La Malpensa batte cassa


Southwind

Bannato
7 Settembre 2010
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Doveva essere un grande hub, è rimasto una cattedrale nel deserto, abbandonato dalle grandi compagnie. E la terza pista è in forse. Così lo scalo milanese cerca soldi in Piazza Affari

Grazie Domodedovo. Il Comune di Milano è grato all'aeroporto di Mosca: sarebbe dovuto arrivare in Borsa tra qualche mese, ma a fine maggio il progetto è stato accantonato per problemi tra le autorità pubbliche e il proprietario, Dimitri Kamenshik, un oligarca che controlla la più importante aerostazione russa con una fiduciaria basata sull'isola di Man. Così, la Sea, la società che gestisce Milano Linate e Malpensa, sarà l'unica compagnia di un certo peso a quotarsi nel corso del 2011.

A dare un'altra indiretta spintarella alla Sea verso Piazza degli Affari ci ha pensato l'agenzia di rating Moody's, mettendo sotto osservazione i conti di parecchi enti italiani tra cui il Comune meneghino. Il cui bisogno di quattrini alimenta la volontà di portare sul listino la Sea: una scelta già deliberata il 5 aprile dal vecchio consiglio comunale. Sullo sbarco in Borsa, con conseguente stacco di un maxi dividendo straordinario che rimpolperebbe le affamate casse municipali con 147 milioni di euro, l'allora giunta di centrodestra capitanata da Letizia Moratti ottenne il consenso del centrosinistra.

Che riuscì a far approvare un paio di emendamenti, come quello che garantisce la priorità nell'acquisto di azioni a dipendenti e cittadini lombardi. Non tutta l'opposizione votò a favore: Basilio Rizzo della sinistra radicale, per esempio, fece pollice verso. Spiega Rizzo, appena nominato presidente del consiglio comunale: "Non sono contrario in assoluto alla quotazione, il male minore. Però ritenevo fondamentale che la partita tornasse in consiglio dopo la fissazione del prezzo, perché temevo, e temo ancora, che rischiamo di svendere un bel pezzo di Sea".

Accompagnata da un appoggio comunque largamente bipartisan e dal favore dei sindacati di categoria di Cigl, Cisl e Uil, la quotazione degli aeroporti milanesi non suscita, almeno per ora, particolari entusiasmi tra analisti finanziari e gestori. Il clima nelle Borse non è dei migliori, molte offerte di titoli sono state rinviate e i collocatori cercano spesso di tirare sul prezzo. Inoltre, l'aumento di capitale da effettuare con la quotazione arriverà prima dello scioglimento di un nodo essenziale come quello dei balzelli aeroportuali.

La Sea ha presentato all'Enac, l'ente per il controllo dell'aviazione civile, la richiesta di un aumento delle tariffe tra i sei e gli otto euro a passeggero. Idea che non piace affatto alle compagnie, contrarie pure al progetto della terza pista di Malpensa, che assorbirebbe circa 300 milioni del miliardo e 300 milioni del piano decennale di investimenti. L'opera è aspramente contrastata dagli abitanti della zona e osteggiata dal nuovo presidente del consiglio comunale, mentre Assaereo (l'associazione del trasporto aereo aderente a Confindustria) è molto preoccupata per la ricaduta su compagnie e passeggeri di parte dei costi degli investimenti.

Il più importante cliente di Malpensa è Easyjet (oltre il 27 per cento dei passeggeri trasportati nel 2010) e il vettore britannico ha più volte chiesto che il sistema aeroportuale milanese venga gestito con spese contenute e senza eccessivi rialzi tariffari. Non è insomma con la terza pista e con investimenti che superano la reale domanda e la verosimile crescita del mercato - è l'opinione delle compagnie - che si può rilanciare un sistema in cui molti vettori arrancano per colpa degli alti costi dei carburanti e di eventi straordinari come le eruzioni vulcaniche.

Un'impennata dei costi invece di stimolare l'offerta potrebbe ridurla drasticamente. E la Sea, dopo il traumatico addio di Alitalia e quello recentissimo di un pezzo di Lufthansa, non ha certo bisogno di scontri con nessuna delle 110 compagnie che oggi operano a Malpensa. Dove, nonostante il recupero dell'anno passato (più 8 per cento di passeggeri, a quota 19 milioni), si resta ben lontani dai 24 milioni di passeggeri del 2007, ultimo anno pieno di Alitalia. A Malpensa l'ex compagnia di bandiera faceva 1.250 voli all'anno; ora è scesa a 150.

