ROMA - Tutto esaurito ieri sera al teatro Ghione di Roma per la presentazione nazionale del documentario dei lavoratori Alitalia "Tutti giù per aria, l'aereo di carta", tanto che gli organizzatori sono stati costretti a replicare una seconda proiezione del video per accontentare le centinaia di persone non avevano trovato più posto. Erano tantissimi i lavoratori, tra i quali molti cassaintegrati e precari, che hanno atteso per ore pur di poter ascoltare una vicenda, quella dell'Alitalia, che li vede principali protagonisti e vittime e che continua a suscitare dolore, incredulità e rabbia.
Un monologo introduttivo di Ascanio Celestini, presente in sala, ci introduce ironicamente in questo viaggio che in soli 75 minuti riesce a racchiudere il tragico epilogo di una delle più importanti compagnie aree del mondo nata 60 anni fa, e cancellare i diritti di migliaia di lavoratori diventati improvvisamente un esubero da eliminare. Diecimila cassaintegrati, oltre 4mila precari abbandonati a se stessi senza ammortizzatori sociali.
"Raccontare la storia degli ultimi mesi di Alitalia è come masticare il fiele. Nessuno è contento, non lo sono quelli assunti senza entusiasmi, non lo sono quelli che aspettano da mesi l'assegno di cassa integrazione, non lo sono le migliaia di precari rimasti disoccupati, non sono contenti quelli che si sono opposti al sistema guardando in faccia con sfida i nuovi padroni, e non lo sono neanche quelli che non hanno mai alzato lo sguardo dalla loro muta rassegnazione." Sono queste le prime parole accompagnate dalle immagini delle proteste dei dipendenti Alitalia che per mesi hanno presidiato l'aeroporto di Fiumicino, in un silenzio mediatico assordante che li descriveva come privilegiati di turno, mentre nei palazzi delle istituzioni si decidevano le loro sorti. I lavoratori avevano capito fin dall'inizio la truffa che si stava consumando sulla loro pelle. "Abbiamo assistito a un piano analogo a quello della P2 di Licio Gelli" - commenta nel filmato un assistente di volo - teso a cancellare i diritti e triturare i sindacati dissenzienti. contro i poteri forti." Un'ipotesi che prende sempre più consistenza. Lo si è visto anche per chi alla fine è stata assunto alla Cai con contratti che hanno tagliato drasticamente le retribuzioni passando a livelli di produttività e impiego quasi raddoppiati. Per non parlare delle lavoratrici assunte sotto il ricatto di eludere una legge dello Stato nata per tutelare la loro condizione di mamme.
Dal settembre 2008 al febbraio 2009 è stato un tira e molla continuo tra Cai, governo e sindacati, quest'ultimi ormai palesemente allineati con i nuovi padroni che hanno continuato indisturbati a imporre il loro piano a colpi di ultimatum, contro un "fronte del No" composto dai lavoratori e da quelle organizzazioni sindacali che non avevano voluto a scendere a compromessi. Eppure, come dimostra questo documentario, è bastato studiare nei minimi particolari un piano strategico da parte di una cordata di imprenditori, tra l'altro nessuno dei quali esperto del mondo aeronautico, diventati proprietari della parte "buona" della compagnia di bandiera, cioè quella produttiva, a un costo ridicolo con il pieno appoggio di un governo di centro destra senza scrupoli guidato da Berlusconi, che inneggiava all'italianità della compagnia di bandiera, e di alcuni sindacati compiacenti per dare il via ad una delle operazioni più vergognose che il nostro paese abbia mai conosciuto. Operazione che alla fine costerà 5miliardi alle tasche dei contribuenti.
E così hanno pensato bene i due ideatori del docufilm Alessandro Tartaglia Polcini e Matteo Messina a ricordare nuovamente questa vicenda, per evitare possa cadere nell'oblio della memoria, ricordando che i contratti del trasporto aereo, una volta scardinati, hanno sempre rappresentato un modello da esportare nelle altre realtà occupazionali. Gli attimi più significativi di questa video registrano una testimonianza storica unica, non solo quale eredità per le nuove generazioni ma anche come impulso vitale per continuare una lotta sulla quale forse la parola fine non è ancora stata scritta.
