Firenze, cambi al vertice di AdF e potenziale di una nuova pista


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9 Novembre 2005
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Firenze, Toscana.
Aeroporto di Firenze: Renzi, Ente Cassa e i Benetton, il ribaltone che non arriva

di Massimo Vanni, da La Repubblica Firenze

Sull’aeroporto in sei anni non hanno investito un euro. Nonostante i dividendi che pure ci sono stati. Ma dal 28 aprile, quando l’assemblea dei soci si riunirà per eleggere il nuovo presidente e il nuovo amministratore delegato, saranno ancora in sella al governo di Peretola. I torinesi di Aeroporti Holding, la società con dentro Benetton che detiene circa un terzo del pacchetto azionario, avrebbero potuto finire in minoranza dopo l’ingresso dell’Ente Cassa di Risparmio. Ma continueranno ad esprimere l’Ad, anche se non sarà riconfermato l’attuale manager Fabio Battaggia. Il sindaco Matteo Renzi, che tempo fa ha incontrato proprio i vertici di Benetton, si è messo di traverso al possibile ribaltamento della maggioranza. E la «pax renziana» spinge tutti i soci alla gestione dello scalo, ora che con l’elezione di Enrico Rossi a presidente della Regione sembra aprirsi una fase decisiva per il futuro di Peretola. «Avanti tutta sulla pista parallela », ha annunciato Stella Targetti, la vicepresidente della giunta toscana designata proprio da Rossi. «Una dichiarazione che abbiamo molto apprezzato, in linea del resto con quanto pensa Rossi: sul neo presidente ci conto molto», dice non a caso il presidente di Confindustria Giovanni Gentile. Ma perche’ non riconsegnare al territorio fiorentino il governo dell’aeroporto, dopo sei anni di gestione dei torinesi? «Gli enti pubblici non intendono portare avanti questo progetto», taglia corto Michele Gremigni, il presidente dell’Ente Cassa che pure ha sborsato quasi 30 milioni di euro per acquistare il 17,5 delle azioni. Eppure i numeri ci sarebbero. Dei 13 futuri consiglieri, tre verranno espressi da chi ha la maggioranza. Dei dieci restanti, Aeroporti Holding ne nomina quattro. Mentre Ente Cassa (3 consiglieri), i soci pubblici come la Camera di Commercio e il Comune (che però detiene solo un 2 per cento) e la Sogim di Panerai (1) potrebbero insieme ribaltare tutto e mettere all’angolo i torinesi. Ma è proprio quello che non accadrà. E mentre rimbalzano le ipotesi sul nome del presidente, da Piero Antinori al presidente degli agenti di viaggio Andrea Giannetti al vicepresidente del gruppo Kme Vincenzo Manes, è sugli assetti della «governance» che fervono i colloqui. «A me più che i nomi interessano la squadra e il programma», dice Giovanni Gentile. «Dopo Pasqua presenteremo uno studio dell’Irpet che dimostra qual è il peso dello scalo per il nostro territorio. E il nostro auspicio è quello di arrivare ad una soluzione in tempi brevi di questa annosa questione», sostiene il presidente degli Industriali. «Stiamo lavorando ad un accordo fra tutti, la nostra presenza rappresenta una sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni che fino ad oggi non hanno fatto niente», dice Gremigni dell’Ente Cassa. Si sono forse investiti 30 milioni solo per sensibilizzare? «Di più non potevamo fare, il nostro intervento almeno è servito a porre l’attenzione sullo sviluppo dello scalo», aggiunge l’Ente Cassa. Il governo e la spinta del territorio saranno comunque assicurate, garantisce il presidente della Camera di Commercio Vasco Galgani: «Gli accordi prevedono che fra i tre consiglieri del listino maggioritario ci sia anche il futuro presidente, che sarà scelto dagli industriali. E alla fine i consiglieri espressi dal territorio fiorentino saranno sette su tredici». Cioè la maggioranza. Davvero sarà così? «Credo ci sia una volontà forte, gli accordi prevedono anche che gli utili della società verranno reinvestiti, non distribuiti tra i soci. E se questo non avviene siamo pronti a cambiare direzione», aggiunge Galgani. Ma perché Renzi si è adoperato per togliere Aeroporti Holding dall’angolo? Il sindaco non l’ha esplicitato. Sull’argomento Peretola l’opposizione del Pdl in consiglio comunale l’ha incalzato anche tre giorni fa, chiedendogli di dichiarare se la pista parallela fosse «solo una promessa da campagna elettorale» e se ha intenzione di «fermare l’agonia dell’aeroporto affrontando definitivamente e in modo risolutivo il problema del suo potenziamento ». Renzi ha però più volte ripetuto cosa si attende da Autostrade e Grandi Stazioni. Cioè da Benetton, che è socio di entrambe: l’impegno non ancora mantenuto del parcheggio di Scandicci a servizio della tramvia, il ridisegno delle ingressi autostradali in città e l’avvio finalmente della ristrutturazione di Santa Maria Novella. In pratica, un accordo a tutto tondo. Funzionerà?


