Disservizi Alitalia Summer 2010


billypaul

Principiante
Utente Registrato
3 Ottobre 2006
9,132
5
0
43
Se la pallina è verde, di fronte al computer
Alitalia e il festival dell'inettitudine


Un volo ritardato di quattro ore e decollato nel cuore della notte; decine di passeggeri apostrofati con arroganza e supponenza; risposte vaghe ed evasive, da far perdere la pazienza ad un santo. Signore e signori, questa è Alitalia al 31 luglio 2010. Ce lo si sarebbe potuti aspettare da una compagnia minore, magari low cost, di quelle con gli aerei traballanti e i piloti a malapena usciti dalla scuola di volo. E invece no, si tratta proprio di Alitalia, di quella “compagnia di bandiera” per cui illustri statisti e magnati del mercato italiano tanto si sono battuti. Per salvare cosa, mi chiedo io? L’italianità? Da quando il patriottismo si misura sul numero delle imprese i cui proprietari o amministratori sono cittadini di questo Paese?

I fatti parlano da soli: l’ultimo volo Roma-Alghero della giornata di sabato, in partenza dall’aeroporto di Fiumicino, subisce un ritardo di oltre quattro ore. La partenza, prevista per le 21.25, viene rimandata, causa “Problemi tecnici”, all’una e dieci del mattino (che di fatto si trasformerà nell’una e trenta, circa). Il motivo? Alitalia non ha un veivolo di riserva. Nessun aereo che sostituisca quello in panne.

Evidentemente, i guasti non sono contemplati nella loro politica di servizio. E poco importa se a morire di stanchezza nei pressi del gate B18 ci sono bambini piccoli, anziani che a stento camminano da soli, persone dirette all’isola per lavoro e persino una ragazzina appena uscita da un ricovero in un ospedale belga dopo una delicata operazione.

L’unica soluzione è aspettare un volo che partirà prima per Trieste, poi tornerà a Fiumicino, per ripartire verso la Sardegna con noi finalmente a bordo. Una situazione già di per sé a metà tra l’improbabile e il grottesco. Ma, siccome non c’è mai fine al peggio e non si sa mai cosa aspettarsi dalle auguste imprese italiane, a rendere l’attesa insopportabile è ben altro che il semplice ritardo. Infatti, tanto al sollevarsi delle comprensibili proteste dei passeggeri quanto alle semplici domande da poste loro in merito a rimborsi e casi affini, gli impiegati e i responsabili di Alitalia dimostrano tutta l’incapacità, maturata dalla compagnia in lunghi anni di esperienza come azienda pubblica, a trattare le situazioni di crisi con una strategia di comunicazione adeguata.

Perché, per quanto si possa essere avvezzi alle risposte brusche (“Il rimborso? Esiste una Carta dei Diritti dei Passeggeri, signora, vedo che lei ha addirittura un Mac, se la vada a vedere sul sito!”) o vaghe e quantomai turlupinanti (“Di notte c’è meno traffico: l’aereo andrà molto più veloce”) non si può certo dire che questo sia accettabile. Neanche il biglietto fosse stato il premio di una lotteria, per cui non avendolo pagato non avremmo avuto nemmeno il diritto di lamentarci! Un vero e proprio festival dell’arroganza, dell’inettitudine e dello scherno. Nel peggior stile (Ali)italiano.

E poi, c’è il problema delle navette: i trasporti in Sardegna funzionano da schifo già in condizioni normali, figurarsi se atterrando alle due di notte, nel bel mezzo di quel nulla che circonda l’aeroporto di Fertilia, si può sperare di tornare a casa senza la macchina. Ci vogliono un bel po’ di tempo, l’intervento delle forze dell’ordine chiamate da una signora toscana (la stessa del Mac), ripetute richieste e risposte non meno odiose delle precedenti. Alla fine, comunque, anche due autobus di linea per Sassari, Alghero e Bosa ci viengono graziosamente concessi.

