SEA/ ALBERTINI: OPERAZIONE CONCLUSA NEL PEGGIORE DEI MODI
28/03/2006 18:03
Milano, 28 mar. (Apcom) - "L'operazione Sea si è conclusa nel peggiore dei modi: con un danno alla città e ai milanesi, che dovranno attendere ancora chissà quanto tempo per vedere realizzate infrastrutture strategiche per Milano". Così si è espresso il Sindaco Gabriele Albertini allo scadere del bando di gara per la vendita del 33% della società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, conclusasi oggi pomeriggio con l'assenza di offerte di acquisto.
"I cittadini devono sapere - ha proseguito Albertini in una nota - che l'Amministrazione comunale ha perso l'opportunità di investire 600 milioni di euro per far crescere Milano a causa di molteplici fattori, primo fra tutti la volontà di interdire la realizzazione di opere pubbliche come la Biblioteca Europa, lo scolmatore del Seveso e altre ancora, e di limitare gli investimenti per la costruzione della linea 4 della metropolitana".
Il sindaco ha indicato poi in una serie di cause i fattori che hanno portato al fallimento della privatizzazione: dalla richiesta di una perizia sul prezzo, che - afferma il sindaco - ha determinato l'allungamento dei tempi dell'approvazione della delibera in consiglio comunale, agli emendamenti votati che hanno portato "ad un drastico cambio delle scelte di governance societaria, togliendo qualsiasi leva di partecipazione all'indirizzo strategico ed alla gestione della società da parte dell'acquirente"
Per Alberini a scoraggiare la presentazione di offerte anche "le modifiche strutturali intervenute nel settore aeroportuale, come il decreto salva Alitalia, che ha inciso in maniera significativa sulla redditività dei conti Sea, e le nuove regole introdotte dall'Enac, che hanno liberalizzato i servizi aeroportuali a terra con un impatto negativo sui potenziali margini economici della società".
Il sindaco ha anche puntato il dito contro i ricorsi al Tar "finora rigettati seppure non in via definitiva, e al Consiglio di Stato, che ha respinto i ricorsi accolti in prima istanza dal Tar".
"Tutto ciò - ha concluso Albertini - ha determinato un clima di incertezza, che ha costretto i partecipanti alla gara a dover ripetutamente riaggiornare le proiezioni economiche e le analisi di settore, fino a perdere fiducia nell'operazione, nonostante considerassero il progetto di privatizzazione di assoluta validità industriale e di elevato interesse economico".