Panico a bordo di un volo da Bergamo a Nottingham


Grazie, non sono particolarmente interessata all'aviazione ma ho trovato alcuni commenti ironici sulla situazione un po' inadeguati. :) Mi sono iscritta per poter dire la mia visto che la situazione l'ho vissuta in prima persona. Un'esperienza intensa:D

Grazie per la testimonianza di prima mano anzi, se vuoi approfondire non potrà che farci piacere.
 
Rispondo a chi mi ha chiesto se le cose sono andate veramente cosi e a chi mi ha sollecitato a condividere l'esperienza. Direi che piu' o meno le cose sono andate come riportate dai giornali anche se forse a volte con qualche termine inadeguato. Dopo circa 15-20 minuti dal decollo improvvisamente ho sentito male alle orecchie e aria fredda, le mascherine dell'ossigeno sono scese, pochi attimi dopo il pilota (?) ha annunciato in cabina "emergency descent" (credo lo abbia ripetuto 2-3 volte) ed ha cominciato una rapidissima discesa che puo' benissimo venire descritta da un profano come una "picchiata". Sotto di noi le alpi innevate. A ruota dell' emergency descent e' seguito il mayday , sempre in cabina credo per 3 volte. E' difficile descrivere che cosa ho provato ma di sicuro in rapida successione ma non so in che ordine incredulita', paura, certezza di morire, accettazione etc etc. Con il senno di poi ora so cosa e' successo ma mentre accadeva era una storia diversa. La sensazione di perdita di controllo e' stata enorme. Il panico in cabina e' stato molto composto, non ho sentito urla a parte quelle di un paio di bambini molto piccoli che credo piangessero per il male alle orecchie. Sono grata che accanto a mia figlia di 8 anni ci fosse seduto il papa' che ha saputo affrontare la situazione con calma straordinaria (non mancando di mettere il portafoglio nella tasca per aiutare nell'identificazione). Non credo potro' mai dimenticare lo sguardo di mio marito, dei miei figli e della mia piu' cara amica che sedeva accanto a me. Arrivati ad una certa quota (ora so di 3000 metri) l'areo ha ripreso a volare im modo "tranquillo", le assistenti si sono tolte le maschere di ossigeno e ci hanno informato che potevamo toglierle anche noi, hanno distribuito acqua e rassicurato i passeggeri. Alla mia domanda riguardo all'atterragio mi hanno informato che tutto era sotto controllo e che stavano aspettando informazioni dal pilota. Poco dopo mi hanno informata che saremmo atterrati a Frankfurt Hanh e cosi e' stato credo circa 30 minuti piu' tardi. Atterrati a Francoforte un paio di birre e un po' di vino mi hanno aiutata a rilassarmi e a riprendere l'aereo per Nottingham circa quattro ore piu' tardi. Credo mi abbia aiutata a restare tranquilla anche la consapevolezza che mia figlia di 8 anni vive le sue emozioni attraverso quelle di mammma e papa' e sicuramente noi siamo responsabili in modo rilevante del modo in cui elaborera' questa esperienza. Ho sempre avuto una certa paura di volare ma mai abbastanza da impedirmi di salire in aereo. Credo che questa esperienza mi abbia in un certo senso portata ad un limite estremo di consapevolezza al punto che mi sento di affermare che ora forse mi fa meno paura di prima. In genere cio' che non si conosce fa piu' paura. La mia mente spesso ritorna a quegli attimi e la sensazione fisica di paura si ripresenta. Raccontare questa storia serve anche ad esorcizzarla. Grazie.
 
