lettera ad un amico...

  • Autore Discussione Autore Discussione FlyIce
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Mi permetto di avere qualche riserva.

I voli ormai si trovano anche su eDreams, dove si compra un tanto al chilo. Scontato che la sicurezza sia garantita dalle Autorità, contano il prezzo, la comodità di orari e itinerari. Il brand? Conta magari per il remunerativo Frequent Flyer, però un businessman parigino non volerà mai a NY via LHR, neanche se entusiasta di Virgin Atlantic. Perché a CDG non la trova.

Il business aereo ha enormi legami locali, non è un supermercato dove posso scegliere 25 marche diverse di birra.
E poi nessuno si fa le pippe mentali perché vola fico con un vettore e sfico con un altro. Capiterà con qualche veneto che vola solo Lufthansa e guida solo Mercedes. Ma gli altri volano sul nazionale con quello che trovano, al 75% volano intercontinentale con quello che propone l' agenzia di viaggi, magari provano Ryanair con gli amici e la riprovano, perché costa poco. Il brand da solo non permette di vendere un prodotto aereo uguale ad un prezzo superiore perché c' è il brand. Certo, chi ha provato Alitalia non sospetta che il 777 abbbia un' ottima Y. Brand negativo, ma è un' eccezione. Altrimenti le livree sarebbero tutte firmate dagli stilisti, come le montature degli occhiali.

Il nome conta, ma solo per rassicurare contro il timore della "carretta dei cieli" sconosciuta. Punto e quasi basta. Infatti per fidelizzare i pax ci vogliono le miglia e i voli premio. Dolce e Gabbana non vi danno la tessera FF.
 
Dolce e Gabbana non vi danno la tessera FF. [:304][:304][:304][:304] ti danno quella da BP(bravo pirla)xchè hai pagato 300 euro un paio di jeans che non ne costa nemmeno 25,ma questo è un'altro discorso..............allora sarò stronzo io che mi tocca partire spesso e volentieri da NCE xchè quando dico al cliente che ha il volo prenotato AZ succede il finimondo,come e successo 1 settimana fà con una delle isole samoa,bhè ma viste le comiche successe al ns city airport e con il ns vettore nella suddetta settimana forse è meglio così.Roba da cineteca.In fondo non frequento businessman
 
Citazione:Messaggio inserito da marcogiov

Mi permetto di avere qualche riserva.

I voli ormai si trovano anche su eDreams, dove si compra un tanto al chilo. Scontato che la sicurezza sia garantita dalle Autorità, contano il prezzo, la comodità di orari e itinerari. Il brand? Conta magari per il remunerativo Frequent Flyer, però un businessman parigino non volerà mai a NY via LHR, neanche se entusiasta di Virgin Atlantic. Perché a CDG non la trova.

Il business aereo ha enormi legami locali, non è un supermercato dove posso scegliere 25 marche diverse di birra.
E poi nessuno si fa le pippe mentali perché vola fico con un vettore e sfico con un altro. Capiterà con qualche veneto che vola solo Lufthansa e guida solo Mercedes. Ma gli altri volano sul nazionale con quello che trovano, al 75% volano intercontinentale con quello che propone l' agenzia di viaggi, magari provano Ryanair con gli amici e la riprovano, perché costa poco. Il brand da solo non permette di vendere un prodotto aereo uguale ad un prezzo superiore perché c' è il brand. Certo, chi ha provato Alitalia non sospetta che il 777 abbbia un' ottima Y. Brand negativo, ma è un' eccezione. Altrimenti le livree sarebbero tutte firmate dagli stilisti, come le montature degli occhiali.

