DIMISSIONI CEO BA


Domanda ingenua: ma Willie ha ancora qualche leva su cui agire nelle scelte fatte in IAG?

Ormai si tende a valutare un manager solo per la sua "creazione di valore per i shareholders", quindi quando un manager eredita una situazione positiva, introduce azioni beneficiali in una visione a breve termine e distrugge le basi necessarie a far sopravvivere l'azienda a lungo termine, durante il suo mandato gli shareholders sono tutti contenti perché il valore dell'azienda sulla carta è aumentato così come i loro conti correnti.

Peccato che la motivazione dei dipendenti sia al minimo storico, perché hai fatto azioni che hanno demoralizzato tutti e la motivazione è veramente difficile da ricostruire.
Peccato che l'IT sia ridotto ai minimi termini, tutto esternalizzato, con diminuzione della qualità, aumento dei disservizi, e aumento dei costi sul lungo termine.
Peccato che la manutenzione sia ridotta al minimo indispensabile, senza avere capacità per imprevisti e possibile aumento dei costi nel lungo termine.
Peccato che la qualità del prodotto, sia hard che soft, ne risenta, dando maggiori opportunità ai competitor di prendere la tua clientela (certo, in un periodo di M&A, la concorrenza sta diventando una rarità).

Non sto necessariamente parlando di BA, ma di esempi simili nell'ambito dell'IT e del trasporto aereo e ferroviario ce ne sono diversi.
La mail che ha mandato (e che mi hanno inoltrato degli ex colleghi), parla di scelte personali e via dicendo, ovviamente. Non so quanto sia vero, quanto sia un 'salto e non una spinta'; diciamo che in BA tutti se ne vanno sempre per scelta personale, anche quando non e' cosi.



E' di sicuro un problema che ho visto in BA. Sarebbe interessante sentire Speedbird (e ci sono anche altri qui che lavorano in IAG), ma l'idea che ho auvto, specie negli ultimi anni, era quella di fare soldi ora, anche a prescindere da cio' che potrebbe succedere in futuro. La riorganizzazione in T5 Ops, per esempio, e' perfetta per giornate normali ma ha veramente poche "ossa" per sopravvivere a una settimana di disruption. E cosi' anche per altri servizi: basta che costino poco, e poi pazienza se hanno esternalita' negative.

Il problema che citate voi ormai dura da quasi 10 anni con CEOs che rimangono nelle aziende per periodo molto brevi che cercano risultati nello short-term per far felici gli shareholders quindi cost labour reductions, outsourcing e low cost di tutto, anche quando non necessario, che serve per far soldi subito e far felice gli azionisti con generosi dividendi senza una strategia long term, tanto loro non ci saranno più...