ADF: SOCI PUBBLICI AL LAVORO SU LISTA, PER PRESIDENZA IPOTESI MANES(KME)
(ASCA) - Firenze, 6 apr - E' in programma domani la riunione dei soci pubblici di Aeroporto di Firenze che dovra' portare alla definizione della lista per il rinnovo del CdA e tra i nomi che circolano per la carica di presidente c'e' quello di Vincenzo Manes, vicepresidente di Kme.
La riunione tra Comune di Firenze (2,18%), Camera di Commercio di Firenze (14,43%) e Camera di Commercio di Prato (4,086%), in un primo momento, era stata fissata per questa mattina ma e' stata poi rinviata a domani. Il termine per la consegna delle liste e' il prossimo 13 aprile.
''Tutti i soci - spiega Carlo Longo, presidente della Camera di Commercio di Prato - hanno lo stesso obiettivo: lo sviluppo dell'aeroporto e c'e' ampio accordo sul fatto che occorra una pista che dia garanzie di operativita' migliori rispetto a quella attuale. Si tratta di concretizzare questa volonta' comune e per noi il programma e' piu' importante dei nomi del nuovo presidente e dell'amministratore delegato''.
Il nome di Manes, pero', secondo quanto risulta da indiscrezioni, sarebbe in pole position per la successione di Michele Legnaioli mentre anche l'Ad Fabio Battaggia (in quota Sagat-Benetton) e' destinato a essere sostituito.
Oltre ai tre soci pubblici e a Sagat (33,4%), soci rilevanti di AdF sono l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze (che ha rilevato il 17,5% di Meridiana e che sara' determinante per i nuovi equilibri), Mps (4,89%), Fondiaria-Sai (2,05%), Sogim (12,12%).
Per quanto riguarda Mps, il CdA di Rocca Salimbeni, secondo quanto si apprende, decidera' come presentarsi nella seduta di giovedi' prossimo ma l'orientamento e' quello di non discostarsi dalla scelta di tre anni fa, quando fu presentata una lista comune con Fonsai.

Asca
 
l'importante che si cambi strategia !!
Il fatto che Meridiana ha lasciato o depotenziato delle rotte la dice lunga di quanto all'attuale Ammistratore Battagia fosse preoccupato di tale situazione!!
Ma hai visto mai di un A.D: che si presenta raramente in sede? l'importante e' prendere i "250.000 Euro ..quelli si che soono importanti!!
Ma vai alla Stazione...A proposito non sono mai partiti sia i lavori di ammodernamento in Centrale sia All'APT!!!!

Dicci Dicci Battaggia ma che CA..volo fai tutto il giorno oltre a contare i tuoi soldoni EDIT????
 
Ultima modifica da un moderatore:
I lavori sono iniziati da un mesetto e mezzo. Hanno cancellato il parcheggio 107, modificato la circolazione interna e recintato una vasta area all'interno del piazzale.
 