Con l'uscita di scena di Lufthansa Italia il sogno di una Malpensa trasformata in hub s'è dissolto. "Si può essere efficienti e fare quattrini anche senza essere un hub: negli Usa, dove ce ne sono due o tre, molti altri aeroporti vivono benissimo con i voli point-to-point a corto e medio raggio", dice Andrea Boitani, professore di Economia politica alla Cattolica, che sulla quotazione la pensa così: "Di per sé è neutra. Ma se la si fa per fare cassa, o raccogliere denaro per acquisire altri aeroporti, non c'è nessun vantaggio per i passeggeri-consumatori, che con una diminuzione della concorrenza avranno meno opportunità per ottenere condizioni migliori".

Ancora più critico sulla quotazione è Marco Ponti, docente di Economia del trasporti al Politecnico di Milano: "Un aeroporto è un monopolio naturale. Se realizza extra-profitti, lo fa a danno delle tasche dei passeggeri. Dovrebbe reinvestire i soldi che guadagna sul sociale, costruendo magari degli asili. Ovviamente ciò non accade. In Italia, e in buona parte dell'Europa, manca un'autorità indipendente che possa dire a un concessionario aeroportuale: per praticare certe tariffe bisogna offrire in cambio determinati standard".

Aggiunge rassegnato Ponti: "Ammesso che prima o poi un organismo efficace di controllo e verifica arrivi davvero, sarà difficile vederlo intervenire sulle società quotate a difesa degli interessi dei passeggeri, perché qualcuno direbbe che si sacrificano gli interessi degli azionisti". Punti di vista che non fanno breccia nel consiglio comunale milanese, dove la nuova maggioranza sta lavorando spalla a spalla con l'amministratore delegato di Sea, il manager d'area leghista Giuseppe Bonomi (saldamente in sella; il suo mandato scade tra due anni), per portare la Sea sul listino e poi al centro di una fitta rete di alleanze sempre più strette con altri aeroporti del Nord.

I gestori di patrimoni sono perplessi sul prezzo: "Sarà un aspetto assolutamente decisivo: Sea è un bel nome ma il settore vive una fase d'incertezza. E visto che il collocamento sarà fatto prima delle decisioni sulle tariffe, il mercato si aspetta un forte sconto", dice Patrizio Pazzaglia di Bank Insinger. Silenzio assoluto sulle ipotesi. Non parlano le banche incaricate dell'operazione (Morgan Stanley, Mediobanca, Banca Imi, Unicredit). Bocche cucite anche alla Sea e tra gli esperti di finanza della nuova giunta di Giuliano Pisapia. Le ipotesi che circolano a ruota libera vanno da un miliardo a un miliardo e mezzo.

Di certo, né il Comune, che ha l'84,6 per cento di Sea, né la Provincia (che ha la parte restante) parteciperanno all'aumento di capitale: Palazzo Marino potrà scendere fino al 51 per cento. L'obiettivo, per Sea, è di incassare tra i 300 e i 400 milioni di euro. Versato il dividendo agli attuali azionisti, il resto servirà a finanziare il piano di crescita.

I due big europei quotati - Aéroports de Paris (che controlla i due aeroporti di Parigi) e Fraport (che gestisce Francoforte e possiede partecipazioni in altri quattro scali) - valgono in Borsa rispettivamente 6,3 e 5 miliardi di euro. Vale a dire 6,8 e 7 volte il margine operativo lordo (mol). Applicando gli stessi multipli a Sea, la capitalizzazione della società milanese, che nel 2010 ha ottenuto un mol di 151 milioni, sarebbe tra i 1.027 e i 1.057 milioni di euro.

Ma chissà che aria tirerà, in autunno, sul mercato finanziario. Nel 2009 i titoli degli aeroporti internazionali erano precipitati, a causa della crisi economica globale, per poi risalire. Se per quotare la Sea ci vorrà il maxisconto, il Comune potrebbe ripensarci. Rinunciando al superdividendo, che la Sea mollerà solo a quotazione avvenuta.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-malpensa-batte-cassa/2154668/10
 
Beh...complimenti al sig. Maggi che ha scritto l'articolo. Quel 1250 voli all'anno che Alitalia avrebbe fatto nel 2007 si commenta da solo... . Prima di scrivere provare magari a fare 1250 diviso 365 no, è?
 
