Gestione del ColomboPedrini silura Novi
la proposta italo-argentina
Polemiche sul piano di Corporation America e Miro. Il deputato: «Un salto nel buio, il presidente si dimetta»
19/05/2007
Genova. «Questa volta Novi ha esagerato. Non si trattano asset strategici in questo modo: sarebbe davvero il caso che rassegnasse le dimissioni».
È bagarre a Genova sul destino dell'aeroporto Cristoforo Colombo. Ieri, a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità portuale, è stata presentata la proposta dell'argentina Corporacion America e dell'italiana Miro Radici Finace per avere in gestione, tramite una joint di diritto italiano, la struttura ed "eventualmente" acquisire una quota nell'azionariato. Segnatamente, il 15% in mano ad Aeroporti di Roma, che vuole vendere.
Poche le reazioni ufficiali di istituzioni e politici. Di queste, la più dura è quella di Egidio Pedrini. Al deputato dell'Italia dei Valori, segretario della commissione Trasporti della Camera, il Cristoforo Colombo in salsa italo-argentina, con tanto di sponsorizzazione del presidente dell'Authority Giovanni Novi, proprio non piace. «È un'operazione sbagliata nel merito e anche nel metodo», la bolla il deputato, chiudendo la giornata sotto i riflettori dell'aeroporto cittadino.
In mattinata il presidente dell'Autorità portuale, socio di maggioranza del Colombo col 60%, aveva presentato la proposta italo-argentina accanto a Roberto Naldi, vicepresidente di Aeropuertos Argentina 2000 e rappresentante in Italia di Corporacion America («Solo se ci sarà modo entreremo nell'azionariato: siamo soprattutto interessati alla gestione», ha messo subito le mani avanti), e al consulente Alfio Lamanna ( presidente e ad di Sea) a nome di Miro Radici Finance. Assente Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio e quindi azionista del Colombo, in polemica con l'Authority per il modo in cui è stata gestita l'operazione
L'obiettivo del piano italo-argentino è quello di incrementare il traffico merci e passeggeri dello scalo genovese di circa il 30% in tre anni, e del 60-70% nell'arco di cinque. Per la parte cargo, si conta sul coinvolgimento di MiniLiner, compagnia di cui Miro Radici detiene il controllo.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Giovanni Novi, dichiaratosi ignaro del coinvolgimento di Eurnekian, che guida Corporacion America, nel crac di Volare sino a quando non l'ha letto in mattinata sul Secolo XIX, ha sostenuto che ciò non pregiudica in alcun modo la bontà della proposta, da lui giudicata molto positivamente. Da parte sua, a margine della conferenza, Roberto Naldi ha spiegato che la compagnia argentina è stata vittima di un raggiro nel caso Volare, poiché l'investimento di 43 milioni era basato su bilanci certificati da Deloitte poi rivelatisi falsi, e proprio per questo è in piedi una causa con tanto di richiesta danni.
Ma a far discutere è soprattutto il metodo della proposta, piombata su una città, e una Regione, che intorno al suo sistema dei trasporti ha da tempo iniziato una discussione ad ampio raggio a livello istituzionale, anche coinvolgendo le Regioni limitrofe. «Ogni interessamento dei privati è un'opportunità - mette le mani avanti l'assessore ai Trasporti Luigi Merlo - ma forse sarebbe stato meglio fare un'operazione di chiarezza, spiegando prima gli obiettivi strategici e andando solo dopo a valutare le singole proposte dei privati».
Molto più duro Pedrini: «Novi deve capire che lui è presidente dell'Authority ma non è il padrone né del porto e né dell'aeroporto, che è un bene, al di là della titolarità delle azioni, del territorio. Vorrei sapere se il presidente della Regione Claudio Burlando è stato sentito, se gli altri soci ne sanno qualcosa. E il sindaco, gli enti territoriali, le istituzioni finanziarie? Cos'è questa? Una boutade? Caro Novi, l'aeroporto non è il tuo: hai fatto un grosso errore, ora dimettiti». Non è, sostiene il deputato, solo un problema di maniera, ma anche di sostanza. «A me questa proposta sembra un salto nel buio. Innanzitutto vorrei sapere qualcosa di più di Corporacion America, del suo assetto societario. Al momento l'unica cosa che so e che hanno fatto alcune operazioni in Italia che io non giudico particolarmente brillanti, e mi riferisco al crac di Volare. Va bene che serve un socio di mestiere, ma un socio di mestiere con alcune caratteristiche, come la capacità di portare traffico ricco».
Samuele Cafasso
(Il Secolo XIX)
Pedrini è completamente andato fuori di testa...
CIAO
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