«Galilei», no alla terza pista


Luca1985

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25 Luglio 2007
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Pisa/Erchie(Br), Puglia.
«Galilei», no alla terza pista I militari: «ostacoli tecnici»
Da migliorare i collegamenti con il resto della Toscana

N ON CI SARÀ una terza pista al «Galilei». Cade così una speranza per diminuire l’impatto acustico e inquinante di decolli e atterraggi sui quartieri vicini. Il problema, infatti, non è di facile soluzione, visti una serie di problemi tecnici addotti dai militari.Il «no» è arrivato dal convegno organizzato nell’aula magna della scuola Sant’Anna dal comune, dalla Sat e dall’Arpat sul tema “Sviluppo aeroportuale, città e ambiente”. Coordinato dall’assessore all’ambiente Paolo Ghezzi, il convegno si è articolato su numerosi interventi tecnici e politici, da quelli del sindaco Paolo Fontanelli a quelli dell’amministratore delegato della Sat, Costantino Cavallaro e Piergiorgio Ballini, fino al presidente della provincia Andrea Pieroni e l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Conti. Sono stati loro, in particolare, ad animare alla fine del convegno una tavola rotonda cui ha partecipato anche il generale Vitantonio Cormio, comandante della 46° Brigata Aerea. IL TEMA era “La centralità dell’aeroporto pisano per le prospettive di sviluppo della regione Toscana”. A conclusione se n’è ricavata una notizia importante. Almeno per quanto riguarda la regione e il suo ruolo di coordinamento della politica aeroportuale toscana, appartengono al passato le polemiche e le rincorse fra gli scali di Pisa e di Firenze. Ciascuno dei due scali ha la sua identità e il suo compito da svolgere, ha detto Conti, e il primato di Pisa conquistato con la lungimirante politica dei voli low cost avviata nel 1997 nessuno può metterlo più in discussione. Caso mai si tratterà di migliorare le infrastrutture di collegamento fra il “Galilei” e il resto della regione, soprattutto con la linea ferroviaria dell’Alta Velocità. E considerare che lo scalo pisano può crescere ulteriormente non soltanto in termini di arrivi e partenze, ma anche come centro di smistamento delle merci. Anzi, come ha annunciato Piergiorgio Ballini, sono in via di definizione importanti accordi con compagnie che si apprestano a dirottare sullo scalo pisano volumi di traffico mercantile non indifferenti. Infine la terza pista, di cui si parla da tempo. A renderla particolarmente attuale nel corso del convegno ci sono stati alcuni interventi di cittadini che non hanno mancato di sottolineare quanto la presenza dell’aeroporto ed il suo incremento di traffico costituiscano un problema non lieve per chi abita nel quartiere di San Giusto e nelle immediate adiacenze. Allontanare atterraggi e decolli dall’aerea urbana con una terza pista potrebbe essere una soluzione. Ma quanto fattibile? A ridimensionare le speranze è stato il generale Cormio che, molto pragmaticamente, ha fatto presenti le difficoltà di un progetto del genere. A cominciare dal fatto che non si può dimenticare che lungo l’area aeroportuale corre la linea ferroviaria. Dove collocare dunque la terza pista? Come orientarla? Che fare delle altre due? Insomma, studiamo pure per tentare di risolvere il problema che però, da come lo ha descritto l’ufficiale, è apparso più che altro come il tentativo di far quadrare un cerchio.

Fonte:La Nazione
 
Può una terza pista risolvere i problemi di inquinamento acustico o è un'esigenza della politica? Quanto traffico sviluppa l'aeroporto di Pisa oggi e quanto in futuro? Esiste un piano di sviluppo sostenibile? Esistono studi per trovare rotte antirumore? Se esiste tutto questo bisogna fare un'analisi costi-benefici. Ma spesso tutto questo nel nostro paese non si fa!!!!
 
Non e' per sentir dire le stesse cose, ma visto che in
20 anni non sono riusciti ne' a crare una superstrada valida ne' una linea ferroviaria al passo dei tempi, anche questa mi sembra un qualcosa per riempire la pagine di un giornale
ciao
meo3356