Intervista Bonomi 4/05/2010


proxair

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25 Maggio 2009
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Giuseppe Bonomi: così ho salvato Malpensa

La ciliegina sulla torta è stata la nube islandese che ha bloccato i voli sull’Europa. Ma non ha scomposto più di tanto Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate. Anche se il danno c’è stato: nella settimana di blocco la Sea ha perso in media circa 2 milioni di euro al giorno, con più di 3 mila voli cancellati che non hanno fatto decollare o arrivare 450 mila passeggeri e 6 mila tonnellate di merci.
Ma ci vuole ben altro per fiaccare il manager varesino che negli ultimi due anni ha affrontato «due problemi che avrebbero ammazzato un toro»: prima l’Alitalia che ha dismesso le rotte sulla Malpensa passando da 1.248 voli settimanali agli attuali 139, poi la botta della crisi economica.

Comunque ora il brutto sembra alle spalle per il cinquantunenne avvocato, fortemente appoggiato dalla Lega Nord, che progetta alleanze strategiche con altri scali del Lombardo-veneto e smentisce le voci di un suo prossimo passaggio alle Ferrovie o alla Finmeccanica. «Sono innamorato del trasporto aereo. La mia fortuna è che una passione è diventata un lavoro» dice Bonomi a Panorama.

Nel 2008 Malpensa era un grosso guaio, come avete fatto a venirne fuori?
Abbiamo cambiato completamente la politica commerciale, aumentando nell’ultimo anno di 420 frequenze settimanali i voli su Malpensa. Adesso come quantità i primi nostri clienti sono Easyjet e Lufthansa Italia, ma sui voli intercontinentali abbiamo già conquistato 22 nuove compagnie, tra cui Singapore Airlines, Cathay Pacific, Sri Lanka e Norvegian Airlines. E altre due sono in arrivo, per consentire di raggiungere il maggior numero di destinazioni direttamente: sul lungo raggio avremo da giugno un nuovo collegamento molto importante per l’Oriente (Air India con New Delhi, ndr) e da ottobre un volo quotidiano con la Oman Air verso Muscat. I voli di lungo raggio si sostengono a livello economico se il fattore di riempimento supera l’80 per cento. E noi ci riusciamo. Perché il mercato c’è.

Insomma, siete riusciti a salvarvi nonostante il «dehubbing» dell’Alitalia…
Oggi Malpensa si sviluppa grazie alla concorrenza tra le diverse compagnie aeree. Due anni fa c’era un vettore di riferimento, l’Alitalia, con un modello hub; ora stiamo risalendo la china partendo dal modello «point to point». L’Alitalia a Malpensa è scesa da 11,5 a 1,4 milioni di passeggeri ma l’incremento di tutte le altre compagnie è stato del 28,5 per cento nell’ultimo anno, e questo nonostante la grave crisi economica.

Come avete raggiunto la cifra di 53,2 milioni di utile netto nel 2009?
L’utile netto industriale è di 22 milioni, il resto viene da dismissioni. Comunque non daremo dividendo, i ricavi li destiniamo ai nuovi investimenti infrastrutturali. I risparmi sono venuti in particolare sul costo del lavoro. La cassa integrazione a rotazione e volontaria porta mediamente i dipendenti a stare a casa due giorni al mese e andrà avanti fino al 2011. Non abbiamo certo fatto macelleria sociale, tant’è vero che non abbiamo avuto neanche un’ora di sciopero da parte dei nostri 5.500 dipendenti, organizzati in dieci sigle sindacali.

Niente dividendo ai vostri azionisti, di cui il maggiore è il Comune di Milano: la Sea non è più la gallina dalle uova d’oro?
Negli ultimi 5 anni la Sea ha fatto investimenti autofinanziati per 450 milioni di euro e distribuito dividendi per altri 550 milioni. Prevediamo fino al 2020 nuovi investimenti per 1,6 miliardi, totalmente autofinanziati. I principali sono a Malpensa: la terza pista, il completamento di Cargo city e del Terminal 1. In più, il nuovo parcheggio multipiano di Linate con 2.600 posti auto: sarà il più ampio di Milano e dintorni. Per i nostri investimenti dobbiamo andare sui mercati finanziari con una certezza regolamentare, perciò è importante il contratto di programma con l’Enac: abbiamo l’esigenza di arrivarci nel più breve tempo possibile.

