Leali e Cargoitalia, oggi sul supplemento economico di Repubblica


Mikkio

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16 Gennaio 2009
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A pagina dodici del supplemento economico c'è un articolo che parla di Cargoitalia e dei piani futuri di espansione.

OT nella pagina precedente si parla delle tariffe aeroportuali
 
La scommessa di Leali: il futuro è nel cargo

LUIGI DELL'OLIO
Sfidare gli operatori cargo internazionali che oggi presidiano il mercato nazionale del traffico aereo destinato alle merci rispolverando la bandiera dell’italianità. È la mission che si è data Cargoitalia, azienda nata alla fine dello scorso anno per iniziativa di Alcide Leali, imprenditore bresciano già fondatore e presidente di Air Dolomiti (nel giugno 2003 ha venduto le sue quote a Lufthansa), con partecipazioni in Banca Intermobiliare di investimenti e gestioni. Un’avventura, la sua, partita esattamente due anni fa, con il lancio di Alis Aerolinee Italiane, in uno scenario completamente diverso da quello attuale. «All’inizio dell’estate del 2008 non c’erano ancora state né la recessione internazionale, né la crisi di molti vettori aerei, ma già allora vedevamo ampi spazi per crescere nei voli cargo intercontinentali da e per l’Italia», ricorda Leali, che riveste il ruolo di chief executive officer della compagnia ed è il principale azionista, affiancato da una serie di partner, tra cui Ricerca spa (famiglia Benetton) e Selin (Van den Heuvel). Ai quali si è affiancata Intesa SanPaolo, quando nel dicembre 2008 Alis ha rilevato la vecchia Cargoitalia che versava in condizioni critiche acquisendone il nome. Negli stessi mesi c’è stato il cambio di guardia in Alitalia, con il nuovo management che ha deciso di rilevare le sole attività di trasporto passeggeri. «Si è creata un’altra opportunità di crescita spiega Leali per cui abbiamo presentato un’offerta da 14,5 milioni di euro per acquisire Alitalia Cargo, che è stata accettata». Somma comprensiva di due aeromobili McDonnell Douglas MD11 (rilevati secondo la modalità dry lease, nella quale il mezzo viene noleggiato senza alcun elemento accessorio come assicurazione, equipaggio, assistenza a terra e manutenzione) e dell’assunzione di 30 piloti fino ad allora in forza all’azienda acquisita.
A luglio dello scorso anno è arrivata la licenza Enac e a settembre sono partiti i primi voli per Hong Kong e New York. La crescita è proseguita, quindi, con l’apertura degli scali di Dubai e Chicago a gennaio di quest’anno, seguiti da Sharjah (negli Emirati Arabi Uniti) a marzo. A metà giugno è stato consegnato il terzo MD11, che consentirà di ampliare da luglio le destinazioni, con l’apertura del collegamento MilanoShangai. «Ci prepariamo a servire la Cina con tre voli settimanali dice Leali ed entro il prossimo inverno faremo lo stesso con l’India».
Cargoitalia ha attualmente quindici equipaggi completi (destinati a raddoppiare entro tre anni) e 96 dipendenti, di cui 51 a terra e 45 di equipaggio. L’obiettivo è di crescere anche su questo fronte, ma in misura moderata: «Prevediamo nuove assunzioni parallelamente con la crescita del business, anche se intendiamo rimanere una compagnia snella». Una considerazione evidentemente frutto dell’esperienza passata, che ha visto i grandi vettori italiani travolti in pieno dai primi venti della crisi internazionale. L’azienda concentra le sue attività nello scalo di Malpensa, dal quale effettua nove partenze intercontinentali settimanali, contro le sei di Cathay Pacific, le cinque di Cargolux e Nippon Cargo e le quattro di Korean. Alcuni di questi operatori sono attivi anche nei trasferimenti a medio raggio, «settore nel quale non prevediamo di entrare perché ha margini inferiori», spiega Leali.
Cargoitalia si avvia a chiudere il primo esercizio (agosto settembre 20092010) con un fatturato di 50 milioni di euro, un Ebitdar (il margine di riferimento utilizzato per determinare la redditività operativa in campo aereo) negativo per 4,5 milioni e un Ebitda a quota 10 milioni. Secondo le previsioni della società, i primi due indicatori sono destinati a salire il prossimo anno rispettivamente a 100 e 10 milioni, mentre l’Ebitda è stimato in parità. Un miglioramento che dovrebbe essere favorito dalla ripresa in atto: a marzo il traffico cargo è cresciuto del 24% rispetto allo stesso mese del 2009, seguendo la ripresa della produzione industriale a livello internazionale e tornando per la prima volta in positivo dopo due anni di cali. Anche se il dato complessivo resta ancora distante il 9,1% dal picco toccato nel luglio del 2008, poco prima cioè che scoppiasse la crisi dei ‘subprime’. Secondo uno studio della Boeing, per tornare ai massimi storici occorrerà attendere il 2011 inoltrato, con il biennio successivo destinato a proseguire nel sentiero di crescita, anche se con un ritmo più contenuto.

Affari & Finanza - La Repubblica

CIAO
_goa
 
Non vorrei portare sfiga ma l'italianità in settori dove il costo è fondamentale e il servizio non può differenziarsi poi così tanto non è che funzioni bene. Anche sforzandomi non riesco a pensare ad un solo esempio vincente di azienda itailana che non ha basato il suo successo sulla differenziazione, e nel settore cargo imho il vantaggio strategico va ricercato nella flessibilità. Speriamo bene per Cargo Italia.