due aeroporti, quattro passi


KillingTime

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10 Novembre 2005
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Rwanda
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Questo non e' un trip report...di questi tempi sono troppo distratto per farne uno. Inoltre la maggior parte delle foto sono pessime: dopo averne scattate la meta' mi sono reso conto che la piccola SONY che avevo era settata per salvare le immagini alla minima dimensione disponibile, 640Xqualcosa, praticamente uno schermo da NDS... :( come direbbe mio fratello, 'sei fesso'. Yeah.

Voglio semplicemente dividere con voi due brevi soste che ho fatto negli ultimi giorni, la prima nel nuovo 'Capital' aeroporto di Beijing, PEK, che piu' che un aeroporto e' un automonumento, e la seconda a BKK Suvarnabhumi (BKK), che invece mi e' piaciuto, anche se non c'e' dove sedersi se non al gate. Naturalmente fra uno e l'altro c'e' il mio home airport, HKG, che e' ancora il migliore.

Due viaggi in rapida successione. Il primo, due settimane fa, per andare a Shenyang, grande citta' nella Cina settentrionale, capitale del Liaoning. Il volo diretto da Hong Kong era pieno o qualcosa di simile, quindi mi hanno dato un volo Dragonair fino a Beijing, e da li' un volo che forse era Air China (della serie che se non prendo nota non me lo ricordo) fino a Shenyang. Dato che non ero partito con l'intenzione di fare un TR ma solo di vedere se la SONY funzionasse, visto che ultimamente fa le bizze, si spegne all'improvviso, oscura il display, e consuma due batterie AA in quattro minuti e mezzo mentre e' in standby. E dire che SONY aveva una reputazione...

Arrivo al check-in in centro alle sei del mattino. Qualcuno c'e' sempre, HK e' come l'India, ovunque vai ci sono masse di umanita'. Well, questa non e' proprio una massa, ma sempre qualcuno e'...

OK, OK, basta con la metafisica. Passiamo alle foto. Mi sono scusato per la qualita? Mi scuso di nuovo.

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Il treno per l'aeroporto e' cosa veloce. Le formalita' pure. Prima cambio un po' di soldi di HK in soldi cinesi, poi libreria, poi gate. Mentre vado prendo foto a caso.

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Dragonair (KA) e' votata da anni ormai la migliore compagnia aerea in Cina. Naturalmente ora non e' piu' cinese (di Hong Kong cioe'). Un paio di anni fa i furboni scozzesi di Cathay Pacific se la sono comprata, risolvendo in colpo solo le difficolta' di accesso alla Cina continentale. CX ha un grande network internazionale, come sapete tutti, ma in Cina non la facevano volare - i cinesi hanno la memoria lunga e i proprietari di CX, il gruppo Swire, sono i diretti discendenti delle compagnie private di navigazione e commercio (dette Hong) che hanno fatto fortune immense in questo angolo di mondo nel diciottesimo secolo, vendendo oppio fatto in India ai cinesi, e portandosi i soldi a casa in Scozia. A quel tempo, quando il governo cinese si opponeva a questa pratica, le hong facevano intervenire la marina di Sua Measta'. Una piccola guerra, e fine dei problemi. Ora naturalmente non si puo' piu' fare i prepotenti con la Cina, quindi ci fanno affari assieme invece, ergo tutti felici e contenti :D

E insomma, arrivo a Pechino (Beijing) in una di quelle giornate di polvere nell'aria che sembra nebbia. I voli internazionali arrivano al nuovo terminale E, che sarebbe la forca della Y del nuovo aeroporto. Se guardate l'aeroporto su Google Earth o Google Maps si capisce, anche se l'immagine non e' recente. In ogni caso, la base dell'aeroporto (l'inizio insomma) e' il terminale C. In mezzo, ormai finito ma non ancora operativo c'e' il D (nella foto ancora da costruire), e poi E.

Qui iniziano i problemi. L'airbridge (il finger) non e' collegato direttamente all'edificio principale dell'aeroporto, ma a dei bracci a due piani, e da ognuno di questi bracci si diparte uno o piu' airbridge. Da questa foto su Wiki si vede bene:
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Ora, qual'e' la fesseria che hanno fatto? Quando si sbarca dall'aereo si entra nel piano inferiore del braccio, e immediatamente, dentro il braccio stesso c'e' una scala mobile che porta al piano superiore, dove ci sono gli arrivi. Sfortunatamente la scala mobile e' di quelle larghe ottanta centimetri, quindi solo una persona alla volta...ergo, immenso ingorgo di gente a piedi subito fuori dall'aereo, attorno alla scala mobile, e dentro l'aereo stesso. Un casino che non vi dico. Ed io ero con un 330. Aspetta che arrivi un aereo piu' grande...

