Nuove misure anticovid per spostamenti all'estero. No tampone rientro da UE


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Le Filippine tornano ad accogliere i turisti (vaccinati)

Tempo di riaperture per le Filippine: a partire dal 10 febbraio la destinazione inizierà a riaccogliere i turisti stranieri – ma con l’obbligo di essere completamente vaccinati – provenienti da Paesi da cui non è richiesto il visto, come l’Italia.

Lo ha annunciato la segretaria del Turismo Bernadette Romulo-Puyat: «Siamo molto grati dell’approvazione della nostra proposta di consentire l’ingresso ai turisti stranieri. Il dipartimento intravede in ciò uno sviluppo positivo che contribuirà in modo significativo al ripristino dei posti di lavoro, soprattutto nelle comunità legate al turismo, e nella riapertura delle imprese che hanno precedentemente chiuso durante la pandemia».

«Grazie ad anni di coordinamento tra agenzie nazionali, operatori del settore e le varie unità del governo locale per preparare le nostre destinazioni per il turismo nella nuova normalità, siamo sicuri che saremo in grado di tenere il passo con i nostri vicini che hanno già fatto passi simili per riaprire ai turisti stranieri», ha aggiunto Bernadette Romulo-Puyat.

Annunciata anche la sospensione del sistema di classificazione dei Paesi a partire dal 1 febbraio 2022. Da febbraio cadrà poi l’obbligo per tutti i filippini completamente vaccinati, che devono rimpatriare, di sottoporsi a quarantena.

«Siamo anche consapevoli che non c’è spazio per l’autocompiacimento data l’imprevedibilità del virus – ha detto Puyat – Monitoreremo da vicino la situazione e garantiremo che i protocolli di salute e sicurezza siano rigorosamente applicati in tutte le strutture turistiche. I turisti provenienti da Paesi per i quali non è previsto il visto saranno autorizzati ad entrare nel Paese, a condizione che i loro passaporti siano validi per almeno sei mesi al momento dell’arrivo e che possiedano biglietti di andata verso il Paese di origine o il Paese di destinazione successivo. I turisti dovranno anche fornire una prova dell’avvenuta somministrazione di uno dei vaccini Covi- 19 approvati».

 
Scusate la domanda forse stupida, avevo letto che a livello UE era stato deciso che dal primo febbraio si sarebbero tolti vincoli alla circolazione (tamponi inclusi) tuttavia ad esempio viaggiaresicuri indica ancora l’obbligatorietá del tampone per entrare in Portogallo. Ho capito male io e quindi ogni membro continua a fare come vuole? Grazie per l’aiuto
 
C'è stata una raccomandazione della Ue per cui basta il green pass per viaggiare, l'Italia si è adeguata e ha tolto il tampone all ingresso provenendo da paesi Ue ma ci sono altri paesi che ancora lo chiedono.
 
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Scusate la domanda forse stupida, avevo letto che a livello UE era stato deciso che dal primo febbraio si sarebbero tolti vincoli alla circolazione (tamponi inclusi) tuttavia ad esempio viaggiaresicuri indica ancora l’obbligatorietá del tampone per entrare in Portogallo. Ho capito male io e quindi ogni membro continua a fare come vuole? Grazie per l’aiuto
Ognuno fa il cavolo che vuole, esatto; questo vuol dire UE, Unfamiliar Entity.
 
E ti rende impossibile l’uso del rapido per la maggior parte dei viaggi extra UE, ad esempio USA west coast dovresti testarti praticamente in aeroporto.
Dalla east coast ti basta un test fatto la mattina della partenza.
Tornando da Bogotà infatti ho dovuto fare un PCR.

