Ancora un po' di MilleMiglia da spendere e a ottobre prenoto due viaggi premio da Milano a Tehran, con decisione devo impormi al call center per ottenere di partire e arrivare a LIN invece che a MXP. Nel tempo AZ sposta gli operativi, mi offre di partire e tornare quasi una settimana dopo il previsto e solo dopo una lunga lite telefonica riesco a ottenere posti sul primo volo in partenza dopo la data originariamente prevista, accorciando il viaggio di due giorni. Fortunatamente il TO iraniano non se la prende e mi riformula il programma.
Dopo quasi dieci anni transito da FCO, vediamo come va l' hub naturale...
Partenza da LIN sabato 4 aprile con A320 nuovissimo AP. Molto bello, gli schienali dei sedili Recaro sono forse troppo sottili e faticano a rientrare in verticale, i PVT impongonono dei noiosi scatolotti metallici tra i piedi dei sedili centrali, ma questi aerei sono davvero all' altezza. Crew gentilissimo, LF basso, ma è sabato pomeriggio su una rotta business.
Non ero riuscito ad ottenere una sosta a FCO minore di due ore, nonostante le frequenze record su questa tratta. Meglio così, meno rischi di arrivare in Iran senza valigia, ma non è gran che. La mattina del giorno precedente la partenza mi chiama AZ: "Lei sa che l' operativo dei voli è stato cambiato?" Temo uno spostamento ad altra data del volo per Tehran (perché Alitalia si ostina a scrivere Teheran?), invece è solo un anticipo di pochi minuti, anche se alla fine il volo partirà all' orario "originale".
Curioso delle novità sbandierate sulla tratta più importante di AZ mi stupisco perché a FCO parcheggiamo ai remoti e ci vogliono 25 minuti dallo spegnimento dei motori per raggiungere il terminal A. Da lì un interminabile percorso a piedi verso il terminal C, due soli poliziotti e coda al controllo passaporti, ancora jogging fino allo shuttle per il satellite (che confusione fra terminal C e satellite C). Nel 2000 mi era sembrato più bello, ma pazienza.
Scendo alla sala Freccia Alata e mi sconvolgo: non ho mai visto una schifezza simile in nessun apt. Di qui dovrebbero passare i pax di Magnifica in transito, ma a parte i bagni appena sufficienti il resto è terribile, a Minsk e a Lima c' è ben di meglio, sembra un avanzo dell' epoca dei soviet. Non c' è praticamente niente da mangiare o da bere, passi, la macchinetta che serve la Coca spruzza dappertutto, tutto è consunto, sembra l' Avana.
E' appena finita la vacanza del Nuovo Anno iraniano, il volo è strapieno e operato da un 321 invece che dal normale 320. Ero riuscito a farmi dare la prima fila di Y, che ha sedili più larghi, una vera fortuna. A bordo saremo forse dieci italiani, il resto solo iraniani, due sole donne con il foulard in testa, che tutte dovranno mettere per sbarcare. Servizio buono, pasto buono, i sedili larghi sono una manna, ma il vecchio interno verde AZ e soprattutto le vecchie divise mi sono venuti a noia, dopo il 320 AirOne.
Stanotte il ritorno. A Tehran al nuovo aeroporto Imam Khomeini fanno capo tutti i voli internazionali, mentre al vecchio Mehrabad quelli nazionali ed è un piacere, di giorno, fare decine di chilometri di coda per spostarsi da uno all' altro...
Comunque è notte e stavolta eravamo già a Tehran, alle 2 ora locale si lascia l' albergo per arrivare in apt con i prescritti 150 minuti di anticipo rispetto al volo delle 05.20
Excursus: sia il vecchio che il nuovo apt sono praticamente musei all' aperto, con 747SP dell' epoca dello Shah, due luccicanti B707 presidenziali, B727 in servizio, Fokker 100 e A300 in abbondanza, qualche raro A320 che ha sfidato l' embrago. Ovviamente fotografarli è vietatissimo e decisamente pericoloso, la polizia controlla persino che maschi e femmine non si salutino troppo caldamente...