Una volta arrivati sopra, nel vertice della Y, tutti a guardare il soffitto:

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Hanno fatto le cose in grande, ovviamente. Tutta Pechino moderna e' cosi'. Pero, immediatamente un altro snafu*: dove i bracci della Y si incontrano ci sono i banchi dell'Immigration, proprio nella strettoia. Risultato: code immense. Bastano due o tre widebody e la situazione e' subito incasinata. Io ho tempo e non mi preoccupo, ma la delusione e' notevole.

Dopo il timbro sul passaporto ci sono scale che scendono giu, dove c'e' il trenino che porta lungo l'asse dell'aeroporto fino al ritiro bagagli, transiti, e arrivi.

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La foto e' scura, ma si capisce come hanno concepito l'aeroporto. Dato che construire una Y ininterrotta sarebbe stato troppo come copiare Hong Kong, e dato che ovviamente qui lo volevano fare piu' grande di Hong Kong - maledetti capitalisti traditori venduti agli ingesi - hanno diviso la gamba della Y in tre parti, lasciando spazio fra le tre parti per il movimento degli aerei, che avrebbero altrimenti dovuto circumnavigare l'intero aeroporto, mettendoci giornate intere.

Il treno e' un treno automatico, come tutti i treni di aeroporto. Parte, scende sotto il livello del suolo, passa attraverso il D senza fermarsi, e arriva a C. Scendiamo.

Ritiro il bagaglio (internazionale, devo fare dogana qui) e vado direttamente ai transiti, dove si riprendono il bagaglio e mi mandano ad un gate nelle stesso terminale C per il volo per Shenyang.

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Ovviamente, anche l'asse principale dell'aeroporto e' sdoppiato: due assi paralleli, con il treno nel mezzo. Decido che non mi piace.

Il gate e' alla fine del C, nel ramo di sinistra, per cosi' dire. Fra la sabbia nell'aria si intravede, lontano, il D. Oltre quello, invisibile a causa della sabbia e della curvatura della terra, c'e' E.

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Insomma, hanno fatto una cosa monumentale, ciclopica e vagamente ridicola.
Mi siedo al gate. Tiro fuori il laptop, e con mia grande sorpresa non c'e' wifi. O forse sono troppo lontano. Starnutisco rumorosamente. Il cinese accanto a me si sposta leggermente, infastidito. Mi soffio il naso e continuo a cercare un collegamento wireless. Niente. Mi lacrimano gli occhi, e di nuovo starnutisco vigorosamente. Dal naso mi esce di tutto. Metto da parte il laptop perche' ho una crisi nasale di proporzioni epiche. Il cinese si alza e si va a sedere da un'altra parte. Ottimo, metto la borsa dove era seduto lui e cerco fazzolettini di riserva. Starnutisco, mi soffio il naso, occhi rossi che lacrimano...

...e in tutto questo sono piu' sorpreso del cinese. Cioe', stavo benissimo fino a poco fa. Non sono allergico, non sono raffreddato...mi ci volgiono almeno dieci minuti per riprendermi.

Ma questa cosa la devo capire. Nel frattempo mi alzo, mi avvicino ai vetri e scatto le foto qui sopra ad Air China. E mentre che sono li al vetro, capisco: nella fretta di finire, hanno fatto un lavoro pessimo: gli infissi che reggono le vetrate sono coperti da uno strato impalpabile di sabbia e polvere che entra da fuori da fessure invisibili fra vetri e infissi, polvere che l'Impianto Ambiente egregiamente e potentemente ricircola per tutto il terminal, compreso il mio naso. A me la polvere fa starnutire. A voi?

Chiamano il volo. Scuoto la testa: la situazione e' stata appena upgradata da snafu a fubar**

Arrivo a Shenyang, sto qualche giorno, poi ritorno a HK. Mi arriva un'email 'puoi andare a Vientiane fra tre giorni insieme a...' e io 'in Laos? certo!'

