[OT] Naufragio Costa Concordia


Mi stupisco, visto il tenore medio dei tuoi interventi, che non hai pensato a come è stata trattata parte dell'equipaggio, definita incompetente perchè proveniente da paesi che nella mentalità comune italiana sono di serie B.

Giusto,devo darti ragione,ma lungi da me l'idea di colpevolizzare l'equipaggio. Suppongo che si siano comportati più che bene nell'assistere ed aiutare più di tremila persone, anche se una cosa mi lascia perplesso:
Per gli effetti sulla sicurezza,quattromila e più persone che parlano una quarantina di lingue diverse,non complicano le cose!!??
 
Carta nautica del Giglio. Se ho capito bene, la nave ha "strisciato" contro gli scogli detti "Le Scole", ha proseguito verso nord, ha fatto un'inversione a sx di 180% arenandosi di fronte agli scogli di Punta del Lazzaretto.

View attachment 2063
 
Applausi sentiti a queste 4 persone

"In quell'inferno ci siamo aiutati"
Il vice sindaco e gli ultimi sulla nave

Mario Pellegrini è salito sulla Costa Concordia, per sei ore è rimasto ad aiutare le persone intrappolate. Con lui, che è stato l'ultimo a tornare a terra, c'erano un medico, un ufficiale e un commissario. Hanno salvato oltre 500 passeggeri

di KATIA RICCARDI

SONO storie di eroi per un giorno. Persone che hanno aiutato altre persone a sopravvivere. Come quella di Mario Pellegrini, di un giovane ufficiale, di un dottore e di un commissario di bordo. In quattro hanno aiutato quasi 500 persone rimaste in trappola. Mario Pellegrini è il vicesindaco della piccola bellissima isola del Giglio. Salito sulla nave per aiutare, è stato l'ultimo a scendere. Parla della sua notte guardando dal porto la carcassa piegata, schiacciata dentro un mare ancora troppo freddo.

Quando la Costa Concordia e i suoi quattromila passeggeri è stata tranciata dallo scoglio, "nessuno ha sentito niente" racconta Pellegrini. "Io ero dall'altra parte dell'isola". Il Giglio a gennaio è vuoto, tranquillo, la gente a quell'ora era nelle case, fuori il gelo. La nave è passata vicino alla costa. "Troppo vicino. Succede a volte. Ma mai così", continua il vice sindaco. Quando la gente ha cominciato a sbarcare nel piccolo porto, ha deciso di andare a bordo per dare una mano. "Sono montato sul primo tender da solo, d'accordo col sindaco che rimaneva qua a gestire l'affluenza. Volevo salire sulla in nave per coordinare il trasporto delle persone, il nostro porto è piccolo, all'inizio volevo cercare un collegamento con qualche ufficiale, volevo arrivare come carica istituzionale, ma una volta salito, non ho trovato nessuno" dice parlando con accento toscano, interrotto da altre persone che gli chiedono cose. L'isola è ancora scossa, è stata svegliata di notte, ha aperto case negozi, chiese. Ha dato coperte, ha reagito come poteva, accolto, riscaldato, nutrito.

"E' gente di mare, che il mare lo conosce. Devo ringraziarla la nostra gente, devo farlo di cuore", si interrompe. Poi ricomincia. "Sono arrivato dal lato destro della nave e sono salito. C'era confusione, la gente cercava di scendere, si accalcava, voleva raggiungere la terra. All'inizio ho cercato qualche ufficiale, ma poi non ho visto nessuno. Non c'era molta professionalità, dell'equipaggio vedevo soprattutto commissari, era difficile perfino farsi capire. Così ho passato i primi venti minuti, a cercare. Ma mancava una guida, la gente era da sola, quando ho capito che gli ufficiali non li avrei raggiunti, ho cominciato a caricare da solo la gente sui tender". La situazione da quel lato della nave si è tranquillizzata in breve "i tender alla fine scendevano quasi vuoti" racconta, "non c'era più pericolo da quella parte".

Ma dall'altra sì. Sul lato opposto la nave si stava inclinando. L'acqua aveva raggiunto i corridoi. "A sinistra c'era il dramma" continua Pellegrini. "Era buio, le pareti erano diventate i pavimenti, i corridoi erano allagati, ma dentro, al chiuso, in trappola, c'erano quasi 500 persone, non riesco a fare una stima, ma erano perse, nel panico, si tenevano alle pareti che ormai erano di traverso. Scivolavano. Nella confusione ho trovato una scaletta. L'aveva messa un ufficiale, anche il solo che ho trovato. Un ragazzo che veramente ha salvato la vita a tante persone. Ma dopo quella notte non l'ho più visto, lo devo ringraziare".