Dopo una lunga sosta nella lounge SkyTeam si imbarca ai remoti. Conto poco meno di 50 pax in Y e 4 in Business, quindi ci appropriamo ciascuno di una fila di tre posti di Y, ci sdraiamo come in una First fai da te e ci svegliamo poco prima di Pescara, in tempo per vedere che in Abruzzo c' è ancora parecchia neve e fa certamente freddo.
Probabilmente cinque Italiani a bordo e gli altri tutti Iraniani, quasi tutti maschi. Dopo il decollo viene servito un pasto leggero, con tanto di bresaola. Scelta azzeccatissima, nonostante le spiegazioni degli A/V tutti sono convinti che sia maiale e solo i miscredenti la mangiano, gli altri non toccano nemmeno il vassoio. Complimenti ad AZ!
Come mi aspettavo sbarchiamo ai remoti, ma stavolta c' era già il bus ad attenderci. Controllo passaporti velocissimo nel vuoto sportello per i cittadini EU e ci incamminiamo tra i nastri bagagli verso il satellite A, ma probabilmente scosso da un paio di bionde A/V Delta veramente notevoli sbaglio qualcosa ed esco nel landside. Da giorni non vedevo che foulard e chador. Non trovo di meglio che uscire dal terminal B e rientrare all' A, dove approfittiamo del varco riservato, ai controlli di sicurezza, ai passeggeri diretti a LIN.
Solito su e giù e si va alla saletta Freccia Alata del sat. A. Non c' è posto per sedersi, è abbastanza squallida, ma rispetto a quella del sat. C sembra a 5 stelle e ci passiamo un' ora volentieri.
Poco prima dell' orario previsto per l' imbarco ci avviciniamo al gate. Un sacco di gente è già in fila in piedi, i posti a sedere sono scarsi, il tempo passa e non si imbarca mai. Dopo 50 minuti ci viene detto che l' aereo ha un problema tecnico e non parte, che il volo successivo ha solo 9 posti liberi, che un' ora dopo ne partirà un altro con più posti liberi e tanti saluti. Il molo A è bello perché si osservano stormi di passeggeri migratori correre da un gate all' altro, quando viene annunciato il ricorrente cambio gate, fenomeno raramente osservabile in altri apt. Noi invece ci disperdiamo: chi va al banco transiti, chi sale alla CFA, chi va in biglietteria, chi al check-in. Lunghe code inutili, finché ci viene detto dalle impiegate, ma non annunciato con gli altoparlanti, che tra poco il nostro volo, risuscitato, verrà imbarcato dal gate originale. Finalmente siamo tutti seduti a bordo, il comandante ci informa che stanno cercando, per sbarcarla, la valigia di un pax che non si è imbarcato. Infine si parte e da un' A/V vengo a sapere che il pax mancante era convinto che l' hub di Alitalia sia Linate, infatti si era comprato un bel FCO-LIN-Varsavia e, vista l' ormai impossibile coincidenza, aveva scelto di non partire. Alla faccia della brughiera. Inoltre avevano cercato un aereo in sostituzione ma a FCO e per la tratta regina FCO-LIN, Frecciaverde (con la v o con la m?) non ce n' erano a disposizione.
Il volo era pieno di transiti, in particolare da SUF e dalla Sicilia. Perché mai? Boh! Altro che business, siamo tantissimi al nastro bagagli e, quando si ferma dopo quasi un' ora dall' atterraggio, siamo 50 senza valigia. Paziente coda per la denuncia smarrimento bagagli, nessuno sa dove siano le valigie e se/quando arriveranno, causa Dogana dobbiamo consegnare le chiavi e le combinazioni dei lucchetti. Più di 5 ore fa eravamo sbarcati a FCO, come transito non è niente male.
Prima di uscire, ormai avevamo perso già tanto tempo, sbircio il nastro bagagli dell' ultimo volo arrivato da FCO e vedo una delle nostre due valigie, devo di nuovo fare la coda per farmi ridare la chiave e riformulare la denuncia per una e non più due valigie smarrite. Ovviamente, alla fine di quest' ennesima coda, compare anche la seconda valigia.
Tutti gli aerei possono avere problemi, ma non è professionale far aspettare i pax in piedi per quasi un' ora, comunicare al gate la cancellazione di un volo che invece non è cancellato, mandare tutti a cercarsi una riprotezione fai da te, senza nemmeno indicare dove, non sapere dove sono i bagagli dei pax. Verrebbe da dire cose da terzo mondo, ma in Iran non capitano, credo.