L'articolo in sè e per sè lascia alquanto a desiderare. Resta comunque il fatto che nel sistema aeroportuale lombardo per non scontentare nessuno, si continui la logica della "non scelta".
 
purtroppo, a parte la parte aeronautica, devo dire che la componente finanziaria non è del tutto sbagliata: soprattutto ora con l'aria che tira.
Con il tasso BCE all'1,25% alle banche conviene tenere i soldi nel materasso piuttosto che investire in prestiti o azioni.
le IPO presso l'azienda che fa da sfondo alla mia fotografia sono poche, semplicemente perchè la quotazione di società di capitale non conviene a nessuno, ne alle aziende ne alle banche.

per quanto riguarda SEA devo aggiungere che la parte del prof Ponti mi fa inorridire (rinnego di avere studiato nell'uni in cui lui è docente, o meglio sto male al ensiero che lui insegni dove io mi sono formato, per fortuna al dip. di Trasporti non ci metteva piede), ma bisogna comunque tenere conto che SEA come società quotata avrà obiettivi ben diversi da quelli di una società pubblica.

a questo punto dimostrare agli azionisti che Linate debba essere chiuso e che si debbano fare investimenti per sviluppare MXP anzichè scaricarsi un dividendo in cassa sarà molto, ma molto, duro.
Oggi l'andazzo è di spremere le aziende per otrtenere il massimo finchè si può e poi dare i rami rinsecchiti all'inceneritore.
 
Dowjones

ROMA (MF-DJ)--"Il rilancio di Malpensa non puo' che passare dall'accordo con una grande compagnia. Il massimo sarebbe con un gruppo asiatico che potrebbe fare dell'aeroporto il suo centro di riferimento per l'espansione in Europa". Lo afferma Giorgio Fossa, ex presidente di Confindustria e della Sea, ad Affari & Finanza, il supplemento economico de La Repubblica.

"Credo sia venuto il tempo per la Sea di stringere un'alleanza con una grande compagnia del sud-est asiatico, perche' e' una delle aree dove nel mondo si registra la crescita economica piu' elevata e perche' e' elevato il numero dei potenziali passeggeri. Penso, ovviamente, a una compagnia cinese, ma anche indiana o australiana. Malpensa potrebbe diventare il loro aeroporto di riferimento per tutta l'Europa: in questo modo non solo aumenterebbero i collegamenti con l'area asiatica, ma anche i collegamenti con gli altri scali europei, visto che i passeggeri devono poi essere smistati verso altre destinazioni", spiega.

"E' chiaro che bisogna offrire qualcosa in piu' di un accordo commerciale. La compagnia, ma potrebbero essere anche piu' di una, deve entrare nel capitale con una quota rilevante, il che non impedirebbe il processo di quotazione in Borsa. Ma la Sea ci pensi: aprire il capitale a un socio industriale e' un'occasione troppo importante per lasciarsela sfuggire", conclude Fossa. pev
 
dimostrare agli azionisti che Linate debba essere chiuso e che si debbano fare investimenti per sviluppare MXP anzichè scaricarsi un dividendo in cassa sarà molto, ma molto, duro.
Oggi l'andazzo è di spremere le aziende per ottenere il massimo finchè si può e poi dare i rami rinsecchiti all'inceneritore.
Penso che le orecchie dei soci di mercato saranno più disponibili ad ascoltare qualche discorso su Linate, perché meno condizionate dall' esigenza di un ritorno politico. Idem per SEA Handling, tuttavia l' esperienza di AEM e A2A mostra che il socio pubblico se ne frega.

Il bisogno di investimenti dipenderà soprattutto dal livello delle tariffe, che dovrebbero essere sufficienti ad autofinanziare.

L' incognita è quanto le esigenze finanziarie del Comune peseranno sulle ambizioni di SEA.


L' articolo è inqualificabile e ha pure il difetto di essere scritto su carta patinata, che gli toglie ogni residua utilità.
 
