Meno rotte e meno sprechi


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Meno rotte e meno sprechi
Il federalismo dei piccoli aeroporti
Ecco il piano Enac che rivoluziona gli scali italiani. Cambiamenti in vista per i 20 più piccoli. Il dossier sarà discusso con il governo e gli Enti locali
di LUCIO CILLIS

ROMA - Arriva il federalismo aeroportuale. Riguarderà soprattutto gli scali più piccoli, quelli con futuro incerto e costi elevati che pesano sulla collettività: in prospettiva dovranno rinunciare a diverse rotte e, in particolare, a quelle internazionali che saranno concentrate negli aeroporti principali del Paese.

E questo perché lo Stato farà un passo indietro, trasferendo proprietà e gestione agli enti locali: toccherà dunque a Comuni, Regioni e Province - già alle prese con problemi finanziari indotti dalla crisi e dai tagli del governo - decidere se farsi carico delle spese di mantenimento degli scali minori. Insomma, da qui a qualche anno sarà sempre più difficile volare da piccole città italiane verso le grandi mete europee.
È il destino di almeno 20 aeroporti - da Aosta a Cuneo, da Foggia a Perugia, da Siena a Tortolì - in base a quanto pianificato da qui al 2030 nello studio "Sviluppo della rete aeroportuale italiana" che l'Enac ha consegnato al ministero dei Trasporti.
La soluzione per aggirare i costi che pesano sulla collettività, come quelli relativi all'assistenza al volo o al servizio dei vigili del fuoco (una media di almeno due milioni l'anno ad aeroporto, per un totale di circa 60 milioni) viene proposta al governo dall'Ente per l'Aviazione civile e dal suo presidente, Vito Riggio: un piano, sul quale l'ultima parola spetterà al ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che non mancherà di scatenare reazioni a catena da parte di Regioni e Comuni. Lo studio messo a punto per conto dell'Enac da OneWorks, Kpmg e Nomisma, traccia una netta linea di demarcazione tra gli aeroporti strategici e quelli che, al momento, non hanno grosse chance di crescita. Il futuro è roseo per 14 scali nazionali di rango: hub e aeroporti che mostrano tassi di sviluppo dei passeggeri elevatissimi. Nodi come Fiumicino, Malpensa, Venezia, Linate e via fino a Bologna, Bari (se verrà allungata la pista a 3 chilometri) e Palermo, hanno tutte le carte in regola per raddoppiare capacità e numero di passeggeri nei prossimi 10 anni, consolidando la loro posizione di "porta di ingresso in Italia". Questi aeroporti potranno crescere e aumentare la loro quota di voli.
Ma gli altri scali oggetto del riassetto rischiano di restare al palo, riducendo progressivamente la loro presenza sulle rotte internazionali. I 10 definiti come "primari", nel piano sono considerati come "non strategici" perché limitati nel bacino di utenza e nello sviluppo delle infrastrutture. Mentre i restanti 24, definiti "complementari", saranno operativi solo per soddisfare esigenze locali particolari e circoscritte, come isole o zone marginali del Paese altrimenti non raggiungibili. Alcuni dei 10 aeroporti medio-piccoli, potrebbero dunque essere costretti a rinunciare a diverse tratte da e per l'Europa mentre il gruppetto dei 24 complementari rischia un ulteriore, quanto fatale, ridimensionamento.
Bene, è proprio su 20 di queste ultime 24 realtà che l'Enac propone di sparigliare: "Nei prossimi 10 anni i passeggeri degli scali nazionali aumenteranno di circa 100 milioni rispetto ad oggi - spiega Riggio - è quindi necessario agire subito. Ma dobbiamo anche renderci conto che in un momento particolare come questo, in cui si parla tanto di federalismo, lo Stato non potrà più farsi carico degli oneri che gravano sugli aeroporti minori". Per mettere a nudo le contraddizioni del trasporto aereo italiano il presidente dell'Enac cita il caso emblematico di Comiso, in provincia di Ragusa: "Si tratta di una struttura nuova, pronta per essere inaugurata dopo 4 anni di lavori e un investimento di 53 milioni di euro. Ma siamo fermi: quella è una pista che non apre proprio perché oggi noi non siamo in grado di sapere chi sia il vero gestore o proprietario dello scalo. Se il Comune, che reclama attenzione ma nel contempo ha già dei problemi di bilancio da affrontare prima di occuparsi di un aeroporto, oppure se la responsabilità è della Regione Sicilia. Che a sua volta punta alla gestione spalmando però i costi sull'intera collettività. Per questo sarebbe meglio che lo Stato cedesse completamente il controllo agli enti locali. I quali - precisa Riggio - a quel punto dovranno farsi due conti e scegliere se pagare le spese di un aeroporto che muove pochi passeggeri l'anno, di sobbarcarsi la spesa per il lavoro degli "uomini radar", per quello dei pompieri, per tenere a norma tutte le strutture o se lasciar perdere e spendere in altro modo i loro soldi".


