Merlo a Garrone: «Silenzio sull'aeroporto»
scontro sul nuovo piano dello stadio a sestri
Il presidente dell'Autorità portuale: «È grave parlare di aree in vendita, c'è il rischio di turbativa d'asta»
«CONVIENE a chiunque, non solo a Garrone, astenersi dal fare riferimento a possibili dismissioni di aree da parte dell'aeroporto». Il presidente dell'Autorità portuale Luigi Merlo non l'ha presa bene.
Le parole di Riccardo Garrone riportate ieri dal Secolo XIX su un nuovo progetto per la costruzione dello stadio a Sestri Ponente, non piacciono al presidente dell'Autorità portuale. Che dice, in sostanza, non è il momento visto che c'è una gara aperta per la privatizzazione dell'aeroporto: l'ente di governo del porto cederà la sua quota di maggioranza - il 60% - e la gara dovrebbe essere pubblicata a breve.
«Non dipende da me dire se lo stadio si può fare o no. Premetto che non conosco il progetto, ma dico solo che nel caso in cui l'area in cui deve sorgere lo stadio dovesse riguardare l'aeroporto, sarebbe molto grave - ha detto ieri il presidente dell'Autorità portuale - Avendo noi avviato una procedura per la dismissione delle quote, entrare in una discussione nel momento in cui si accerta il valore dell'aeroporto così com'è e sulle aree attualmente in disposizione, anche rispetto al progetto di sviluppo approvato da Enac, determina una situazione anomala».
Ma, ovviamente, tutto dipende dal progetto vero e proprio: «Se riguarda altre aree che non sono l'aeroporto, aree adiacenti, allora c'è un problema di sicurezza, al limite, ed è tema dell'Enac».
Merlo, arriva persino a parlare di "turbativa d'asta": «Ora no, è chiaro, perché l'asta non c'è ancora, ma se questa discussione dovesse protrarsi nelle fasi della gara, questo determinerebbe ovviamente una turbativa. Per questo, dico che al momento conviene a tutti, non solo a Riccardo Garrone, astenersi dal fare riferimento a possibili dismissioni di aree».
Insomma, quando si parla di stadio la discussione - inevitabilmente - s'accende. E se con il progetto accarezzato per tutta l'estate scorsa, il niet era arrivato secco dall'Enac di Roma, stavolta lo sbarramento è tutto genovese.
Gia, perché dall'Ente nazionale aviazione civile, per la prima volta c'è stata un'apertura.
L'ipotesi di un impianto di calcio che sia «a tre chilometri dal laterale della pista», per non compromettere la sicurezza, magari farà storcere il naso a qualcuno e scatenare reazioni a catena. Ma per chi guarda la metà piena del bicchiere, l'affermazione romana non può non apparire un'insperata apertura. Arrivata perdipiù da Alessandro Cardi, l'ingegnere che appena qualche mese fa aveva sonoramente bocciato il progetto per lo stadio a Sestri. E considerato che Cardi è direttore centrale regolazione aeroporti - cioè l'uomo che si assume la responsabilità di dare il via libera, o al contrario di cassare senza pietà i progetti per tutti gli scali italiani - quei «tre chilometri» sono un passo avanti.
Franco Pronzato, consigliere d'amministrazione dell'Enac, tiene a fare una premessa: «Sono genovese e tifosissimo della Sampdoria. Ringrazio Garrone per quanto ha fatto». Poi la bordata: «Ma insistere sullo stadio in una zona limitrofa all'aeroporto proprio no. Non si può fare».
Infine, l'apertura. Perfettamente in linea con Alessandro Cardi, il consigliere Enac afferma: «Se però l'impianto di nuova progettazione rispettasse i canoni di sicurezza minima di tre chilometri dall'aeroporto... ragioniamo e parliamone insieme».
Con buona pace del presidente dell'Autorità Portuale che è stato nettissimo sull'intervento - per lui, forse un po' a gamba tesa - del patron della Samp. Che piove sul Colombo in via di privatizzazione, del tutto a sorpresa. Forse manco troppo gradita, appunto, se Luigi Merlo arriva a ipotizzare persino un reato come la turbativa d'asta, se il progetto dello stadio a Sestri - diventasse qualcosa di più concreto dello studio affidato «a uno dei più grandi studi internazionali nella progettazione di sistemi aeroportuali».
P. Al. - S. Caf.
Enac pronto a cancellare il gran rifiuto«due-tre chilometri in là per noi va bene»
il progetto e il problema della sicurezza dei voli
patrizia albanese
SI PUÒ. Enac non esclude (più) la possibilità di uno stadio di calcio a Sestri Ponente. Un impianto che Riccardo Garrone ha affidato per la progettazione «a uno dei più grandi studi internazionali» considerati «i primi nella progettazione di sistemi aeroportuali». E che da mesi stanno lavorando per mettere nero su bianco l'idea del patron della Sampdoria. Lo stadio a Sestri, appunto.
E se sorprende - chi non lo conosce abbastanza - la determinazione di Riccardo Garrone nel riproporre un nuovo studio, altrettanta sorpresa arriva da Roma. Dall'Ente nazionale aviazione civile. Che incredibilmente non chiude affatto al nuovo progetto by Garrone. A quali condizioni?