Per quel che mi riguarda è altamente improbabile che vada da Milano a Roma in futuro con l' aereo. Bye bye.
Dopo quasi dieci anni transito da FCO, vediamo come va l' hub naturale...
Partenza da LIN sabato 4 aprile con A320 nuovissimo AP. Molto bello, gli schienali dei sedili Recaro sono forse troppo sottili e faticano a rientrare in verticale, i PVT impongonono dei noiosi scatolotti metallici tra i piedi dei sedili centrali, ma questi aerei sono davvero all' altezza. Crew gentilissimo, LF basso, ma è sabato pomeriggio su una rotta business.
Non ero riuscito ad ottenere una sosta a FCO minore di due ore, nonostante le frequenze record su questa tratta. Meglio così, meno rischi di arrivare in Iran senza valigia, ma non è gran che. La mattina del giorno precedente la partenza mi chiama AZ: "Lei sa che l' operativo dei voli è stato cambiato?" Temo uno spostamento ad altra data del volo per Tehran (perché Alitalia si ostina a scrivere Teheran?), invece è solo un anticipo di pochi minuti, anche se alla fine il volo partirà all' orario "originale".
Curioso delle novità sbandierate sulla tratta più importante di AZ mi stupisco perché a FCO parcheggiamo ai remoti e ci vogliono 25 minuti dallo spegnimento dei motori per raggiungere il terminal A. Da lì un interminabile percorso a piedi verso il terminal C, due soli poliziotti e coda al controllo passaporti, ancora jogging fino allo shuttle per il satellite (che confusione fra terminal C e satellite C). Nel 2000 mi era sembrato più bello, ma pazienza.
Scendo alla sala Freccia Alata e mi sconvolgo: non ho mai visto una schifezza simile in nessun apt. Di qui dovrebbero passare i pax di Magnifica in transito, ma a parte i bagni appena sufficienti il resto è terribile, a Minsk e a Lima c' è ben di meglio, sembra un avanzo dell' epoca dei soviet. Non c' è praticamente niente da mangiare o da bere, passi, la macchinetta che serve la Coca spruzza dappertutto, tutto è consunto, sembra l' Avana.
E' appena finita la vacanza del Nuovo Anno iraniano, il volo è strapieno e operato da un 321 invece che dal normale 320. Ero riuscito a farmi dare la prima fila di Y, che ha sedili più larghi, una vera fortuna. A bordo saremo forse dieci italiani, il resto solo iraniani, due sole donne con il foulard in testa, che tutte dovranno mettere per sbarcare. Servizio buono, pasto buono, i sedili larghi sono una manna, ma il vecchio interno verde AZ e soprattutto le vecchie divise mi sono venuti a noia, dopo il 320 AirOne.
Stanotte il ritorno. A Tehran al nuovo aeroporto Imam Khomeini fanno capo tutti i voli internazionali, mentre al vecchio Mehrabad quelli nazionali ed è un piacere, di giorno, fare decine di chilometri di coda per spostarsi da uno all' altro...
Comunque è notte e stavolta eravamo già a Tehran, alle 2 ora locale si lascia l' albergo per arrivare in apt con i prescritti 150 minuti di anticipo rispetto al volo delle 05.20
Excursus: sia il vecchio che il nuovo apt sono praticamente musei all' aperto, con 747SP dell' epoca dello Shah, due luccicanti B707 presidenziali, B727 in servizio, Fokker 100 e A300 in abbondanza, qualche raro A320 che ha sfidato l' embrago. Ovviamente fotografarli è vietatissimo e decisamente pericoloso, la polizia controlla persino che maschi e femmine non si salutino troppo caldamente...
Dopo una lunga sosta nella lounge SkyTeam si imbarca ai remoti. Conto poco meno di 50 pax in Y e 4 in Business, quindi ci appropriamo ciascuno di una fila di tre posti di Y, ci sdraiamo come in una First fai da te e ci svegliamo poco prima di Pescara, in tempo per vedere che in Abruzzo c' è ancora parecchia neve e fa certamente freddo.
