Si rileva un fenomeno interessante: da qualche tempo la stampa locale inizia a dare voce alle proteste di cittadini e comitato dei quartieri di Bergamo e dei paesi limitrofi alla testata ovest della pista di Orio.
La cosa è del tutto inedita, in quanto negli anni precedenti l'apparato informativo bergamasco era schierato in modo granitico a difesa delle posizioni di Sacbo. Ciò, nonostante il tema dei rumori fosse piuttosto dibattuto anche a livello politico.
Sta iniziando a dare risonanza alle proteste il quotidiano on line Bergamonews, mentre la Pravda bergamasca, ossia l'Eco, per ora tace.
Cari Concittadini,
io abito a Colognola ed ho letto i commenti alla lettera del Comitato Aeroporto di Bergamo, pubblicata su “Bergamo news”: mi auguro che essi siano dovuti soltanto a mancata conoscenza dei fatti.
Per una vita ho creduto che legalità e moralità fossero principi basilari ed inscindibili, su cui edificare una società degna di chiamarsi “civile”.
Oggi le mie certezze si sono scontrate con una realtà di fatto che mi stupisce e mi indigna.
Negli anni Settanta ho acquistato (a prezzo di mercato e non di saldi!), l’appartamento in cui abito tuttora, nel quartiere di Colognola; qui sono cresciute le mie figlie, qui si sono consolidati i miei rapporti socio-affettivi.
Per molto tempo il quartiere è veramente stato “a misura d’uomo”: un’area residenziale tranquilla, con una buona qualità di vita.
L’aeroporto di Orio al Serio era una realtà che non interferiva in misura significativa con la nostra quotidianità. Inizialmente scalo militare pressoché dismesso, si è nel tempo trasformato in aeroporto civile, nel primo periodo con dimensioni limitate, che non compromettevano la vivibilità delle aree circostanti, anche perché fino agli anni ’90 i decolli avvenivano verso est, cioè nell’unica direzione costituita da un’area senza importanti insediamenti abitativi.
La crescita dello scalo è avvenuta gradualmente, ma è stato soprattutto negli ultimi anni che essa ha compromesso gravemente la vivibilità del nostro quartiere.
Nel 2003 ha avuto inizio un progressivo sviluppo dell’aeroporto, al quale il Ministero dell’Ambiente ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali hanno concesso il loro benestare, a condizione che fossero rispettate precise prescrizioni, atte a rendere compatibile lo sviluppo dello scalo con le esigenze del territorio circostante (decreto 677, del 4-11-2003. V.I.A. = Valutazione Impatto Ambientale). E’ un dato di fatto che la definizione delle curve isofoniche e delle zone di rispetto (comprese nelle sopra citate prescrizioni) non sono state ancora determinate.
Non si tratta di problemi irrilevanti, perché non bisogna dimenticare che l’aeroporto è situato a ridosso della città e questo è un dato reale, di cui non si può non tener conto!
Dal settembre 2009, poi, è stata attuata una nuova rotta che prevede una virata a sinistra dopo il decollo: ora gli aerei sfrecciano proprio sopra le nostre case!
Ci è stato spiegato che questo cambiamento avrebbe portato benefici ad 11.500 persone e che sarebbe diminuito il numero degli “esposti”!
Ebbene, quegli “esposti” siamo noi: noi che già prima subivamo le pesanti conseguenze dei decolli, ora siamo ancor più penalizzati!
Questo ci ha portato all’esasperazione: il rumore incessante degli aerei scandisce le nostre mattine, le nostre giornate, le nostre sere!
Abbiamo protestato, ma invano: gli appelli alle Istituzioni ed alla classe politica bergamasca non hanno avuto alcuna ricaduta positiva; anche il maggior quotidiano di Bergamo ha di fatto minimizzato il problema, riservando poco spazio alle nostre proteste.
