segue un estratto di traduzione del documento inviato al tribunale spagnolo da parte dei curatori fallimentari di LTE, la compagnia spagnola fallita lo scorso ottobre. La lettura dell'intero documento è raccapricciante e la dice lunga sulla vera natura delle attività di MyAir. Vediamo se qualcuno ha ancora il coraggio di difendere questi farabutti dell'aviazione civile mondiale.
Ecco le considerazioni conclusive:
...omissis...
4- Considerazioni da parte dell’amministrazione fallimentare delle cause che hanno dato origine alle insolvenze di LTE
Senza dubbio, in virtù di un maggior approfondimento e conoscenza dei fatti narrati in questo documento e della valutazione definitiva che realizzeremo per la qualificazione di questo tipo di processo fallimentare, questa amministrazione fallimentare considera che, a parte le ovvie difficoltà economiche proprie della situazione economica generale, l’incremento del costo del petrolio e la più o meno cura nella gestione della compagnia, esistono numerosi atti dei rappresentanti del socio unico (MyHolding n.d.r.) e dell’organo di amministrazione della compagnia (paraculi di Soddu n.d.r) che ci permettono di ritenere che la politica del gruppo delle imprese ha distrutto la solvibilità della compagnia LTE, mantenendola in una situazione di continua mancanza di liquidità, fin dalla acquisizione della società avvenuta nell’anno 2004. Decidendo di lasciare insoluto sin da allora il credito a favore di LTE nei confronti di tutte le imprese del gruppo, per un importo praticamente costante e sempre intorno ai 3 milioni di euro per operazioni societarie e altri 3 milioni per operazioni commerciali, si obbligava LTE a non poter rispettare o a dover ritardare i pagamenti delle sue operazioni ordinarie, non potendo in alcun modo sfruttare questa liquidità di circa 6 milioni di euro per crediti vantati nei confronti delle altre imprese del gruppo. I vari organi di amministrazione della compagnia e il suo socio unico hanno permesso che la compagnia durante i vari anni si trovasse in una situazione di insolvenza per mancanza di liquidità e in una situazione legale di insolvenza per l’elevato accumulo di perdite, non rispettando gli avvisi dei revisori che non accettavano né il mantenimento di un saldo a credito così elevato di fronte le altre imprese del gruppo, né l’accusa di supposti crediti fiscali, che per poter essere considerati necessitavano della giustificazione di una speranza reale di ottenere benefici che non si sono ottenuti in nessun momento dalla presa del controllo della società da parte del gruppo FLYHOLDING/MYHOLDING.
Diverse operazioni di sotto capitalizzazione, come il già citato acquisto e posteriore e promessa di pagamento rateizzato del Tour Operator MYGO, l’uso della quota di emissione apportata dal socio nel 2004 per prestiti alle aziende del gruppo e l’acquisizione delle azioni di MYWAY, immediatamente trasmesse a MYHOLDING con prezzo non pagato per molti anni, o l’ampliamento del capitale mediante apporti di 3.000.000 di azioni della compagnia MYAIR, operazione peraltro pendente di esecuzione perché non fu soddisfatta la richiesta dell’esperto indipendente sul suo onorario, misura che in tutti i casi avrebbe sanato (anche se non integralmente) l’obbligo di portare i libri in tribunale e così esonerare agli amministratori dalla responsabilità personale, nonostante tale atto in nessun modo poteva alleviare la situazione di totale mancanza di liquidità di LTE, queste sono cause dirette della attuale situazione di LTE che si trascinava fino a una generale impossibilità di pagamento almeno dal mese di maggio 2008, data in cui si fecero constatare nel consiglio di amministrazione tutte le insolvenze occorse nel periodo precedente.