Ma più che altro al check-in non richiedono il certificato del tampone? Perchè per un itinerario molto lungo potrebbe essere impossibile avere il risultato così presto.
Si tratta di una norma tutto sommato piuttosto illogica (non è la prima, non sarà l'ultima, siamo d'accordo). Per una volta in Canada hanno fatto una cosa sensata da questo punto di vista: l'orario che fa testo dal quale si contano indietro le 72 ore per stabilire la finestra utile per il tampone molecolare (quello antigenico non viene accettato) è quello previsto di partenza del volo che porta in Canada. Per esempio, in un ipotetico itinerario VCE-FRA-YYZ-YWG, l'orario che stabilisce la finestra utile è quello previsto di partenza (da itinerario della linea aerea) del FRA-YYZ.
Anche se per itinerari complicati potrebbe essere necessario per il passeggero organizzare il tampone in uno degli scali (come specificamente indicato dall'autorità canadese), mi sembra una soluzione più efficace e onesta: in questo modo si annulla l'importanza della lunghezza del volo, durante il quale non è tecnicamente possibile farsi testare, e si rimuove almeno in parte la componente ritardi.

Ciò che non è sensato è non contemplare i tamponi antigenici con una finestra più breve: 72 ore sono decisamente troppe, può succedere qualunque cosa in quel periodo, il significato del test diventa quasi nullo.
 
Italy​

Revision date
February 1, 2022 for flights departing the U.S. January 31, 2022

What's new
  • Pre-departure antigen test timing requirements for travelers arriving from the United States have changed to test taken at most 72 hours before arrival.
  • Qualifying COVID-19 vaccination certificates to exempt from quarantine in Italy (arriving from the U.S) must show the customer was fully vaccinated at least 14 days before arrival and at most 270 days before arrival.
  • Qualifying COVID-19 recovery certificates to exempt from quarantine in Italy (arriving from the U.S) must be issued at most 180 days before arrival
 
Italy

Revision date
February 1, 2022 for flights departing the U.S. January 31, 2022

What's new
  • Pre-departure antigen test timing requirements for travelers arriving from the United States have changed to test taken at most 72 hours before arrival.
  • Qualifying COVID-19 vaccination certificates to exempt from quarantine in Italy (arriving from the U.S) must show the customer was fully vaccinated at least 14 days before arrival and at most 270 days before arrival.
  • Qualifying COVID-19 recovery certificates to exempt from quarantine in Italy (arriving from the U.S) must be issued at most 180 days before arrival

Qual è la fonte di questa notizia? Viaggiaresicuri per gli USA dice ancora cosi:

  • Sottoporsi a test molecolare nelle 72 ore precedenti l’arrivo o test antigenico nelle 24 ore precedenti l’arrivo, condotto con tampone e risultato negativo, (termine ridotto a 48 ore per il test molecolare in ingresso dal Regno Unito).
 
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Qual è la fonte di questa notizia? Viaggiaresicuri per gli USA dice ancora cosi:

  • Sottoporsi a test molecolare nelle 72 ore precedenti l’arrivo o test antigenico nelle 24 ore precedenti l’arrivo, condotto con tampone e risultato negativo, (termine ridotto a 48 ore per il test molecolare in ingresso dal Regno Unito).
Non e' aggiornato!! usa : traveldoc.aereo
 
Ma più che altro al check-in non richiedono il certificato del tampone? Perchè per un itinerario molto lungo potrebbe essere impossibile avere il risultato così presto.
Si tratta di una norma tutto sommato piuttosto illogica (non è la prima, non sarà l'ultima, siamo d'accordo). Per una volta in Canada hanno fatto una cosa sensata da questo punto di vista: l'orario che fa testo dal quale si contano indietro le 72 ore per stabilire la finestra utile per il tampone molecolare (quello antigenico non viene accettato) è quello previsto di partenza del volo che porta in Canada. Per esempio, in un ipotetico itinerario VCE-FRA-YYZ-YWG, l'orario che stabilisce la finestra utile è quello previsto di partenza (da itinerario della linea aerea) del FRA-YYZ.
Anche se per itinerari complicati potrebbe essere necessario per il passeggero organizzare il tampone in uno degli scali (come specificamente indicato dall'autorità canadese), mi sembra una soluzione più efficace e onesta: in questo modo si annulla l'importanza della lunghezza del volo, durante il quale non è tecnicamente possibile farsi testare, e si rimuove almeno in parte la componente ritardi.