Oggi Colognola è ancora, in teoria, un quartiere residenziale di Bergamo in cui, sempre in teoria, dovrebbe valere la zonizzazione acustica comunale, cioè il limite di 55 decibel.
In pratica, tuttavia, nella nostra zona il livello di inquinamento acustico è ben più alto, corrispondente a quello di una “zona di rispetto” (Così si definiscono le zone molto vicine agli aeroporti ed interessate da livelli di rumore più alti delle altre aree: in queste zone gli insediamenti abitativi sono sottoposti a vincoli ben precisi, quali ad esempio la possibilità di delocalizzazione, l’insonorizzazione degli edifici ed altre limitazioni che non cito per non annoiarvi ).
Per noi, nessuna tranquillità garantita, nessun diritto alla salute veramente preservato!
A Colognola circa 5.000 persone possono vivere nel rumore, possono essere svegliate alle 6 del mattino dal rombo degli aerei, possono sopportare 70 voli al giorno sulle loro teste, mentre lavorano, passeggiano, parlano al telefono, guardano la televisione, addormentano i loro bambini, cercano di godersi il fresco della sera…
A questi già gravissimi danni, si aggiunge un altro problema: quando saranno “finalmente” approvate le curve isofoniche, il nostro quartiere sarà quasi sicuramente destinato a diventare una “zona di rispetto” e, come è logico supporre, il valore degli immobili crollerà. Chi vorrà mai comprare una casa in un posto in cui non c’è mai pace?
Per salvaguardare gli interessi dell’aeroporto e di tutti coloro che ne favoriscono l’incessante sviluppo, si sacrificano gli “esposti”.
Evidentemente 5.000 cittadini hanno meno diritti degli altri: condannati al rumore, condannati a seri danni patrimoniali. (Mi sto riferendo a Colognola, ma ricordo che sono interessati al problema anche i quartieri di Campagnola e Malpensata, nonché i Comuni di Azzano S. Paolo e Stezzano: gli “esposti” sono ben più di 5.000!)
Gli sbandierati “benefici economici” derivanti dall’aeroporto li pagheremo noi: noi che paghiamo le stesse tasse degli altri cittadini, noi che eleggiamo e manteniamo come tutti gli altri la Pubblica Amministrazione, affinché tuteli i nostri diritti ed i nostri interessi.
Ora io mi chiedo: è possibile che un pezzo di città sia trasformato in “zona di rispetto”, con una decisione presa dall’alto e contro il volere degli interessati?
E’ possibile che un quartiere di Bergamo sia di fatto declassato e condannato alla decadenza, con gravissimi danni per coloro che vi abitano?
Infatti, non illudiamoci, chi potrà se ne andrà ad abitare altrove, chi resterà avrà una vita compromessa dal rumore ed una casa che non vale più i risparmi e, spesso, i mutui faticosamente pagati per decenni!
Precisiamo che noi non vogliamo la chiusura dell’aeroporto, ma esigiamo che esso sia compatibile con la salvaguardia del territorio circostante: una soluzione si può e si deve trovare!
Del resto, se i danni denunciati dagli abitanti delle zone a sud di Bergamo fossero veramente “irrilevanti” e semplicemente sovrastimati da chi protesta ( Forse perché troppo sensibili al rumore? Forse perché poco attenti alle “magnifiche sorti e progressive” del terzo aeroporto d’Italia?), per quale motivo si sarebbe fatto di tutto (e lo si è fatto!) per evitare al resto della città i problemi connessi allo sviluppo esponenziale di Orio al Serio?
Perché non si è deciso di “spalmare” le rotte, in modo che l’intera città si facesse carico delle ricadute negative, così come dei benefici economici dati dallo scalo?
Se invece, come è accaduto, si è scelto di limitare il numero degli “esposti” (…abbandonati alla ruota del convento?…), è indubbio che l’esposizione al rumore è un danno, un problema che deve essere limitato il più possibile.