I lavori sono iniziati da un mesetto e mezzo. Hanno cancellato il parcheggio 107, modificato la circolazione interna e recintato una vasta area all'interno del piazzale.

ammazza hai vsto la carriola sotto la scala mobile?attenzione battagia potrebbe chiedere che uso ne fanno!! ma hai visto gli uffici dell'adf?nemmeno i terremotati dell'Aquila..ma tanto Battagia non ci va'mai che c***o gli frega?
 
07-04-10
ADF: SOCI PUBBLICI VERSO ACCORDO SU PIANO SVILUPPO E GOVERNANCE (ASCA)

Firenze, 7 apr - Si avvicina l'accordo tra i soci pubblici di Aeroporto di Firenze per la nuova governance della societa' che gestisce lo scalo toscano e trova conferma l'ipotesi di affidare la presidenza a Vincenzo Manes, vicepresidente di Kme. Oggi si sono incontrati i rappresentanti di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze e Camera di Commercio di Prato, che detengono, rispettivamente, il 2,18%, il 14,43% e il 4,086%.

''Abbiamo una grande scommessa - afferma l'assessore al bilancio di Palazzo Vecchio Angelo Falchetti -: il prossimo mandato deve essere basato su un piano industriale importante''. Per Falchetti saranno ''tre anni cruciali'' e sul piatto ci sono tanti temi: la nuova pista in primo luogo, ma anche ''la qualita' del servizio e il modo in cui affrontare la crisi''.

Quindi la discussione tra i soci pubblici (che proseguira' nei prossimi giorni) si e' incentrata in parallelo sul piano industriale e sulla lista da presentare in vista dell'assemblea (il termine scade il 13 aprile). A proposito della proposta avanzata dal presidente della Camera di Commercio di Firenze Vasco Galgani di congelare il dividendo per tre anni, Falchetti ha spiegato che ''e' una ipotesi gia' condivisa con i soci pubblici e avanzata anche nell'ultimo consiglio dove gli altri soci hanno deciso non di azzerare ma di ridurre il dividendo. E questo sara' anche un tema per i prossimi anni: trovare il giusto equilibrio tra investimenti e dividendi''.

In questo contesto, secondo quanto si apprende, il nome di Manes resta in pole position per la successione al presidente di AdF Michele Legnaioli. Domani, intanto, il CdA di Mps (4,89%) decidera' come presentarsi in assemblea ma l'orientamento e' quello di non discostarsi dalla scelta di tre anni fa, quando fu presentata una lista comune con Fondiaria-Sai (2,05%).
 
Adf, quattrocento pagine per convincere la Regione
Gentile: pronto lo studio di Confindustria su Peretola

La riunione Ieri altro summit, il finanziere Kme ha partecipato solo in teleconferenza La ripartenza Gli industriali: ora possiamo affrontare il futuro in maniera diversa, con più collaborazione fra tutti