Ciò che non è sensato è non contemplare i tamponi antigenici con una finestra più breve: 72 ore sono decisamente troppe, può succedere qualunque cosa in quel periodo, il significato del test diventa quasi nullo.
Problema: non puoi avere coincidenze "strette", se risulti positivo a FRA cosa fai ?
 
Appello delle adv Usa a Biden: stop ai tamponi per i turisti vaccinati

“Sono l’unico ostacolo al pieno recupero della nostra industria turistica e dell’incoming internazionale, su cui tanti dei nostri membri fanno affidamento per i loro mezzi di sussistenza”. Queste la parole con cui il ceo di Asta Zane Kerby si rivolge a Jeffrey Zients - coordinatore del team anti-Covid dell’amministrazione Biden - per chiedergli di eliminare l’obbligatorietà del test per i viaggiatori in arrivo, nel caso in cui siano completamente vaccinati.

Effetto negativo sulle prenotazioni
Pur comprendendo la logica che c’è dietro all’obbligatorietà dei tamponi Kerby, come scrive Travel Weekly, ne lamenta l’effetto nefasto sulle prenotazioni di viaggi internazionali sottolineando al contempo che l’eliminazione del test per i vaccinati potrebbe spronare anche gli indecisi, convincendoli a immunizzarsi per avere maggiore libertà di viaggio.

Il vaccino, sia inteso, è il modo migliore per frenare la diffusione del virus ma detto questo, spiega Asta, “crediamo che sia necessario trovare un equilibrio in termini di protezione della salute pubblica senza paralizzare la libertà di movimento degli individui attraverso i confini internazionali".

 
Let them follow the Zients... è così "by design" per mantenere i consumi entro i propri confini (tipo le cagate nostrane della lista E) prova a prenotare qualcosa per la Florida e ti costa di più che andare alle Maldive
 
Let them follow the Zients... è così "by design" per mantenere i consumi entro i propri confini (tipo le cagate nostrane della lista E) prova a prenotare qualcosa per la Florida e ti costa di più che andare alle Maldive

Oltre a ridurre i viaggi internazionali degli americani, il tampone in arrivo riduce i turisti internazionali in arrivo negli USA
 
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Let them follow the Zients... è così "by design" per mantenere i consumi entro i propri confini (tipo le cagate nostrane della lista E) prova a prenotare qualcosa per la Florida e ti costa di più che andare alle Maldive

presi 2 tkt per i miei per lo spring break dei nipoti in Marzo, AF, 440 USD l`uno, NCE-CDG-MIA and back
 
Il green pass con validità ridotta a soli 6 mesi sta causando problemi non solo ai turisti stranieri che hanno un green pass valido nel loro paese ma non in Italia e provoca molte disdette, ma anche agli equipaggi stranieri in sosta in Italia.

"Sul tema del green pass è intervenuta anche l’Ibar, l’associazione che rappresenta una cinquantina di compagnie aeree che operano in Italia, che ha sollecitato un intervento urgente del governo con un provvedimento che permetta agli equipaggi di accedere agli alberghi per i turni di riposo normalmente programmati a fine servizio.

I membri delle crew, si legge nel comunicato, “sono tutti regolarmente vaccinati in altri Paesi e in possesso di green pass europeo, certificazioni equipollenti e – laddove necessario – di test anti Covid recenti e con esito negativo. Dal 1° febbraio, con l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass rafforzato per accedere agli alberghi, tutto ciò non è più sufficiente e le compagnie aeree, piuttosto che affrontare il rischio di vedere il proprio personale respinto per il mancato riconoscimento delle rispettive certificazioni, stanno seriamente valutando la possibilità di ridurre i collegamenti con l’Italia”.

