Della questione aeroportuale toscana
FIRENZE. Da qualche settimana si è scatenato il dibattito sul sistema aeroportuale toscano dopo che alcune città hanno avanzato richieste in tal senso. Della questione si è interessata l’amministrazione provinciale che ha dato alcune risposte attraverso la voce del vice presidente ed assessore alle infrastrutture Andrea Barducci, in merito agli interrogativi posti da Paolo Londi (La Margherita).
«La giunta – ha spiegato Barducci – non ha espresso un parere in quanto tale, ma è chiaro che il sistema aeroportuale non deve essere una somma di campanilismi e quindi di interessi immediatamente riconducibili esclusivamente ad una parte ristretta del territorio ma deve avvenire in una visione di natura regionale e a questa fare riferimento. Negli ultimi tempi- continua il vice presidente- vi sono state delle evoluzioni che hanno visto anche alcune realtà territoriali avanzare delle richieste piuttosto che delle idee in direzione del potenziamento del sistema aeroportuale. Io ritengo che il Vespucci di Firenze ed il Galilei di Pisa rappresentino il cuore e la potenzialità vera del sistema aeroportuale. Naturalmente dobbiamo cogliere appieno anche una certa diversità di ruolo e di funzioni che questi due aeroporti hanno e anche di specializzazioni che si vanno in qualche modo configurando. In quest’ultima fase l’aeroporto Galilei ha spinto molto in direzione dei voli low cost, cosa diversa rispetto all’utilizzo dello scalo fiorentino».
«Sono tra coloro - prosegue Barducci - che sostengono con convinzione l’idea che c’è bisogno di un sistema fortemente integrato dal punto di vista delle specializzazioni ma anche dal punto di vista, se possibile, delle gestioni societarie. Questo ovviamente è un percorso complicato e complesso che implica investimenti da tutte le parti e implica l’elaborazione di una strategia che, peraltro, non prescinde da una dinamica e da una situazione che potremmo definire anche nazionale e addirittura europea».
«Credo sia realistico che la provincia, insieme agli altri enti non ultimi i comuni e la regione che è, indiscutibilmente, attore fondamentale e imprescindibile - conclude il vice presidente - possa dare il suo contributo in questa elaborazione di una strategia condivisa».
La questione aeroportuale riguarda senza dubbio il servizio offerto ai cittadini, ma ha anche risvolti economici e determina impatti ambientali (pensiamo ad esempio a Firenze) e dovrebbe essere correttamente inquadrata in un sistema integrato di trasporto persone e merci. Per Londi, rimane la preoccupazione per la possibile proliferazione (in qualche senso anche fondata) di piccoli e medi aeroporti che forniscono prestigio alla città che li ospita (un qualche parallelismo è possibile con il sistema universitario), ma nessuno in grado di funzionare da vera base logistica nazionale ed internazionale per la Toscana: «Tutto è nato dal grosso interesse che c’è verso l’aeroporto di Siena. E’ legittimo che ogni città ambisca ad avere il suo aeroporto ma, in realtà, in Toscana manca un aeroporto a livello internazionale e questo è sotto gli occhi di tutti. In un’audizione il presidente dell’aeroporto di Pisa, dove noi siamo soci, ha spiegato che Firenze ha delle funzioni, Pisa altre. Dopo Siena anche Grosseto si è fatta avanti. Poi verrà fuori Massa Carrara e Lucca. Probabilmente tra quindici anni in regione- conclude Londi- avremo sette, otto medi aeroporti, bellini, ma mancherà l’aeroporto che da vent’anni la Toscana sta aspettando».
Nel dibattito osserviamo che nessuno ha messo come criterio direttore quello della sostenibilità ambientale. Si discute se sia giusto o sbagliato o, nella migliore delle ipotesi, del suo impatto ambientale. Non di quanto questo opera infrastrutturale impatti assieme a quelle già esistenti e se il territorio toscano possa o meno farsene carico. E´ qui che dovrebbero entrare in gioco gli indicatori ambientali. E solo attraverso questi si dovrebbe scegliere il progetto migliore, ma anche l´eventuale opzione zero. le valutazioni di impatto ambientale devono essere fatte prima e non dopo aver dato le autorizzazioni.