La riunione Ieri altro summit, il finanziere Kme ha partecipato solo in teleconferenza La ripartenza Gli industriali: ora possiamo affrontare il futuro in maniera diversa, con più collaborazione fra tutti
Mancava solo lui, Vincenzo Manes, rientrato solo ieri da un viaggio in Giappone: il vicepresidente è così intervenuto solo per teleconferenza alla riunione dei soci di Adf che gli ha dato l’investitura informale di nuovo presidente della società, destinato a prendere il posto di Michele Legnaioli. Il sigillo sulla candidatura lo mette Giovanni Gentile, presidente di Confindustria Firenze: «Mi sembra importante che si sia riusciti a far convergere il consenso di tutti quanti sul nome di Manes», spiega. Il vicepresidente di Kme rappresenta la prima certezza sul futuro di Peretola: per Gentile «è una figura che viene dall'industria, e rappresenta una società fra le più importanti del nostro territorio», ma Manes ha altre frecce al suo arco, una storia di manager di alto livello e buone relazioni con Palazzo Vecchio e il mondo del credito.
La seconda certezza è l’accordo dei soci per una svolta nel segno dello sviluppo: «Credo che il risultato più grande sia essere arrivati a un punto di condivisione del progetto — dice ancora Gentile — perché la gestione precedente ha fatto bene quello che poteva fare, ma ora Adf può affrontare il futuro in maniera diversa, con più collaborazione fra tutte le forze che compongono la compagine societaria».
Un tema determinante per le sorti di Peretola, quello della collaborazione fra soci pubblici e privati: mentre la Sogim di Panerai viene comunque considerata «del territorio», più dubbi ci sono sul ruolo dei torinesi di Aeroporti Holding, che detengono il 31% delle azioni ordinarie. Il livello di intesa sembra buono, tanto che si ipotizza che uno degli eletti torinesi in Cda col premio di maggioranza potrebbe essere un consigliere indipendente: in questo modo Torino sacrificherebbe la sua certa maggioranza in consiglio (ha i numeri per eleggere 7 membri su 13, 4 col sistema proporzionale e 3 col premio di maggioranza) per venire incontro agli altri soci. Aeroporti Holding ha decisi anche i quattro consiglieri del proporzionale, ovvero i riconfermati Maurizio Montagnese e Aldo Napoli, affiancati con tutta probabilità da Stefano Cao e Mario Mauro, mentre restano più complesse le questioni relative all’amministratore delegato e al dividendo. I torinesi non hanno ancora deciso con chi sostituire Fabio Battaggia: l’ipotesi di supplenza provvisoria del direttore di Torino-Caselle Fausto Palombelli è ancora sul tavolo, come quella del comitato esecutivo. Sul dividendo, che i soci pubblici vorrebbero azzerare per tre anni allo scopo di potenziare la capacità di investimento, Aeroporti Holding deve ancora esprimersi: sembra comunque probabile che si raggiunga un compromesso per conciliare investimenti e necessità degli azionisti privati.
A questo punto, in attesa dell’assemblea del 28 aprile, la palla passa alla politica, e gli industriali sono pronti a chiedere un impegno preciso alla Regione, che per ora ha rilanciato l’integrazione con Pisa: «Il coordinamento va fatto perché sono due aeroporti toscani— spiega Gentile— non credo che ci sia una competizione con Firenze. La competizione è con Bologna, e Firenze deve giocare bene tutte le sue carte al più presto». Il numero uno di via Valfonda si richiama all’analisi di Dario Di Vico, l’editorialista del Corriere della Sera che recentemente si è soffermato più volte sulla situazione toscana, secondo cui Bologna sarà risucchiata dall’orbita di Milano mentre invece Firenze può essere penalizzata dall’autoreferenzialità di Roma: «Rischiamo di rimanere in mezzo, e quello che sembra un vantaggio, ovvero essere al centro delle reti di comunicazione, paradossalmente può diventare un handicap». Per sostenere la sua istanza di sviluppo dell’aeroporto, Confindustria presenterà nei prossimi giorni un corposo studio di 400 pagine commissionato all’Irpet, un’analisi a tutto tondo delle problematiche relative all’espansione di Peretola, dal parco della Piana ai rapporti con Pisa: «Da questo studio emerge il valore del nodo aeroportuale fiorentino, un valore strategico», conclude Gentile.
Corriere
 
