Furti di bagagli in aeroporti: 29 arresti, 57 obblighi presentazione

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AZ209

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Londra.
OPERAZIONE DENOMINATA «STIVE PULITE

Furti di bagagli in aeroporti:
29 arresti, 57 obblighi presentazione


Ai domiciliari dipendenti di otto aeroporti nazionali

Sono 29 le persone arrestate nell'ambito dell'operazione condotta dall'ufficio polizia di frontiera di Lamezia Terme, diretto dal vicequestore aggiunto Ferruccio Martucci, che ha portato all'identificazione dei responsabili di decine di furti nei bagagli dei passeggeri in otto aeroporti italiani.

AI DOMICILIARI
- Oltre agli arresti, sono stati eseguiti 57 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le persone nei confronti delle quali sono state eseguite le misure cautelari sono operatori aeroportuali. Tutti gli arrestati sono stati posti ai domiciliari. I furti, secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, avvenivano a bordo degli aeromobili durante le operazioni di carico e scarico dei bagagli. Gli aeroporti in cui sono stati compiuti i furti sono quelli di Lamezia Terme, Bari, Bologna, Milano Linate, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino e Verona. Nel corso delle indagini sono state effettuate per la prima volta attività di intercettazioni audiovisive a bordo degli aeromobili grazie alle quali è stato possibile identificare i responsabili dei furti. Alle persone coinvolte nell'operazione vengono contestati i reati di furto, tentato furto e danneggiamento. Quest'ultimo reato deriva dal fatto che i bagagli che i ladri non riuscivano ad aprire venivano danneggiati per ripicca. perazione della Polizia di Stato che nell'ambito di un'operazione denominata «stive pulite» ha condotto all'arresto di responsabili di numerosi furti effettuati sui bagagli da stiva dei passeggeri. Le misure cautelari emesse sono 86 e riguardano dipendenti di diversi aeroporti nazionali.

http://www.corriere.it/cronache/13_...ti_0f7100ca-b3b3-11e2-a510-97735eec3d7c.shtml
 
Pioggia di arresti per i furti nei bagagli dei passeggeri in transito nei vari aeroporti italiani. La polizia ha eseguito 86 misure cautelari che riguardano altrettanti dipendenti di diversi scali nazionali. Le indagini, condotte dall'ufficio di polizia di frontiera aerea di Lamezia Terme, hanno riguardato oltre 100 episodi di furto, tentato furto e danneggiamento. Nel mirino anche decine di dipendenti Alitalia.
Risultano infatti 49 misure cautelari emesse nei confronti di altrettanti dipendenti dell'Alitalia-Cai a Fiumicino, coinvolti nell'inchiesta sui furti nei bagagli dei passeggeri. Di questi, 19 addetti alle operazioni di handling sono agli arresti domiciliari, mentre ad altri 30 operai è stato notificato l'obbligo di firma.

Le indagini sono state condotte sotto le direttive della Procura della Repubblica di Lamezia Terme e sono durate oltre un anno. Per far fronte ai numerosi arresti, nell'operazione, denominata "Stive pulite", sono stati impegnati oltre 400 uomini agenti in tutta Italia.

La Direzione Sicurezza di Alitalia, nel corso del 2012, recita un comunicato ufficiale, ha attivamente collaborato con la Polizia di Frontiera di Fiumicino e di Lamezia Terme nello studio, nello sviluppo e nella conduzione di una articolata attività investigativa avente come obiettivo l’individuazione dei responsabili di numerosi furti che, in forma sempre più invasiva, si sono registrati sui bagagli dei passeggeri Alitalia. Inizialmente la tratta Roma Fiumicino - Lamezia Terme era risultata la più colpita da questo fenomeno che successivamente si è esteso anche ad altri scali nazionali che, seppur in forma minore, sono stati interessati dalla stessa problematica.

Il proficuo scambio, tra Alitalia e la Polizia di Frontiera, delle reciproche conoscenze, competenze ed esperienze professionali, unito alla fattiva collaborazione della Compagnia, hanno consentito di raggiungere un importante risultato, permettendo alla magistratura inquirente, che ha coordinato tutte le fasi dell’indagine, di emettere gli odierni provvedimenti restrittivi nei confronti dei presunti colpevoli. Alitalia, quale parte lesa da questi avvenimenti, continuerà a garantire la totale collaborazione alle Forze di Polizia e all'Autorità giudiziaria.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cron...stiin-manette-anche-dipendenti-alitalia.shtml
 