Greenreport.it
FIRENZE. Da qualche settimana si è scatenato il dibattito sul sistema aeroportuale toscano dopo che alcune città hanno avanzato richieste in tal senso. Della questione si è interessata l’amministrazione provinciale che ha dato alcune risposte attraverso la voce del vice presidente ed assessore alle infrastrutture Andrea Barducci, in merito agli interrogativi posti da Paolo Londi (La Margherita).
«La giunta – ha spiegato Barducci – non ha espresso un parere in quanto tale, ma è chiaro che il sistema aeroportuale non deve essere una somma di campanilismi e quindi di interessi immediatamente riconducibili esclusivamente ad una parte ristretta del territorio ma deve avvenire in una visione di natura regionale e a questa fare riferimento. Negli ultimi tempi- continua il vice presidente- vi sono state delle evoluzioni che hanno visto anche alcune realtà territoriali avanzare delle richieste piuttosto che delle idee in direzione del potenziamento del sistema aeroportuale. Io ritengo che il Vespucci di Firenze ed il Galilei di Pisa rappresentino il cuore e la potenzialità vera del sistema aeroportuale. Naturalmente dobbiamo cogliere appieno anche una certa diversità di ruolo e di funzioni che questi due aeroporti hanno e anche di specializzazioni che si vanno in qualche modo configurando. In quest’ultima fase l’aeroporto Galilei ha spinto molto in direzione dei voli low cost, cosa diversa rispetto all’utilizzo dello scalo fiorentino».
«Sono tra coloro - prosegue Barducci - che sostengono con convinzione l’idea che c’è bisogno di un sistema fortemente integrato dal punto di vista delle specializzazioni ma anche dal punto di vista, se possibile, delle gestioni societarie. Questo ovviamente è un percorso complicato e complesso che implica investimenti da tutte le parti e implica l’elaborazione di una strategia che, peraltro, non prescinde da una dinamica e da una situazione che potremmo definire anche nazionale e addirittura europea».
«Credo sia realistico che la provincia, insieme agli altri enti non ultimi i comuni e la regione che è, indiscutibilmente, attore fondamentale e imprescindibile - conclude il vice presidente - possa dare il suo contributo in questa elaborazione di una strategia condivisa».
La questione aeroportuale riguarda senza dubbio il servizio offerto ai cittadini, ma ha anche risvolti economici e determina impatti ambientali (pensiamo ad esempio a Firenze) e dovrebbe essere correttamente inquadrata in un sistema integrato di trasporto persone e merci. Per Londi, rimane la preoccupazione per la possibile proliferazione (in qualche senso anche fondata) di piccoli e medi aeroporti che forniscono prestigio alla città che li ospita (un qualche parallelismo è possibile con il sistema universitario), ma nessuno in grado di funzionare da vera base logistica nazionale ed internazionale per la Toscana: «Tutto è nato dal grosso interesse che c’è verso l’aeroporto di Siena. E’ legittimo che ogni città ambisca ad avere il suo aeroporto ma, in realtà, in Toscana manca un aeroporto a livello internazionale e questo è sotto gli occhi di tutti. In un’audizione il presidente dell’aeroporto di Pisa, dove noi siamo soci, ha spiegato che Firenze ha delle funzioni, Pisa altre. Dopo Siena anche Grosseto si è fatta avanti. Poi verrà fuori Massa Carrara e Lucca. Probabilmente tra quindici anni in regione- conclude Londi- avremo sette, otto medi aeroporti, bellini, ma mancherà l’aeroporto che da vent’anni la Toscana sta aspettando».
Nel dibattito osserviamo che nessuno ha messo come criterio direttore quello della sostenibilità ambientale. Si discute se sia giusto o sbagliato o, nella migliore delle ipotesi, del suo impatto ambientale. Non di quanto questo opera infrastrutturale impatti assieme a quelle già esistenti e se il territorio toscano possa o meno farsene carico. E´ qui che dovrebbero entrare in gioco gli indicatori ambientali. E solo attraverso questi si dovrebbe scegliere il progetto migliore, ma anche l´eventuale opzione zero. le valutazioni di impatto ambientale devono essere fatte prima e non dopo aver dato le autorizzazioni.
Greenreport.it