Naturalmete la tipa dell'ufficio che fa biglietti e voli non e' quella sveglia e supremamente efficiente, ma quella nuova e non molto sveglia, quindi invece di farmi passare da Hanoi per Vientiane mi manda a Bangkok.



*snafu: situation normal, all fucked up
** fubar: fucked up beyond all recognition
 
Il Laos non ha consolati a Hong Kong, ma scopro che si puo' ottenere il visto all'arrivo, con una foto e trentacinque dollari. Vado.

HKG di nuovo: volo Thai per Bangkok. Il tifone tropicale che negli ultimi due giorni ha giocato sul mar della Cina a ovest di qui non ha fatto danni e ha pulito l'aria, ma in compenso ha sconvolto i voli. Quindi il mio volo e' in ritardo di un paio di ore. Non tanto, ma abbastanza da farmi perdere la coincidenza, sempre Thai, per VTE. Pero' al gate l'agente Thai mi conferma che mi hanno spostato sul volo della sera, e che il mio bagaglio e' gia' stato ri-etichettato di conseguenza. Posso andare.

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Il volo e' normalissimo, e io come al solito dormo sonoramente. Lo so, sono un pessimo viaggiatore. Invece di fare foto all'aereo, alle F/A di TG (peccato imperdonabile questo), e dal finestrino, ronfo e forse sogno.

Mi svegliano le orecchie: stiamo scendendo verso Suvarnabhumi. Appena l'aereo scende al di sotto delle nuvole, riconosco le tipiche strisce di terra che attorniano bangkok: risaie, case, campi.

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Mente l'aereo taxeggia verso il terminal, primo sguardo da lontano:

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Da vicino mi fa impressione come se fosse piccolo, come dimensioni. Certo, dopo Pechino. Ma piccolo non e'.

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Dentro, tutto un tripudio di vetro e acciaio, con le incongruenze tipiche della tradizione siamese:

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In effetti e' facile confondersi. Sotto la copertura a forma di tende ci sono quattro piani, e un mucchio di direzioni.

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Anche qui, transit senza dolore. Solo che dovro' aspettare almeno sei ore. Meno male che c'e' una sala fumatori in ogni braccio, centinaia di negozi, ristoranti e tutto. Mi faccio un giro cosi' per vedere cosa c'e', poi me ne vado direttamente al gate che ho da lavorare, e qui il wifi c'e'. Mi siedo nella pulitissima sala fumatori, e aspetto lavorando.

La stanza e' di vetro. Il pavimento e' color crema, i sedili di metallo lucido. Lucidi sono anche i tre portaceneri a cilindro, ormai pieni di cicche affogate nella sabbia - buffo, sembra la schiena di un riccio, sigarette invece di spine. E' appena entrata una inserviente, uniforme blu e mascherina chirurgica, con una pinza di metallo raccoglie le cicche dalla sabbia, passa uno straccio sui bordi dei portacenere e se ne va.
Non c'e' nessuno in questa saletta fumatori, gate C1a. Fuori dai vetri, un po' piu' in la, altri vetri, e oltre luci al sodio e aerei che vanno e vengono.
Il volo per Vientiane sara' alle 20. Laos, o meglio, Lao PDR, People's Democratic Republic. E' la prima volta che ci vado, anche se sono anni che ci provo. Il volo sara' breve, forse un'ora - Bangkok e' il centro dell'asia sudorientale. Non so cosa aspettarmi. Certo, ho fatto i compiti - governo, demografia, storia - ma l'unica cosa che mi e' rimasto in mente e' il libro The Ravens, la storia dei FAC (forward air controllers) durante la guerra segreta nel Laos durante i conflitti ideologici che infiammarono l'Indocina quaranta anni fa.

Al di la' del vetro ci sono altre sedie, la gente comincia ad arrivare. Guardano tutti la tv - ci sono centinaia di Samsung di quelli grandi sparsi per tutto l'aeroporto. Sullo schermo vedo un astronauta cinese durante una conferenza stampa. Buffo, la tuta spaziale che indossa e' quella dei cosmonauti sovietici degli anni settanta. Ma d'altronde anche la tecnologia per mandare in orbita il Lunga Marcia e' la stessa - hanno comprato tutto il pacchetto dai russi, gli sara' anche costato poco.