Probabilmente cinque Italiani a bordo e gli altri tutti Iraniani, quasi tutti maschi. Dopo il decollo viene servito un pasto leggero, con tanto di bresaola. Scelta azzeccatissima, nonostante le spiegazioni degli A/V tutti sono convinti che sia maiale e solo i miscredenti la mangiano, gli altri non toccano nemmeno il vassoio. Complimenti ad AZ!
Come mi aspettavo sbarchiamo ai remoti, ma stavolta c' era già il bus ad attenderci. Controllo passaporti velocissimo nel vuoto sportello per i cittadini EU e ci incamminiamo tra i nastri bagagli verso il satellite A, ma probabilmente scosso da un paio di bionde A/V Delta veramente notevoli sbaglio qualcosa ed esco nel landside. Da giorni non vedevo che foulard e chador. Non trovo di meglio che uscire dal terminal B e rientrare all' A, dove approfittiamo del varco riservato, ai controlli di sicurezza, ai passeggeri diretti a LIN.
Solito su e giù e si va alla saletta Freccia Alata del sat. A. Non c' è posto per sedersi, è abbastanza squallida, ma rispetto a quella del sat. C sembra a 5 stelle e ci passiamo un' ora volentieri.
Poco prima dell' orario previsto per l' imbarco ci avviciniamo al gate. Un sacco di gente è già in fila in piedi, i posti a sedere sono scarsi, il tempo passa e non si imbarca mai. Dopo 50 minuti ci viene detto che l' aereo ha un problema tecnico e non parte, che il volo successivo ha solo 9 posti liberi, che un' ora dopo ne partirà un altro con più posti liberi e tanti saluti. Il molo A è bello perché si osservano stormi di passeggeri migratori correre da un gate all' altro, quando viene annunciato il ricorrente cambio gate, fenomeno raramente osservabile in altri apt. Noi invece ci disperdiamo: chi va al banco transiti, chi sale alla CFA, chi va in biglietteria, chi al check-in. Lunghe code inutili, finché ci viene detto dalle impiegate, ma non annunciato con gli altoparlanti, che tra poco il nostro volo, risuscitato, verrà imbarcato dal gate originale. Finalmente siamo tutti seduti a bordo, il comandante ci informa che stanno cercando, per sbarcarla, la valigia di un pax che non si è imbarcato. Infine si parte e da un' A/V vengo a sapere che il pax mancante era convinto che l' hub di Alitalia sia Linate, infatti si era comprato un bel FCO-LIN-Varsavia e, vista l' ormai impossibile coincidenza, aveva scelto di non partire. Alla faccia della brughiera. Inoltre avevano cercato un aereo in sostituzione ma a FCO e per la tratta regina FCO-LIN, Frecciaverde (con la v o con la m?) non ce n' erano a disposizione.
Il volo era pieno di transiti, in particolare da SUF e dalla Sicilia. Perché mai? Boh! Altro che business, siamo tantissimi al nastro bagagli e, quando si ferma dopo quasi un' ora dall' atterraggio, siamo 50 senza valigia. Paziente coda per la denuncia smarrimento bagagli, nessuno sa dove siano le valigie e se/quando arriveranno, causa Dogana dobbiamo consegnare le chiavi e le combinazioni dei lucchetti. Più di 5 ore fa eravamo sbarcati a FCO, come transito non è niente male.
Prima di uscire, ormai avevamo perso già tanto tempo, sbircio il nastro bagagli dell' ultimo volo arrivato da FCO e vedo una delle nostre due valigie, devo di nuovo fare la coda per farmi ridare la chiave e riformulare la denuncia per una e non più due valigie smarrite. Ovviamente, alla fine di quest' ennesima coda, compare anche la seconda valigia.
Tutti gli aerei possono avere problemi, ma non è professionale far aspettare i pax in piedi per quasi un' ora, comunicare al gate la cancellazione di un volo che invece non è cancellato, mandare tutti a cercarsi una riprotezione fai da te, senza nemmeno indicare dove, non sapere dove sono i bagagli dei pax. Verrebbe da dire cose da terzo mondo, ma in Iran non capitano, credo.
Per quel che mi riguarda è altamente improbabile che vada da Milano a Roma in futuro con l' aereo. Bye bye.