Il nome conta, ma solo per rassicurare contro il timore della "carretta dei cieli" sconosciuta. Punto e quasi basta. Infatti per fidelizzare i pax ci vogliono le miglia e i voli premio. Dolce e Gabbana non vi danno la tessera FF.

marco il ragionamento è un pò più articolato e oltretutto ho semplificato troppo. la P (pubblicità) è una delle leva del marketing, quindi è vero non serve (e non si guarda) solo quella. non si guarda solo l'essere fico o il non esserlo ma anche quello conta insieme a delle condizioni che obbligatoriamente devono essere presenti!.. la pubblicità è indispensabile per aiutare a costruire la marca che nell'immaginario della gente è sempre una realtà multidimensionale, cioè un brand che racchiude in se diversi aspetti: le caratteristiche oggettivamente distinguibili (quelli che fanno la differenza concreta con altri prodotti), l'immagine esterna, l'esperienza che i consumatori hanno verso il prodotto/servizio, le aspettative che la gente ha su quel prodotto, le promesse che l'azienda fa su di lei. tornando al tuo ragionamento io non sarei così sicuro che la gente freddamente e con estrema razionalità (prezzo/orario/volo diretto) fa la sua scelta, sono più propenso a credere che anche l'immagine della marca che risiede nella mente delle persone abbia la sua buona influenza nella scelta (scelte che non sono quasi completamente razionali). tutti, chi più chi meno, abbiamo un'idea del valore (non economico/finanziario) di alitalia, british, emirates. appena parliamo di un vettore immediatamente si aprono nel nostro cervello diversi file che ci danno l'immagine complessiva (la percezione) di quella compagnia a completamento del prezzo, delle destinazioni e degli orari. mettiamola cosi: a parità di offerta, quindi la possibilità di trovare due voli di due vettori diversi per la stessa destinanzione, agli stessi orari e più o meno allo stesso prezzo l'immagine che la gente ha di quel vettore ha la sua influenza sulla scelta finale... BA si può permettere di fare aspettare anche due ore il transito a LHR non solo perchè è conveniente economicamente o perchè è tra le poche che ha quella destinazione sul timetable ma anche perchè si fa percepire con determinate qualità che alleviano "la sofferenza" dell'attesa coincidenza a londra. tre ore tra le braccia di BA o di emirates o di singapore valgono di più che due ore tra quelle di alitalia! perchè? perchè io ho un'idea di alitalia e una diversa di BA idea che mi sono formato su quello che tocco con mano ma anche su quello che mi hanno trasmesso "inconsciamente" le rispettive aziende


cose soft...

sorriso, braccio destro che si alza e si avvicina a me chiedendomi la carta d'imbarco... goodmorning sir...

cicca in bocca... braccia conserte appoggiata al galley... salve
 
Grazie, Globox, mi hai aperto gli occhi su una serie di concetti, forse un po' troppo semplicistici e sintètici (come tu stesso hai scritto verso la fine del tuo post, ci sarebbero altri fattori da tenere in considerazione), ma comunque interessantissimi per sbirciàre cosa ci sìa dietro alle scelte aziendali, che a volte appaiono bizzarre o inverosimili...

Spero di capìre bene lo spirito di questo post, dato che si presta bene per spiegare le strategìe di vendita anche degli aeroplani, anche se, dato il target un tantìno più specìfico, devono tenere meno conto, di alcuni, e più, di altri fattori, rispetto ad un pùbblico molto meno ristretto ed omogeneo, come quello dei viaggiatori...

@concorde: secondo me Globox ha fatto una sintesi efficace, ma si è dovuto dilungare perchè i concetti da lui espressi in poche righe io me li sono dovuti sorbìre in ore ed ore di studio su grossi libroni e dispense, alle riunioni dei corsi a cui ho dovuto partecipare per lavoro, solitamènte all'estero, quindi perlopiù in Inglese, lingua sintètica per eccellenza: una sintesi peraltro molto chiara e semplice da comprendere, almeno per me. C'è poco da dire, sul concetto semplicistico della vendita emozionale, se uno vuole stare sul mercato deve avere un prodotto la cui qualità sìa indiscutibile, diversamente, come giustamente hai ricordàto, si vende una volta sola: l'ultima, e addio agli investimenti su Brand, ecc. ecc.; quoto, come mi è capitàto di scrivere su altri post, che i ritardi ed i disservizi con il bagaglio non sìano direttamente imputàbili alle Compagnìe Aeree, ma la parte "soft" come la chiami tu, essendo molto poco il margine di variazione rispetto al resto che hai citàto, risulta fondamentàle e bisogna utilizzare gli strumenti "state of the art", come usano dire gli anglosassoni. Io, recentemente, mi sono occupato di "audit", secondo me ci sarebbe da approfondìre su questo strumento di verìfica fondamentàle...