Sul lato sinistro si sono ritrovati in quattro. Pellegrini, il giovane ufficiale, un dottore e un commissario. Sono stati loro a salvare oltre cinquecento persone. Non sono andati via finché dalla nave non sono scesi tutti. "La gente urlava, si urlava addosso. Si spingeva, scavalcava bambini, anziani. Avevano tutti paura. Insieme all'ufficiale abbiamo cercato di metterli in fila, abbiamo dato loro un piano da seguire. Li portavamo alla scaletta, per farli passare. Ma l'acqua continuava a salire. Col dottore e il commissario li abbiamo presi e portati sulla parte alta della nave. Devi immaginare, c'erano persone anziane che si muovevano piano, dovevamo spostarli sulla ringhiera di notte, col freddo, c'era buio. Non ce l'avremmo fatta se non fossimo stati una squadra, improvvisata, ma una vera squadra", racconta. I nomi li conosce per averli chiamati in quelle ore di confusione. Voci su altre voci. Non è sicuro. Ripete solo "l'ufficiale, il dottore, il commissario". Li ringrazia, lo fa continuamente. Perché sa lo sforzo e l'importanza di un aiuto, lucido, e coraggioso.

"Nell'acqua alla fine abbiamo trovato 8, forse 9 persone che non riuscivano a passare. Erano le ultime però. E' stato lo sforzo finale, le abbiamo tirate su a mano, spinte verso l'alto con la corda, c'era una ragazza ferita asiatica ma col dottore siamo riusciti a far passare tutti. Quando sono stati all'aria aperta il panico si è calmato. Una volta fuori tutti hanno capito che c'era speranza, che c'erano i tender, che sarebbero riusciti a toccare terra. Così abbiamo anche avuto il tempo di coordinare la discesa, di riscaldarli con un gommone che abbiamo fatto a pezzi e trasformato in una specie di coperta. Poi abbiamo fatto altre due ispezioni per vedere se c'era ancora qualcuno sotto, per due volte, per essere sicuri. E alla fine siamo andati via", continua.

I tender hanno portato le persone sull'isola. Quattromila persone infreddolite. "Quelli della nave non sapevano neanche bene guidarli. E' venuta la gente del Giglio a farlo. E' gente di mare. A me piace la vigna.. Ma loro sono uomini di porto", dice Pellegrini. L'ufficiale, il dottore, il commissario e il vicesindaco sono scesi per ultimi. Non insieme, ma insieme alle persone che avevano aiutato, alle 5 di una mattina grigia.

"A terra al dottore ho offerto una birra. Gliel'avevo promessa mentre eravamo sulla nave. Ma dopo non l'ho più visto. Neanche gli altri tre". Il Giglio ha ospitato tutti, tranne gli ufficiali della Costa Concordia, "loro li hanno portati subito nelle caserme", spiega. E sulla rotta della nave non ha niente da dire. "Non si sa perché hanno fatto questo. Non c'era nessuno da omaggiare, nulla da vedere a terra.. Non si sa perché si sono avvicinati così all'isola. La gente di bordo non stava neanche sulle passeggiate, stavano a cena, faceva troppo freddo, non si sa perché hanno fatto così. E' difficile capirlo", ripete e il suo è un dubbio che suona vero, senza accuse, né polemiche. Poi cambia discorso, torna a ringraziare l'ufficiale, il dottore e il commissario. "Mi piacerebbe trovarli" dice, "da solo non avrei mai potuto fare nulla. Insieme ci siamo dati coraggio".
 
Bastava solo che avesse tirato dritto. Visto che ha urtato con la poppa sul lato sinistro, mi sembra probabile che sia successo questo.
Aveva già passato gli scogli con la prua; il timoniere si è accorto di essere talmente vicino a terra da rischiare grosso, gli sono venuti i brividi, quindi ha girato verso destra, cioè verso il largo per allontanarsi dall' isola. Questo gli è stato fatale perchè la prua si è allontanata dall'isola ma la poppa si è avvicinata. Basta guardare la cartina e si vede bene che se avesse tirato dritto avrebbe potuto girare a destra molto lentamente più avanti davanti al porto.
 
