertium non datur.
Personalmente preferisco la prima soluzione.

Tornando a bomba su LHR... La terza pista a LHR e, in genere, "piste" nel sud-est dell'Inghilterra sono una questione politica da almeno un paio di decenni se non di piu. Investitori privati non hanno avuto il potere di decidere dove e quando investire e quindi non si puo' chiedere di far fronte a tutti i costi all'iniziativa privata quando gli hai messo i bastoni fra le ruote per anni e comunque fattori politici influenzeranno sia la scelta che le modalita' di realizzazione della scelta.

In teoria avresti ragione, nello specifico non sono d'accordo
 
Tornando a bomba su LHR... La terza pista a LHR e, in genere, "piste" nel sud-est dell'Inghilterra sono una questione politica da almeno un paio di decenni se non di piu. Investitori privati non hanno avuto il potere di decidere dove e quando investire e quindi non si puo' chiedere di far fronte a tutti i costi all'iniziativa privata quando gli hai messo i bastoni fra le ruote per anni e comunque fattori politici influenzeranno sia la scelta che le modalita' di realizzazione della scelta.

In teoria avresti ragione, nello specifico non sono d'accordo
Posso accettare che sia lo stato a dirmi dove investire. Dopodiché, da privato, deciso se il gioco vale la candela, se la proposta che mi fa lo stato (fai la pista qui e incassa X sterline a pax) è conveniente o meno. E poi decido se prendere o lasciare.
La prima è una decisione tipicamente politica, la seconda tipicamente aziendale. I due piano possono convivere senza (eccessivi) conflitti se le regole sono chiare e non vengono cambiate dopo che è iniziato il gioco.
 
non e' solo una questione di costi: a BA fa tanto comodo essere la regina di LHR e cacciare le altre (soprattutto lowcost) presso gli altri aeroporti. Se LHR aumentasse la capacita' il valore degli slot calerebbe e sarebbe appetibile alle easyjet di turno, immaginate voi se U2 entrasse a LHR e si piazzasse su rotte come LHR-LIN LHR-FRA LHR-DME etc ....
a BA fa tanto comodo lo status quo, inoltre, se dai a LHR non puoi negare neanche agli altri, quindi fare la terza a LHR vuole dire fare la seconda a LGW, approvare i piani di espansione di LTN e STN etc....
 
Posso accettare che sia lo stato a dirmi dove investire. Dopodiché, da privato, deciso se il gioco vale la candela, se la proposta che mi fa lo stato (fai la pista qui e incassa X sterline a pax) è conveniente o meno. E poi decido se prendere o lasciare.
La prima è una decisione tipicamente politica, la seconda tipicamente aziendale. I due piano possono convivere senza (eccessivi) conflitti se le regole sono chiare e non vengono cambiate dopo che è iniziato il gioco.

la questione e' molto complessa, non basta dire e' conveniente per tutti per buttare giu alberghi, case e quant'altro devastando quartieri popolosi. sebbene siamo in UK ci sono dei limiti a cio' che e' permesso in nome del business anche qua.
In ogni caso in Europa occidentale il terreno disponibile per la costruzione di nuovi aeroporti in grado di superare una VIA senza mastruzzare i parametri e' ZERO, per le espansioni aeroportuali siamo molto vicini, in particolare modo nelle aree vicine alle grandi metropoli.
 

non e' solo una questione di costi: a BA fa tanto comodo essere la regina di LHR e cacciare le altre (soprattutto lowcost) presso gli altri aeroporti. Se LHR aumentasse la capacita' il valore degli slot calerebbe e sarebbe appetibile alle easyjet di turno, immaginate voi se U2 entrasse a LHR e si piazzasse su rotte come LHR-LIN LHR-FRA LHR-DME etc ....
a BA fa tanto comodo lo status quo, inoltre, se dai a LHR non puoi negare neanche agli altri, quindi fare la terza a LHR vuole dire fare la seconda a LGW, approvare i piani di espansione di LTN e STN etc....

Per non parlare del fatto che dovrebbero traslocare. (la sede attuale BA dovrebbe essere demolita)
 
Se il problema è la congestione, l'aggiunta di una terza pista non dovrebbe comportare un aumento spropositato degli slot, altrimenti saremmo punto e a capo.

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Fonte: The Economist

BA's big bluff on a third runway at Heathrow
Aug 4th 2015, 14:03 by M.R.