Il concetto di rendere con un'immagine grandiosa un servizio un tantìno mediocre, secondo me, a Cimoli gliel'hanno contagiàta i Francesi, con la loro "Grandeur", e poi si è diffusa anche tra noi Sardi com'è capitàto di recente alla BIT di Milano (chi c'era l'avrà sicuramente notato, sennò c'è un'interessantissimo Thread su questi Forum)...

@thejaguar: per la confusione, credo che abbia risposto Globox: servono tutt'e due per vendere, ma le si può considerare diversamente in funzione del prodotto o del mercato...

Inoltre, visto che i fattori determinanti per la scelta di un volo rispetto ad un altro sono molteplici, l'unica cosa che le compagnìe possono fare è cercare di far "sentire" al cliente più conveniente la propria rispetto alle altre, proprio come fanno D&G coi pantaloni...

Marco;)
 
Citazione:Messaggio inserito da marcotiloca

Speriamo che l'Amm.ne non consìderi quest'approfondimento OT, dato che...
Visto che c'è una pagina di post sull'argomento e che Globox ha scritto "Mi hanno pure autorizzato dall'alto", non ti sfiora il dubbio che l'amministrazione possa non essere composta da somari o da notai di quart'ordine?

Speriamo davvero che sia l'ultimo tuo post con lamentazione, altrimenti faremo in modo che sia il penultimo.

L'amministrazione
 
Citazione:Messaggio inserito da thejaguar

..secondo mè stiamo confondendo le 2 cose la pubblicità(advertising)è una cosa il marketing(la commercializzazione,distribuzione,smercio) di 1 prodotto è un'altra cosa,quale è delle 2 che ti fà vendere?
La seconda (ma non si limita a commercializzazione,distribuzione,smercio)
Citazione:Messaggio inserito da concorde

...basta guardare la pubblicità dei vettori e si scoprirà anche l'anima, il modo di essere, la mentalità del vettore...
Come non darti ragione.....prova adesso queste, tutti pay-offs che fungono da spalla alla comunicazione istituzionale (if any), chiudi gli occhi ed interpreta l'anima, il modo di essere, la mentalità del vettore...:
- vi porteremo ovunque (poi chiedi e non c’è un beato cxxo)
- vi voliamo bene
- vi voliamo felici
- vola Antonio
- oggi va di moda il 2 prezzi

A te e a tutti ogni commento !
Citazione:Messaggio inserito da concorde

....tornando al tuo ragionamento (di marcogiov) io non sarei così sicuro che la gente freddamente e con estrema razionalità (prezzo/orario/volo diretto) fa la sua scelta.
Marco sì ! Ed uso Marco per definire quelli che volano prevalentemente per lavoro e che rientrano nel Mix che ho esposto sopra.
Ma vedi, ancora una volta entra in gioco il market-driven business: mette in rilievo l’esigenza del cliente, ne conosce i criteri di scelta, li segmenta, fa prospecting e si confronta con la concorrenza (FCS e IC).
Ma ci sono differenze ? Tante, ed all’airline servono tutte ! Segmentali:
Affari-Lavoro: corporate, PMI, individuale, congressuale, incentives, seamen (paga quanto un TO e 40kg di bagaglio), governativo, NGO, cantieristico, etc.
Leisure: TO individuale, TO gruppo, VFR, fai da te traveller, etc.
Etnico
Religioso
Seniors/giovani/studenti
Sport events
Traffico Gruppi generici
Ogni (sub)segmento ha un suo FCS ben definito e sta a te muovere le leve al fine di ottenere di conseguenza un IC ottimale (per segmento). IC che in buona parte puoi anche tradurre in USP (unique selling points) e Tools che a sua volta possono (devono) venire utilizzati dal commerciale.
 