Un problema solo all’apparenza collaterale che potrebbe causare gravi conseguenze sulle connessioni e i già risicati flussi turistici da e per il nostro Paese.

Tratto da:
 
presi 2 tkt per i miei per lo spring break dei nipoti in Marzo, AF, 440 USD l`uno, NCE-CDG-MIA and back

È praticamente più economico volare da fuori, volevo fare un weekend ovunque in Florida (guardato Tampa, St Pete, Palm Beach, Orlando, Miami, FLL) tra due settimane, partendo da DC. Biglietti per 3, i più economici, 450$ a capa con Spirit, a orari non comodi per il weekend (tm) :D
United o American 700$ (ho pagato 750 euro TRS-FRA-IAD come metro di paragone).

Tra quello e albergo sarebbe costato circa 3000$ per 2 giorni / 3 notti. Ho trovato altro, dall'altra parte del paese, anche se non si potrà fare il bagno.
 
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io li ho presi al contrario, per DC per marzo , FLL- DCA con Jetblue, a 170$ l`uno, non male! Ora in FL e` alta stagione come hotel ,paghi delle cloache a certi prezzi....
 
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Green pass: Ue approva l’estensione di un anno, fino a giugno 2023

La Commissione Europea ha approvato oggi la proposta di «estendere di un anno» il certificato Covid digitale Ue, o Green pass, cioè «fino al 30 giugno 2023». Lo annuncia il portavoce Christian Wigand, durante il briefing con la stampa. Il Pass, aggiunge, «continua ad essere una misura eccezionale» che mira a facilitare gli spostamenti, ma il Sars-CoV-2 continua a circolare in Europa e «non è possibile determinare ora l’impatto di un possibile aumento dei contagi nella seconda metà dell’anno». Il regolamento che istituisce il Pass, entrato in vigore il primo luglio 2021, aveva durata di un anno, prorogabile. Cosa diversa è la durata di validità del certificato, che è stata fissata qualche giorno fa a 270 giorni dopo il completamento del primo ciclo vaccinale (è illimitata, per ora, dopo la terza dose). Un’altra cosa ancora sono la validità e l’uso del Pass a fini interni, che gli Stati possono decidere in autonomia, come ha fatto l’Italia: il regolamento Ue mira solo a facilitare gli spostamenti all’interno dell’Unione. Corriere.it
 
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Svezia, stop alle restrizioni dal 9 febbraio

La Svezia si unisce agli altri Paesi europei che annunciano la fine delle restrizioni per il coronavirus. «È tempo per la Svezia di riaprire», ha dichiarato la premier Magdalena Andersson, annunciando che le restrizioni decadranno dal 9 febbraio. La Svezia consentirà di tornare nei ristoranti senza limitazioni sul numero di persone, né sul distanziamento né sugli orari di apertura. Inoltre sui mezzi pubblici non sarà più necessario mostrare certificati vaccinali e indossare le mascherine e decadrà la raccomandazione di limitare i contatti. «La pandemia non è finita ma è entrata in una fase totalmente nuova», ha detto Andersson. Corriere.it
 
La Nuova Zelanda inverte la rotta: prima riapertura il 27 febbraio


Con il 94% della popolazione completamente vaccinata la Nuova Zelanda ha deciso: i confini saranno riaperti ai suoi cittadini a partire dal 27 febbraio in un piano che, in cinque fasi, porterà alla piena riapertura entro ottobre 2022.

Il primo step, quella che inizierà appunto il 27 febbraio, consentirà ai cittadini neozelandesi completamente vaccinati di potersi recare in Nuova Zelanda dall’Australia senza passare attraverso un periodo di quarantena, che sarà sostituito dall’autoisolamento e da un test all’arrivo.

