La fuga dei clienti: "Voli inaffidabili"
Il rischio di non partire
LUIGI GRASSIA
TORINO
La grande fuga da Alitalia è cominciata. Scappano i clienti, forse non tantissimi nelle prenotazioni a breve termine, ma fra chi sta programmando i voli delle vacanze estive la frana è percepibile.
La mappa delle defezioni non è omogenea: nel Nord Italia ci sono agenzie che segnalano addirittura punte del 70% di clienti che fanno domande ansiose sull’opportunità di orientarsi verso altre compagnie, mentre a Roma e nel Sud c’è meno preoccupazione. Dalla Iata (che federa i grandi vettori aerei mondiali) dicono che se Alitalia fosse commissariata verrebbe immediatamente impedito ai vettori che operano con accordi commerciali o in «code sharing» di emettere altri biglietti della compagnia italiana; c’è un accordo globale in tal senso, che si chiama Bank Settlement Plan, ma al di là di questo nulla si potrebbe fare. Il rischio resterebbe sulle spalle del cliente.
A Milano nella sede Turisanda-Hotelplan di piazza Risorgimento la responsabile Nadia Pezzotta segnala un 70% di potenziali clienti Alitalia preoccupati in vista delle vacanze estive («prima di prenotare per luglio o agosto aspettano di avere qualche garanzia in più») ma anche per i viaggi business, dove «è particolarmente importante arrivare puntuali, senza rischiare cancellazioni o ritardi». E lei come reagisce a queste obiezioni? «Io non mi sento di rispondere che tutto è sicuro - risponde la Pezzotta - ma nemmeno mi diverto a seminare allarmismo. Dall’Alitalia ci dicono di avere fiducia. In realtà, non possono sapere niente neanche loro».
Sempre in àmbito nordista, all’«Enciclopedia del Viaggio» di piazza San Tomaso a Verona un addetto al bancone di nome Giordano segnala «un 50% di clienti che si preoccupano», mentre a Torino il titolare Gian Luigi Cerlini dell’agenzia «Viaggi Chiara» di corso Re Umberto la prende con un certa tranquillità, ma solo perché «dall’aeroporto di Caselle i voli Alitalia sono pochi» e quindi non c’è pathos.
La situazione si fa di nuovo incandescente in Toscana. A Firenze, in via Dosio, una signorina de «L’Arte di Viaggiare» spiega che la preoccupazione viene dalle agenzie stesse: «Quando è fallita la brasiliana Varig abbiamo dovuto lavorare per un mese e mezzo per risistemare i nostri clienti presso altre compagnie aeree. Eppure la Varig occupava solo una piccola nicchia di mercato». Con Alitalia, ovviamente, sarebbe un problema di tutt’altra grandezza. «Adesso Alitalia - continua l’operatrice dell’agenzia - fa delle ottime offerte verso l’America, ma mi risulta che i suoi aerei volino mezzo vuoti... No, noi non cerchiamo di dissuadere i clienti se ci chiedono questi biglietti. Ma siamo sinceri, e li informiamo dei rischi ipotetici. In fondo, le agenzie incassano appena l’1% del prezzo dei biglietti, ed è stata proprio Alitalia a cominciare a tagliare la nostra quota. Chi ce lo fa fare a esporci al rischio?». Che cos’è, una specie di ben-vi-sta? «No, solo sopravvivenza». A Roma, invece, la fiducia in Alitalia non è scossa. Fausto Montalesi, socio dell’agenzia «Pictures Travel» di via San Nicola, dice che «non c’è nessuna preoccupazione particolare». Da Rainbow Blu di via Lanza Nicoletta, 28 anni, che gestisce l’agenzia con la sorella cita appena due clienti che hanno espresso dubbi su Alitalia e dice: «Che bisogna fare, strapparsi i capelli? Non sempre va tutto bene. Ma i problemi si risolvono sempre, con Alitalia e con le altre compagnie».
A Napoli sono ancora più tranquilli, fino al fatalismo. Maura (di Aladino Viaggi in via Cilea) se ne lamenta persino un po’: «Siamo più preoccupati noi che i clienti. La gente dà quasi per scontato che bisogna volare con Alitalia, e in sostanza non sceglie». Curiosamente, la preoccupazione per Alitalia risorge più a Sud, in Sicilia: Antonino Conti, vicepresidente di Kalesa Viaggi a Palermo (corso Calatafimi), dice che «un buon 50% dei viaggiatori fa domande sulla tenuta di Alitalia. I clienti hanno imparato a distinguere le compagnie». Dai consumatori arriva una certezza: «Se si fa un contratto con un tour operator per un viaggio tutto compreso e l’aereo salta, il tour operator deve trovare un volo sostitutivo - dicono dall’Adusbef -. Ma se ci si organizza il viaggio da sé, in agenzia o via Internet, e poi Alitalia risulta inadempiente, l’unico interlocutore è Alitalia». Turista fai da te? Ahi ahi ahi.