Su questo hai innegabilmente ragione. E' sul brand inteso come se fosse di un deodorante che non ero d' accordo.
 
quoto al 200% tg945...

senza polemica-- a volte mi sembra che questo forum sia un' autocelebrazione tra pochi intimi... cerchiamo di far partecipare tutti e soprattutto contribuire tutti anche con le critiche (che non sempre possono piacere) a far crescere ancora di più la qualità di questo forum.
 
Citazione:Messaggio inserito da Globox


Marco sì ! Ed uso Marco per definire quelli che volano prevalentemente per lavoro e che rientrano nel Mix che ho esposto sopra.
Ma vedi, ancora una volta entra in gioco il market-driven business: mette in rilievo l’esigenza del cliente, ne conosce i criteri di scelta, li segmenta, fa prospecting e si confronta con la concorrenza (FCS e IC).
Ma ci sono differenze ? Tante, ed all’airline servono tutte ! Segmentali:
Affari-Lavoro: corporate, PMI, individuale, congressuale, incentives, seamen (paga quanto un TO e 40kg di bagaglio), governativo, NGO, cantieristico, etc.
Leisure: TO individuale, TO gruppo, VFR, fai da te traveller, etc.
Etnico
Religioso
Seniors/giovani/studenti
Sport events
Traffico Gruppi generici
Ogni (sub)segmento ha un suo FCS ben definito e sta a te muovere le leve al fine di ottenere di conseguenza un IC ottimale (per segmento). IC che in buona parte puoi anche tradurre in USP (unique selling points) e Tools che a sua volta possono (devono) venire utilizzati dal commerciale.



prima prendi la mira, poi metti l'occhio sul bersaglio e infine spara.

con estrema professionalità hai illustrato il lavoro che l'ufficio marketing dovrebbe fare, sapere e preparare prima del breafing con l'agenzia. il mio discorso voleva significare tuttavia che la marca è come un prisma ideale, quindi con più facce e tutte importanti al fine di "provocare" le scelte dei clienti. una di queste facce è l'immagine percepita, è la carica di significati che il brand ha. originariamente avevo detto che la pubblicità fa innamorare il cliente e il prodotto, è cupido che si presenta dal consumatore e gli dice: "guarda che bello che è questa marca... ha tutto quello che vuoi e che ti serve". ciò che tu hai giustamente spiegato è il lavoro di base, è la strategia che:

a) da dove veniamo e chi siamo
praticamente fare un bilancio della situazione di partenza della marca e del suo contesto (chi sono i consumatori, che cosa pensano, che cosa sentono, che cosa si aspettano, come si comportano, cosa credono rispetto alla nostra marca e a quella dei concorrenti)

b) dove andiamo
a questo punto non resta che decidere dove andare, l'obiettivo da colpire insomma dove portare la nostra marca per acquisire i consumatori desiderati entro un determinato periodo di tempo.

c) come ci andiamo
scegliere la strada per andare dal punto a al punto b


scelta la strada occorre individuare il mezzo per spostarsi e generalmente questo non è mai unico (si usa il prodotto, prezzo, distribuzione, promozione-pubblicità)...

insomma se tu segmenti, se tu venissi a conoscenza nei minimi dettagli dei desiderata dei clienti, se ti riuscissi ad ipnotizzare i consumatori tirandogli fuori le loro aspettative cosa te ne faresti di tutto ciò se poi non entri in comunicazione con loro?
 
Citazione:Messaggio inserito da Globox

...basta guardare la pubblicità dei vettori e si scoprirà anche l'anima, il modo di essere, la mentalità del vettore...

Come non darti ragione.....prova adesso queste, tutti pay-offs che fungono da spalla alla comunicazione istituzionale (if any), chiudi gli occhi ed interpreta l'anima, il modo di essere, la mentalità del vettore...:
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In effetti sembrerebbero venire fuori da un compitìno sgrammaticato delle elementari...

Non riflettono in alcun modo una rassicurante e seria immagine aziendale, secondo me...