Quando l’aereo decolla con noi a bordo, la spossatezza ha già ampiamente preso il sopravvento su tutti. Perciò, passi pure il fatto che io mi ritrovi con lo stesso numero di posto di altre due ragazze e che il volo sia partito con un’altra manciata di minuti di ritardo. Ma la goccia che fa traboccare il vaso, al nostro arrivo ad Alghero, sono gli autisti delle “navette”, i quali ci intimano di fare il biglietto (alle macchinette nell’atrio dell’aeroporto, perché sui pullman dell’Arst non si può fare).

Il biglietto? Alitalia non si è accollata nemmeno il costo del nostro trasporto o anche il servizio di trasporto su strada dell’Arst sta marciando sulle nostre fantozziane avventure? Tutto è possibile. Difficile trovare una sola parola che chiuda adeguatamente tutta questa storia senza scadere nell’improperio e nel turpiloquio. Me ne viene in mente solo una: vergogna.

Sara Squintu

Il Messaggero

(2 agosto 2010)
 
martedì 03 agosto 2010, 17:58
Alitalia: a Fiumicino manca l'assistenza per chi è in transito
di Paolo Stefanato

Piccola cronaca di viaggio. Il volo AZ 631 da Miami per Roma del 30 luglio accumula un'ora di ritardo. Ho la coincidenza per Milano Linate alle 9.30 di sabato e probabilmente è già persa. Poco prima dell'atterraggio chiedo a uno steward come devo regolarmi: "Abbiamo chiesto a Roma e nun c'hanno risposto. Vuol dì ch'è tutt'apposto". Ho capito, dovrò vedermela da solo. Allo sbarco non c'è alcuna assistenza. Ai controlli di sicurezza c'è una dipendente Alitalia in divisa. Le mostro la carta d'imbarco in mio possesso e chiedo lumi: "Non so niente, vada al banco transiti". Grazie, dovevate fallire! Esco dal terminal degli internazionali e mi affretto verso l'uscita B3, l'orario è scaduto ma non si sa mai. Infatti il volo è stato ritardato alle 9.50, sul dispaly c'è ancora il simbolo intermittente dell'imbarco, ma la postazione è deserta: potevano almeno spegnerlo. Al banco dei transiti preme una folla estiva, come pure - stranamente - a quello dedicato alla sola destinazione Milano Linate. Scelgo quest'ultimo, che mi sembra quello giusto. Invece la coda è lentissima, piena di turisti a grappoli. Divento un po' impaziente e chiedo se vanno a Milano: praticamente nessuno. Mi rivolgo allora a un impiegato: "Non dovreste occuparvi solo del Fiumicino-Linate?". "Si vede - risponde serafico - che li hanno mandati qui dai transiti". Non so nemmeno a che ora parta un nuovo volo, non c'è un tabellone nelle vicinanze, sono tramortito dal viaggio notturno e mi rassegno ad aspettare per rispetto agli altri viaggiatori, quasi tutti stranieri: se li scavalcassi rivendicando il servizio indicato dalle insegne, non capirebbero. Poi arriva un signore trafelato, deve andare a Linate, il prossimo volo è alle 11 e non ha tempo per fare la coda. Richiama a voce alta l'attenzione degli impiegati e chiede se può cambiare la carta d'imbarco nella sala Vip. Gli rispondono di sì. La stessa mia operazione: e io che faccio allora? Lo seguo. Non ne avrei diritto, ma esibirò una vecchia tessera Freccia alata, spiegherò. La signora (dell'Ata, non di Alitalia) è gentile e mi dice: guardi che lei era già stato riprotetto sul volo delle 11. Nessuno mi aveva informato, e facendo regolarmente la coda piena di abusivi avrei perso anche quello. Grazie, Alitalia!
PS. Tralascio che sul volo Miami-Roma la temperatura era gelida e, nonostante le richieste, non è stata modificata; che chiamando il personale con l'apposito pulsante, nessuno si è mai presentato; che prima della partenza un sedile dell'altra fila ha ceduto ed è stato rimesso insieme con il nastro adesivo; che i video posti su ogni schienale erano fuori uso. Dimenticavo: la mia valigia è arrivata a Milano il giorno dopo.
IlGiornale.it
 