Hai ragione, probabilmente non c'era un divieto codificato (forse). Il mio era un ragionamento di buon senso. Io vedo in questo tipo di attività l'estremo dell' effimero. Qui tutto l'effimero è portato all'estremo. E molte operazioni sono fatte solo per motivi di immagine e di pubblicità. La società penso che sarà già abbastanza punita dallo stato delle cose. Penso non solo al danno diretto della perdita di vite umane e della nave coi suuoi 1000 milioni di euro, più o meno assicurati. Economicamente ci saranno anche le centomila prenotazioni già fatte per i prossimi sei mesi. Mi disturba il fatto che quando un singolo con la propria barca fa una minima trasgressione viene punito, mentre questi possono scorrazzare a piacimento. Pur non possedendo nemmeno una deriva, sono dalla parte di chi possiede una barchetta e con le ultime leggi si trova ad essere considerato come un potenziale evasore. Non mi piace. E non mi sento memmeno di mettere la croce al comandante, che ha le sue responsabilitò di certo, piuttosto la metterei all'armatore.
Nelle zone di balneazione la navigazione a vela o motore è consentita nei limiti fissati dalle ordinanze di capitaneria, e, dove ci sono al di fuori della linea delle boe. La zona di impatto non ricade nel caso.
Vorrei capire che colpe daresti all'armatore, se sono io che al timone mi schianto per errore o imprudenza. Non credo che la Costa abbia ordinato quel passaggio radente, e anche se lo avesse fatto il comandante avrebbe dovuto rifiutarsi e procedere in sicurezza.
se il singolo con la sua barca viene punito per un passaggio troppo sotto costa dove non si deve è giusto, anzi, le pene sono anche tropo blande visto che si rischia di tritare i bagnanti o i sub. E purtroppo di questi fatti l'estate è piena.
 
1° La gente non si aspetta, ma ha diritto!!
2° Avrei voluto vederti,aggrappato a qualcosa per non cadere, mentre al buio,aspettavi di poter salire su qualche lancia di salvataggio.In questo caso,piangere è anche un diritto.
3° Sarà colpa di chi piangeva se qualcuno ha portato il bestione sugli scogli!
Nessuno nega il diritto di piangere e di aver paura, ma a specie vedere che con dei morti ancora caldi si pensa già al risarcimento per la vacanza rovinata.
 
Bastava solo che avesse tirato dritto. Visto che ha urtato con la poppa sul lato sinistro, mi sembra probabile che sia successo questo.
Aveva già passato gli scogli con la prua; il timoniere si è accorto di essere talmente vicino a terra da rischiare grosso, gli sono venuti i brividi, quindi ha girato verso destra, cioè verso il largo per allontanarsi dall' isola. Questo gli è stato fatale perchè la prua si è allontanata dall'isola ma la poppa si è avvicinata. Basta guardare la cartina e si vede bene che se avesse tirato dritto avrebbe potuto girare a destra molto lentamente più avanti davanti al porto.
Non è detto, può anche darsi che la manovra sia stata tardiva, ricorda che 110.000 tonnellate a 15 Knt hanno una grossa inerzia.
 
Non è detto, può anche darsi che la manovra sia stata tardiva, ricorda che 110.000 tonnellate a 15 Knt hanno una grossa inerzia.

Ad onor del vero, la nave non pesa (disloca 115.000 tonnellate).
La stazza è 115.000 tonnellata, ma in questo caso è un unità riferita alla cubatura. Malboroli sarà poi più preciso di me.

Il peso della nava è il dislocamento, non la stazza.
 
Ad onor del vero, la nave non pesa (disloca 115.000 tonnellate).
La stazza è 115.000 tonnellata, ma in questo caso è un unità riferita alla cubatura. Malboroli sarà poi più preciso di me.

Il peso della nava è il dislocamento, non la stazza.
Esatto, ma il concetto resta. La risposta alle manovre non può essere immediata.
 
Non è detto, può anche darsi che la manovra sia stata tardiva, ricorda che 110.000 tonnellate a 15 Knt hanno una grossa inerzia.
Comunque con i se e i ma non si va da nessuna parte. I fatti che emergono sono ormai chiari.
Purtroppo ci sono stati gravi errori/negligenze umane ( come il pilota russo che anni fà fece sedere il figlio al posto di comando con la conseguenza di uno schianto faale) ma quello che dopo l'accaduto rimane ancor più grave, da parte mia, è l'abbandono della nave da parte del comandante. Il comandande dell' Andrea Doria all'epoca dell'incidente che ha coinvoloto la sua nave e stato fatto scendere solo dopo che gli hanno puntato addoso le armi...
 
Comunque con i se e i ma non si va da nessuna parte. I fatti che emergono sono ormai chiari.
Purtroppo ci sono stati gravi errori/negligenze umane ( come il pilota russo che anni fà fece sedere il figlio al posto di comando con la conseguenza di uno schianto faale) ma quello che dopo l'accaduto rimane ancor più grave, da parte mia, è l'abbandono della nave da parte del comandante. Il comandande dell' Andrea Doria all'epoca dell'incidente che ha coinvoloto la sua nave e stato fatto scendere solo dopo che gli hanno puntato addoso le armi...