Marco;)
 
Citazione:Messaggio inserito da Globox
...
chiudi gli occhi ed interpreta l'anima, il modo di essere, la mentalità del vettore...:
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A te e a tutti ogni commento !
...
Quoto ma la più recente delle campagne che citi ha almeno due anni.
Dopo le campagne si sono focalizzate sui servizi e sui vantaggi di volare AZ (eticket, sito internet ...)

Almeno non sono peggiorati ...;)
 
Io, invece, rispetto a concorde do più ragione a giobox.
Nel senso che per prima cosa bisogna guardare ai propri clienti, per vedere cosa vogliono da te e/o perchè ti preferiscono e in cosa ti differenziano dalla concorrenza


Per seconda bisogna guardare a chi non ti sceglie o a chi non sceglie nessuno ne te ne la concorrenza, ma che da un momento all'altro farà una scelta.
Bisogna, anche guardare come è strutturato il mercato: ad esempio quante persone hanno volato con la compagnia scelta dall'agenzia e poi si sono trovati a scegliere di persona un altro volo? in base a cosa hanno scelto? l'esperienza precedente quanto è influente sulla scelta?

Dopo avere individuato il CHI si pensa al COSA, ovevro si deev vedere che tipo di prodotto conefzionare per queste persone ritagliandolo sulle esigenze sia nei modi che nei prezzi: es per il businessman sono importanti le alternative ed i servizipiuttosto che il prezzo, per il turista il prezzo è più imortante del resto, per il fighetta è importante la sala vip con telecheckin e pranzo speciale nominale a bordo giusto per distinguersi dagli amici pezzenti attorno ecc.. ecc...
Occhio al prezzo perchè non on dimentichiamo che al vecchio detto "di più a meno" non ci crede nessuno e che quando le cose costano ropo poco l'Italiano medio sente puzza di suola.

Dopo il COSA si pensa al COME, che viene fuori in automatico, nel senso che ritagliato il mercato e confezioanto il prodotto giusto su misura le scelte relative alla pubblicità sono semplici da prendere, ma anche qui bisogna afre attenzione a non svendere mai il proprio prodotto. Anche nel porgere il prodotto al cliente è importante avere presente con CHI si ha a ache fare per non rischiare di butatre le perle ai porci. Il caso dell'Aviazione è un caso emblematico, quello che è un prototto che, alla fine, è standard e ben definito come un posto su un aeromobile da A a B può essere proposto e venduto in 300 modi diversi in funzione di cosa gli si costruisce attorno.
 
Citazione:..il lavoro di base, è la strategia che:

a) da dove veniamo e chi siamo
praticamente fare un bilancio della situazione di partenza della marca e del suo contesto (chi sono i consumatori, che cosa pensano, che cosa sentono, che cosa si aspettano, come si comportano, cosa credono rispetto alla nostra marca e a quella dei concorrenti)

b) dove andiamo
a questo punto non resta che decidere dove andare, l'obiettivo da colpire insomma dove portare la nostra marca per acquisire i consumatori desiderati entro un determinato periodo di tempo.

c) come ci andiamo
scegliere la strada per andare dal punto a al punto b

scelta la strada occorre individuare il mezzo per spostarsi e generalmente questo non è mai unico (si usa il prodotto, prezzo, distribuzione, promozione-pubblicità)...

insomma se tu segmenti, se tu venissi a conoscenza nei minimi dettagli dei desiderata dei clienti, se ti riuscissi ad ipnotizzare i consumatori tirandogli fuori le loro aspettative cosa te ne faresti di tutto ciò se poi non entri in comunicazione con loro?

Hai ragione, ma il marketing (business development) è e rimane un concetto, una religione e solo se ci credi profondamente la professi (mettendoci anche del tuo).

Il brand, che ho omesso nel mix, è di fatto parte integrante del FCS, conta eccome.
Se hai un IC alto bene, altrimenti devi muovere le altre leve per compensare (spesso il prezzo) o investire a caroprezzo sull’immagine per allinearti. L’essenziale è non scendere a bottom-line sotto IC 100.