A che punto è il progetto della terza pista di Malpensa?
La valutazione d’impatto ambientale sta per partire, contiamo di avere la nuova pista pronta per gestire il traffico aggiuntivo per l’Expo del 2015: ci investiamo 300 milioni, però non abbiamo un giorno da perdere.

Intanto il 2010 sta andando bene, a parte la nube islandese. È vero che in particolare sul traffico merci ci sono segnali interessanti di ripresa economica?
Quest’anno il trend di crescita è molto forte, i passeggeri a Malpensa sono cresciuti dell’8,8 per cento da gennaio a marzo e nelle prime due settimane di aprile del 14,2 per cento. Nel settore merci abbiamo addirittura un più 39 per cento nel primo trimestre 2010.

Avete stipulato un’alleanza con l’aeroporto bergamasco di Orio al Serio. Però il Terminal 2 di Malpensa punta sul low cost: non c’è sovrapposizione?
Il Terminal 2 ormai è dedicato esclusivamente a Easyjet, che ha un modello industriale diverso da quello di Ryanair, che vola su Orio. Infatti Easyjet vola negli aeroporti principali e ormai opera anche sul settore business, tanto che al Terminal 2 stiamo per aprire una sala vip. Quindi c’è complementarità con l’aeroporto bergamasco anche sul segmento dei voli low cost: sono diversi i clienti e i target di riferimento.

Come va il tavolo di lavoro con la Sacbo, che gestisce lo scalo di Orio?
Avremo pronta una piattaforma industriale comune ai primi di giugno. Gli aeroporti saranno valorizzati in base alla loro specializzazione e la nostra partnership con Orio è strategica: siamo già i primi azionisti della Sacbo con il 31 per cento. Per le modalità di sviluppo della collaborazione, dopo il piano industriale a giugno si aprirà una seconda fase che potrà riguardare anche gli aspetti societari. E la collaborazione con Bergamo per noi è propedeutica anche a un’apertura verso gli aeroporti di Brescia e Verona.

Milano, Bergamo, Brescia e Verona: vuole un’alleanza del Nord negli aeroporti?
Facciamo il sistema aeroportuale del Nord, che manca a questo Paese. Il problema è industriale: c’è un’eccessiva frammentazione degli aeroporti italiani, occorre farli lavorare in sinergia per dare un’offerta differenziata aderente alle esigenze del mercato. Lo sviluppo di Milano più Bergamo, Brescia e Verona significa che avremo non solo il primo sistema aeroportuale italiano, ma anche uno dei primi cinque europei.

E in questo senso anche il low cost diventa strategico?
La crisi economica ha reso evidente un mutamento della qualità della domanda. Oggi la componente essenziale sui voli fino a due ore è il prezzo. Quindi c’è un mutamento complessivo per tutto il trasporto aereo: anche le compagnie tradizionali fanno offerte a basso prezzo e ci sarà sempre più bisogno d’integrare le offerte più economiche con quelle più costose sul lungo raggio. Saranno sempre più gli aeroporti a offrire questa integrazione anche fra network di compagnie differenti. È un modello rivoluzionario, chiamato «airport driven hub» (l’aeroporto che spinge l’hub, ndr), su cui stiamo conducendo test e che inizieremo a mettere in pratica, spero entro quest’anno, a Malpensa. Faremo lavorare in sinergia i diversi vettori anche sui due terminal. Il modello prevede di volare, per esempio, da Palermo a Malpensa con Easyjet, Lufthansa o AirOne e poi in transito, senza fare un nuovo check-in, da Malpensa a Bangkok con la Thai.

Poi c’è il dossier Linate. L’Antitrust dice che si possono aumentare i voli, c’è un tavolo tecnico all’Enac che non decolla e intanto il traffico su Linate continua a calare. Come uscirne?
L’aeroporto di Linate è contingentato dal decreto che stabilisce 18 movimenti l’ora. Io ho 58 mila richieste di slot in lista d’attesa per la stagione estiva. La domanda c’è, la crescita di Linate può avvenire in modo limitato, per un fatto strutturale, e quindi puntiamo soprattutto a migliorare la qualità.

