La rassegna stampa potete leggerla qui:
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UNA RIVOLUZIONE per l´aeroporto. La sfida è della Regione dopo che giunta e presidente hanno messo a punto un´ipotesi di lavoro: considerare i terreni Castello, di proprietà di Fondiaria-Sai, come una grande area aeroportuale. L´idea prevede lo sviluppo dello scalo nei quasi 180 ettari che, dall'attuale pista di Peretola, al confine con il Parco della Piana che non verrebbe toccato, arrivano fino alla Scuola dei marescialli, in costruzione lungo il viale XI Agosto. E di conseguenza, di «arretrare» la pista parallela all'autostrada in direzione della città. Ieri l´incontro tra il presidente Rossi e il sindaco Renzi.
La Regione mette a punto una soluzione per lo sviluppo aeroportuale. Un progetto completamente nuovo che considera il parco della Piana come un dato immodificabile. E che, se attuato, finirebbe per rivoluzionare le carte urbanistiche di Castello fin qui disegnate da Palazzo Vecchio. Il presidente Enrico Rossi e gli assessori della sua giunta ne hanno già discusso arrivando a delineare una posizione comune. E giusto ieri pomeriggio, per la prima volta, Rossi ne ha discusso a lungo con il sindaco Matteo Renzi.
L´idea è in pratica quella di considerare i terreni di Castello, di proprietà di Fondiaria-Sai e del suo "patron" Salvatore Ligresti, come una grande area aeroportuale. Di prevedere lo sviluppo dello scalo nella porzione di territorio che va dal Parco della Piana fino alla Scuola dei marescialli, attualmente in costruzione lungo il viale XI Agosto. Quanto all'indicazione di un´eventuale pista parallela all'autostrada in direzione della città saranno gli approfondimenti tecnici a deciderla. Tenendo conto però dei terreni di Castello.
Una rivoluzione. Fondata su quattro capisaldi. Primo: il Parco della Piana, che era stato deciso come elemento mitigatore dell'inceneritore e lo stesso inceneritore previsto a Case Passerini non si toccano. Secondo: non ha alcuna concretezza né razionalità cambiare ogni sei mesi i progetti e le destinazioni dei terreni di Castello. Terzo: lo sviluppo di Peretola deve garantire un ammodernamento funzionale del «city airport» una volta per tutte. Quarto: Peretola e Pisa devono immediatamente avviare le procedure per la creazione di una società unica.
L´idea della Regione è che attorno all'aeroporto ci sia più verde possibile. E la stessa previsione della Cittadella viola, che il sindaco Renzi intende localizzare proprio a Castello, dovrebbe di conseguenza essere ripensata.
Nessuno studio di fattibilità o di inserimento urbanistico, del resto, è stato ancora fatto per l´ipotesi del nuovo stadio e della parte commerciale (dagli alberghi ai ristoranti e ai negozi). E se lo sviluppo dello scalo si allargasse fino a prendere una parte dei terreni di Castello, la Cittadella viola dovrebbe essere spostata altrove. Probabilmente fuori dai confini comunali, stante la scarsità di aree disponibili nel Comune.
D´altra parte, si può stipare nella stessa fetta di territorio l´aeroporto, lo stadio, la Cittadella viola, le case e anche l´inceneritore? Il presidente Rossi e gli assessori del governo regionale hanno qualche dubbio. Quello però su cui non si discute è il Parco della Piana. Per la Regione non può essere considerato alla stregua di un accessorio o un fiore all'occhiello. «Il parco non si tocca», è stato non a caso il primo paletto fissato appena una settimana fa dall'assessore all'urbanistica Anna Marson. E proprio a partire da quel paletto ha preso corpo adesso la nuova posizione della Regione.
Una posizione che prova a mettere insieme lo sviluppo dello scalo con il parco della Piana. E che potrebbe anche scavalcare d´un balzo i veti posti dal sindaco di Sesto Gianni Gianassi su ogni ipotesi di nuova pista che finisca per ridurre la superficie del Parco. Come l´ha presa Renzi?
Le note ufficiali parlano di «incontro cordiale e positivo». Dicono che «c´è sintonia e che è iniziato un confronto aperto». Un confronto andato avanti ieri per due ore, nell´ufficio di Rossi. E´ una nuova impostazione quella che propone la Regione. Un nuovo modo di guardare alla crescita fisica di Peretola. Ma anche a quella logistica, perché la linea Rossi prevede un colpo di reni sulla strada della società unica tra Firenze e Pisa. E quindi della strategia dello sviluppo aeroportuale.
Secondo alcune indiscrezioni, l´ex amministratore delegato di Autostrade Vito Gamberale, oggi a capo del Fondo nazionale per le infrastrutture creato dal governo Berlusconi (il cosiddetto Fondo F2i) avrebbe messo gli occhi proprio su Pisa, con l´obiettivo di farne il capofila degli scali di medio-piccole dimensioni. E attraverso la società unica, anche Firenze finirebbe per diventare parte dell'alleanza.
L´impatto maggiore del progetto regionale sarebbe però proprio su Firenze e su Castello dove, dopo 25 anni di laceranti discussioni e correzioni progettuali, Fondiaria-Sai aveva ottenuto da Palazzo Vecchio i primi permessi a costruire. Che ne sarebbe del piano di Castello se lo scalo si sviluppasse sui terreni che arrivano al viale XI Agosto?
Ad oggi il sindaco Renzi non ha ancora definito il nuovo accordo con Ligresti, via obbligata per arrivare a localizzare lì il nuovo stadio. E con il progetto della Regione, i vincoli aeroportuali renderebbero di fatto impossibile prevedere nella stessa area anche la Cittadella viola. Se i Della Valle fossero davvero pronti a investirci, secondo il presidente Rossi e gli assessori regionali, stadio e insediamento commerciale di supporto dovrebbero traslocare. Ma anche così, l´attuale progetto Castello dovrebbe essere comunque modificato. Perché lo sviluppo dell'aeroporto finirebbe per impattare con il parco e alcune previsioni edilizie.
Come spiegare tutto questo a Ligresti? Al momento resta lui, il "patron" di Fondiaria-Sai, il proprietario dei terreni, oltretutto ancora sotto sequestro da parte della magistratura fiorentina. E ogni più piccolo cambiamento apportato alle carte del piano di Castello deve necessariamente portare la sua firma. Accetterebbe il Cavalier Ligresti di mettere la firma su un nuovo piano con più verde e meno cemento? Difficile prevederlo. Regione e Comune dovrebbero valutare la possibilità dell'esproprio dei terreni. Con costi alti, visto che gli espropri si fanno a prezzi di mercato.
Massimo Vanni - La Repubblica