TRASPORTO AEREO: IATA, GOVERNO INGLESE ABBANDONI ONERI SU AVIAZIONE
Roma, 28 apr. (Adnkronos)- La Iata, l'associazione internazionale del trasporto aereo, ha esortato il governo del Regno Unito ad abbandonare il provvedimento sugli oneri per l'aviazione (Aviation Duty). Questo appello e' stato presentato nella risposta dell'Associazione alla richiesta di consultazione da parte del governo inglese. ''Il provvedimento relativo all'Aviation Duty non e' altro che un puro e semplice strumento di prelievo fiscale. Non ha alcuna credibilita' come incentivo per migliori prestazioni ambientali e i proventi fiscali non verranno utilizzati per sostenere obiettivi a favore dell'ambiente'', ha dichiarato Giovanni Bisignani,direttore generale e amministratore delegato della Iata, in una lettera al Cancelliere Alistair Darling. ''Questa proposta non e' in grado di rispondere ai principi basilari presentati dal governo per giustificarla. E' incompatibile - ha affermato Bisignani-con gli obblighi del Regno Unito derivanti dal diritto internazionale. E non portera' alcun miglioramento delle prestazioni ambientali. Essa ignora che il trasporto aereo si fa gia' completamente carico dei propri costi ambientali. Portera' a gravi conseguenze economiche discriminatorie e a distorsioni del mercato. Avra' come risultato una doppia tassazione e ridurra' la posizione concorrenziale del Regno Unito. Non e' ne' semplice, ne' trasparente, ne' coerente. In breve, come approccio, non potrebbe essere piu' inopportuno. Il governo dovrebbe rivolgere la propria attenzione ad altri settori produttivi che, diversamente da quello dell'aviazione, non forniscono il proprio giusto contributo''. Gli oneri aeroportuali a carico dei passeggeri (Air Passenger Duty) sono stati raddoppiati nel 2007 ed attualmente, riferisce la Iata, ammontano a 2,0 miliardi di sterline inglesi all'anno. Dal 1° novembre 2009, il progetto di legge sull'Aviation Duty sostituirebbe le norme attuali con un ricavato annuale pari a 2,5 miliardi di sterline inglesi. Entro il 2011-2012 questo importo potrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di sterline. In aggiunta, il Regno Unito prevede di adottare dal 2012 lo schema di regolamentazione delle emissioni limitato alla UE, con un ulteriore aggravio dei costi. Il settore del trasporto aereo, ricorda la Iata, possiede una strategia per affrontare i cambiamenti climatici basata su quattro pilastri, che comprende gli investimenti nella tecnologia, un'efficace operativita' degli aeromobili, infrastrutture efficienti e concrete misure economiche, tra le quali un efficiente schema di regolamentazione delle emissioni, che sia giusto e globale. ''Voglio sapere dovra' andra' a finire questo denaro. Quanti alberi piantera' il Cancelliere con 2,5 miliardi di sterline? Gonfiare il bilancio del Regno Unito a spese dei vacanzieri, dei viaggiatori d'affari o degli esportatori non e' una politica ambientale sana. Invece di inventare nuove tasse con metodi di calcolo contorti, i governi devono sostenere gli investimenti nella ricerca di tecnologie ambientali di base, aiutare i fornitori di servizi di navigazione aerea a raddrizzare le rotte e consentire alle compagnie aeree di operare in modo quanto piu' efficiente possibile rispetto al consumo di carburante. E per quanto riguarda le misure economiche, concentriamoci su uno schema di regolamentazione delle emissioni globale'', ha concluso Bisignani.
(Sec-Mcc/Pe/Adnkronos) 28-APR-08
Roma, 28 apr. (Adnkronos)- La Iata, l'associazione internazionale del trasporto aereo, ha esortato il governo del Regno Unito ad abbandonare il provvedimento sugli oneri per l'aviazione (Aviation Duty). Questo appello e' stato presentato nella risposta dell'Associazione alla richiesta di consultazione da parte del governo inglese. ''Il provvedimento relativo all'Aviation Duty non e' altro che un puro e semplice strumento di prelievo fiscale. Non ha alcuna credibilita' come incentivo per migliori prestazioni ambientali e i proventi fiscali non verranno utilizzati per sostenere obiettivi a favore dell'ambiente'', ha dichiarato Giovanni Bisignani,direttore generale e amministratore delegato della Iata, in una lettera al Cancelliere Alistair Darling. ''Questa proposta non e' in grado di rispondere ai principi basilari presentati dal governo per giustificarla. E' incompatibile - ha affermato Bisignani-con gli obblighi del Regno Unito derivanti dal diritto internazionale. E non portera' alcun miglioramento delle prestazioni ambientali. Essa ignora che il trasporto aereo si fa gia' completamente carico dei propri costi ambientali. Portera' a gravi conseguenze economiche discriminatorie e a distorsioni del mercato. Avra' come risultato una doppia tassazione e ridurra' la posizione concorrenziale del Regno Unito. Non e' ne' semplice, ne' trasparente, ne' coerente. In breve, come approccio, non potrebbe essere piu' inopportuno. Il governo dovrebbe rivolgere la propria attenzione ad altri settori produttivi che, diversamente da quello dell'aviazione, non forniscono il proprio giusto contributo''. Gli oneri aeroportuali a carico dei passeggeri (Air Passenger Duty) sono stati raddoppiati nel 2007 ed attualmente, riferisce la Iata, ammontano a 2,0 miliardi di sterline inglesi all'anno. Dal 1° novembre 2009, il progetto di legge sull'Aviation Duty sostituirebbe le norme attuali con un ricavato annuale pari a 2,5 miliardi di sterline inglesi. Entro il 2011-2012 questo importo potrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di sterline. In aggiunta, il Regno Unito prevede di adottare dal 2012 lo schema di regolamentazione delle emissioni limitato alla UE, con un ulteriore aggravio dei costi. Il settore del trasporto aereo, ricorda la Iata, possiede una strategia per affrontare i cambiamenti climatici basata su quattro pilastri, che comprende gli investimenti nella tecnologia, un'efficace operativita' degli aeromobili, infrastrutture efficienti e concrete misure economiche, tra le quali un efficiente schema di regolamentazione delle emissioni, che sia giusto e globale. ''Voglio sapere dovra' andra' a finire questo denaro. Quanti alberi piantera' il Cancelliere con 2,5 miliardi di sterline? Gonfiare il bilancio del Regno Unito a spese dei vacanzieri, dei viaggiatori d'affari o degli esportatori non e' una politica ambientale sana. Invece di inventare nuove tasse con metodi di calcolo contorti, i governi devono sostenere gli investimenti nella ricerca di tecnologie ambientali di base, aiutare i fornitori di servizi di navigazione aerea a raddrizzare le rotte e consentire alle compagnie aeree di operare in modo quanto piu' efficiente possibile rispetto al consumo di carburante. E per quanto riguarda le misure economiche, concentriamoci su uno schema di regolamentazione delle emissioni globale'', ha concluso Bisignani.
(Sec-Mcc/Pe/Adnkronos) 28-APR-08