Rispondo a chi mi ha chiesto se le cose sono andate veramente cosi e a chi mi ha sollecitato a condividere l'esperienza. Direi che piu' o meno le cose sono andate come riportate dai giornali anche se forse a volte con qualche termine inadeguato. Dopo circa 15-20 minuti dal decollo improvvisamente ho sentito male alle orecchie e aria fredda, le mascherine dell'ossigeno sono scese, pochi attimi dopo il pilota (?) ha annunciato in cabina "emergency descent" (credo lo abbia ripetuto 2-3 volte) ed ha cominciato una rapidissima discesa che puo' benissimo venire descritta da un profano come una "picchiata". Sotto di noi le alpi innevate. A ruota dell' emergency descent e' seguito il mayday , sempre in cabina credo per 3 volte. E' difficile descrivere che cosa ho provato ma di sicuro in rapida successione ma non so in che ordine incredulita', paura, certezza di morire, accettazione etc etc. Con il senno di poi ora so cosa e' successo ma mentre accadeva era una storia diversa. La sensazione di perdita di controllo e' stata enorme. Il panico in cabina e' stato molto composto, non ho sentito urla a parte quelle di un paio di bambini molto piccoli che credo piangessero per il male alle orecchie. Sono grata che accanto a mia figlia di 8 anni ci fosse seduto il papa' che ha saputo affrontare la situazione con calma straordinaria (non mancando di mettere il portafoglio nella tasca per aiutare nell'identificazione). Non credo potro' mai dimenticare lo sguardo di mio marito, dei miei figli e della mia piu' cara amica che sedeva accanto a me. Arrivati ad una certa quota (ora so di 3000 metri) l'areo ha ripreso a volare im modo "tranquillo", le assistenti si sono tolte le maschere di ossigeno e ci hanno informato che potevamo toglierle anche noi, hanno distribuito acqua e rassicurato i passeggeri. Alla mia domanda riguardo all'atterragio mi hanno informato che tutto era sotto controllo e che stavano aspettando informazioni dal pilota. Poco dopo mi hanno informata che saremmo atterrati a Frankfurt Hanh e cosi e' stato credo circa 30 minuti piu' tardi. Atterrati a Francoforte un paio di birre e un po' di vino mi hanno aiutata a rilassarmi e a riprendere l'aereo per Nottingham circa quattro ore piu' tardi. Credo mi abbia aiutata a restare tranquilla anche la consapevolezza che mia figlia di 8 anni vive le sue emozioni attraverso quelle di mammma e papa' e sicuramente noi siamo responsabili in modo rilevante del modo in cui elaborera' questa esperienza. Ho sempre avuto una certa paura di volare ma mai abbastanza da impedirmi di salire in aereo. Credo che questa esperienza mi abbia in un certo senso portata ad un limite estremo di consapevolezza al punto che mi sento di affermare che ora forse mi fa meno paura di prima. In genere cio' che non si conosce fa piu' paura. La mia mente spesso ritorna a quegli attimi e la sensazione fisica di paura si ripresenta. Raccontare questa storia serve anche ad esorcizzarla. Grazie.

Brava, complimenti.
 
"Sotto di noi le alpi innevate" lo avrei evitato, anche perché impattare con le Alpi, con il mare o con un campo di rucola poco cambia, le probabilità di restarci sono esattamente le stesse, per il resto buon racconto.
 
"Sotto di noi le alpi innevate" lo avrei evitato, anche perché impattare con le Alpi, con il mare o con un campo di rucola poco cambia, le probabilità di restarci sono esattamente le stesse, per il resto buon racconto.

Ma per favore!
 
