Falco-robot contro i gabbiani


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Falco-robot contro i gabbiani

Federico Amodeo

Un falco per allontanare i gabbiani dalle piste degli aeroporti ed evitare rischi agli aerei. Non un falco in carne, ossa e penne, troppo complicato da gestire e inutilizzabile di notte. Al “Cristoforo Colombo”, l’aeroporto di Genova dove dieci giorni fa un aereo ha avuto un incontro (troppo) ravvicinato con i gabbiani, la soluzione potrebbe essere il falco robot: un uccello meccanico somigliante in tutto al rapace, in grado di allontanare i volatili evitandone lo schianto contro gli aerei in atterraggio e decollo.

Presentato nel giugno 2007 a Fiumicino nell’ambito del workshop “Aeroporti e bird strike: stiamo vincendo noi?”, secondo esperti potrebbe essere la soluzione ideale anche per l’aeroporto di Sestri Ponente. Se ne parla oggi perché il 21 agosto, alle 2 di notte, un aereo della Air Nostrum, proveniente da Madrid con circa 80 passeggeri a bordo, ha incrociato i gabbiani a 2 mila piedi di altezza (circa 600 metri) in fase di atterraggio. Nessun grosso rischio per il velivolo della compagnia del gruppo Iberia. Il comandante non ha sentito la necessità di lanciare il mayday e per fortuna tutto si è concluso per il meglio, senza gravi conseguenze. Il pericolo però rimane e l’episodio ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sui rischi legati al fenomeno del cosiddetto bird strike.
Il falco robot

Secondo Silvio Spanò, docente di zoologia applicata all’Università di Genova, il “Falco Robot Gbrs”, ideato dalla società italo-spagnola Bird Raptor, potrebbe essere la soluzione ideale anche per lo scalo genovese.

«Il Cristoforo Colombo presenta criticità altrove difficilmente riscontrabili – spiega il professor Spanò –. La sua ubicazione marittima e il fatto di avere alle spalle una discarica ne fanno un lido privilegiato per i volatili, specie per i gabbiani reali, molto numerosi in questa stagione». «Sono sempre stato scettico sull’utilizzo dei falchi addestrati – aggiunge - per la loro sensibilità a troppe variabili: non volano in particolari condizioni climatiche, col cielo coperto, di notte. Il modello robotizzato mi ha impressionato: le sue dimensioni, un po’ eccedenti rispetto al normale, possono sortire un effetto deterrente aggiuntivo, le evoluzioni sovrapponibili a quelle del rapace, la capacità di sfruttare il vento ne dovrebbero fare uno strumento funzionale ed estremamente efficace».

L’aspetto negativo sta nel fatto che il robot richiederebbe la presenza di un operatore esperto 24 ore su 24. Ma già adesso al Colombo ci sono squadre attive giorno e notte che, in occasione di arrivi o decolli, si occupano di fare l’ispezione della pista per allontanare i gabbiani (integrando il lavoro svolto dai sistemi acustici). Questa è una delle misure che lo scalo genovese ha adottato per ovviare al pericolo, specie nelle ore notturne: quando cioè i cannoncini ad aria compressa vengono zittiti per consentire ai sestresi di dormire. Così è accaduto la notte del 21 agosto: anziché atterrare alle 21,40, l’aereo della compagnia spagnola è arrivato alle 2,20, quando i mezzi di dissuasione più rumorosi non sono operativi.«I nostri sistemi di sicurezza sono tecnologicamente i più all’avanguardia in circolazione – rilancia Gabriele Campolucci, direttore operativo dello scalo genovese -. Certo è difficile fronteggiare l’imponderabile: se certe cose devono accadere succedono e basta, come un gatto che ti attraversa la strada. Ma come avvengono da noi, succede ovunque.

Per fronteggiare il problema abbiamo messo in campo i sistemi più sofisticati, e i risultati sono certificati dai numeri: il Colombo ha un’incidenza minore di casi di bird strike rispetto a molti altri scali». La volta scorsa il pericolo è stato contenuto, ma i moderni deterrenti non possono scongiurare al 100% il rischio d’incidenti. «Che non si esclude possano rivelarsi anche catastrofici – avverte Spanò -. Se uno o due gabbiani finiscono risucchiati in una turbina e un motore si ferma non succede nulla. Ma nel caso lo stormo fosse davvero numeroso ed entrambi i propulsori venissero danneggiati, allora sarebbe vera emergenza».

Il Secolo XIX

CIAO
_goa
 
A dir poco ...bello ...il volo di questo aeromodello.....
Ma verrebbe assunto a tempo pieno dalla soc????
E se percaso finisce la batt. del radiocomando e il modello entra nell'apron e va dentro qualche porta aperta di un aeromobile???
E se trova qualche gabbiano che ha completato gli studi e con le sinapsi attente e si accorge della frgatura???
Ma non sarebbe meglio posizionare due o tre mitragliatrici con raffreddamento ad acqua ,collegata con la condotta centrale ( se mancasse l'acqua ) che spara a raffica HQ ?????
Credo ancora sia uno dei problemi irrisolti ,di questa umana esistenza.
 
«Il Cristoforo Colombo presenta criticità altrove difficilmente riscontrabili – spiega il professor Spanò –. La sua ubicazione marittima e il fatto di avere alle spalle una discarica.................

[OT]
Scritto così, uno che non conosce GOA pensa che sorga direttamente su un cumulo di rumenta.......

Qui si vede dov'è la discarica (Scarpino) rispetto all'aeroporto
http://maps.google.it/maps?f=q&hl=i...195&spn=0.106102,0.293198&t=h&z=12&iwloc=addr