A me è capitato un JFK-LON (dopo capirete perché LON generico) in meno di 5 ore: il volo è partito con un'ora di ritardo accumulato dall'aeromobile in arrivo da LHR proprio per colpa del jetstream. "The bad news - spiegò il comandante - is that we are an hour late because of the jetstream, the good news is that we will be an hour early because of the jetstream". Poi, trascorse circa 4.50 di volo, il primo ufficiale ci ha informati che, essendo arrivati sopra i cieli di Londra con un'ora di anticipo, avremmo dovuto volare in holding pattern per un bel po' in attesa di uno slot per atterrare a LHR. Quando, dopo 5 ore e 40 di volo, siamo finalmente atterrati, abbiamo dovuto attendere altri tre quarti d'ora per un gate libero. Poi - viva LHR - si sono guastati i radar di un centro di controllo del traffico aereo inglese e sono stati cancellati diversi voli, compreso il mio per FCO. Ed era pure il periodo dello sciopero del catering BA.
Perché racconto tutto questo? Perché la traversata atlantica verso EST che ricordo con più piacere è stata anche la più lunga: un JFK-FRA ritardato di molte ore per la neve a New York. Lasciato il gate eravamo - parola del comandante - "number whatever for takeoff... ehm maybe 82 or something like that... and there's only one active runway for departures and arrivals". Insomma, ho dormito più di tre ore prima del decollo e poi altre quattro durante il volo. Mai dormito tanto su un volo transatlantico: di solito fra la cena e la colazione ci sono tre-quattro ore al massimo per dormire (a luci spente e con un relativo silenzio). Quando volo di notte preferisco i voli lunghi.