Sono specialmente gravi i fatti occorsi durante l’ultima estate, a partire dalla situazione di mancanza di liquidità descritta e dell’accumulazione di crediti con le altre imprese del gruppo. Sembra che, forzati per via dell’impossibilità di ottenere altri aeromobili in noleggio per la sua compagnia italiana MYAIR e con il timore di perdere la sua licenza di volo in Italia, i rappresentanti del gruppo, con il sig. Soddu in prima fila, forzarono LTE a contrattare un aeromobile extra con la compagnia VUELING allo scopo di coprire le proprie esigenze operative di volo, in modo da liberare un aeromobile della compagnia LTE e sub affittarlo a MYAIR in un contratto del quale non si effettuò praticamente nessun pagamento delle rate dovute, per un importo stimato pari a quasi due milioni di euro, obbligando in tal modo LTE a rescindere il contratto dell’aeromobile con VUELING, a fronte alla sua incapacità di pagare le rate a causa delle insolvenze di MYAIR. Ciò portò LTE a contrattare voli charter con altre compagnie per rispettare i suoi contratti con i propri clienti con il conseguente aumento dei costi operativi. Causa di tali problemi fu la mancanza dei pagamenti da parte di MYAIR, che contrattualmente era obbligata a tali pagamenti senza possibilità di non onorarli. Da rilevare anche il ritrovamento di un documento, firmato dal presidente non esecutivo del consiglio e ratificato in un consiglio di amministrazione con il voto contrario dl consigliere delegato di LTE, che sanava a posteriori la situazione di insolvenza MYAIR nei confronti di LTE.
Questo atto comportò una perdita di liquidità per LTE vicina ai 3 milioni di euro, la generazione di in conflitto sociale che aggravò la situazione della compagnia e la perdita di opportunità di business per il fatto di non disporre di un aeromobile per le operazioni di volo con i suoi clienti e le nuove opportunità dei mesi di settembre e ottobre. Allo stesso tempo iniziarono i mancati pagamenti degli stipendi dei dipendenti già dal mese di agosto, i quali erano comunque obbligati a rimanere in azienda per non perdere i benefici dei contratti collettivo di lavoro. Tutto questo nel momento stesso in cui l’intero gruppo manteneva un debito intorno ai 6 milioni di euro con LTE.
Tutti i fatti narrati evidenziano uno strangolamento costante della capacità operativa e della liquidità di LTE da parte del suo socio unico e da parte delle altre entità del gruppo (a differenza di LTE, situate tutte in Italia) che in nessun modo permise alla direzione della compagnia di adottare le misure necessarie di fronte la crisi economica e alla situazione generale del settore. Eventi che hanno condotto l’azienda LTE alla cessazione della sua attività senza possibilità reale di riprendere le operazioni.
Palma, 12 di maggio 2009.
Ecco le considerazioni conclusive:
...omissis...
4- Considerazioni da parte dell’amministrazione fallimentare delle cause che hanno dato origine alle insolvenze di LTE
Senza dubbio, in virtù di un maggior approfondimento e conoscenza dei fatti narrati in questo documento e della valutazione definitiva che realizzeremo per la qualificazione di questo tipo di processo fallimentare, questa amministrazione fallimentare considera che, a parte le ovvie difficoltà economiche proprie della situazione economica generale, l’incremento del costo del petrolio e la più o meno cura nella gestione della compagnia, esistono numerosi atti dei rappresentanti del socio unico (MyHolding n.d.r.) e dell’organo di amministrazione della compagnia (paraculi di Soddu n.d.r) che ci permettono di ritenere che la politica del gruppo delle imprese ha distrutto la solvibilità della compagnia LTE, mantenendola in una situazione di continua mancanza di liquidità, fin dalla acquisizione della società avvenuta nell’anno 2004. Decidendo di lasciare insoluto sin da allora il credito a favore di LTE nei confronti di tutte le imprese del gruppo, per un importo praticamente costante e sempre intorno ai 3 milioni di euro per operazioni societarie e altri 3 milioni per operazioni commerciali, si obbligava LTE a non poter rispettare o a dover ritardare i pagamenti delle sue operazioni ordinarie, non potendo in alcun modo sfruttare questa liquidità di circa 6 milioni di euro per crediti vantati nei confronti delle altre imprese del gruppo. I vari organi di amministrazione della compagnia e il suo socio unico hanno permesso che la compagnia durante i vari anni si trovasse in una situazione di insolvenza per mancanza di liquidità e in una situazione legale di insolvenza per l’elevato accumulo di perdite, non rispettando gli avvisi dei revisori che non accettavano né il mantenimento di un saldo a credito così elevato di fronte le altre imprese del gruppo, né l’accusa di supposti crediti fiscali, che per poter essere considerati necessitavano della giustificazione di una speranza reale di ottenere benefici che non si sono ottenuti in nessun momento dalla presa del controllo della società da parte del gruppo FLYHOLDING/MYHOLDING.