Peretola, sviluppo e nuova pista valgono tremila posti di lavoro

Lo studio di Confindustria: effetti positivi fino ad Arezzo


Potrebbe essere il mese decisivo per Peretola. Sicuramente lo sarà per i giochi interni alla società Adf, che il 28 «vota» il nuovo Cda, dove arriva la «sorpresa» di un consigliere in quota Mps-Fonsai. Ma anche per il futuro dell’aeroporto fiorentino.
Domani verrà presentato lo studio commissionato da Confindustria Firenze all’Irpet, 400 pagine per dimostrare come il nuovo scalo e la nuova pista potrebbero avere una ricaduta positiva non solo sull’area metropolitana, ma anche su gran parte della Toscana: con un incremento, a regime, di tremila posti di lavoro. E venerdì verrà consegnato, dal team dell’università di Firenze coordinato dal professor Vincenzo Bentivegna, la ricerca sulla «sostenibilità» delle cinque proposte di pista (allungamento della attuale, pista diagonale, pista parallela) che Adf aveva avanzato alla Regione.
Lo studio che Confindustria ha chiesto all’istituto di programmazione economica regionale è ancora top secret: l’unico ad averlo visto, oltre ai diretti interessati, è stato il neopresidente toscano Enrico Rossi, che lo ha ricevuto dal vertice degli industriali Giovanni Gentile durante la campagna elettorale. Nelle quattrocento pagine ci sarebbe una approfondita elaborazione delle ricadute di uno scalo più efficiente. Non solo: verrebbe evidenziato che la «competizione» tra Pisa e Firenze è inesistente, non si sottraggono quote di mercato a vicenda; l’integrazione non solo è possibile, ma un piano industriale condiviso amplificherebbe la potenzialità di un’offerta differenziata. Su Peretola, un suo sviluppo (che passo sia dallo scalo che da una nuova pista, che superi le limitazioni di quella attuale) avrebbe un effetto indiretto, positivo, non solo sull’area metropolitana, ma anche su altre province, fino ad Arezzo. E, quando sarà completato il nuovo scalo, e se venisse resa parallela o comunque più efficiente e sicura la pista, l’effetto noto di mille posti di lavoro in più un per milione di passeggeri in più, si moltiplicherebbe: nello studio si parla di 3 mila posti di lavoro aggiuntivi.
Poi sarà la volta dello studio dell’università, che dovrebbe indicare, ipotesi per ipotesi, le compatibilità, le scelte da prendere e il prezzo da pagare. Con un elemento unificante: cambiare costa, non solo in termini economici ma anche politico-sociali. Questo mentre dalla Provincia di Firenze l’assessore alla programmazione territoriale, Marco Gamannossi, ribadisce che il parco della Piana, l’ostacolo posto dai Comuni di Sesto e Campi alla pista parallela, viene ritenuto «una infrastruttura verde indispensabile e che contribuirà fattivamente al miglioramento della sostenibilità e della qualità ambientale del territorio», e il rapporto con lo scalo è di «sviluppo compatibile e non si può dimenticare che la realizzazione dei boschi della Piana rappresenta un efficace strumento di abbattimento delle concentrazioni di inquinanti atmosferici. I boschi della Piana rappresentano anche un’opera di mitigazione ambientale, considerata la previsione del termovalorizzatore nell’area».
I soci di Adf sono quasi pronti al varo del nuovo Cda. Con una sorpresa. Mps (che detiene il 4,89% delle azioni) presenterà una lista assieme a Premafin (cioè Fondiaria-Sai, 2%) e otterrà così un consigliere. In questo modo, dei dieci eletti a base proporzionale 4 andranno ad Aeroporto Holding (33,4%, dovrebbe eleggerei il presidente di Sagat, Maurizio Montagnese, Stefano Cao, Aldo Napoli, Mario Mauro). I soci pubblici (28,7% in tutto, Camere di Commercio di Firenze a Prato e Comune di Firenze) eleggerebbero due membri: Vincenzo Manes (il vicepresidente di Kme che diventerà presidente, come prevede lo statuto) e il presidente della Camera di Commercio di Prato, Carlo Longo. L’Ente Cassa indicherà Jacopo Mazzei e Paolo Giustiniani. Sogim probabilmente confermerà l’attuale membro del Cda. I tre posti mancanti arriveranno dalla lista del «premio di maggioranza». Solo Aeroporti Holding può presentarla (la Consob, in caso di patto di voto, potrebbe fa scattare una Opa obbligatoria), e l’azienda con principale azionista i torinesi di Sagat indicherà il direttore di Torino-Caselle Fausto Palombelli, l’ad di Sagat Biagio Marinò e un indipendente, Alberto Camilli, che già faceva parte del Cda uscente.