Mi pare, non vorrei sbagliarmi che lo stesso comandante sia stato inizialmente accusato di essere il responsabile del disastro, per essere riabilitato alla conclusione dell'inchiesta
 
Mi pare, non vorrei sbagliarmi che lo stesso comandante sia stato inizialmente accusato di essere il responsabile del disastro, per essere riabilitato alla conclusione dell'inchiesta

ricordi bene,purtroppo (Piero Calami ) è stato scagionato troppo tardi, già all'epoca c'erano troppi interssi in ballo.
 
Mi pare, non vorrei sbagliarmi che lo stesso comandante sia stato inizialmente accusato di essere il responsabile del disastro, per essere riabilitato alla conclusione dell'inchiesta

L'indagine non lo riabilitò, ragioni di opportunità politico/economica fecero sì che formalmente la colpa venisse addossata a metà. Chi la fece "franca" fu il comandante della Stockholm. Sul naufragio dell'Andrea Doria gira a ripetizione un bellissimo documentario su History Channel, che vale la pena di vedere. Ci so o varie testimonianze sulla figura del Comandante Piero Calamai, la più bella è quella di un ufficiale di bordo all'epoca giovanissimo, che racconta in prima persona quanto vissuto. Certamente, non venne costretto con le armi ad abbandonare la nave: gli ultimi ufficiali rimasti si rifiutarono di eseguire il suo ordine di abbandonare la nave senza di lui, che a quel punto cedette (con la nave inclinata ormai di 40 gradi!).
 
Nelle zone di balneazione la navigazione a vela o motore è consentita nei limiti fissati dalle ordinanze di capitaneria, e, dove ci sono al di fuori della linea delle boe. La zona di impatto non ricade nel caso.
Vorrei capire che colpe daresti all'armatore, se sono io che al timone mi schianto per errore o imprudenza. Non credo che la Costa abbia ordinato quel passaggio radente, e anche se lo avesse fatto il comandante avrebbe dovuto rifiutarsi e procedere in sicurezza.
se il singolo con la sua barca viene punito per un passaggio troppo sotto costa dove non si deve è giusto, anzi, le pene sono anche tropo blande visto che si rischia di tritare i bagnanti o i sub. E purtroppo di questi fatti l'estate è piena.

L'armatore è corresposabile in modo significativo. La publicità per chi è a terra , e lo spetacolo da sottoporre ai passegeri, è deciso dalla società. Non era il primo giro. Girano 52 settimane all' anno. Si tratta di uno show reciproco. Chi sta a bordo viene ripagato da uno spettacolo da raccontare a casa (pubblicità indiretta), chi è nel porticciolo, oppure a Riccione e a Venezia dove ho visto io di persona vede la nave nella sua imponenza (pubblicità diretta). Più passa vicino più fa impressione.
Forse al timone in quel momento c'era uno sprovveduto. Lo scoglio deve averlo visto bene a sinistra davanti alla prua inquadrto dai fari. Ma non ha urtato nè con la prua ne con la parte centrale, ormai era passato. La virata a destra è stata fatale.
 
Il Grande Capo si esprime:


FROM: Micky Arison
DATE: January 16, 2012
RE: COSTA CONCORDIA
I am sure that by now most of you have heard about Costa Concordia’s tragic accident and you’ve seen the news stories and images from Italy. All of us at Carnival Corporation & plc are deeply saddened by these events and are committing our full resources to ensure that all guests and crew are looked after.
We are all part of a very close seafaring family. While an event like this is extremely rare, it is something that deeply affects all of us. Our thoughts and prayers are with the families of those who lost loved ones, as well as with those guests and crew members who were injured. The Costa team is working closely with Italian officials in the rescue and recovery efforts.
We want to thank members of the crew of Costa Concordia whose efforts resulted in the successful evacuation of more than 4,000 people in what were very challenging conditions. We’d also like to thank everyone across our company who has provided invaluable support.
We are deeply thankful for the assistance provided by the Italian Coast Guard and the local authorities and community members who went to extraordinary lengths to assist in the evacuation of the ship and provide comfort and support to the guests and crew.
The safety and security of our guests and crew remains our first priority. All of our brands maintain excellent safety records and we are working to fully understand the cause of what occurred.
 
L'armatore è corresposabile in modo significativo. La publicità per chi è a terra , e lo spetacolo da sottoporre ai passegeri, è deciso dalla società.

Se leggi anche quello che ha pubblicato red_one,c'è scritto che la decisione di passare sotto costa è stata presa unicamente dal comandante. E' impensabile che Costa dia il permesso di fare una cosa del genere,anzi la compagnia impone di rispettare una rotta prefissata inviolabile,salvo casi particolari.