Diverse operazioni di sotto capitalizzazione, come il già citato acquisto e posteriore e promessa di pagamento rateizzato del Tour Operator MYGO, l’uso della quota di emissione apportata dal socio nel 2004 per prestiti alle aziende del gruppo e l’acquisizione delle azioni di MYWAY, immediatamente trasmesse a MYHOLDING con prezzo non pagato per molti anni, o l’ampliamento del capitale mediante apporti di 3.000.000 di azioni della compagnia MYAIR, operazione peraltro pendente di esecuzione perché non fu soddisfatta la richiesta dell’esperto indipendente sul suo onorario, misura che in tutti i casi avrebbe sanato (anche se non integralmente) l’obbligo di portare i libri in tribunale e così esonerare agli amministratori dalla responsabilità personale, nonostante tale atto in nessun modo poteva alleviare la situazione di totale mancanza di liquidità di LTE, queste sono cause dirette della attuale situazione di LTE che si trascinava fino a una generale impossibilità di pagamento almeno dal mese di maggio 2008, data in cui si fecero constatare nel consiglio di amministrazione tutte le insolvenze occorse nel periodo precedente.
Sono specialmente gravi i fatti occorsi durante l’ultima estate, a partire dalla situazione di mancanza di liquidità descritta e dell’accumulazione di crediti con le altre imprese del gruppo. Sembra che, forzati per via dell’impossibilità di ottenere altri aeromobili in noleggio per la sua compagnia italiana MYAIR e con il timore di perdere la sua licenza di volo in Italia, i rappresentanti del gruppo, con il sig. Soddu in prima fila, forzarono LTE a contrattare un aeromobile extra con la compagnia VUELING allo scopo di coprire le proprie esigenze operative di volo, in modo da liberare un aeromobile della compagnia LTE e sub affittarlo a MYAIR in un contratto del quale non si effettuò praticamente nessun pagamento delle rate dovute, per un importo stimato pari a quasi due milioni di euro, obbligando in tal modo LTE a rescindere il contratto dell’aeromobile con VUELING, a fronte alla sua incapacità di pagare le rate a causa delle insolvenze di MYAIR. Ciò portò LTE a contrattare voli charter con altre compagnie per rispettare i suoi contratti con i propri clienti con il conseguente aumento dei costi operativi. Causa di tali problemi fu la mancanza dei pagamenti da parte di MYAIR, che contrattualmente era obbligata a tali pagamenti senza possibilità di non onorarli. Da rilevare anche il ritrovamento di un documento, firmato dal presidente non esecutivo del consiglio e ratificato in un consiglio di amministrazione con il voto contrario dl consigliere delegato di LTE, che sanava a posteriori la situazione di insolvenza MYAIR nei confronti di LTE.
Questo atto comportò una perdita di liquidità per LTE vicina ai 3 milioni di euro, la generazione di in conflitto sociale che aggravò la situazione della compagnia e la perdita di opportunità di business per il fatto di non disporre di un aeromobile per le operazioni di volo con i suoi clienti e le nuove opportunità dei mesi di settembre e ottobre. Allo stesso tempo iniziarono i mancati pagamenti degli stipendi dei dipendenti già dal mese di agosto, i quali erano comunque obbligati a rimanere in azienda per non perdere i benefici dei contratti collettivo di lavoro. Tutto questo nel momento stesso in cui l’intero gruppo manteneva un debito intorno ai 6 milioni di euro con LTE.
Tutti i fatti narrati evidenziano uno strangolamento costante della capacità operativa e della liquidità di LTE da parte del suo socio unico e da parte delle altre entità del gruppo (a differenza di LTE, situate tutte in Italia) che in nessun modo permise alla direzione della compagnia di adottare le misure necessarie di fronte la crisi economica e alla situazione generale del settore. Eventi che hanno condotto l’azienda LTE alla cessazione della sua attività senza possibilità reale di riprendere le operazioni.
Palma, 12 di maggio 2009.