Tu ti riferisci ad un'evacuazione di certificazione: chi partecipa è ben consapevole di cosa sta per fare, immagino giovane ed aitante, con un aeroplano parcheggiato in un parcheggio statico.
Cosa ben diversa è farlo a seguito di un crash landing, con l'aereo in chissà quali condizioni, con fumo e fuoco che iniziano a mandare la gente nel panico, con passeggeri anziani, bambini piccoli, wheel chairs, eventuali persone sorde o cieche, chi urla, chi strilla, chi non capisce la lingua con cui l'evacuazione viene comandata etc etc.
Credo che i 90" li possiamo ampiamente lasciare ai collaudatori ed alla certificazione.
Ci sono delle restrizioni sui partecipanti e il modo di fare le dimostrazioni, ma è ovvio che durante un evento reale le cose siano diverse.
Questi 90 secondi della certificazione servono come un limite teorico per cercare di simulare una situazione più critica di quanto non si aspetta nella maggior parte dei incidenti “survivable”.
Si spera, anche statisticamente, che in una situazione reale le condizioni siano migliori (più porte e più tempo disponibili per l’evacuazione).
Non ho una buona memoria, ma qualcuno si ricorda di incidenti recenti (ultimi 10 / 15 anni) dove non sia stato possibile evacuare i pax in tempo?
Per info, la normativa FAA che regola l’evacuazione d’emergenza è la FAR 25.803 e Appendix J. La AC 25.803-1A spiega anche un po’ l’evoluzione della norma nel tempo.
Ecco alcuni dati dalla FAR:
Intensità della luce ambiente inferiore a 0,3 foot-candle.
Almeno 40% di donne.
Almeno 35% over 50 anni.
Almeno 15% di donne over 50 anni.
3 bambole per simulare infant.
Non possono essere usati per le prove (come pax) equipaggi, meccanici e istruttori che normalmente lavorano su aerei.
Prima dell’inizio della prova, circa metà delle valigie, coperte e cuscini sono distribuiti nei corridoi e vicino alle uscite, per creare ostacoli.
Nessuno all’interno sa quali saranno le uscite operative.
Nessun partecipante può aver fatto un’altra dimostrazione nei ultimi 6 mesi.