Alitalia nuova, problemi vecchi. Tra ritardi e bagagli che non arrivano, un sondaggio del settimanale Espresso rivela: quasi tutti giudicano “pessimo” il servizio


Alitalia ha una gestione nuova, ma è afflitta da vecchi problemi: un sondaggio realizzato dal sito dell’Espresso ha rivelato che la stragrande maggioranza dei passeggeri italiani reputano “pessimo” il servizio offerto dalla compagnia nella sua nuova versione. Certo, il campione non è universale, ma per i sondaggisti può costituire una base interessante, visto che hanno espresso la propria opinione già 657 persone in poco più di un mese.
Quello che però è interessante è la considerazione che gli italiani hanno della compagnia di bandiera: “pessima” appunto. La nuova compagnia sembrava potesse essere una “garanzia” per il miglioramento della qualità dei servizi, e invece a quanto pare i viaggiatori devono sempre lamentarsi per gli stessi motivi: aerei in ritardo, bagagli che non arrivano o arrivano nelle destinazioni sbagliate, trattamenti “da serie A” (per passeggeri vip) e “da serie B” (per i comuni mortali).
Qualche tempo fa un quotidiano aveva denunciato la “truffa” dei call center: in pratica gli operatori telefonici avrebbero suggerito ai potenziali clienti un prezzo del biglietto più alto rispetto a quello che la compagnia avrebbe preteso per lo stesso biglietto tramite acquisto online.
Dunque, Alitalia dovrà darsi da fare, e non poco, se vorrà riacquistare consenso tra i propri utenti. Altrimenti, sarà sempre più dura per la compagnia di bandiera reggere la concorrenza delle tante compagnie low cost che continuano a spuntare come funghi. Magari il servizio di Ryanair e affini non sarà migliore, ma vuoi mettere che tariffe?
3 agosto 2010 | 01:20 Letto 373 volte
Blitzquotidiano
 
Secondo me sono... sparate dei giornali che hanno sempre cavalcato i pregiudizi contro Alitalia. Gli ultimi voli che ho fatto con loro sono sempre andati benissimo e devo dire che con la nuova gestione sto notando dei miglioramenti...
 
martedì 03 agosto 2010, 17:58
Alitalia: a Fiumicino manca l'assistenza per chi è in transito
di Paolo Stefanato