Spiega Alessandro Cardi, direttore centrale regolazione aeroporti, che l'estate scorsa aveva bocciato senza appello il progetto: «Se lo stadio, fosse a una distanza di due-tre chilometri dalla fascia laterale del Cristoforo Colombo, per noi potrebbe andare anche bene».
Notizia clamorosa, considerando che è la stessa - scrupolosissima - persona che soltanto pochi mesi fa non aveva dato alcuna speranza al progetto.
Ingegnere, cos'è cambiato rispetto ad allora? «Il nostro non è ovviamente un giudizio estetico. Nè di merito sullo stadio. Ma di compatibilità sul piano della sicurezza di una struttura da collocare vicino a un aeroporto. Che pone dei limiti ben precisi». Quali? «L'area di manovra intorno all'aeroporto, per decollo, atterraggio e circuitazione dei velivoli è di cinque chilometri. È la distanza che ci mette in garanzia assoluta» afferma Cardi.
Il limite minimo sotto il quale, per questioni di sicurezza non si può, invece, scendere? «Tre chilometri - scandisce l'ingegnere - per stare tranquilli non si può scendere».
Inevitabile però un'obiezione: l'autostrada. La A10 corre a molto meno di tre chilometri di distanza dalle fasce laterali del Colombo. Ergo, non c'è sicurezza. «Un momento - frena il direttore centrale regolazione aeroporti - Quando parliamo di sicurezza ci riferiamo a concentrazioni di folla che potrebbero esserci in uno stadio. Parliamo di decine di migliaia di persone». Che scorrono - quando non è intasata - anche in autostrada. Tutte insieme. Qual è la differenza, in termini di sicurezza?
Chiarisce Alessandro Cardi: «Parliamo di concentrazioni di folla vicino all'aeroporto. In autostrada sono distribuite, non concentrate. Sennò - sorride - attorno a tutti gli aeroporti ci sarebbe il deserto».
Insomma, se Riccardo Garrone è intenzionato a non mollare l'idea dello stadio vicino al Colombo, dall'altro lato l'Enac - per la prima volta - è favorevole. Purchè la struttura venga collocata a due-tre chilometri dall'aeroporto. «Se si mantiene questa distanza, per noi va bene. L'importante - insiste l'ingegnere - è che non vengano alterati gli standard di sicurezza in caso di eventuale incidente. Ovvero: 1 volo su 2 milioni».
albanese@ilsecoloxix.it
CIAO
_goa
scontro sul nuovo piano dello stadio a sestri
Il presidente dell'Autorità portuale: «È grave parlare di aree in vendita, c'è il rischio di turbativa d'asta»
«CONVIENE a chiunque, non solo a Garrone, astenersi dal fare riferimento a possibili dismissioni di aree da parte dell'aeroporto». Il presidente dell'Autorità portuale Luigi Merlo non l'ha presa bene.
Le parole di Riccardo Garrone riportate ieri dal Secolo XIX su un nuovo progetto per la costruzione dello stadio a Sestri Ponente, non piacciono al presidente dell'Autorità portuale. Che dice, in sostanza, non è il momento visto che c'è una gara aperta per la privatizzazione dell'aeroporto: l'ente di governo del porto cederà la sua quota di maggioranza - il 60% - e la gara dovrebbe essere pubblicata a breve.
«Non dipende da me dire se lo stadio si può fare o no. Premetto che non conosco il progetto, ma dico solo che nel caso in cui l'area in cui deve sorgere lo stadio dovesse riguardare l'aeroporto, sarebbe molto grave - ha detto ieri il presidente dell'Autorità portuale - Avendo noi avviato una procedura per la dismissione delle quote, entrare in una discussione nel momento in cui si accerta il valore dell'aeroporto così com'è e sulle aree attualmente in disposizione, anche rispetto al progetto di sviluppo approvato da Enac, determina una situazione anomala».
Ma, ovviamente, tutto dipende dal progetto vero e proprio: «Se riguarda altre aree che non sono l'aeroporto, aree adiacenti, allora c'è un problema di sicurezza, al limite, ed è tema dell'Enac».
Merlo, arriva persino a parlare di "turbativa d'asta": «Ora no, è chiaro, perché l'asta non c'è ancora, ma se questa discussione dovesse protrarsi nelle fasi della gara, questo determinerebbe ovviamente una turbativa. Per questo, dico che al momento conviene a tutti, non solo a Riccardo Garrone, astenersi dal fare riferimento a possibili dismissioni di aree».
Insomma, quando si parla di stadio la discussione - inevitabilmente - s'accende. E se con il progetto accarezzato per tutta l'estate scorsa, il niet era arrivato secco dall'Enac di Roma, stavolta lo sbarramento è tutto genovese.
Gia, perché dall'Ente nazionale aviazione civile, per la prima volta c'è stata un'apertura.