Corriere
 
Questo, se confermato, è il passaggio più interessante...

Passaggio interessante è che lo studio commissionato da IRPET con provvedimento n. 75 del 4 agosto 2009 è stato redatto da Sergio Iarossi. Siamo davanti a omonimia oppure c'è un legame con Sergio Iarossi redattore della rivista 'Aeroporto' - 'Notiziario dell'associazione V. Giannotti per lo sviluppo dell'aeroporto di Firenze' ?

Non faccio il designatore arbitrale.....ma chi ha orecchi per intendere intenda diceva un famoso nazareno ;)
 
Potenziare Peretola: lo chiedono le aziende toscane

L'aereoporto di Firenze è essenziale per lo sviluppo economico: lo svela una ricerca Irpet

Potenziare l’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze per attrarre investimenti esteri e dare impulso alla competitività del territorio: questa la posizione della aziende locali – non solo fiorentine ma toscane – che emerge da una ricerca dell’Irpet, che è stata presentata questa mattina.
Lo studio, realizzato dal professor Giovanni Maltinti e commissionato da Confindustria Firenze, mette in luce chiaramente come – al di là delle polemiche e dei dibattiti che in questi anni si sono scatenati sullo scalo di Peretola – le industrie sentano forte la necessità di ampliare l’aeroporto, che avrebbe ricadute economiche positive.
Infatti si registrerebbe un aumento dell'occupazione diretta (da mille a duemila addetti), e di quella indiretta (dagli attuali 6 mila a 10 mila) oltre all'attivazione di un valore aggiunto (che da 370 milioni passerebbe a 730).
La ricerca affronta anche la diatriba tra gli scali di Pisa e Firenze e offre una soluzione: far crescere entrambi insieme, specializzando gli aeroporti e integrandoli in un sistema a servizio dell’intera Toscana.
“Adesso c’è un 40% di persone che arriva in Toscana da aeroporti fuori regione: bisogna creare una collaborazione tra Firenze e Pisa per risolvere il problema – spiega il professor Maltinti – tra dieci anni abbiamo calcolato che ci saranno 12 milioni di passeggeri a voltare da e per la Toscana: dobbiamo fare in modo che utilizzino i nostri scali, per portare ricchezza qui”.
Secondo l’analisi dell’Irpet la costruzione di una nuova pista potrebbe aumentare il numero dei passeggeri senza accrescere il numero dei voli, evitando così l’effetto inquinamento: essendo più spaziosa infatti potrebbero atterrare aerei più capienti. La pista parallela inoltre sarebbe orientata in modo da azzerare l’impatto acustico.
Si potrebbero così aprire collegamenti nuovi, come con Mosca o con il Medio Oriente.
“Il Vespucci è una questione aperta da troppo tempo, è il momento di decidere – sottolinea il presidente di Confindustria Firenze, Giovanni Gentile – gli industriali rilanciano questa tema come cruciale per lo sviluppo dell’intera regione, in un momento di crisi come questo dobbiamo rimuovere tutti gli ostacoli alla ripresa e avere un aeroporto che funzioni è fondamentale”.
Sullo scalo di Peretola tra pochi giorni si pronuncerà anche la Regione, che presenterà la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) di un diverso assetto della pista.

VIDEO:
http://www.intoscana.it/intoscana2/...ualizza_asset.html?id=1002579&pagename=704616
 
Penso che questa volta siamo alla stretta finale!!
OT :Aziende tipo General Elettric,piu' volte hanno manifestato una carenza di Infrastrutture su Firenze e nn ultimo l'aeroporto!! un segnale forte e' gia arrivato alle orecchie della Regione con il traserimento ,per un valore di 120 mil di Euro,di un reparto di ricerca in Altra Sede!!!
Allora, a Buon Intenditor...:D
 
Cinquemila posti di lavoro con la nuova pista di Peretola

Presentato lo studio dell'Irpet commissionato da Confindustria sullo sviluppo dell'aeroporto: i benefici sono maggiori dei costi a partire dall'occupazione. La competizione è con Bologna e non con Pisa, con quest'ultima ci vuole sinergia