La verità è che a Malpensa c’è la concorrenza, a Linate no. Per voi l’Alitalia oggi è un problema?
No, l’Alitalia per noi è una risorsa. Costituisce il 70 per cento del traffico su Linate. Tuttavia, il quadro regolamentare è quello che è.

A voi la concorrenza sul Milano-Roma da Linate non piacerebbe?
Rispondo con i dati: il calo dei passeggeri fra Linate e Fiumicino nel 2009 è stato del 31 per cento, benché sia noi sia l’Alitalia abbiamo migliorato l’offerta qualitativa. Invece sul collegamento Malpensa-Fiumicino, dove operano più compagnie, c’è stato un aumento del 28 per cento. La concorrenza fa bene.

Lei è stato anche presidente dell’Alitalia, per un breve periodo, nel 2003: pensa che le scelte degli anni successivi siano state lungimiranti?
Con la nuova gestione il prodotto dell’Alitalia è migliorato. Le strategie però si misurano nel medio e lungo termine e quindi oggi è prematuro dare giudizi.

edmondo rho
Martedì 4 Maggio 2010

http://blog.panorama.it/economia/2010/05/04/giuseppe-bonomi-cosi-ho-salvato-malpensa/

Vorse bisogna ricordagli che la Norvegia è europa:D

Per l'amministrazione, ho utilizzato la funzione cerca ma non ho trovato niente, se dovesse comunque essere un doppione cancellate pure o spostate in altro 3ad
 
Giuseppe Bonomi: così ho salvato Malpensa
D' ora in poi lo chiameremo Salvatore Bonomi.

Complimenti per l' intervista. Va bene sottolineare i risultati positivi, ma ignorare completamente quelli negativi, uno per tutti il rapporto 1 a 20 (se va bene) con FCO nei voli verso gli USA, dove non ci sono problemi di bilaterali, mi sembra molto marchetting e molto meno giornalismo.
 
D' ora in poi lo chiameremo Salvatore Bonomi.

Complimenti per l' intervista. Va bene sottolineare i risultati positivi, ma ignorare completamente quelli negativi, uno per tutti il rapporto 1 a 20 (se va bene) con FCO nei voli verso gli USA, dove non ci sono problemi di bilaterali, mi sembra molto marchetting.

Il suo lavoro però non è fare la classifica con FCO (non c'è un campionato tipo Moratti-Sensi)... fare un confronto tra un hub e un aeroporto dove (per le solite manovrine all'italiana) manca chi può fare feederaggio non ha senso.

quello che importa è portare risultati, attrarre investimentie prospettive a lungo termine, tutto il resto è politica
 
Metti che magari qualcuno di SEA legga qui ogni tanto, per farsi due risate e poi riferisca.
Faccio dunque io un paio di domande al dottor Salvatore Bonomi.
  1. Si legge a volte che si fanno i soldi verso l' Oriente e non verso gli USA. In parte sarà anche vero, ma perché da Malpensa si vola solo a NYC, più Atlanta 5 volte la settimana e, tra poco, Miami 3? Mentre da Fiumicino decollano ogni giorno decine di voli per gli USA, non solo di Alitalia, ma anche di tutti gli altri vettori americani?
  2. Se, come è probabile, la spiegazione è che a Fiumicino i passeggeri provenienti dagli USA trovano una miriade di prosecuzioni per tutta l' Italia, mentre a Malpensa non trovano praticamente nulla, se per questo motivo i voli dagli USA per Fiumicino hanno una buona domanda e quelli per Malpensa no, per quale motivo Lei dott. Salvatore Bonomi non fa nulla, ma proprio nulla per spostare qualche volo nazionale in più da Linate a Malpensa?
  3. Visto che non può affermare di non esserne al corrente, perché io stesso gliel' ho detto pubblicamente in occasone della Mobility Conference 2010, Alitalia opera da Linate, in beffa al Decreto Bersani bis vigente, un multiplo dei voli nazionali ammissibili e visto che la grave carenza di prosecuzioni rende impervio operare ad esempio voli dagli USA a Milano, per quale motivo Lei tace sull' argomento e non chiede, come sarebbe Suo dovere, il rispetto della lettera e dello spirito del Decreto?
  4. In fin dei conti Dottor Salvatore, visto che quelli per gli USA sono la parte principale dei voli intercontinentali di qualsiasi altro aeroporto europeo, Lei che cos' avrebbe salvato? Il doppio incarico e il doppio stipendio? Sicuro che non potrebbe fare di più? Io e altre decine di forumisti sistemeremmo gratis in poco tempo il problema voli per gli USA, tirando fuori orgogliosamente un po' di quello che teniamo usualmente celato nei pantaloni e questionando l' obbrobrioso assetto di Linate, che è legale solo per un azzeccagarbugli. Per lo meno non ci atteggeremmo a salvatori di quello che non abbiamo ancora salvato.
Per non voler essere solo mal-pensante, dichiaro il mio apprezzamento per i risultati ottenuti nei collegamenti con l' Oriente e per i consistenti investimenti a Malpensa, fra satellite C e raccordi vari. Meglio ancora se e quando partiranno i lavori della terza pista.

