Crisi cina-Giappone


Articolo già citato in precedenza, vedi post 11.

Prendo spunto per dire che se avessi riportato io un articolo già citato si sarebbe scatenato un putiferio dicendo che non si legge il forum, non si fa attenzione ecc. Mentre adesso che l'articolo duplicato lo ha postato un moderatore cosa si dovrebbe dire? Aspetto i soliti commenti sprezzanti di molti forumisti leoni da tastiera.

Io invece non direi proprio nulla perchè può capitare a tutti di pubblicare qualcosa già riportato, si chiama tolleranza e buona educazione cose che evitentemente mancano a diversi forumisti.
ma le lamentele con la moderazione non vanno fatte in privato, a proposito?
Cosi eh...da Netiquette: Tutte le richieste di spiegazioni andranno fatte in forma privata con l'Amministrazione in quanto non sono consentite simili richieste sui forum
 
Mi sembra che qualcuno, anni fa, ha detto una frase che più o meno era
"non fare agli altri quello che gli altri fanno a te"
Frase che ha un crollario: quello che è fatto è reso.
 
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Pubblico interessante articolo sul tema:

I voli continuano ad operare (anche in questo momento) ma è indubbio che la tensione sia alta e che la Cina abbia raccomandato ai propri cittadini di non viaggiare in Giappone.

https://www.reuters.com/business/me...nas-travel-boycott-tensions-flare-2025-11-19/

By Joseph Campbell and John Geddie
November 19, 20257:50 AM GMT+1Updated November 19, 2025

TOKYO, Nov 19 (Reuters) - Within days of China urging its citizens not to travel to Japan due to a diplomatic dispute, Tokyo-based tour operator East Japan International Travel Service had lost 80% of its bookings for the remainder of the year.
The small firm, which specialises in group tours largely for Chinese clients, is at the sharp end of a backlash that threatens to deal a sizeable blow to Japan's economy, the world's fourth largest.

The travel warning - triggered by Japanese Prime Minister Sanae Takaichi's remarks about Taiwan, the democratically governed island claimed by China - has seen a wave of flight cancellations and battered tourism-related stocks in Japan.
"This is a huge loss for us," said Yu Jinxin, vice president of East Japan International Travel Service.
Tourism accounts for around 7% of Japan's overall gross domestic product, according to the World Travel & Tourism Council, and has been a major driver of growth in recent years. Visitors from mainland China and Hong Kong account for around a fifth of all arrivals, official figures show.

The boycott could result in a loss of around 2.2 trillion yen ($14.23 billion) annually, Nomura Research Institute estimates. Tourism-related stocks in Japan have sunk since the warning was issued on Friday.
Already more than 10 Chinese airlines have offered refunds on Japan-bound routes until December 31, with one airline analyst estimating around 500,000 tickets have already been cancelled.
Takaichi sparked the most serious diplomatic dispute in years between Asia's top two economies when she told Japanese lawmakers this month that a Chinese attack on Taiwan threatening Japan's survival could trigger a military response.

A wave of vitriolic responses by a Chinese diplomat in Japan and Chinese state media aimed at Takaichi prompted Japan to warn its citizens in China on Monday to step up safety precautions and avoid crowded places.

Beijing has demanded Takaichi retract her remarks, though Tokyo has said they are in line with the government's position, suggesting no breakthrough is imminent.
China has also suspended the screenings of upcoming Japanese films, and Japanese celebrities popular there have tried to pre-empt any potential backlash.
"China is like my second homeland to me and all my friends in China are my cherished family—I will always support One China," Japanese singer MARiA wrote on Weibo on Tuesday.
Tour operator Yu says her company has been able to weather past flare-ups between the neighbours, such as Tokyo's decision to nationalise disputed islands in 2012 that triggered mass anti-Japan protests across China.
But a protracted crisis this time could be devastating, she said.
"If this lasts for one or two months, we can manage, but if the situation continues to worsen, it will obviously have a major impact on our business."

Reporting by Joseph Campbell and John Geddie in Tokyo; Additional reporting by Ethan Wang and Shi Bu in Beijing; Editing by Lincoln Feast.
 
La cosa più ironica della faccenda è la motivazione ufficiale del governo cinese per giustificare questa decisione, letta sulle news nazionali: i noti e continui problemi di sicurezza del Giappone nei confronti dei turisti.
Quando i giapponesi che lavorano in Cina devono aver paura ad uscire di casa visto che ogni tanto qualche esaltato nazionalista ne aggreddisce o accoltella qualcuno (tipo l'anno scorso a Suzhou dove ha preso di mira una scolaresca).

