Foggia Hub in Europa...


Ma potrebbe avere un senso..... visto che tra poco saremo noi a diventare emigranti verso di loro, quindi qualcuno in più ci sta' per turismo..... :)
 
giusto per dire, appunto QSR ha tutto pronto... venite indiani, venite da noi! non capisco come mai sia stato tirato in ballo anche l'apt di QSR, ma vabbe' per fare polemiche lo si tira sempre nei discorsi dove non c'entra :)
 
Al di là della facile ironia,non ci trovo nulla di male ad esplorare nuovi mercati. Investirei Inoltre sull'alfabetizzazione turistica della spigolosa popolazione della Montagna Sacra
 
Al di là della facile ironia,non ci trovo nulla di male ad esplorare nuovi mercati. Investirei Inoltre sull'alfabetizzazione turistica della spigolosa popolazione della Montagna Sacra

ma infatti. i ritorni economici di questa operazione sono sotto gli occhi di tutti. cieco chi non li vede.
 
Continuano le crisi di identità di Domenico Di Paola quando si parla dell'Aeroporto di Foggia. Personalmente non so se possa avere un fratello gemello che svolga il suo stesso ruolo. Ma quando si parla del Gino Lisa, di intervista in intervista, l'Amministratore Unico di Aeroporti di Puglia è pronto a dire tutto ed il contrario di tutto, a tal punto di smentirsi da solo, senza che nessuno faccia nulla.

Ma ritorniamo all'ultima puntata. Era il 4 gennaio 2012 quando, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, diceva: «è giunto il momento di pensare ad un grande aeroporto della Capitanata».

Dopo circa tre mesi, oggi 22 marzo 2012 Domenico Di Paola torna a parlare della questione dell'Aeroporto di Foggia affermando: «La questione di Foggia è infrastrutturale: ritengo sia stato un errore puntare su uno scalo che in questi decenni non è stato protetto. Non mi sembra che si possa considerare il Gino Lisa un aeroporto del futuro visto che non consente l’installazione di compagnie low cost per mancanza di infrastrutture».

Poi aggiunge: «Però Foggia sarà collegata dal 30 marzo con l’aeroporto di Bari da un servizio di navette: ben sette al giorno. Inoltre alla fine dell’anno sarà attivato il passante ferroviario nell’aeroporto di Bari che lo collegherà alla rete. Una cosa che permetterà di raggiungere Foggia da Bari in 45 minuti».

Per dovere di cronaca vi invito a guardare con attenzione il video più in basso. Poichè sulla questione di Foggia le parole di Domenico Di Paola sono state molto più ampie di quelle riportate nell'articolo di AffariItaliani. L’Amministratore Unico di Aeroporti di Puglia lascia intravedere comunque uno spiraglio di successo con l’arrivo di compagnie low-cost al termine dei lavori della pista, ma il concetto espresso sembra molto distante da quanto annunciato invece sul Corriere del Mezzogiorno ad inizio 2012.

Video intervista http://www.youtube.com/watch?v=58etRY63yAc&feature=player_embedded


Per tutto il resto dell'intervista ed i video fate riferimento a http://www.ginolisa.it/?p=5472, http://affaritaliani.libero.it/pugl...-come-sar-la-mia-puglia220312.html?refresh_ce e http://affaritaliani.libero.it/coffee/video/domenico-di-paola.html.

C'è qualche psicologo nel forum?
 
Ultima modifica:
Dopo circa tre mesi, oggi 22 marzo 2012 Domenico Di Paola torna a parlare della questione dell'Aeroporto di Foggia affermando: «La questione di Foggia è infrastrutturale: ritengo sia stato un errore puntare su uno scalo che in questi decenni non è stato protetto. Non mi sembra che si possa considerare il Gino Lisa un aeroporto del futuro visto che non consente l’installazione di compagnie low cost per mancanza di infrastrutture».

Finalmente una cosa sensata.
 
Ridicolo.

Tra l'altro per una volta che l'italia riesce a farsi pubblicità in un paese emergente (non so se é voluta o no).

Sicuramente vedrete molti più indiani nei prossimi anni,peccato che gli indiani che possono permettersi una vacanza intercontinentale siano una piccola percentuale siano ancora pochi e nessuno vi assicura che ci andranno.

Pensate al Signore degli Anelli, 3 film girati nella magnifica nuova zelanda, successo enorme, sicuramente ha fatto bene al turismo della nazione ma non ha certamente rivoluzionato niente, anche perché é un pò lontana dal suo pubblico, un pò come India e italia.