Per quel che me ne intendo io di trasporto aereo (nulla) l'articolo e' condivisibile!
1) investire i propri soldi in una società senza averne il controllo (nessun posto operativo verra' riservato ai nuovi azionisti) per di più nel trasporto aereo trovo sia un po' spericolato
2) investire senza avere le leve di controllo di un gestore aeroportuale che non ha ancora portato a casa il "listino prezzi" (contratto di programma) e' rischioso due volte, non c'e certezza neppure sui guadagni futuri! Senza leve e senza certezza tariffaria
3) investire in una società che per farsi bella (per la vendita) ha depositato il libro dei sogni, come terza pista e ammennicoli vari, trovo sia il terzo rischio. Terza pista? 20 anni per fare un terminal con due piste figuriamoci la terza! Altri 20 anni per fare un hub e l'hub ancora non c'e, figuriamoci la terza pista! Servirebbe, non oggi, ma dopodomani; fare una pista richiede anni, sarebbe giusto metterla in cantiere (i miei figli non so che aeroporto avranno, metafisicamente non possiamo dire che e' inutile) ma ahimè siamo in Italia! Sogni, quindi quarto rischio!
4) investire in una società che ha una piattaforma che mai potrà diventare un hub visto il cancro linate e la metastasi easyjet e con i vettori che stanno guardando/cercando altri modelli mi pare il quinto azzardo! a Malpensa si finisce sempre per guardare indietro, sempre attaccati al passato...
5) credere che i vettori s'ingurgitino aumenti tariffi senza colpo ferire o spostamenti per legge su altri aeroporti (vietati) sono portato a concludere che significa credere agli asini che volano!

Malpensa ormai e' una piattaforma charter/low cost con qualche volo intercontinentale! La sfida e' aumentare i margini su questo modello... per farlo tocca stringere la cinghia... stringere la cinghia significa riorganizzarsi (problema handling tanto per dirne una)... per non affrontare questi problemi (o non affrontarli?) fino ad ora stanno dicendo: proviamo a raccattare soldi fuori facendoci belli raccontando qualche favola e proviamo a inventarci una Unione con altri in modo che le mie inefficienza si compensino che le efficenze di altri... (aeroporti del nord)
Ps: oltretutto con questo progetto finalmente entrerebbe in gioco anche la regione! Bingo!

I miei soldi la? Non so... poi con quello che paga il mercato...
 
ma infatti...neppure io discuto la parte riguardante l'aviazione perchè non me ne intendo.Ma dal punto di vista prettamente economico,mi sapreste dire quali sarebbero le castronerie scritte???
A me sembra chiaro e limpido e soprattutto veritiero quello che scrive il giornalista!
 
ma infatti...neppure io discuto la parte riguardante l'aviazione perchè non me ne intendo.Ma dal punto di vista prettamente economico,mi sapreste dire quali sarebbero le castronerie scritte???
A me sembra chiaro e limpido e soprattutto veritiero quello che scrive il giornalista!

Questa:

Ma chissà che aria tirerà, in autunno, sul mercato finanziario. Nel 2009 i titoli degli aeroporti internazionali erano precipitati, a causa della crisi economica globale, per poi risalire. Se per quotare la Sea ci vorrà il maxisconto, il Comune potrebbe ripensarci. Rinunciando al superdividendo, che la Sea mollerà solo a quotazione avvenuta.

L' articolo è parte di una campagna di stampa per ostacolare la quotazione in Borsa.
Da una parte dice che MXP (ma SEA purtroppo è anche LIN e in parte BGY) vale poco, quindi non è da comprare, dall' altra dice che il Comune potrebbe/dovrebbe non vendere. Tifa per un crollo dei mercati che mandi a monte l' operazione.

La solita stampa italiana, che non è al servizio del lettore, ma di altri interessi.
 
Questa:



L' articolo è parte di una campagna di stampa per ostacolare la quotazione in Borsa.
Da una parte dice che MXP (ma SEA purtroppo è anche LIN e in parte BGY) vale poco, quindi non è da comprare, dall' altra dice che il Comune potrebbe/dovrebbe non vendere. Tifa per un crollo dei mercati che mandi a monte l' operazione.

La solita stampa italiana, che non è al servizio del lettore, ma di altri interessi.

Se dici che l'articolo mira ad ostacolare la quotazione in borsa presumo avrai i tuoi buoni motivi quindi non discuto anche perchè non sapevo dell'esistenza di questa stampa che ''tifa contro''.
L'unica cosa che mi permetto di appuntare è che non penso sia così nefasto prevedere crolli dei mercati,soprattutto con i tempi che corrono...
Poi ripeto:se il giornalista è fazioso e prevenuto a prescindere,neppure una parola piccola.
 
Per quel che me ne intendo io di trasporto aereo (nulla) l'articolo e' condivisibile!
1) investire i propri soldi in una società senza averne il controllo (nessun posto operativo verra' riservato ai nuovi azionisti) per di più nel trasporto aereo trovo sia un po' spericolato
...
I miei soldi la? Non so... poi con quello che paga il mercato...
Sono d'accordo solo sulla prima obiezione: diventare soci di minoranza del Comune di Milano che rimane liberissimo di nominare non manager competenti ma solo "amici" da sistemare è un azzardo.

