[OT]tempeste solari per i naviganti lungo raggio


Klipper

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7 Novembre 2005
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Recentemente da parte della sanità Italiana c'è stata una maggiore presa di coscienza del problema introducendo la visita medica annuale di controllo sugli effetti delle radiazioni ionizzanti per il personale navigante che opera oltre i 3.000 metri. Non è certamente sufficiente ma è già un passo avanti.

bye
 
A mio modesto parere questo è un altro degli argomenti su cui si potrà discutere all'infinito senza venire a capo di nulla, come degli effetti dell'aumento della temperatura globale, ognuno esprime la propria opinione ma gli effetti... chissà chi li vedrà.

Da parte Italiana è obbligatorio da parte delle Compagnie consegnare a fine anno al dipendente un documento dove viene certificata la quantità di Microsivert assorbite, sembrerebbe inutile, dato che alcuni studi dicono che chi vola a latitudini medie, tipo attività di medio raggio dall'Italia, assorbe meno radiazioni di un residente di Stoccolma, vista la differenza di spessore degli strati atmosferici.
Da altre parti, non vorrei sbagliare, mi risulta che in SQ non facciano fare più di un volo ULR al mese (tipo SIN-JFK) poiché dato che passando praticamente al Polo assornirebbero troppo, e posso anche capirlo.

Chi vivrà vedrà, sperando non si becchi prima un melanoma...
 
C'è chi dice che gli effetti delle murature si possono vedere nella presenza di tumori fra USA e Europa. Ovvero lo spazio in cui siamo è debolmente radioattivo, esiste anche una radiazione di fondo del terreno che case in calcestruzzo tendono a schermare. E' molto probabile che il volo in quota abbia qualche effetto. A dire il vero si beccano molte più radiazioni quelli che vivono ai poli, o vicino a essi, dove il campo magnetico non scherma.
Sono effetti molto blandi che si vedono su lunghi periodi, però è difficile discernere se certi malanni sono frutto di smog, alimentazione, fumo passivo, volo in quota o simili.
 
Per comodità evito di editare il post precedente.

Ricordo anche di un documento che girava anni fa, prima che venisse implementata la legge sulla comunicazione delle dosi di radioattività assorbite, che appunto informava, o quantomeno allertava, sui rischi del volo ad alta quota, con particolare riferimento a coloro che fanno lungo raggio.
Facendo qualche accurata ricerca altri documenti, poi l'attendibilità dell'uno o dell'altro è relativa, informavano che a seguito di uno (altro) studio fatto su piloti di un major americana, non vorrei fosse AA, si era scoperto che questi avevano una durata della vita superiore a quella media americana.
Chi ci capisce qualcosa è bravo.