Insomma é un buon inizio i vuole pubblicità costante da ora e per molto tempo in Cina e India che sono 2,6 miliardi. Devono crescere con l'italia in testa, così ci becchiamo un sacco di turisti nei prossimi decenni. Purtroppo lo stato italiano dorme. La francia si becca il doppio dei turisti italiani e non perché c'hanno l'hub di CGD.

Sono quasi d'accordo con te. La pubblicità conta, ma può fare effetto? Psicologicamente parlando, tutti organizziamo viaggi in altre città pianificando, in genere, di vedere le cose più note e poi, "se c'è tempo", di fare un'escursione o andare in qualche zona meno battuta dai turisti.
Ricordo, a proposito, un servizio televisivo, mi pare di Linea Verde, su Lucca. Parlava una persona che si occupa di turismo, mi pare fosse un assessore, e diceva che Lucca, nonostante fosse una città molto bella, non è mai stata una meta gettonata dai turisti giapponesi, che cercano essenzialmente ciò che è "famoso" e stereotipato, e non necessariamente bello.
La cultura di un popolo non la cambi facilmente: una città bella ma poco nota come Lucca può andar bene, per es., per un inglese o un francese che cercano la tranquillità di una città poco frequentata che possono raggiungere facilmente, anche con un low cost (a proposito, una volta lessi un bell'articolo su come si sono sviluppate turisticamente le città servite da Ryanair: ad Alghero molti inglesi hanno comprato casa, e a Bergamo Alta, come ho potuto vedere di persona, c'è un rumore continuo delle ruote dei trolley trascinate dai turisti stranieri in attesa di recarsi a Orio per tornare a casa). Per l'asiatico, invece, che spende (o meglio, è disposto a spendere) una marea di soldi e a fare migliaia di chilometri, salvo pochissime eccezioni, ciò non accade: andrà Firenze a vedere gli Uffizi, a Pisa a farsi la foto mentre fa finta di raddrizzare la Torre Pendente, a Roma a farsi fregare dai finti gladiatori per farsi una foto sotto al Colosseo, a Milano a comprare una borsa di Gucci in Via Montenapoleone e a Napoli a mangiare la pizza in un ristorante con vista Vesuvio.
Figuriamoci, quindi, per tornare in-topic, se agli indiani - quelli ricchi - possa fregare qualcosa del Gargano!
(con tutto il rispetto per i garganesi - e mio padre viene da li - in compenso, negli ultimi anni, ci stanno andando un sacco di cechi che approfittano dei buoni prezzi per andare al mare)
La pubblicità ce l'abbiamo eccome: il problema di questo paese è nel non sapere sfruttare l'enorme potenziale turistico a sua disposizione.
Ti faccio l'esempio per me più immediato: Roma. Abbiamo una città con un patrimonio artistico senza eguali, ma non siamo affatto capaci di accogliere i turisti.
All'arrivo a Fiumicino vedono un aeroporto vecchio e inospitale, mal collegato con il centro, come si è detto in altra sede, e quando arrivano (magari dopo aver speso 200€ di taxi) vedono una città disorganizzata, trafficata, sporca e infestata di bancarelle e camion bar piazzati di fronte ai monumenti più importanti.
E nonostante tutto questo gli stranieri a Roma ci vengono, vedono, pagano, la città gli piace e fanno "girare l'economia" perchè vanno nei ristoranti, negli alberghi e nei musei.
Non abbiamo bisogno di iniziative bislacche tipo gran premi di Formula 1 o parchi a tema dedicati all'antica Roma (che anzi erano finalizzate a fare un piacere a qualche "palazzinaro") per farci pubblicità.
Ma se fossimo in grado di fargli ricordare non una Roma sporca e trafficata, ma una città efficiente, pulita e attenta alle loro esigenze, sicuramente tornerebbero volentieri, ci farebbero una pubblicità positiva gratuita, e direbbero ad altri di venire perchè si sono trovati bene, e avremmo ancora più turisti, creando un circolo virtuoso per l'economia.
Fin quando, però, questo paese continuerà a chiudersi nella sua cultura strettamente autoreferenzialista non cambierà niente.
 