L'ipotesi di un impianto di calcio che sia «a tre chilometri dal laterale della pista», per non compromettere la sicurezza, magari farà storcere il naso a qualcuno e scatenare reazioni a catena. Ma per chi guarda la metà piena del bicchiere, l'affermazione romana non può non apparire un'insperata apertura. Arrivata perdipiù da Alessandro Cardi, l'ingegnere che appena qualche mese fa aveva sonoramente bocciato il progetto per lo stadio a Sestri. E considerato che Cardi è direttore centrale regolazione aeroporti - cioè l'uomo che si assume la responsabilità di dare il via libera, o al contrario di cassare senza pietà i progetti per tutti gli scali italiani - quei «tre chilometri» sono un passo avanti.
Franco Pronzato, consigliere d'amministrazione dell'Enac, tiene a fare una premessa: «Sono genovese e tifosissimo della Sampdoria. Ringrazio Garrone per quanto ha fatto». Poi la bordata: «Ma insistere sullo stadio in una zona limitrofa all'aeroporto proprio no. Non si può fare».
Infine, l'apertura. Perfettamente in linea con Alessandro Cardi, il consigliere Enac afferma: «Se però l'impianto di nuova progettazione rispettasse i canoni di sicurezza minima di tre chilometri dall'aeroporto... ragioniamo e parliamone insieme».
Con buona pace del presidente dell'Autorità Portuale che è stato nettissimo sull'intervento - per lui, forse un po' a gamba tesa - del patron della Samp. Che piove sul Colombo in via di privatizzazione, del tutto a sorpresa. Forse manco troppo gradita, appunto, se Luigi Merlo arriva a ipotizzare persino un reato come la turbativa d'asta, se il progetto dello stadio a Sestri - diventasse qualcosa di più concreto dello studio affidato «a uno dei più grandi studi internazionali nella progettazione di sistemi aeroportuali».
P. Al. - S. Caf.
Enac pronto a cancellare il gran rifiuto«due-tre chilometri in là per noi va bene»
il progetto e il problema della sicurezza dei voli
patrizia albanese
SI PUÒ. Enac non esclude (più) la possibilità di uno stadio di calcio a Sestri Ponente. Un impianto che Riccardo Garrone ha affidato per la progettazione «a uno dei più grandi studi internazionali» considerati «i primi nella progettazione di sistemi aeroportuali». E che da mesi stanno lavorando per mettere nero su bianco l'idea del patron della Sampdoria. Lo stadio a Sestri, appunto.
E se sorprende - chi non lo conosce abbastanza - la determinazione di Riccardo Garrone nel riproporre un nuovo studio, altrettanta sorpresa arriva da Roma. Dall'Ente nazionale aviazione civile. Che incredibilmente non chiude affatto al nuovo progetto by Garrone. A quali condizioni?
Spiega Alessandro Cardi, direttore centrale regolazione aeroporti, che l'estate scorsa aveva bocciato senza appello il progetto: «Se lo stadio, fosse a una distanza di due-tre chilometri dalla fascia laterale del Cristoforo Colombo, per noi potrebbe andare anche bene».
Notizia clamorosa, considerando che è la stessa - scrupolosissima - persona che soltanto pochi mesi fa non aveva dato alcuna speranza al progetto.
Ingegnere, cos'è cambiato rispetto ad allora? «Il nostro non è ovviamente un giudizio estetico. Nè di merito sullo stadio. Ma di compatibilità sul piano della sicurezza di una struttura da collocare vicino a un aeroporto. Che pone dei limiti ben precisi». Quali? «L'area di manovra intorno all'aeroporto, per decollo, atterraggio e circuitazione dei velivoli è di cinque chilometri. È la distanza che ci mette in garanzia assoluta» afferma Cardi.
Il limite minimo sotto il quale, per questioni di sicurezza non si può, invece, scendere? «Tre chilometri - scandisce l'ingegnere - per stare tranquilli non si può scendere».
Inevitabile però un'obiezione: l'autostrada. La A10 corre a molto meno di tre chilometri di distanza dalle fasce laterali del Colombo. Ergo, non c'è sicurezza. «Un momento - frena il direttore centrale regolazione aeroporti - Quando parliamo di sicurezza ci riferiamo a concentrazioni di folla che potrebbero esserci in uno stadio. Parliamo di decine di migliaia di persone». Che scorrono - quando non è intasata - anche in autostrada. Tutte insieme. Qual è la differenza, in termini di sicurezza?
Chiarisce Alessandro Cardi: «Parliamo di concentrazioni di folla vicino all'aeroporto. In autostrada sono distribuite, non concentrate. Sennò - sorride - attorno a tutti gli aeroporti ci sarebbe il deserto».
Insomma, se Riccardo Garrone è intenzionato a non mollare l'idea dello stadio vicino al Colombo, dall'altro lato l'Enac - per la prima volta - è favorevole. Purchè la struttura venga collocata a due-tre chilometri dall'aeroporto. «Se si mantiene questa distanza, per noi va bene. L'importante - insiste l'ingegnere - è che non vengano alterati gli standard di sicurezza in caso di eventuale incidente. Ovvero: 1 volo su 2 milioni».
albanese@ilsecoloxix.it
CIAO
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