Per ora Le dò un voto di quelli che ai miei tempi stavano fra il cinque e mezzo e il sei meno meno. E ricordi che il salvatore che vuole una resurrezione non può evitare la passione e l' amaro calice. Senza sacrifici non c' è nessuna resurrezione. Conosce il detto sul medico pietoso? Smetta di ignorare Linate.
 
fare un confronto tra un hub e un aeroporto dove (per le solite manovrine all'italiana) manca chi può fare feederaggio non ha senso.
Se manca il feederaggio per le solite manovrine all' italiana faccia qualche telefonata a Umberto, a Silvio, a Letizia, a Vito. Ne parli nelle interviste. Lo paghiamo* anche per quello.


*SEA è di fatto una società pubblica
 
@malpensante:
sai bene che Bonomi è a conoscenza di tutto questo e sai bene che se facesse la sparate che tu vorresti, verrebbe silurato alla prima occasione e questo non credo sarebbe un bene per MXP, perchè dopo di lui verrebbe sicuramente nominato qualcuno più "tranquillo", quindi meno attivo nel cercare di far crescere l' aeroporto della Brughiera.
Bonomi sta facendo quello che può nell' ambito del "recinto" negli quale gli è concesso muoversi, di più, ragionevolmente, credo che al momento sarebbe difficile fare.
 
sai bene che Bonomi è a conoscenza di tutto questo e sai bene che se facesse la sparate che tu vorresti, verrebbe silurato alla prima occasione e questo non credo sarebbe un bene per MXP
Non mi pare, lo stai dipingendo come se fosse un quaquaraqua e comunque c' è modo e modo di stare zitti.

La mia esperienza degli uomini di potere è che molto spesso rischiano di credere a quello che vogliono che la realtà sia, anche se non lo è e, purtroppo, trovano sempre gente disposta a dar loro ragione. In Italia pure i giornalisti. Si sarà convinto che lo status quo a Linate fa bene a Malpensa.
 
Se manca il feederaggio per le solite manovrine all' italiana faccia qualche telefonata a Umberto, a Silvio, a Letizia, a Vito. Ne parli nelle interviste. Lo paghiamo* anche per quello.


*SEA è di fatto una società pubblica

*SEA è di fatto una società pubblica

questo va scritto a caratteri cubitali, altro che, perche' sta li' tutto il nocciolo della questione.

Il fatto che non ci sia nessuno al quale rendere conto (tanto i soldi ce li mettono i cittadini milanesi) fa si che Bonomi possa raccontare indisturbato la sua versione dei fatti al primo giornalaio impecoronito che non si sognerebbe mai di fare domande sensate.

Se di fronte invece avesse un cda di imprenditori imbufaliti che i soldi ce li rimettono di tasca propria, credo che queste autocelebrazioni non convincerebbero nessuno.

Anche perche' ,come dice lui, se per malpensa tutto e' tornato come prima, anzi pure meglio, come mai centinaia di lavoratori mandati a casa dopo il dehub, sono ancora in Cig?
 
Non mi pare, lo stai dipingendo come se fosse un quaquaraqua e comunque c' è modo e modo di stare zitti.

La mia esperienza degli uomini di potere è che molto spesso rischiano di credere a quello che vogliono che la realtà sia, anche se non lo è e, purtroppo, trovano sempre gente disposta a dar loro ragione. In Italia pure i giornalisti. Si sarà convinto che lo status quo a Linate fa bene a Malpensa.

