Lamezia Terme - Da Fiumicino era diretto a Lamezia, ma il volo AP-3402 è stato dirottato a Milano. Lasciando l'amaro in bocca ai passeggeri diretti in Calabria che sono atterrati alle 13. In tutto 150 minuti di ritardo che fanno saltare appuntamenti con i familiari, riunioni di lavoro, coincidenze con altri mezzi. Il dirottamento è avvenuto nei cieli d'Italia giovedì 9 aprile ma si è saputo solo ieri, leggendo una lettera tostissima che il presidente della Sacal Eugenio Ripepe ha scritto a Roberto Colaninno, patron di Cai, la società che ha ereditato Alitalia.
«Prosegue la prassi della cancellazione e dei ritardi dei voli Alitalia sull'aeroporto lametino», sostiene Ripepe. Che ricorda come il "nuovo corso" della compagnia area «avrebbe previsto il rafforzamento della presenza sullo scalo calabrese con l'incremento dei voli».
Ma il presidente legge un diario di guerra. Lunedì nero quello appena passato all'aeroporto lametino: il volo AP-3408 in arrivo da Fiumicino alle 14.30 è scomparso dal tabellone elettronico: cancellato. Il volo AP-3409 in partenza alle 15.15 sparito anche lui. Cancellati nella stessa giornata l'AZ-1171 in arrivo da Roma alle 17.20 e l'AP-3405 che sarebbe dovuto decollare alle 18.05. Tutto questo è avvenuto senza preavviso. Con i viaggiatori inebetiti o incavolati con i loro trolley al seguito.
A tutto questo s'aggiunge il panico di giovedì scorso sul volo, sempre di Alitalia, dal "Minniti" di Reggio a Linate. Subito dopo il decollo va in fumo un motore e il comandante molto abilmente riesce ad atterrare senza problemi a Lamezia. Un'emergenza che si è ripetuta anche poche settimane fa su un altro volo, e che è stata segnalata con disagio dal Codacons. Perchè per i passeggeri di quell'aereo, dopo i brividi sulle Eolie, s'è aggiunta l'Odissea passata per poter arrivare a destinazione.
«Comprenderà a questo punto che simile modo di operare», prosegue Ripepe, «che di fatto, e non vorremmo crederlo, sembra riproporre le stesse modalità della vecchia compagnia di bandiera, adusa oltre che alle cancellazioni improvvise, anche agli orari improbabili e alle tariffe inaccessibili, non giova al nostro scalo e alla Calabria. Non fa piacere all'utenza. E certamente neppure favorisce il "rilancio" di Cai: che al contrario, così facendo, non può ogni volta non vedere affievolirsi il "feeling" e il gradimento della clientela».
E ancora: «La situazione operativa risulta ancora fortemente penalizzante per il nostro scalo e per la clientela, da cui riceviamo continue e reiterate proteste. Ci pare peraltro in controtendenza con la strategia dichiarata, che annunciava un rafforzamento di Cai sul domestico e proprio sugli aeroporti del Sud, per meglio alimentare il traffico passeggeri verso Fiumicino, definito hub unico di riferimento nazionale».
Alla fine il presidente di Sacal cerca di addolcire la pillola a Colaninno: «Facendo comunque conto sulla sua sensibilità e la sua operatività, pure in un momento comprensibilmente complesso e delicato, allo scopo di verificare gli argomenti in oggetto e individuare le migliori soluzioni, magari con la stessa sensibilità e accortezza riservata agli utenti della tratta Milano-Roma. Da parte mia e della Sacal assicuriamo comunque l'abituale massimo sostegno all'operatività di Cai sul nostro scalo, per raggiungere i migliori livelli di servizio e così sostenere la fidelizzazione del bacino di traffico, che nonostante tutto, riconosce ancora il prestigio del marchio Alitalia-Cai».
Fonte: Gazzettadelsud.it
«Prosegue la prassi della cancellazione e dei ritardi dei voli Alitalia sull'aeroporto lametino», sostiene Ripepe. Che ricorda come il "nuovo corso" della compagnia area «avrebbe previsto il rafforzamento della presenza sullo scalo calabrese con l'incremento dei voli».
Ma il presidente legge un diario di guerra. Lunedì nero quello appena passato all'aeroporto lametino: il volo AP-3408 in arrivo da Fiumicino alle 14.30 è scomparso dal tabellone elettronico: cancellato. Il volo AP-3409 in partenza alle 15.15 sparito anche lui. Cancellati nella stessa giornata l'AZ-1171 in arrivo da Roma alle 17.20 e l'AP-3405 che sarebbe dovuto decollare alle 18.05. Tutto questo è avvenuto senza preavviso. Con i viaggiatori inebetiti o incavolati con i loro trolley al seguito.
A tutto questo s'aggiunge il panico di giovedì scorso sul volo, sempre di Alitalia, dal "Minniti" di Reggio a Linate. Subito dopo il decollo va in fumo un motore e il comandante molto abilmente riesce ad atterrare senza problemi a Lamezia. Un'emergenza che si è ripetuta anche poche settimane fa su un altro volo, e che è stata segnalata con disagio dal Codacons. Perchè per i passeggeri di quell'aereo, dopo i brividi sulle Eolie, s'è aggiunta l'Odissea passata per poter arrivare a destinazione.
«Comprenderà a questo punto che simile modo di operare», prosegue Ripepe, «che di fatto, e non vorremmo crederlo, sembra riproporre le stesse modalità della vecchia compagnia di bandiera, adusa oltre che alle cancellazioni improvvise, anche agli orari improbabili e alle tariffe inaccessibili, non giova al nostro scalo e alla Calabria. Non fa piacere all'utenza. E certamente neppure favorisce il "rilancio" di Cai: che al contrario, così facendo, non può ogni volta non vedere affievolirsi il "feeling" e il gradimento della clientela».
E ancora: «La situazione operativa risulta ancora fortemente penalizzante per il nostro scalo e per la clientela, da cui riceviamo continue e reiterate proteste. Ci pare peraltro in controtendenza con la strategia dichiarata, che annunciava un rafforzamento di Cai sul domestico e proprio sugli aeroporti del Sud, per meglio alimentare il traffico passeggeri verso Fiumicino, definito hub unico di riferimento nazionale».
Alla fine il presidente di Sacal cerca di addolcire la pillola a Colaninno: «Facendo comunque conto sulla sua sensibilità e la sua operatività, pure in un momento comprensibilmente complesso e delicato, allo scopo di verificare gli argomenti in oggetto e individuare le migliori soluzioni, magari con la stessa sensibilità e accortezza riservata agli utenti della tratta Milano-Roma. Da parte mia e della Sacal assicuriamo comunque l'abituale massimo sostegno all'operatività di Cai sul nostro scalo, per raggiungere i migliori livelli di servizio e così sostenere la fidelizzazione del bacino di traffico, che nonostante tutto, riconosce ancora il prestigio del marchio Alitalia-Cai».
Fonte: Gazzettadelsud.it