Il rovescio della medaglia è che SEA fa utili, neanche pochi, e ci sono le premesse perché continui a farli anche in futuro.
In ottica puramente finanziaria è un cattivo investimento.
 
Penso, ovviamente, a una compagnia cinese, ma anche indiana o australiana. Malpensa potrebbe diventare il loro aeroporto di riferimento per tutta l'Europa: in questo modo non solo aumenterebbero i collegamenti con l'area asiatica, ma anche i collegamenti con gli altri scali europei, visto che i passeggeri devono poi essere smistati verso altre destinazioni", spiega.

E' per caso rimasto all'epoca in cui svolazzavano 727 Pan Am e TWA da Francoforte e Parigi per mezza Europa?
 
Malpensa ormai e' una piattaforma charter/low cost con qualche volo intercontinentale!

è cosi perche l'immobilismo la vuole cosi. non perche lo è di natura.
Toto e company cosa volgiono fare? Air One che propone di aumentare i voli a patto di essere feeder di altre compagnie, la possibilità di avere un hub europeo di altre compagnie non sono discorsi cosi utopistici, dipendono solo dalla politica e basta da quello che decidono i Signori.
Malpensa ha potenzialità non sfruttate e forse qualcuno sta correndo ai ripari...
 
E' per caso rimasto all'epoca in cui svolazzavano 727 Pan Am e TWA da Francoforte e Parigi per mezza Europa?
Il piano di lunghissimo periodo di AdR per FCO, anzi per FCO 2 è quello, fare la base europea per un vettore che ha la sua home base ben lontano. Con Alitalia, intesa come Air France, sarebbe utopistico pensare di mettere a frutto le nuove piste e il nuovo megaterminal, arrivare a 100 mln di passeggeri. I Francesi non saranno così generosi.

L' asset di lungo periodo di FCO è la possibilità di costruire nuove piste, mentre è impossibile aggiungerne a LHR, AMS, CDG, FRA eccetera, aeroporti che sono al massimo delle proprie possibilità (FRA a partire dall' inaugurazione della nuova pista). Per MXP è lo stesso, il suo valore paradossalmente è l' essere semivuoto ed espandibile.

Una volta risolti, nel lungo periodo, i problemi di bilaterali eccetera, i vettori con soldi da spendere non potranno certo fare base a Heathrow, dovranno andare, se vorranno, dove c' è posto.
 
Il piano di lunghissimo periodo di AdR per FCO, anzi per FCO 2 è quello, fare la base europea per un vettore che ha la sua home base ben lontano. Con Alitalia, intesa come Air France, sarebbe utopistico pensare di mettere a frutto le nuove piste e il nuovo megaterminal, arrivare a 100 mln di passeggeri. I Francesi non saranno così generosi.

L' asset di lungo periodo di FCO è la possibilità di costruire nuove piste, mentre è impossibile aggiungerne a LHR, AMS, CDG, FRA eccetera, aeroporti che sono al massimo delle proprie possibilità (FRA a partire dall' inaugurazione della nuova pista). Per MXP è lo stesso, il suo valore paradossalmente è l' essere semivuoto ed espandibile.

Una volta risolti, nel lungo periodo, i problemi di bilaterali eccetera, i vettori con soldi da spendere non potranno certo fare base a Heathrow, dovranno andare, se vorranno, dove c' è posto.

Concordo anche perche MXP è ormai quasi l'unico apt europeo ad avere slot disponibili in quantità. Gli altri sono alla saturazione o quasi.
E mi sembra che qualche sentore di richieste ci siano basta sbloccare i bilaterali...impresa tra il titanico e il fantascientifico
 
Malpensa ormai e' una piattaforma charter/low cost con qualche volo intercontinentale!

è cosi perche l'immobilismo la vuole cosi. non perche lo è di natura.
Toto e company cosa volgiono fare? Air One che propone di aumentare i voli a patto di essere feeder di altre compagnie, la possibilità di avere un hub europeo di altre compagnie non sono discorsi cosi utopistici, dipendono solo dalla politica e basta da quello che decidono i Signori.
Malpensa ha potenzialità non sfruttate e forse qualcuno sta correndo ai ripari...

chi ci mette oggi 1 miliardo di euro per fare di malpensa un hub?