Obiso: grandissimo. Tra lui e Gibboni, una coppia di violinisti meravigliosi e giovanissimi.
Gli strumenti a fiato, legni ed ottoni, si maneggiano con mano problemi degli archi; il problema sono le dimensioni per tromboni tube e controfagotti, nonché i corni per la forma. Gli archi, soprattutto se pezzi pregiati, sono ben più delicati: anche per la temperatura e l'umidità durante il trasporto. Sui contrabbassi, poco da fare: casse robuste e stiva, oppure camion. Violini e viole hanno custodie relativamente contenute anche per il peso, quello che detta la lunghezza della custodia non è lo trumento, ma l'arco. Il problema sono i violoncelli. Questa primavera, dopo il concerto agli Amici della Musica di Firenze di Sergei Malov, cellista residente a Zurigo, ci fu un incontro con una scuola media: una delle domande dei ragazzi fu -appunto- come faceva a portarsi dietro gli strumenti in aereo (strumenti, poiché il maestro suona il cello "normale" ed il violoncello da spalla che si imbraccia come fosse una viola, ma è di dimensioni ben superiori alla viola). La risposta fu: quando sono trasferte corte, diciamo massimo cinque-sei ore, preferisco viaggiare in auto o treno e non ci sono problemi; Lufthansa e Swissair sono in genere comprensive e mi vengono incontro proponendomi voli più vuoti, anche se magari con orari meno comodi, ma pago due posti.
Ci sono alcuni pianisti che si portano dietro il gran coda: ovviamente via terra, con trasportatori specializzati.
P.S.: volando con uno Stradivari od un Guarnieri la frase che non vorrei mai sentire a bordo di un aereo è EVACUATE