Caso Malpensa e dintorni
DIFFICILE LICENZIARE UN LADRO

La vicenda degli addetti ai bagagli dell' aeroporto di Malpensa scoperti a rubare oggetti di valore dalle valigie dei viaggiatori attira l' attenzione dell' opinione pubblica su di un problema, quello del licenziamento del lavoratore che ruba, più spinoso di quanto non si creda comunemente, a causa di due eccessi di garantismo concorrenti. In proposito occorre distinguere due casi. Il primo è quello del lavoratore che commette reati gravi, al di fuori del proprio rapporto di lavoro, ai danni di terzi estranei, e per questo viene arrestato. In questo caso, se lo stato di detenzione si protrae per un periodo apprezzabile e la data di liberazione del lavoratore è incerta, il datore di lavoro può licenziarlo; ma non può sostituirlo definitivamente, poiché una norma del 1995 stabilisce che, in caso di sentenza penale di assoluzione, il lavoratore ha diritto a essere reintegrato nel suo posto, anche a distanza di anni. La reintegrazione deve essere disposta anche se nel frattempo tra le parti è intervenuta una sentenza civile di convalida del licenziamento. E il lavoratore viene reintegrato anche quando la sentenza penale a lui favorevole non è definitiva: può dunque darsi il caso del lavoratore arrestato perché colto in flagrante furto o rapina, quindi licenziato dalla sua azienda, il quale dopo qualche tempo viene assolto in primo grado in sede penale - per qualsiasi motivo, anche puramente formale, o per prescrizione del reato, cioè per mera inefficienza del sistema giudiziario -, quindi reintegrato nel suo antico posto di lavoro; se poi per caso egli viene condannato in appello, il datore di lavoro può riprovare a licenziarlo, ma sempre col rischio che la sentenza penale di condanna venga nuovamente annullata, e che quindi il lavoratore debba essere nuovamente reintegrato. Diverso è il caso nel quale il reato (furto, appropriazione indebita, frode) sia commesso dal lavoratore ai danni del proprio datore di lavoro. Qui l' efficacia del licenziamento non dipende dall' esito del giudizio penale, ma soltanto da quello del giudizio civile; senonché, questo esito non è mai scontato. Abbiamo dato notizia qualche tempo fa (Corriere, 21 dicembre 2000) del caso del cassiere di banca licenziato per essersi concesso un «prestito» attingendo alla propria cassa e poi dimenticando di restituirlo, reintegrato dal giudice in azienda in considerazione della depressione psichica da cui sarebbe stato affetto. I repertori riportano numerosi casi analoghi, e anche più sorprendenti. Uno è quello del lavoratore licenziato per truffa ai danni dell' azienda, che viene reintegrato dal giudice in via cautelare, cioè provvisoria, in considerazione della complessità dell' indagine necessaria per accertare il reato; poi, al termine di un' istruttoria durata per anni, il giudice dà atto che il reato contro l' azienda è stato commesso dal lavoratore, ma conferma la reintegrazione nel posto di lavoro: nel frattempo, infatti, l' imputato si è comportato in modo ineccepibile, dando così prova di ravvedimento (Tribunale di Messina, 15 luglio 1999). Tale essendo in Italia il «diritto vivente», su questa materia, non stupisce che altri dipendenti della Società Esercizi Aeroportuali di Milano, scoperti in passato a rubare dei bagagli dei viaggiatori, fortemente sostenuti dalla solidarietà di una parte cospicua dei colleghi e dai precedenti giurisprudenziali di cui si è detto, siano stati allora reintegrati nel loro posto di lavoro. E ancor meno stupisce che i furti siano continuati allegramente e sistematicamente fino a ieri. Il guaio è che, se il «diritto vivente» non cambia - e non è certo la mini-riforma pasticciata prevista dal «Patto per l' Italia» firmato nel luglio scorso a cambiarlo, per l' aspetto che qui interessa -, quell' andazzo è destinato a continuare ancora a lungo. In questi tempi ipergarantisti, sul versante del lavoro come su quello del processo penale, chi garantisce dai ladri le borse dei cittadini?


http://archiviostorico.corriere.it/2002/agosto/26/DIFFICILE_LICENZIARE_LADRO_co_0_0208265201.shtml
 
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Tempo 6 giorni e torneranno fuori ed i sindacati faranno sciopero per farli riassumere

E' proprio questo che mi fa schifo! dovrebbero essere licenziati seduta stante e dovrebbero fare in modo che ogni volta che si presentano per un posto di lavoro il datore venga avvisato che sono dei ladri.
 
Già anni fa ci furono una serie di arresti a MXP per i furti nei bagagli. E anche in quel caso, se ricordo bene, alla fine i dipendenti vennero riassunti. Se fossi un loro collega li boicotterei alla morte, perché persone del genere sputtanano tutta la gente onesta che lavora (in aeroporto o altrove)
 
Cosi.. senza sapere nemmeno che e' successo ed aspettare una sentenza?
No, aspettiamo la sentenza definitiva (e fino a qui sono assolutamente d'accordo) ma in caso di condanna passata in giudicato, queste persone non devono poter più lavorare in posizioni "a rischio" (parere personale, ovviamente).
 
Già anni fa ci furono una serie di arresti a MXP per i furti nei bagagli. E anche in quel caso, se ricordo bene, alla fine i dipendenti vennero riassunti. Se fossi un loro collega li boicotterei alla morte, perché persone del genere sputtanano tutta la gente onesta che lavora (in aeroporto o altrove)

In un volo da Malpensa a Bruxelles ho viaggiatto accanto a un responsabile Fedex. Mi ha detto che insieme alla Polizia Postale hanno messo delle telecamere nascoste che hanno filmato i furti. Sono stati licenziati ma il giudice del lavoro li ha reintegrati con il pagamento degli arretrati. Dopo questo la Fedex ha chiuso tutti gli uffici e ha lasciato solo il minimo indispensabile per lo smistamento.
Questo è un insulto verso i lavoratori onesti.
 
In un volo da Malpensa a Bruxelles ho viaggiatto accanto a un responsabile Fedex. Mi ha detto che insieme alla Polizia Postale hanno messo delle telecamere nascoste che hanno filmato i furti. Sono stati licenziati ma il giudice del lavoro li ha reintegrati con il pagamento degli arretrati. Dopo questo la Fedex ha chiuso tutti gli uffici e ha lasciato solo il minimo indispensabile per lo smistamento.
Questo è un insulto verso i lavoratori onesti.
Il motivo del reintegro?
 
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