Riguardo all'impatto sui viaggi, qualcosa di simile è già successo di recente con la Thailandia, che prima del Covid era una delle mete preferite del turismo cinese mentre ora i numeri sono crollati. Ho parlato con un albergatore che in estate aveva il 50% di clientela cinese mentre ora forse il 5% (crollo parzialmente recuperato da altre nazionalità, soprattutto indiani, ma dalle espressioni ho intuito che preferisse a loro i cinesi, non ho indagato ulteriormente...).
Anche qui, con la scusa della sicurezza perché si, almeno lì ci sono stati crimini come rapimenti, ma è stata fatta una propaganda martellante ed esagerata sul fatto che la Thailandia è pericolosissima, e alle agenzie di viaggio è stato "consigliato" (leggasi imposto) di non vendere viaggi lì. Risultato, presenze crollate, meno voli e i pochi cinesi che ancora ci vanno sono essenzialmente giovani in viaggi indipendenti.
Ora, con i thailandesi c'è stato qualche screzio diplomatico ma non mi sembra che i rapporti siano così tesi, questo mi fa pensare che il motivo sia quello di tenersi i turisti in casa per spingere un po' il GDP che è l'ossessione dei governi a tutti i livelli... Con l'economia che non va più come prima, il governo è sempre alla ricerca di iniziative per stimolare i consumi e la spesa interna, inclusi i viaggi domestici.
Anche tra i cinesi, dopo il Covid, il Giappone è diventato molto popolare (ho diversi colleghi che ci sono stati negli ultimi mesi, complice anche il cambio favorevole).
La mia sensazione è che abbiano sfruttato l'occasione per prendere i due proverbiali piccioni con una fava... sia per il sentimento anti-giapponese che va fomentato più o meno regolarmente, sia per dirottare all'interno la spesa turistica.
Spero solo che non si arrivi ai livelli del 2012 dove distruggevano business giapponesi e persino auto a marchio giapponese a caso sulle strade (da allora è in uso comune il dispositivo di sicurezza basato su adesivi con bandierine cinesi a fianco dello stemma).
 
La cosa più ironica della faccenda è la motivazione ufficiale del governo cinese per giustificare questa decisione, letta sulle news nazionali: i noti e continui problemi di sicurezza del Giappone nei confronti dei turisti.
Quando i giapponesi che lavorano in Cina devono aver paura ad uscire di casa visto che ogni tanto qualche esaltato nazionalista ne aggreddisce o accoltella qualcuno (tipo l'anno scorso a Suzhou dove ha preso di mira una scolaresca).

Riguardo all'impatto sui viaggi, qualcosa di simile è già successo di recente con la Thailandia, che prima del Covid era una delle mete preferite del turismo cinese mentre ora i numeri sono crollati. Ho parlato con un albergatore che in estate aveva il 50% di clientela cinese mentre ora forse il 5% (crollo parzialmente recuperato da altre nazionalità, soprattutto indiani, ma dalle espressioni ho intuito che preferisse a loro i cinesi, non ho indagato ulteriormente...).
Anche qui, con la scusa della sicurezza perché si, almeno lì ci sono stati crimini come rapimenti, ma è stata fatta una propaganda martellante ed esagerata sul fatto che la Thailandia è pericolosissima, e alle agenzie di viaggio è stato "consigliato" (leggasi imposto) di non vendere viaggi lì. Risultato, presenze crollate, meno voli e i pochi cinesi che ancora ci vanno sono essenzialmente giovani in viaggi indipendenti.
Ora, con i thailandesi c'è stato qualche screzio diplomatico ma non mi sembra che i rapporti siano così tesi, questo mi fa pensare che il motivo sia quello di tenersi i turisti in casa per spingere un po' il GDP che è l'ossessione dei governi a tutti i livelli... Con l'economia che non va più come prima, il governo è sempre alla ricerca di iniziative per stimolare i consumi e la spesa interna, inclusi i viaggi domestici.
Anche tra i cinesi, dopo il Covid, il Giappone è diventato molto popolare (ho diversi colleghi che ci sono stati negli ultimi mesi, complice anche il cambio favorevole).
La mia sensazione è che abbiano sfruttato l'occasione per prendere i due proverbiali piccioni con una fava... sia per il sentimento anti-giapponese che va fomentato più o meno regolarmente, sia per dirottare all'interno la spesa turistica.
Spero solo che non si arrivi ai livelli del 2012 dove distruggevano business giapponesi e persino auto a marchio giapponese a caso sulle strade (da allora è in uso comune il dispositivo di sicurezza basato su adesivi con bandierine cinesi a fianco dello stemma).
Alessandro Plateroti , inviato del Sole 24 Ore a Shanghai , riferiva ieri sera a Focus Economia che gli atti ostili tra cinesi e giapponesi sono sensibilmente aumentati negli ultimi giorni con aggressioni violente ambo i lati…