Sono quasi d'accordo con te. La pubblicità conta, ma può fare effetto? Psicologicamente parlando, tutti organizziamo viaggi in altre città pianificando, in genere, di vedere le cose più note e poi, "se c'è tempo", di fare un'escursione o andare in qualche zona meno battuta dai turisti.
Ricordo, a proposito, un servizio televisivo, mi pare di Linea Verde, su Lucca. Parlava una persona che si occupa di turismo, mi pare fosse un assessore, e diceva che Lucca, nonostante fosse una città molto bella, non è mai stata una meta gettonata dai turisti giapponesi, che cercano essenzialmente ciò che è "famoso" e stereotipato, e non necessariamente bello.
La cultura di un popolo non la cambi facilmente: una città bella ma poco nota come Lucca può andar bene, per es., per un inglese o un francese che cercano la tranquillità di una città poco frequentata che possono raggiungere facilmente, anche con un low cost (a proposito, una volta lessi un bell'articolo su come si sono sviluppate turisticamente le città servite da Ryanair: ad Alghero molti inglesi hanno comprato casa, e a Bergamo Alta, come ho potuto vedere di persona, c'è un rumore continuo delle ruote dei trolley trascinate dai turisti stranieri in attesa di recarsi a Orio per tornare a casa). Per l'asiatico, invece, che spende (o meglio, è disposto a spendere) una marea di soldi e a fare migliaia di chilometri, salvo pochissime eccezioni, ciò non accade: andrà Firenze a vedere gli Uffizi, a Pisa a farsi la foto mentre fa finta di raddrizzare la Torre Pendente, a Roma a farsi fregare dai finti gladiatori per farsi una foto sotto al Colosseo, a Milano a comprare una borsa di Gucci in Via Montenapoleone e a Napoli a mangiare la pizza in un ristorante con vista Vesuvio.
Figuriamoci, quindi, per tornare in-topic, se agli indiani - quelli ricchi - possa fregare qualcosa del Gargano!
(con tutto il rispetto per i garganesi - e mio padre viene da li - in compenso, negli ultimi anni, ci stanno andando un sacco di cechi che approfittano dei buoni prezzi per andare al mare)
La pubblicità ce l'abbiamo eccome: il problema di questo paese è nel non sapere sfruttare l'enorme potenziale turistico a sua disposizione.
Ti faccio l'esempio per me più immediato: Roma. Abbiamo una città con un patrimonio artistico senza eguali, ma non siamo affatto capaci di accogliere i turisti.
All'arrivo a Fiumicino vedono un aeroporto vecchio e inospitale, mal collegato con il centro, come si è detto in altra sede, e quando arrivano (magari dopo aver speso 200€ di taxi) vedono una città disorganizzata, trafficata, sporca e infestata di bancarelle e camion bar piazzati di fronte ai monumenti più importanti.
E nonostante tutto questo gli stranieri a Roma ci vengono, vedono, pagano, la città gli piace e fanno "girare l'economia" perchè vanno nei ristoranti, negli alberghi e nei musei.
Non abbiamo bisogno di iniziative bislacche tipo gran premi di Formula 1 o parchi a tema dedicati all'antica Roma (che anzi erano finalizzate a fare un piacere a qualche "palazzinaro") per farci pubblicità.
Ma se fossimo in grado di fargli ricordare non una Roma sporca e trafficata, ma una città efficiente, pulita e attenta alle loro esigenze, sicuramente tornerebbero volentieri, ci farebbero una pubblicità positiva gratuita, e direbbero ad altri di venire perchè si sono trovati bene, e avremmo ancora più turisti, creando un circolo virtuoso per l'economia.
Fin quando, però, questo paese continuerà a chiudersi nella sua cultura strettamente autoreferenzialista non cambierà niente.

oltre a non essere in grado di accoglierli ci manca anche la pubblicità e il sapersi vendere.
Forse perché pecchiamo di presunzione, ci si aspetta che la gente venga comunque perché siamo il posto più figo della terra con il patrimonio storico più grande di sempre.Il che é vero ma non implica che la gente ci preferisca sempre e comunque ad altre offerte.
La pubblicità negativa fa il resto.

Il fascino di Roma,dei romani, del cibo e tutto il resto che fa parte dell'immaginario collettivo non é una cosa che é innata nelle persone. Vallo a spiegare a un cinese arricchito dei romani, del cibo e di tutto il resto, magari non gliene può fregar di meno. Abbiamo culture diverse con diverse preiorità e studi oltre che ad esse profondamente diversi singolarmente. C'è quello che cerca la storia, quello che cerca il divertimento notturno, quello che vuole la natura.