Rispondo a chi mi ha chiesto se le cose sono andate veramente cosi e a chi mi ha sollecitato a condividere l'esperienza. Direi che piu' o meno le cose sono andate come riportate dai giornali anche se forse a volte con qualche termine inadeguato. Dopo circa 15-20 minuti dal decollo improvvisamente ho sentito male alle orecchie e aria fredda, le mascherine dell'ossigeno sono scese, pochi attimi dopo il pilota (?) ha annunciato in cabina "emergency descent" (credo lo abbia ripetuto 2-3 volte) ed ha cominciato una rapidissima discesa che puo' benissimo venire descritta da un profano come una "picchiata". Sotto di noi le alpi innevate. A ruota dell' emergency descent e' seguito il mayday , sempre in cabina credo per 3 volte. E' difficile descrivere che cosa ho provato ma di sicuro in rapida successione ma non so in che ordine incredulita', paura, certezza di morire, accettazione etc etc. Con il senno di poi ora so cosa e' successo ma mentre accadeva era una storia diversa. La sensazione di perdita di controllo e' stata enorme. Il panico in cabina e' stato molto composto, non ho sentito urla a parte quelle di un paio di bambini molto piccoli che credo piangessero per il male alle orecchie. Sono grata che accanto a mia figlia di 8 anni ci fosse seduto il papa' che ha saputo affrontare la situazione con calma straordinaria (non mancando di mettere il portafoglio nella tasca per aiutare nell'identificazione). Non credo potro' mai dimenticare lo sguardo di mio marito, dei miei figli e della mia piu' cara amica che sedeva accanto a me. Arrivati ad una certa quota (ora so di 3000 metri) l'areo ha ripreso a volare im modo "tranquillo", le assistenti si sono tolte le maschere di ossigeno e ci hanno informato che potevamo toglierle anche noi, hanno distribuito acqua e rassicurato i passeggeri. Alla mia domanda riguardo all'atterragio mi hanno informato che tutto era sotto controllo e che stavano aspettando informazioni dal pilota. Poco dopo mi hanno informata che saremmo atterrati a Frankfurt Hanh e cosi e' stato credo circa 30 minuti piu' tardi. Atterrati a Francoforte un paio di birre e un po' di vino mi hanno aiutata a rilassarmi e a riprendere l'aereo per Nottingham circa quattro ore piu' tardi. Credo mi abbia aiutata a restare tranquilla anche la consapevolezza che mia figlia di 8 anni vive le sue emozioni attraverso quelle di mammma e papa' e sicuramente noi siamo responsabili in modo rilevante del modo in cui elaborera' questa esperienza. Ho sempre avuto una certa paura di volare ma mai abbastanza da impedirmi di salire in aereo. Credo che questa esperienza mi abbia in un certo senso portata ad un limite estremo di consapevolezza al punto che mi sento di affermare che ora forse mi fa meno paura di prima. In genere cio' che non si conosce fa piu' paura. La mia mente spesso ritorna a quegli attimi e la sensazione fisica di paura si ripresenta. Raccontare questa storia serve anche ad esorcizzarla. Grazie.

Veramente grandi complimenti per il modo in cui tu e la tua famiglia avete affrontato questa situazione e per la pacatezza e la sincerita' con le quali hai deciso di condividerla con noi.
 
Ma veramente pensi che impattare, dico impattare, su un campo oppure sulle rocce a 800 km/h sia tanto diverso? Ma dai!

Sicuramente sono "dure" uguali se ci vai a sbattere, però alle Alpi ci vai a sbattere 3000 metri prima rispetto che alla pianura :)
Penso che a questo si riferisse, alla "vicinanza", quando ha fatto quel riferimento alle Alpi.
 
"Sotto di noi le alpi innevate" lo avrei evitato, anche perché impattare con le Alpi, con il mare o con un campo di rucola poco cambia, le probabilità di restarci sono esattamente le stesse, per il resto buon racconto.

non si voleva, credo, differenziare sulla tipologia di terreno, ma soltanto sottolineare di li a poco sarebbe potuta finire male. Impattare sui tre diversi scenari da te descritti, è vero, cambia poco o nulla, ma in caso si voglia tentare un atterraggio di emergenza, è più fattibile tentare sul mare ammarando, che sul costone di una montagna.
 
Ma veramente pensi che impattare, dico impattare, su un campo oppure sulle rocce a 800 km/h sia tanto diverso? Ma dai!
Se ti ci sgrugni sopra senza controllo si, non cambia niente, ma un atterraggio d'emergenza ha più probabilità di riuscita sula rucola di QSR :D che sul ghiacciaio all'incirca verticale delle Grand Jorasses.
 
Non vorrei sbagliarmi ma questo tipo di "inconveniente" non è gia successo altre volte a Ryanair?
 
Guarda non metto in dubbio ci mancherebbe, ma tra mille guasti che possono sempre succedere a TUTTI mi sembrava appunto di ricordare l'altro recente episodio di Ryanair B738 near Zurich on Feb 6th 2012, loss of cabin pressure tutto qui. Senza polemica alcuna sia chiaro.

Marco