"Un paese civile si meriterebbe molto più di un aereo di carta" dice Ascanio Celestini nella fase conclusiva del filmato, "Ma questo non è un paese civile".
http://www.dazebao.org/news/index.p...tro-ghione-di-roma&catid=54:lavoro&Itemid=172
Un monologo introduttivo di Ascanio Celestini, presente in sala, ci introduce ironicamente in questo viaggio che in soli 75 minuti riesce a racchiudere il tragico epilogo di una delle più importanti compagnie aree del mondo nata 60 anni fa, e cancellare i diritti di migliaia di lavoratori diventati improvvisamente un esubero da eliminare. Diecimila cassaintegrati, oltre 4mila precari abbandonati a se stessi senza ammortizzatori sociali.
"Raccontare la storia degli ultimi mesi di Alitalia è come masticare il fiele. Nessuno è contento, non lo sono quelli assunti senza entusiasmi, non lo sono quelli che aspettano da mesi l'assegno di cassa integrazione, non lo sono le migliaia di precari rimasti disoccupati, non sono contenti quelli che si sono opposti al sistema guardando in faccia con sfida i nuovi padroni, e non lo sono neanche quelli che non hanno mai alzato lo sguardo dalla loro muta rassegnazione." Sono queste le prime parole accompagnate dalle immagini delle proteste dei dipendenti Alitalia che per mesi hanno presidiato l'aeroporto di Fiumicino, in un silenzio mediatico assordante che li descriveva come privilegiati di turno, mentre nei palazzi delle istituzioni si decidevano le loro sorti. I lavoratori avevano capito fin dall'inizio la truffa che si stava consumando sulla loro pelle. "Abbiamo assistito a un piano analogo a quello della P2 di Licio Gelli" - commenta nel filmato un assistente di volo - teso a cancellare i diritti e triturare i sindacati dissenzienti. contro i poteri forti." Un'ipotesi che prende sempre più consistenza. Lo si è visto anche per chi alla fine è stata assunto alla Cai con contratti che hanno tagliato drasticamente le retribuzioni passando a livelli di produttività e impiego quasi raddoppiati. Per non parlare delle lavoratrici assunte sotto il ricatto di eludere una legge dello Stato nata per tutelare la loro condizione di mamme.
Dal settembre 2008 al febbraio 2009 è stato un tira e molla continuo tra Cai, governo e sindacati, quest'ultimi ormai palesemente allineati con i nuovi padroni che hanno continuato indisturbati a imporre il loro piano a colpi di ultimatum, contro un "fronte del No" composto dai lavoratori e da quelle organizzazioni sindacali che non avevano voluto a scendere a compromessi. Eppure, come dimostra questo documentario, è bastato studiare nei minimi particolari un piano strategico da parte di una cordata di imprenditori, tra l'altro nessuno dei quali esperto del mondo aeronautico, diventati proprietari della parte "buona" della compagnia di bandiera, cioè quella produttiva, a un costo ridicolo con il pieno appoggio di un governo di centro destra senza scrupoli guidato da Berlusconi, che inneggiava all'italianità della compagnia di bandiera, e di alcuni sindacati compiacenti per dare il via ad una delle operazioni più vergognose che il nostro paese abbia mai conosciuto. Operazione che alla fine costerà 5miliardi alle tasche dei contribuenti.
E così hanno pensato bene i due ideatori del docufilm Alessandro Tartaglia Polcini e Matteo Messina a ricordare nuovamente questa vicenda, per evitare possa cadere nell'oblio della memoria, ricordando che i contratti del trasporto aereo, una volta scardinati, hanno sempre rappresentato un modello da esportare nelle altre realtà occupazionali. Gli attimi più significativi di questa video registrano una testimonianza storica unica, non solo quale eredità per le nuove generazioni ma anche come impulso vitale per continuare una lotta sulla quale forse la parola fine non è ancora stata scritta.
"Un paese civile si meriterebbe molto più di un aereo di carta" dice Ascanio Celestini nella fase conclusiva del filmato, "Ma questo non è un paese civile".
http://www.dazebao.org/news/index.p...tro-ghione-di-roma&catid=54:lavoro&Itemid=172