(18 agosto 2010)
 
beh speriamo proprio che l'analisi fatta non resti lettera morta e sia utile ... per me è giustissimo lasciare agli enti locali la responsabilità anche dei costi degli aeroporti, cosi di sicuro prima di fare qualche altra cattedrale nel deserto a spese della collettività ci si pensa due volte ... l'aeroporto di Comiso mi sembra un buon esempio ... ma anche altri scali minori ... se non si fa massa critica ma si cerca solo di avere qualche "voletto" per fare vedere che l'aeroporto esiste è solo uno spreco per la collettività ...
 
Sinceramente non capisco...ad oggi tutti gli aeroporti sono gestiti da enti locali...dove sarebbe la differenza ?
 
solo io penso che gli aeroporti che non raggiungono un certo numero di pax o tonnellaggio merci vadano chiusi? :sconfortato:

è un altro discorso questo.
Riggio afferma invece che i piccoli apt dovranno essere completamente a carico degli enti locali...di fatto è già cosi, quindi non capisco la differenza.

I soldi non ce li mette mai lo stato centrale , ma gli enti locali .
 
Sinceramente non capisco...ad oggi tutti gli aeroporti sono gestiti da enti locali...dove sarebbe la differenza ?

Polizia, vigili del fuoco e servizio di controllo del traffico aereo sono a carico della Repubblica italiana. A quanto pare si vuol far sì che siano gli enti locali ad assumersi questi oneri.
 
Polizia, vigili del fuoco e servizio di controllo del traffico aereo sono a carico della Repubblica italiana. A quanto pare si vuol far sì che siano gli enti locali ad assumersi questi oneri.

Polizia e VVFF ok, l'ENAV non mi risulti lavori gratis negli aeroporti...le società di gestione pagano il servizio all'enav
 
è un altro discorso questo.
Riggio afferma invece che i piccoli apt dovranno essere completamente a carico degli enti locali...di fatto è già cosi, quindi non capisco la differenza.

I soldi non ce li mette mai lo stato centrale , ma gli enti locali .

E gli enti locali dove andrebbero a prenderli i soldini? ..... dalle loro entrate locali .... Il risultato, quindi, non cambierebbe .... :(
 
E gli enti locali dove andrebbero a prenderli i soldini? ..... dalle loro entrate locali .... Il risultato, quindi, non cambierebbe .... :(

prova a dire alla gente che non ha la polizia municipale o i soldi per l'assistenza sociale perché devono mantenere un apt da 1000 pax all'anno...
 
prova a dire alla gente che non ha la polizia municipale o i soldi per l'assistenza sociale perché devono mantenere un apt da 1000 pax all'anno...

+1
Questo è il senso di tutta l'operazione: far sì che gli enti locali chiudano "da soli" per mancanza di fondi (senza intervento diretto dello Stato e quindi del ministero dei Trasporti) gli scali inutili. i doppioni, i triploni e così via... Al limite lasciano qualche rotta regionale.
 
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Questo è il senso di tutta l'operazione: far sì che gli enti locali chiudano "da soli" per mancanza di fondi (senza intervento diretto dello Stato e quindi del ministero dei Trasporti) gli scali inutili. i doppioni, i triploni e così via... Al limite lasciano qualche rotta regionale.

e ripeto mi fate un esempio di ente locale, che per la gestione dell'aeroporto locale, ottiene fondi dallo stato ? A me non risulta che ce ne siano sinceramente
 
e ripeto mi fate un esempio di ente locale, che per la gestione dell'aeroporto locale, ottiene fondi dallo stato ? A me non risulta che ce ne siano sinceramente

si sta parlando di polizia/carabinieri/vigili del fuoco che ora sono pagati dallo stato e poi saranno pagati p.e. dalle regioni
 
ok e quindi cosa cambia? nulla

Probabilmente niente. Solo che le regioni dovranno spiegare ai propri cittadini come mai taglino nel settore della sanità per aprire un aeroporto, i comuni dovranno spiegare come mai mettano autovelox ovunque per finanziare un aeroporto, e così via.
Non modificando la struttura del prelievo fiscale in Italia non cambierà niente: sicuramente, se l'aeroporto di Salerno avessero dovuto finanziarlo i salernitani di tasca propria, a Pontecagnano ci sarebbero campi di calcetto anziché un aeroporto.