Piccola cronaca di viaggio. Il volo AZ 631 da Miami per Roma del 30 luglio accumula un'ora di ritardo. Ho la coincidenza per Milano Linate alle 9.30 di sabato e probabilmente è già persa. Poco prima dell'atterraggio chiedo a uno steward come devo regolarmi: "Abbiamo chiesto a Roma e nun c'hanno risposto. Vuol dì ch'è tutt'apposto". Ho capito, dovrò vedermela da solo. Allo sbarco non c'è alcuna assistenza. Ai controlli di sicurezza c'è una dipendente Alitalia in divisa. Le mostro la carta d'imbarco in mio possesso e chiedo lumi: "Non so niente, vada al banco transiti". Grazie, dovevate fallire! Esco dal terminal degli internazionali e mi affretto verso l'uscita B3, l'orario è scaduto ma non si sa mai. Infatti il volo è stato ritardato alle 9.50, sul dispaly c'è ancora il simbolo intermittente dell'imbarco, ma la postazione è deserta: potevano almeno spegnerlo. Al banco dei transiti preme una folla estiva, come pure - stranamente - a quello dedicato alla sola destinazione Milano Linate. Scelgo quest'ultimo, che mi sembra quello giusto. Invece la coda è lentissima, piena di turisti a grappoli. Divento un po' impaziente e chiedo se vanno a Milano: praticamente nessuno. Mi rivolgo allora a un impiegato: "Non dovreste occuparvi solo del Fiumicino-Linate?". "Si vede - risponde serafico - che li hanno mandati qui dai transiti". Non so nemmeno a che ora parta un nuovo volo, non c'è un tabellone nelle vicinanze, sono tramortito dal viaggio notturno e mi rassegno ad aspettare per rispetto agli altri viaggiatori, quasi tutti stranieri: se li scavalcassi rivendicando il servizio indicato dalle insegne, non capirebbero. Poi arriva un signore trafelato, deve andare a Linate, il prossimo volo è alle 11 e non ha tempo per fare la coda. Richiama a voce alta l'attenzione degli impiegati e chiede se può cambiare la carta d'imbarco nella sala Vip. Gli rispondono di sì. La stessa mia operazione: e io che faccio allora? Lo seguo. Non ne avrei diritto, ma esibirò una vecchia tessera Freccia alata, spiegherò. La signora (dell'Ata, non di Alitalia) è gentile e mi dice: guardi che lei era già stato riprotetto sul volo delle 11. Nessuno mi aveva informato, e facendo regolarmente la coda piena di abusivi avrei perso anche quello. Grazie, Alitalia!
PS. Tralascio che sul volo Miami-Roma la temperatura era gelida e, nonostante le richieste, non è stata modificata; che chiamando il personale con l'apposito pulsante, nessuno si è mai presentato; che prima della partenza un sedile dell'altra fila ha ceduto ed è stato rimesso insieme con il nastro adesivo; che i video posti su ogni schienale erano fuori uso. Dimenticavo: la mia valigia è arrivata a Milano il giorno dopo.
IlGiornale.it
Caro sig.Stefanato....ma se per esempio io sto transitando un minore non accompagnato e sto facendo il controllo di sicurezza insieme al bambino....come c***o faccio a darle informazioni senza un computer davanti???Poi vabbè un "dovevate fallire" ormai non si nega a nessuno.....:morto:
 
Come sempre, cumuli di imprecisione, mista a luoghi comuni.

Dal tizio che appena incrocia un addetto Alitalia gli chiede del suo volo (... forse non sai che senza terminale si possa fare poco) ai tizi del volo per AHO che hanno omesso di dire come hanno aggredito il personale al gate.
Due considerazioni: forse ci si dimentica che il personale è fatto di persone (...presto vedrò la lamentela del tizio che ieri mi ha interrotto le funzioni fisiologiche in bagno per chiedermi informazioni sul suo volo e... lo ammetto... non gli ho saputo rispondere... dovevamo fallire!) e che è molto facile scrivere su un giornale delle inefficienze di una compagnia raccontando verità parziali
 
Ce lo si sarebbe potuti aspettare da una compagnia minore, magari low cost, di quelle con gli aerei traballanti e i piloti a malapena usciti dalla scuola di volo.


(2 agosto 2010)

tipico aereo LOW COAST guidato da ragazzo in fase adolescenziale appena finito un corso per pilota della DeAgostini..
Fokker-DRI-skel.jpg
 
a parte il bagaglio arrivato con 1 giorno di ritardo, non vedo alcun vero disservizio, ma solamente le tipiche lagne ingiustificate di qualche frustrato e l'essere prevenuti a tutti i costi.
 
Ricordo che usciti dalla Skymaster i piloti AZ erano inesperti come sono inesperti tutti i primi ufficiali di qualsiasi compagnia aerea al loro primo impiego (e quindi in fase di addestramento, non lasciati lì di fianco a un cpt e basta, ma per almeno un mese (minimo) con il "sacco" dietro).

Per il resto, soliti modi da persone incivili, stupide e ignoranti, di aggredire gente che lavora, che si fa il c..o per prendere pochi euro e non sapere nemmeno se a fine contratto starà ancora lì o a fare altro (anzi, a cercare altro prima di farlo...)

Flap1