GULLIVER had to do a double take on Friday after reading that Willie Walsh, the chief executive of IAG, the group that owns British Airways, now opposes expanding Heathrow Airport in London. "We did not ask for it and we do not want it," he said of the hub's proposed third runway (see map), which was endorsed by the Airports Commission this summer. Funny that, given that Mr Walsh last year told the Independent: "The case was already being made before I joined BA in 2005, but a lot of my time [as chief executive of the airline] was spent arguing for a third runway." Then there was the speech he gave in 2013, berating the government for its "tragic" failure to approve expansion. And a 2009 speech to the Edinburgh Chamber of Commerce, in which he warned that even Scottish connectivity would suffer "without additional runway capacity" at Heathrow.

If Mr Walsh's recollection seems hazy, he is at least honest about the reason for his apparent change of heart. "The costs associated with the third runway are outrageous," he blustered. "We will not be paying for it." Heathrow's boss, John Holland-Kaye, warned last year that the £17.6 billion ($27.5 billion) development could push up landing fees at the hub by 20%.

Airport charges at Heathrow are set by the Civil Aviation Authority (CAA), Britain's aviation regulator. It uses a complex formula to forecast capital expenditure, operating expenditure and capital depreciation at the airport. After doing the sums, the CAA allows Heathrow to raise or lower its per-passenger charges by a set percentage. In effect, this caps the maximum yield that Heathrow can shake out of airlines. For the period running from 2014 to 2019, the airport has permission to increase charges by inflation minus 1.5% per year. (Heathrow had proposed inflation plus 4.6%, while BA called for inflation minus 9.8%.) The CAA, in other words, reckons that Heathrow's owners are doing very nicely, and can afford to give a little back.

But 2019 is the year that construction could begin on the third runway, dramatically pushing up capital expenditure at the hub. Heathrow recently concluded its consultation into future charging levels, and had been due to unveil proposals on Sunday. The timing of Mr Walsh's outburst suggests that he got wind of its recommendations, and was none too pleased. Such indignation is entirely understandable. As BA's de facto boss, his job is to lobby the CAA to lower charges. Mr Holland-Kaye's job is to talk up the need for more cash. It is a dance that is repeated between airlines and airports around the world.

Less reasonable is the implication that BA is somehow being treated unfairly. The airline, like Heathrow, does very nicely. IAG announced a 40% jump in quarterly profits last week, putting it on track for an annual operating profit of €2.2 billion ($2.4 billion). Mr Walsh's back-of-the-envelope calculation that the runway will cost BA £400m a year, meanwhile, needs caveats. First, he is presupposing what the CAA's eventual judgment will be. Second, the regulator would only approve such a heavy financial burden if the cost-benefit analysis justified it. For proof of the CAA's impartiality, look no further than its use of "single-till" regulation. Airports prefer "dual-till" regulation, which creates a separate pot for non-aeronautical earnings from retail, advertising and so forth. By mandating the single-till approach, the CAA has gifted BA subsidies from Heathrow's luxury shops.

BA will have to pay a goodly sum towards the cost of a third runway, but expansion will also make the carrier money—and lots of it. With a 51% market share at the capacity-crunched hub, it has the most to gain from the creation of new landing slots. That is why its shareholders have always supported the option, and why they still do, irrespective of Mr Walsh's remarks. His threat to "challenge it by any and every avenue" is legal browbeating aimed at cowing the CAA into lower charges.

The posturing actually began in 2011, when Mr Walsh declared the third runway "dead" and talked up growth at IAG's other hub, Madrid. At the time, all three of Britain's main political parties had ruled out Heathrow expansion. BA was flogging a dead horse calling for a re-think. But now the ruling Conservative party is poised for a U-turn. With the all-clear looming, BA's strategy has shifted overnight from pro-expansion lobbying to anti-expansion parsimony. It's not very convincing. The CAA should ignore the brinksmanship and press on with its objective cost-benefit analysis. BA must pay its fair share towards Heathrow's upkeep, with or without new runways.

Read more at http://www.economist.com/blogs/gulliver/2015/08/airport-expansion-london#tXFc7PI3OqB86H45.99
 
Ogni estate l'argomento "terza pista" torna di moda a Londra?
 
Una domanda, nel caso di costruzione della terza pista i nuovi slot che si verranno a creare come verranno assegnati? In proporzione a quelli attuali già posseduti e in questo caso BA ne avrebbe la maggioranza, oppure messi in vendita all' asta al miglior offerente?