Il potenziamento e la qualificazione dell’aeroporto di Firenze, con la nuova pista e l’aerostazione, permetterebbe in futuro un aumento dell’occupazione diretta (da mille a duemila addetti), e di quella indiretta (dagli attuali 6 mila a 10mila) oltre all’attivazione di un valore aggiunto (che da 370 milioni passerebbe a 730), aumentando l’attrattività e la competitività del territorio. Sono alcune delle considerazioni che emergono dal rapporto sugli «effetti previsti dei progetti di qualificazione dell’Aeroporto di Firenze» redatto da Irpet per la Confindustria di Firenze.

IL RAPPORTO DELL'IRPET - Lo studio è stato presentato dal presidente degli industriali fiorentini Giovanni Gentile, insieme a Giovanni Maltinti di Irpet, che hanno spiegato come i benefici sociali derivanti dal potenziamento dell’Amerigo Vespucci sono maggiori rispetto ai possibili costi. Secondo l’analisi, una maggiore sinergia e un’integrazione funzionale tra lo scalo fiorentino e quello di Pisa, permetterebbe di gestire un più alto numero dei passeggeri che transitano in Toscana. Attualmente i due aeroporti gestiscono circa 5,7 milioni, pari al 63%: l’altro 37% dei 9 milioni utilizza altri scali italiani. Nel 2020 si stima che i passeggeri saranno 12 milioni e insieme i due scali potrebbero coprire il 75% della domanda, pari a 9 milioni.

COMPETIZIONE CON BOLOGNA - Firenze, è stato detto ancora, potrebbe specializzarsi maggiormente nel traffico legato ai viaggi di affari e agli eventi, Pisa invece nel turismo, nel trasporto merci e nei collegamenti intercontinentali. Secondo Gentile «sull’aeroporto è necessario fare chiarezza e occorre arrivare a prendere decisioni smettendola con i dibattiti. Per Firenze, l’area metropolitana e l’intera Toscana quella dell’aeroporto è una questione essenziale. Non credo che ci sia conflitto con Pisa, e da un riposizionamento di Firenze possono nascere sinergie tra i due scali, mentre la competizione è con Bologna». Il presidente degli industriali ha sottolineato che «con il sindaco Matteo Renzi, la Provincia di Firenze e il nuovo presidente della Regione Enrico Rossi c’è condivisione su questi aspetti ed è questo il momento favorevole per prendere delle decisioni o avremo perso per sempre l’occasione». La nuova pista, è stato spiegato, permetterebbe in futuro anche di ridurre le disfunzioni, diminuire l’impatto acustico, ed avere minori costi di trasporto grazie all’aumento dei passeggeri e del raggio di operatività dei voli.

ROSSI SULL'AEROPORTO - Per l’aeroporto di Firenze «credo che si debba trovare una soluzione» che contempli «le necessità di sviluppo» con «i problemi che un aeroporto comporta in un’area fortemente urbanizzata». Lo ha detto Enrico Rossi, neopresidente eletto della Regione Toscana, parlando a margine di un incontro promosso dal Pd a Pontassieve. «Nello stesso tempo - ha aggiunto - bisogna anche e sempre di più mettere in relazione l’aeroporto di Firenze con quello di Pisa. Noi abbiamo a Pisa un’eccellenza nel panorama nazionale: se sommiamo l’aeroporto di Firenze e quello di Pisa, la Toscana si presenta come un punto di forza importantissimo nel Paese per quanto riguarda il sistema aeroportuale». Rossi, che ha precisato di dover ancora analizzare nel dettaglio lo studio dell’Irpet da Confindustria, ha rilanciato così il tema dell’integrazione fra gli aeroporti: «Faremo questa politica con tutti i soggetti che sono interessati, i Comuni dell’area - ha detto - e poi cercheremo anche delle forme di integrazione con Pisa».