Non è sempre necessario entrare in comunicazione col cliente (o col segmento). Quando la vendita è articolata il brand passa in marginale rilievo. Un esempio, ma ve ne sono molti altri, il traffico seamen: agente a Rotterdam, cliente (armatore) al Pireo, pax (tecnico o equipaggio o comando di vascello) necessita una MIA-BOM. Nell’ordine: 1) distribuzione specializzata, 2) prodotto primario, 3) prezzo dedicato al segmento, determinano il successo.
Quando la vendita poi è estremamente intermediata spesso si vince l’efficienza usando al meglio la triangolazione. Onur Air, nonostante le varie diffide EU, continua a caricare a gogo, non per scelta del pax, ma per leveraggio del prezzo sulla seconda leva distribuzione. In questo caso il brand nel FCS (segmentato) ha un peso irrilevante.

Come la si gira e rigira si torna sempre al mix. Misuri ed aggiusti.

Hai fatto bene ad elencare spontaneamente le domande a) b) e c), anche queste da me omesse per non complicare il discorso, ma che sono alla base di tutto, vale a dire le fondamenta del marketing planning. E ne aggiungerei un paio:
a) dove siamo
b) come ci siamo arrivati
c) dove stiamo andando
d) dove vorremmo andare
e) come arrivarci
f) siamo sulla rotta giusta
È ovvio che il lavoro non finisce una volta arrivati ad f), in quanto è un loop perpetuo che a scadenze definite riprende da a), alimentando i processi del planning prima a livello “business” e poi a livello “prodotto”. E qui mi fermerei perchè i processi del planning sono alquanto pesanti, non tanto nel sintetico ma nel dettaglio.
 
Citazione:Messaggio inserito da FlyIce

Citazione:Messaggio inserito da Globox
...
chiudi gli occhi ed interpreta l'anima, il modo di essere, la mentalità del vettore...:
- vi porteremo ovunque (poi chiedi e non c’è un beato cxxo)
- vi voliamo bene
- vi voliamo felici
- vola Antonio
- oggi va di moda il 2 prezzi

A te e a tutti ogni commento !
...
Quoto ma la più recente delle campagne che citi ha almeno due anni.
Dopo le campagne si sono focalizzate sui servizi e sui vantaggi di volare AZ (eticket, sito internet ...)

Almeno non sono peggiorati ...;)
Hai ragione, ma se analizzi attentamente non si comportano in dimensione 1) market-driven (vincente) ma 2) internally-oriented (perdente).
1) Mette in rilievo l’esigenza de cliente
2) Mette in rilievo la convenienza del prodotto
1) Cerca di capire la concorrenza
2) La concorrenza è relativa e la copia

Qual'è il vantaggio competitivo dell'E-tkt, di un sito, di un booking-engine se ce l'hanno tutti. In questa fetta del mix (prodotto complementare) non ha migliorato (ne peggiorato) l'indice di competitività.

1) Lotta per un minimo di vantaggio competitivo
2) È soddisfatto per ciò che è ed ha (e se la tira)
 
Citazione:Messaggio inserito da Globox
Hai ragione, ma se analizzi attentamente non si comportano in dimensione 1) market-driven (vincente) ma 2) internally-oriented (perdente).
1) Mette in rilievo l’esigenza de cliente
2) Mette in rilievo la convenienza del prodotto
1) Cerca di capire la concorrenza
2) La concorrenza è relativa e la copia

Qual'è il vantaggio competitivo dell'E-tkt, di un sito, di un booking-engine se ce l'hanno tutti. In questa fetta del mix (prodotto complementare) non ha migliorato (ne peggiorato) l'indice di competitività.

1) Lotta per un minimo di vantaggio competitivo
2) È soddisfatto per ciò che è ed ha (e se la tira)
Sono d'accordo ma tutti hanno fatto pubblicità ai nuovi strumenti. ALcuni come BA secondo sono stati più efficaci ma anche più "ridicoli".