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Piano piano si fa buio. Quando chiamano il volo e' troppo tardi per fare fotografie, quindi chiudo tutto e vado. Arrivero' a Wattay airport alle 21, e riusciro' finalmente a prendere un taxi per Lao Plaza hotel alle dieci e mezza. Da dove ora sto scrivendo invece di lavorare...basta cosi' che ho da fare. Buona giornata a tutti.
 
Le visite inaspettate sono le più piacevoli, un po' come i TR di killing time :)

Bellissimo come sempre, credo riusciresti a rendere interessante anche una relazione sulla produzione della farina :D

Il nuovo BKK da fuori sembra bello, però vedendo le tue foto, da dentro, mi ha un po' deluso.

Mi raccomando il ritorno!

DaV
 
Ciao KT, dopo me lo guardo per bene.

Visto che in questi giorni sono cantonese, non è che capiti da queste partic che ci facciamo una birra?
 
Ottimo report condito da una prosa molto piacevole .Vientiane non offre molto meglio sarebbe andare a vedere Luang Prabang comunque beato te ,Roma Radar
 
Sto a Vientiane tutta la settimana. C'e' sole, piove solo un poco, prima dell'alba, e non c'e' tanto caldo. La citta' e' visitabilissima: il centro e' minuscolo, il lungofiume si puo' fare a piedi in mezz'ora da un capo all'altro, ovunque ci sono ristoranti carini, bar, negozi di artigianato, hotel per backpackers, guest houses. Tutto questo in un reticolo rettangolare di strade di impianto naturalmente francese, nessun edificio ha piu' di tre piani tranne un paio, c'e' poco traffico anche all'ora di punta, e i Lao sono generalmente sorridenti.

Il lavoro mi impedisce di andare fuori citta' (per questa volta, ma ci torno). In compenso ogni sera a cena in un posto diverso. Per le prime due o tre sere cioe', compresi i tavolini di plastica sul lungofiume, barbeque di carne e pesce sotto lampadine fioche appese agli alberi. Sulla sponda opposta del fiume, ad un chilometro di distanza, le luci della Tailandia.

La terza sera scopro il Provenzale, e voila': ci tornero' ogni sera fino alla partenza. Carne ottima, pizza ben fatta, formaggi a piatto, profiteroles come si deve e vino rose' in caraffa, che col caldo estivo di qui ci sta perfettamente. Posto piccolo ma popolare, in un angolo della piazza con la fontana. Non si puo' sbagliare, ce n'e' solo una, di piazza con fontana.

Il Laos ("Lao") e' ben piccolo, stretto com'e' fra ottanta milioni di vietnamiti, sessanta milioni di burmesi e altrettanti tailandesi. Qui sono solo sei milioni, e mentre ad Hanoi e Bangkok la vita media e' di 75 anni, come in Italia, in Laos e' 55. Muoiono presto in tanti, e' il paese piu' disastrato dell'Indocina.

Rabbrividisco all'idea di come sara' l'interno. Ma non per questa volta. Nel frattempo, Vientiane ('Vienchan") e' un bel posto, cosa confermata da una larga popolazione di espatriati e dai moltissimi turisti, quasi tutti giovani con zaino, pantaloncini e sandali, ragazzi e ragazze assieme a coppie o in piccoli gruppi di due-tre, viaggiatori come si deve.

Gli unici italiani che vedo sembra stiano andando ad una festa. E' ovviamente un viaggio organizzato, con guida. Sono tutti infighettatissimi, alla moda, scarpe lucide, tutti profumati come femmine, capelli affogati nel gel. Li noto mentre torno all'albergo a piedi una sera dopo cena: un paio di questo gruppo si sono fermati a parlare con due prostitute locali ferme all'angolo della strada, mentre i loro amici dall'altro lato della strada li incoraggiano - tranne le ragazze del gruppo, che li insultano. Io non mi immischio, passo senza fermarmi, ma non posso fare a meno di notare che le due prostitute sono ovviamente travestiti thai, e sembra che si stiano divertendo moltissimo mentre i due maschioni italici, facendosi coraggio a vicenda, chiedono loro in inglese milanese come si chiamino e quanto vogliano...

Non ho tempo per fare foto come si deve. Ma scatto qualche cosa al volo dal tuc tuc

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Se andate in Indocina (in Tailandia, o in Vietnam, o in Cambogia), vale la pena di arrivare fino a qui. Certo, se preferite fare le vacanze nei villaggi, lasciate perdere :D