Non cielo dicono, il "Club segreto dei Padroni dell'Aviazione"


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Chissa' se in questo momento staranno parlando di Spirit mentre pescano, oppure col Risiko versione "Aviation Master"; comunque Lenny al top!

Il club segreto dei padroni dell’aviazione in un ranch del Wyoming: i riti di iniziazione, i costumi d’epoca (e le accuse)​


Nato nel 1937 il club i «Conquistatori del cielo» è diventato l’evento più esclusivo del settore. Si svolge due volte all’anno, ecco cosa succede all’interno

I «Conquistatori del cielo», il club segreto dei padroni dell’aviazione: le regole, i costumi e le accuse di accordi sottobanco
La cerimonia di «iniziazione» nel 1978 in uno dei pochi scatti trapelati


La pista del Shively Field, un piccolo aeroporto sperduto nel Wyoming a pochi passi da Saratoga (popolazione: 1.700 abitanti), è piena di jet privati. Così tanti che non c’è più spazio libero per accoglierne altri. Subito dopo essere sbarcati, i passeggeri vip sono stati caricati sui fuoristrada e portati in un ranch, ancora più isolato, a 85 chilometri di distanza. Dove per due, tre giorni si confrontano e rilassano, tra alcol e cibo. Si sfidano in diversi giochi. Parlano di lavoro ma fino a un certo punto, giusto per evitare accuse di accordi illegali. È così due volte all’anno, stesso luogo, stesse dinamiche e stesso settore: l’aviazione.

Le origini​

Benvenuti al club dei «Conquistadores del Cielo», come si chiama in spagnolo, il gruppo (quasi) segreto che riunisce amministratori delegati, presidenti e dirigenti passati e presenti (in qualche caso futuri) di società che fatturano anche decine di miliardi di euro. Fondato nel 1937 da Jack Frye, presidente della Trans world airlines (Twa), e dal suo vicepresidente, Paul Richert, il club vedeva tra gli invitati gli amici e i soci in affari di Frye, tutti ospiti nel ranch «A Bar A» dove si cacciava, si facevano passeggiate a cavallo e ovviamente si mangiava e beveva.



Il club segreto dei padroni dell’aviazione in un ranch del Wyoming: i riti di iniziazione, i costumi d’epoca (e le accuse)


I jet privati ripresi dalla webcam dell’aeroporto di Saratoga

Il titolo per i nuovi iscritti​

Per decenni l’esistenza del gruppo è stata tenuta nascosta, poi lentamente — tra ritagli di giornale, pezzi di libri e testimonianze — è trapelato qualcosa di più. Alcuni membri hanno descritto le cerimonie di iniziazione tra torce, discese a cavallo e i costumi tradizionali spagnoli (armature, spade, paramenti) realizzati, si narra, dal laboratorio che realizza quelli dell’Opera Reale di Madrid. Nei primi momenti viene letta la storia del gruppo e conferito il titolo di «conquistador» ai nuovi iscritti (che per essere tali dovevano aver partecipato ad almeno tre riunioni).

Il ruolo dell’organizzazione​

Da alcuni anni i Conquistadores sono diventati un’organizzazione senza scopo di lucro con l’obiettivo — si legge nella dichiarazione dei redditi depositata presso il Fisco americano — di «sviluppare e promuovere l’interesse per le attività aerospaziali, sponsorizzando e organizzando eventi e attività educative, sociali, ricreative e sportive che riuniscano e uniscano in spirito di fraternità le persone interessate agli obiettivi generali dell’organizzazione, nonché qualsiasi altra iniziativa».

Oltre 170 persone invitate​

Le richieste di informazioni ai vertici dell’organizzazione non hanno ottenuto una risposta al momento della pubblicazione di questo articolo. In un altro documento depositato presso il Fisco, si legge che «le riunioni semestrali dell’organizzazione offrono un ambiente sicuro in cui i leader influenti dell’industria aerospaziale possono incontrarsi per sostenere iniziative scientifiche, benefiche ed educative» e che «l’associazione conta circa 170 membri, sia nazionali che internazionali».
I «Conquistatori del cielo», il club segreto dei padroni dell’aviazione: le regole, i costumi e le accuse di accordi sottobanco


Il ranch «A bar A» oggi

I nomi​

Nella dichiarazione dei redditi del 2022 consultata dal Corriere — l’ultima archiviata — si legge che l’associazione ha registrato ricavi (in calo) per 1,8 milioni di dollari e un utile di appena 307 dollari. Tra i «key employees» compaiono anche nomi importanti: il ceo del gruppo Airbus, Guillaume Faury, l’amministratore delegato del colosso della difesa L3Harris Technologies, Chris Kubasik, l’ex ceo della più grande low cost del mondo Southwest Airlines, Gary Kelly, l’ex numero uno della divisione aerei commerciali di Boeing, Stan Deal.

Le accuse e gli accordi​

Con 170 persone riunite, in un mondo dell’aviazione dove gli interessi incrociati non sono pochi, le accuse di «cospirazione» non sono mancate negli anni. Con denunce per insider trading, accordi sottobanco. Da questi incontri sono nate anche alcune delle più grandi nozze dei cieli. Come quella tra American Airlines e US Airways nel 2013, come ha raccontato a un giornalista l’ex capo di American, Tom Horton. «Ho detto a Doug (Parker, allora ceo di US Airways poi diventato ceo del gruppo American Airlines dopo la fusione, ndr), in piedi vicino al fiume, che credo che una combinazione potrebbe creare valore. Gli ho fatto questa proposta. Ci siamo salutati con un cenno del capo».

I veterani​

Le riunioni hanno diverse regole. Tra cui quella di non divulgare all’esterno ciò che accade all’interno e di non lasciare mai il ranch. Non tutti le rispettano. Come Bill Franke — anima del fondo d’investimento Indigo Partners (proprietaria di vettori come Wizz Air e Frontier) — che a una serata di celebrazione di Herb Kelleher, padre del modello low cost scomparso nel 2019, ha raccontato: «La città più vicina è Encampment, lì c’è un solo bar, che si chiama “Mangy Moose”. In teoria non dovremmo lasciare la proprietà, ma Herb non ha mai seguito molto le regole. E non volevo che guidasse fino al bar, così lo accompagnavo io in auto».

lberberi@corriere.it