Arriviamo anche ai paradossi: quando facevo su e già per la Russia sulle carte d'imbarco c'era scritto "eTicket: volare non è mai stato così semplice"; con l'eTicket da SVO ti facenvano una sola carta d'imbarco d'imbarco, se eri in transito era un problema tua fare check-in al banco transiti prima che ti sbarcassero la valigia dal secondo volo per tua assenza. Ovviamente i banchi transiti erano spesso chusi ...

Credo che avere un'Alitalia "customer driven" sia una specie di miraggio, probabilmente impossibile da attuare in tempi brevi senza chiuderla.

Sarebbe poi interessante ragionare sulle pubblicità degli altri: di recente AirOne ha usato l'abbinamento con il cappuccino (che rappresenta l'Italia) per presentare le nuove destinazioni europee.
Parigi è rappresentata da un'ostrica, pensa che bella immagine abbinare le ostriche al cappuccino ...[xx(]
 
Anche questo è vero, ma pubblicizzare l'E-tkt non mira a fidelizzare il cliente ne dare un valore aggiunto (quando lo hanno tutti) ma a rendere più efficienti ed economici propri processi di emissione. È un prodotto richiesto dal vettore che usa camuffato come un servizio al cliente che non ha chiesto.

Per quanto riguarda la pubblicità di AirOne (non l'ho mai vista btw), sebbene ho ripudiato per anni le identificazioni stereotipe, quelle che mirano ad associare l'Italia con pizza fichi e mandolini, ho imparato col tempo a distanziarmi dallo stato emotivo-sciovinista e valutare l'impatto della comunicazione puramente sulle emozioni. Se la pizza o il cappuccino trasmettono un'emozione magnetica tale e complementare alle attività commerciali, ben venga.

Si, effettivamente cappuccino e ostriche trasmettono più che altro una leggera commozione intestinale
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...il mercato dell'aviazione nazionale e' razionalmente spartito fino all'ultimo slot!
parlare di marketing o concorrenza , a livello nazionale , mi pare una contraddizione in termini.
 
Citazione:Messaggio inserito da Globox
..il lavoro di base, è la strategia che:

a) da dove veniamo e chi siamo
praticamente fare un bilancio della situazione di partenza della marca e del suo contesto (chi sono i consumatori, che cosa pensano, che cosa sentono, che cosa si aspettano, come si comportano, cosa credono rispetto alla nostra marca e a quella dei concorrenti) (...)

(...)Non è sempre necessario entrare in comunicazione col cliente (...)

(...)Come la si gira e rigira si torna sempre al mix. Misuri ed aggiusti.

Salve, Globox, una curiosità: tu come consideri i metodi utilizzati per valutare un servizio, mi spiego meglio, molti usano le interviste ai clienti, altri valutano personalmente il servizio, o si fidano dei rapporti interni all'azienda, secondo te ci sono validi sistemi alternativi sicuramente più efficaci?

Grazie, ciao![:306]

Marco;)
 
Citazione:Messaggio inserito da marcotiloca

Messaggio inserito da Globox
.....una curiosità: tu come consideri i metodi utilizzati per valutare un servizio, mi spiego meglio, molti usano le interviste ai clienti, altri valutano personalmente il servizio, o si fidano dei rapporti interni all'azienda, secondo te ci sono validi sistemi alternativi sicuramente più efficaci?

Grazie, ciao![:306]

Marco;)
Molti fanno il survey solo per accentuare la percezione positiva e non per valutare. So di avere un prodotto sublime e te lo faccio anche scrivere con tanto di commento, così ti rimane meglio inculcato in testa. Si prendono i tuoi dati e il resto lo gettano [:308]

Non ti so rispondere, un servizio lo valuti in n modi, ed ognuno, valido o no, è legato ad un metodo ed obiettivo prestabilito che varia per azienda, prodotto, segmento, ceto, maschio, femmina, età, ........con relativi parametri di misurazione.

Ti confesso che non mi entusiasmano. In pratica vuoi semplicemente sapere se uno apprezza il tuo servizio, il divario tra l’atteso e il percepito (ed è moooolto soggettivo), ma di fatto non gli stai chiedendo in concreto cosa effettivamente vuole.