Non lo sto dipingendo come un quaquaraqua (!), semplicemente trovo comprensibile che non si prenda a martellate le p...e da solo per aver comunque un risultato pari a 0.
Sai benissimo che la triade LIN-AZ-SB è (per ora) intoccabile. Chiunque provasse uno scontro frontale, ne uscirebbe con le ossa rotte. E' probabile che tra qualche anno le cose cambino (SB non è eterno, AZ potrebbe essere di AF e quindi politicamente meno "pesante", LH potrebbe citare l' Italia per gli slot di LIN, ecc...) e a quel punto, Bonomi (o chi per lui), potrebbe sparare con qualche speranza di successo le cartucce che tu vorresti sparare subito. Nel frattempo Bonomi, vende ciò che ha.
Ovviamente IMHO.
 
Non lo sto dipingendo come un quaquaraqua (!), semplicemente trovo comprensibile che non si prenda a martellate le p...e da solo per aver comunque un risultato pari a 0.
Che il risultato sarebbe sempre zero dubito. E poi dovrà pure far qualcosa per i suoi amati Tedeschi, non può solo allargare le braccia.
Un capo azienda, soprattutto con quello stipendio, ha il dovere di almeno provarci.

Sai benissimo che la triade LIN-AZ-SB è (per ora) intoccabile. Chiunque provasse uno scontro frontale, ne uscirebbe con le ossa rotte.
Ma non è vero. Il problema risale a ben prima e sta in alcune teste bacate di SEA, che hanno infettato Palazzo Marino.
E' una corporate culture sbagliata, che ha permesso agli ainteressi altrui (nel senso antimilanesi) di esprimersi sempre al meglio.

Di fatto c' è gente che da più di dieci anni fa di tutto per tagliare le ali alla propria azienda e all' interesse economico del proprio padrone (i cittadini del Comune e della Provincia di Milano).

Questi signori pensano che basti una marchetta giornalistica a cadenza regolare per risolvere i problemi. In realtà li nasconde sotto il tappeto e loro vivono tranquilli, perché sbattersi?
 
Questa mi sembra la parte piu' interessante, possibiltà di connessioni tra low cost e major, inoltre apertura di una sala VIP al T2:

Saranno sempre più gli aeroporti a offrire questa integrazione anche fra network di compagnie differenti. È un modello rivoluzionario, chiamato «airport driven hub» (l’aeroporto che spinge l’hub, ndr), su cui stiamo conducendo test e che inizieremo a mettere in pratica, spero entro quest’anno, a Malpensa. Faremo lavorare in sinergia i diversi vettori anche sui due terminal. Il modello prevede di volare, per esempio, da Palermo a Malpensa con Easyjet, Lufthansa o AirOne e poi in transito, senza fare un nuovo check-in, da Malpensa a Bangkok con la Thai.
 
D' ora in poi lo chiameremo Salvatore Bonomi.

Complimenti per l' intervista. Va bene sottolineare i risultati positivi, ma ignorare completamente quelli negativi, uno per tutti il rapporto 1 a 20 (se va bene) con FCO nei voli verso gli USA, dove non ci sono problemi di bilaterali, mi sembra molto marchetting e molto meno giornalismo.
In verita', a parziale difesa di Bonomi, va detto che i voli Italia - USA sono operati da compagnie americane e hanno (da quello che ho potuto intendere) un 75% di passeggeri originati in patria. E' abbastanza evidente come per un cittadino americano Roma sia una destinazione molto piu' appetibile di Milano da un punti di vista turistico (e lo dimostra il fatto che una quantita' di questi voli e' stagionale estiva). Questo secondo me poteva essere al piu' una ragione per Alitalia per mantenere il suo HUB a MXP dove avrebbe operato in quasi monopolio targetando pax italiani, ma ha fatto una scelta diversa e Bonomi non puo' farci nulla.
 
Il traffico non è solo turistico e anche per i turisti non esiste solo Roma.
Il fatto è che da tutto il Norditalia il traffico vola verso gli USA attraverso gli hub d' oltralpe e la capacità di Malpensa di catturare quel traffico pare zero.
 