Nella seconda fase, che partirà il 13 marzo, le porte del Paese saranno aperte ai neozelandesi vaccinati, a quelli con visti per lavoro e vacanza e ad altri viaggiatori stranieri “idonei”, come i lavoratori qualificati.

Nella terza fase la misura – spiega Il Sole 24 Ore - sarà applicata dal 12 aprile agli attuali titolari di visto temporaneo all’estero e a circa 5.000 studenti internazionali per il secondo semestre delle loro classi. Infine, nelle ultime due tappe, a partire da luglio, le frontiere saranno aperte a chiunque provenga dall’Australia.

 
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La lobby di compagnie aeree, associazioni, settore del turismo americano ed europeo premono fortemente ai massimi livelli sul Presidente per rimuovere il tampone di ingresso in USA per i vaccinati.

Mr. Jeffrey Zients
White House Coronavirus Response Coordinator
The White House
1600 Pennsylvania Ave., N.W.
Washington, DC 20500

Dear Mr. Zients:
On behalf of the many sectors of the travel and aviation industries, we urgently request that the Administration remove the requirement for pre-departure testing for vaccinated passengers traveling to the United States. Doing so is justified by the pervasiveness of COVID cases in all 50 states, increased immunity and higher vaccination rates as well as new treatments. Removing the requirement will greatly support the recovery of travel and aviation in the United States and globally without increasing the spread of COVID-19 and its variants.

The following factors strongly support the argument for removing the pre-departure testing requirement:
• As of today, more than 74.3 million people have had COVID in the U.S., meaning that at least 22 percent of the population has had the virus (though this figure is almost certainly an underestimate due to the number of asymptomatic infections and limited testing early in the pandemic). In December, the seven-day average for newly reported cases in the U.S. topped 700,000, 73 percent of which were the Omicron variant. Clearly COVID is widespread throughout the U.S. and attempts to control its importation via air travel under today’s circumstances are unlikely to change that fact. No new threatening variants appear to be imminent, but if they were, pre-departure testing could be easily reinstituted.

• The European Union has recommended that its countries remove intra-Europe COVID travel restrictions and the United Kingdom has announced the removal of COVID pre-departure testing for vaccinated air travelers to enter the country. The UK concluded that the cost to both passengers and airlines of the testing mandate could no longer be justified as there was no evidence the regime protected the population from COVID. This decision was supported by a January 5, 2022 study by Oxera and Edge Health that concluded when a variant is already highly prevalent in the domestic environment, travel restrictions are likely to have a very limited impact on the growth and the peak of cases and hospitalizations.1 This modelling result was replicated for Finland and Italy in a study released on February 1, 2022 which again found that testing of travelers has virtually no impact on domestic infection rates.

• The World Health Organization (WHO) recommends that states consider a risk-based approach to the facilitation of international travel by lifting measures, such as testing and/or quarantine requirements, for individual travelers who are fully vaccinated, at least two weeks prior to traveling, with COVID-19 vaccines listed by the WHO for emergency use or approved by a stringent regulatory authority.

Surveys of air passengers indicate that pre-departure testing is a leading factor in the decision not to travel internationally. People simply are unwilling to take the chance that they will be unable to return to the U.S. at the end of their business trip or vacation. As a result, international travel in 2021 was 75 percent below 2019 levels.

We share the Administration’s commitment to getting as many people fully vaccinated and boosted as possible and believe removal of this impediment for vaccinated travel will further incentivize vaccinations. Travel and aviation’s recovery is dependent on the government taking steps to remove travel restrictions that are no longer justified by current circumstances.

1 https://50c9e2c4-52c0-446c-ba2a-d30...d/80447b_6dab44d1412d484fac87f93874d08444.pdf
2 https://www.iata.org/contentassets/...-report-travel-restrictions-italy-finland.pdf

Thank you for your consideration and we stand ready to work with you to implement this important step toward learning to live with COVID in a way that doesn’t compromise health and safety.
Respectfully,

 
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