E quale soluzione è stata trovata? Condannare una parte di Bergamo all’invivibilità, con buona pace di coloro che inneggiano ai primati di Orio ed ironizzano su chi protesta, mentre vivono e dormono tranquilli ( loro sì ), a distanza di sicurezza dal rombo degli aerei in decollo!
E’ questa la democrazia? Una maggioranza tutelata ed una minoranza sacrificata?
E’ questa la tutela da parte della Pubblica Amministrazione? Salvaguardare i diritti della maggioranza e lasciare che la minoranza non goda degli stessi diritti, della stessa qualità di vita?
Esaminate i dati di fatto, incontrovertibili.
Bergamo è la settima città per livelli di inquinamento: veramente c’è che crede che ciò sia ascrivibile solo al traffico automobilistico? (E gli aerei? Sfrecciano in cielo, è vero, ma le emissioni inquinanti vengono disperse nello spazio o ricadono sul territorio? Oppure anche questa è un’argomentazione capziosa?)
Bergamo è al secondo posto per incidenza di malattie tumorali. Non c’è da gioire.
Per fortuna si sta costruendo un nuovo, eccellente ospedale, ma perché non pensare anche ad una riorganizzazione dei modelli di sviluppo della città?
Perché non rimettere al primo posto il valore della salute, prioritario rispetto a qualsiasi interesse economico, come sostenuto dal dott. Remuzzi (20 giugno 2010, incontro pubblico sul futuro di Bergamo, organizzato da Bergamo-news)?
Cementificazione esasperata, inquinamento alle stelle, aeroporto in crescita senza tregua…
Non si sta operando un sopruso ai danni dell’ambiente e della qualità di vita?
Forse molti hanno esaurito la capacità di ribellarsi ai soprusi: una forma di rassegnata accettazione che trasforma i cittadini in sudditi: da protagonisti attivi della vita pubblica – come vorrebbe la Costituzione – in passivi spettatori di manovre economiche che non capiscono (o che forse capiscono molto bene) e che, comunque, si attuano a loro danno.
“Res publica”: cosa pubblica! A me sembra che non si possa parlare di “cosa pubblica” nel momento in cui una parte di cittadini è costretta a subire decisioni che non approva, che non vuole, che sono fortemente lesive nei suoi confronti.
Prego i concittadini, ma prima di tutto il Sindaco, di leggere con attenzione queste mie riflessioni: forse non è troppo tardi perché la gente ricominci a pensare che le Istituzioni sono state create per assicurare e difendere il bene di tutti, senza distinzioni tra serie A e serie B.
Adesso è sera, guardo i giardini davanti a casa mia: un tempo potevo ascoltare le loro parole verdi, nel buio. Ma ora la pace è interrotta da aerei in decollo che strappano via il silenzio e mi martellano la testa. Non credo che potrò sopportare a lungo questa situazione, che è destinata addirittura ad aggravarsi, a quanto si sente dire. Dovrò andare via da un luogo in cui ho trascorso 35 anni della mia vita: sradicata per la decisione di chi insegue solo un miope profitto. Penso che altri, in questo momento, stanno facendo le stesse riflessioni. Non si tratta di “4 gatti” (come dice chi vuole disconoscere la gravità del problema), ma di migliaia di persone, molte delle quali, purtroppo, hanno perso la forza di ribellarsi a chi gioca con la vita degli altri, a chi crede di poter stravolgere la mappa di una città con un semplice tratto di penna, a chi giudica senza farsi domande: nel silenzio della sua casa, lontano da qui.
Invito voi, cittadini di Bergamo, a considerate se tutto questo è giusto, moralmente e non solo legalmente.
Però, prima di esprimere un giudizio, fermatevi un attimo:
immaginate di esserci voi, nei nostri panni.
Grazie per l’attenzione, da parte di una cittadina di Colognola.
Gabriella Pesce
Mercoledi 7 Luglio 2010
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