La Stampa
Il rischio di non partire
LUIGI GRASSIA
TORINO
La grande fuga da Alitalia è cominciata. Scappano i clienti, forse non tantissimi nelle prenotazioni a breve termine, ma fra chi sta programmando i voli delle vacanze estive la frana è percepibile.
La mappa delle defezioni non è omogenea: nel Nord Italia ci sono agenzie che segnalano addirittura punte del 70% di clienti che fanno domande ansiose sull’opportunità di orientarsi verso altre compagnie, mentre a Roma e nel Sud c’è meno preoccupazione. Dalla Iata (che federa i grandi vettori aerei mondiali) dicono che se Alitalia fosse commissariata verrebbe immediatamente impedito ai vettori che operano con accordi commerciali o in «code sharing» di emettere altri biglietti della compagnia italiana; c’è un accordo globale in tal senso, che si chiama Bank Settlement Plan, ma al di là di questo nulla si potrebbe fare. Il rischio resterebbe sulle spalle del cliente.
A Milano nella sede Turisanda-Hotelplan di piazza Risorgimento la responsabile Nadia Pezzotta segnala un 70% di potenziali clienti Alitalia preoccupati in vista delle vacanze estive («prima di prenotare per luglio o agosto aspettano di avere qualche garanzia in più») ma anche per i viaggi business, dove «è particolarmente importante arrivare puntuali, senza rischiare cancellazioni o ritardi». E lei come reagisce a queste obiezioni? «Io non mi sento di rispondere che tutto è sicuro - risponde la Pezzotta - ma nemmeno mi diverto a seminare allarmismo. Dall’Alitalia ci dicono di avere fiducia. In realtà, non possono sapere niente neanche loro».
Sempre in àmbito nordista, all’«Enciclopedia del Viaggio» di piazza San Tomaso a Verona un addetto al bancone di nome Giordano segnala «un 50% di clienti che si preoccupano», mentre a Torino il titolare Gian Luigi Cerlini dell’agenzia «Viaggi Chiara» di corso Re Umberto la prende con un certa tranquillità, ma solo perché «dall’aeroporto di Caselle i voli Alitalia sono pochi» e quindi non c’è pathos.
La situazione si fa di nuovo incandescente in Toscana. A Firenze, in via Dosio, una signorina de «L’Arte di Viaggiare» spiega che la preoccupazione viene dalle agenzie stesse: «Quando è fallita la brasiliana Varig abbiamo dovuto lavorare per un mese e mezzo per risistemare i nostri clienti presso altre compagnie aeree. Eppure la Varig occupava solo una piccola nicchia di mercato». Con Alitalia, ovviamente, sarebbe un problema di tutt’altra grandezza. «Adesso Alitalia - continua l’operatrice dell’agenzia - fa delle ottime offerte verso l’America, ma mi risulta che i suoi aerei volino mezzo vuoti... No, noi non cerchiamo di dissuadere i clienti se ci chiedono questi biglietti. Ma siamo sinceri, e li informiamo dei rischi ipotetici. In fondo, le agenzie incassano appena l’1% del prezzo dei biglietti, ed è stata proprio Alitalia a cominciare a tagliare la nostra quota. Chi ce lo fa fare a esporci al rischio?». Che cos’è, una specie di ben-vi-sta? «No, solo sopravvivenza». A Roma, invece, la fiducia in Alitalia non è scossa. Fausto Montalesi, socio dell’agenzia «Pictures Travel» di via San Nicola, dice che «non c’è nessuna preoccupazione particolare». Da Rainbow Blu di via Lanza Nicoletta, 28 anni, che gestisce l’agenzia con la sorella cita appena due clienti che hanno espresso dubbi su Alitalia e dice: «Che bisogna fare, strapparsi i capelli? Non sempre va tutto bene. Ma i problemi si risolvono sempre, con Alitalia e con le altre compagnie».
A Napoli sono ancora più tranquilli, fino al fatalismo. Maura (di Aladino Viaggi in via Cilea) se ne lamenta persino un po’: «Siamo più preoccupati noi che i clienti. La gente dà quasi per scontato che bisogna volare con Alitalia, e in sostanza non sceglie». Curiosamente, la preoccupazione per Alitalia risorge più a Sud, in Sicilia: Antonino Conti, vicepresidente di Kalesa Viaggi a Palermo (corso Calatafimi), dice che «un buon 50% dei viaggiatori fa domande sulla tenuta di Alitalia. I clienti hanno imparato a distinguere le compagnie». Dai consumatori arriva una certezza: «Se si fa un contratto con un tour operator per un viaggio tutto compreso e l’aereo salta, il tour operator deve trovare un volo sostitutivo - dicono dall’Adusbef -. Ma se ci si organizza il viaggio da sé, in agenzia o via Internet, e poi Alitalia risulta inadempiente, l’unico interlocutore è Alitalia». Turista fai da te? Ahi ahi ahi.
La Stampa