Il traffico non è solo turistico e anche per i turisti non esiste solo Roma.
Il fatto è che da tutto il Norditalia il traffico vola verso gli USA attraverso gli hub d' oltralpe e la capacità di Malpensa di catturare quel traffico pare zero.
Infatti ho scritto che Roma a' piu' appetibile, non che sia l'unica destinazione.Sul fatto che il traffico non sia solo turistico, la presenza di cosi' tanti stagionali lascia pensare fortemente il contrario o che comunque questa componente sia estremamente significativa.
Sull'ultimo punto potrei condividere con te, ma era un'altra Alitalia e non catturava nulla nemmeno a Roma se non grazie alla maggior distanza geografica dagli Hub d'oltralpe, fu una mossa prettamente difensiva atta a limitare le perdite per prolungare la continuita' aziendale (agonia?) di una compagnia che non poteva investire un euro e puntava a perdere il meno possibile.
 
Non mi sento di colpevolizzare al 100% Bononi come fa Malpensante ne di giudicarlo un eroe di guerra, quello che vedo e che sento è che comunque MXP sta crescendo e sappiamo quanto la politica centristica che abbiamo occluda MXP in favore di FCO, sappiamo anche a chi è in mano il Comune di Milano, ovvero a SB che che se ne dica.
Ora se effettivamente le compagnie stanno arrivando pur sotto effetto della crisi economica e pur magari in questo momento le major americane stiano privilegiando FCO sia con voli stagionali che annuali, non lo vedo cosi raccapricciante. Certo anche a me piacerebbe vedere almeno 5-6 destinazioni USA in piu ma nello stesso tempo mi piacerebbe vedere anche Africa, Sud America. L'accordo di AZ con Air Italy è in questo momento un pagliativo e un tentativo di dire "avete visto" non una reale concorrenza o apertura di nuove rotte.
Ora se sugli USa i bilaterali sono aperti sulle altre nazioni come siamo messi?
Se qualcuno chiedesse gli slot su MXP e Bonomi lo chiaramente accettasse volentieri siamo sicuri non sia obbligato a passare per FCO?
Il problema Linate è solo esclusivamente politico punto e basta. Ma fa comodo a tutti i politici e loro amici.
La riorganizzazione e liberalizzazione degli slot a baffo del decreto Bersani si potrebbe fare ( a livello economico ) ma politico no.
Ora cosa può fare Bonomi? Perdere la poltrona? Andare contro i politici? Forse lo farà quando andrà in pensione e potrà aprire bocca, oggi no.... e forse ringraziamolo ogni tanto per quello che fa, non siamo sempre del tutto disfattisti...e parla uno che la bocca la tiene poco chiusa.....
 
Il fatto che non ci sia nessuno al quale rendere conto (tanto i soldi ce li mettono i cittadini milanesi) fa si che Bonomi possa raccontare indisturbato la sua versione dei fatti al primo giornalaio impecoronito che non si sognerebbe mai di fare domande sensate.

Se di fronte invece avesse un cda di imprenditori imbufaliti che i soldi ce li rimettono di tasca propria, credo che queste autocelebrazioni non convincerebbero nessuno.

Sarebbe anche ora di smettere di scrivere cose non vere.

I cittadini milanesi con ci mettono niente e nessuno ci rimette niente, dato che SEA chiude quasi sempre in utile e, anzi, in passato è stato spremuta dal Comune (vedasi il maxidividendo di 200 milioni di euro distribuito con Albertini al comune).

Giusto una piccola serie storica su SEA:

2009: utile 53 milioni di euro
2008: utile 1,8 milioni di euro
2007: utile 35 milioni di euro
2006: utile 34 milioni di euro
2005: utile 46 milioni di euro
2004: utile 41 milioni di euro
2003: utile 31 milioni di euro
2002: utile 15 milioni di euro
2001: perdita 3,6 milioni di euro
2000: utile 79 milioni di euro
1999: utile 31 milioni di euro

Ora, alla luce di questi numeri (tutti verificabili), mi spieghi chi ci rimette i soldi?

Anche perche' ,come dice lui, se per malpensa tutto e' tornato come prima, anzi pure meglio, come mai centinaia di lavoratori mandati a casa dopo il dehub, sono ancora in Cig?

Forse perché c'è un vettore che se n'è (liberamente, per carità) andato portando con sé alcuni milioni di passeggeri?