Da madrid a genova
L'ODISSEA NEI CIELI
prima un guasto al velivolo, poi la deviazione a torino. ma a terra l'aeroporto era chiuso
ELENA NIEDDU
GENOVA. Volo Iberia-Air Nostrum Madrid-Genova del 29 febbraio (giorno bisesto, giorno funesto). Collegamento operativo dal 28 aprile 2007, utile e giustamente elogiato. Partenza da Barajas ore 19.15, arrivo (previsto) al Cristoforo Colombo: ore 21.15. Arrivo effettivo a Genova - dopo un ritardo nell'imbarco a Madrid, un trasbordo obbligato, un atterraggio mancato nel capoluogo ligure, un atterraggio effettuato a Torino, un paio d'ore d'attesa tentando di capire cosa fare nella hall dello scalo, un viaggio in taxi a tariffe calmierate (bontà dei tassisti!) - ore 3.
A fornire la testimonianza di una rocambolesca traversata dalla capitale spagnola è Antonio Di Natale, responsabile scientifico dell'Acquario di Genova e segretario generale della Fondazione Acquario di Genova. Tutto inizia con un piccolo inconveniente: una volta arrivato in aeroporto, Di Natale scopre, assieme a un altro passeggero, di essere in overbooking sul collegamento Alitalia Madrid-Milano-Genova. «La compagnia decide di trasferirci sul diretto Madrid-Genova dell'Iberia, in partenza alle 19.15» racconta Di Natale. Una compagnia che ha ottimi standard di volo, dicono non ufficialmente dall'Alitalia, non certo un gruppo di seconda categoria. Comunque, finalmente si parte. O no. «Saliamo a bordo con 40 minuti di ritardo - racconta ancora Di Natale - L'aereo sembra stipato, pieno di bagagli. Ci sediamo, il comandante accende i motori. E subito si spengono: calo di potenza. Ci fanno alzare, sostituiscono il velivolo». La partenza slitta ancora: decollo previsto alle 21. Ma il "bello" deve ancora venire. Finalmente l'aereo parte, e a Genova arriva pure, ma si limita a sorvolarla. Prova un atterraggio e poi, unico volo tra quelli diretti a Genova intorno alle 23, il nostro Iberia-Air Nostrum punta dritto su Torino. Gli altri, secondo Franco Mastorchio, capo della sala servizio dell'Aeroporto Cristoforo Colombo, atterrano nonostante la "scarsa visibilità verticale": uno da Roma alle 23.30 e uno da Milano poco dopo. «La decisione spetta solo al comandante» sentenziano dalla sala servizio, ma non sanno che la storia non finisce a Caselle. Il nostro velivolo atterra alle 23.30 e i passeggeri si trovano davanti uno scalo deserto: «L'aerostazione stava per chiudere per lavori, non c'era più nessuno - continua Di Natale - Chi ha perso i bagagli, non ha potuto nemmeno fare denuncia. Tramite la polizia abbiamo trovato un "supervisor" dell'aerostazione, che però non è riuscito a mettersi in contatto con il personale Iberia». Niente pullman sostitutivi, niente navette, niente albergo. Una richiesta del "supervisor", che pregava l'equipaggio di rimanere per organizzare un volo notturno, resta inevasa. I 47 passeggeri, invece, restano lì («c'era una famiglia che veniva da Lima») fino all'una, fino a che qualcuno lancia l'idea: torniamo in taxi. Fine del viaggio: ore 3. Della compagnia spagnola nessuna traccia, «neanche le scuse». Anche noi abbiamo provato a rintracciarli: ma sul loro sito Internet, sotto la voce "uffici Iberia" si legge solo il numero di un fax. E un motto: «Ci troverà sempre vicino».
Il Secolo XIX
02/03/2008
CIAO
_goa
L'ODISSEA NEI CIELI
prima un guasto al velivolo, poi la deviazione a torino. ma a terra l'aeroporto era chiuso
ELENA NIEDDU
GENOVA. Volo Iberia-Air Nostrum Madrid-Genova del 29 febbraio (giorno bisesto, giorno funesto). Collegamento operativo dal 28 aprile 2007, utile e giustamente elogiato. Partenza da Barajas ore 19.15, arrivo (previsto) al Cristoforo Colombo: ore 21.15. Arrivo effettivo a Genova - dopo un ritardo nell'imbarco a Madrid, un trasbordo obbligato, un atterraggio mancato nel capoluogo ligure, un atterraggio effettuato a Torino, un paio d'ore d'attesa tentando di capire cosa fare nella hall dello scalo, un viaggio in taxi a tariffe calmierate (bontà dei tassisti!) - ore 3.
A fornire la testimonianza di una rocambolesca traversata dalla capitale spagnola è Antonio Di Natale, responsabile scientifico dell'Acquario di Genova e segretario generale della Fondazione Acquario di Genova. Tutto inizia con un piccolo inconveniente: una volta arrivato in aeroporto, Di Natale scopre, assieme a un altro passeggero, di essere in overbooking sul collegamento Alitalia Madrid-Milano-Genova. «La compagnia decide di trasferirci sul diretto Madrid-Genova dell'Iberia, in partenza alle 19.15» racconta Di Natale. Una compagnia che ha ottimi standard di volo, dicono non ufficialmente dall'Alitalia, non certo un gruppo di seconda categoria. Comunque, finalmente si parte. O no. «Saliamo a bordo con 40 minuti di ritardo - racconta ancora Di Natale - L'aereo sembra stipato, pieno di bagagli. Ci sediamo, il comandante accende i motori. E subito si spengono: calo di potenza. Ci fanno alzare, sostituiscono il velivolo». La partenza slitta ancora: decollo previsto alle 21. Ma il "bello" deve ancora venire. Finalmente l'aereo parte, e a Genova arriva pure, ma si limita a sorvolarla. Prova un atterraggio e poi, unico volo tra quelli diretti a Genova intorno alle 23, il nostro Iberia-Air Nostrum punta dritto su Torino. Gli altri, secondo Franco Mastorchio, capo della sala servizio dell'Aeroporto Cristoforo Colombo, atterrano nonostante la "scarsa visibilità verticale": uno da Roma alle 23.30 e uno da Milano poco dopo. «La decisione spetta solo al comandante» sentenziano dalla sala servizio, ma non sanno che la storia non finisce a Caselle. Il nostro velivolo atterra alle 23.30 e i passeggeri si trovano davanti uno scalo deserto: «L'aerostazione stava per chiudere per lavori, non c'era più nessuno - continua Di Natale - Chi ha perso i bagagli, non ha potuto nemmeno fare denuncia. Tramite la polizia abbiamo trovato un "supervisor" dell'aerostazione, che però non è riuscito a mettersi in contatto con il personale Iberia». Niente pullman sostitutivi, niente navette, niente albergo. Una richiesta del "supervisor", che pregava l'equipaggio di rimanere per organizzare un volo notturno, resta inevasa. I 47 passeggeri, invece, restano lì («c'era una famiglia che veniva da Lima») fino all'una, fino a che qualcuno lancia l'idea: torniamo in taxi. Fine del viaggio: ore 3. Della compagnia spagnola nessuna traccia, «neanche le scuse». Anche noi abbiamo provato a rintracciarli: ma sul loro sito Internet, sotto la voce "uffici Iberia" si legge solo il numero di un fax. E un motto: «Ci troverà sempre vicino».
Il Secolo XIX
02/03/2008
CIAO
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