Ecco gli articoli di oggi.
Fonte: Il Gazzettino
L’aeroporto di Treviso continuerà ad essere gestito da AerTre fino al 2049. E nei prossimi quarant’anni vedrà aprirsi numerosi cantieri. Ieri l’Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, ha deliberato la concessione quarantennale per lo scalo della Marca alla società controllata da Save (che a sua volta governa il Marco Polo di Venezia). Gli aeroporti, infatti, sono beni pubblici che vengono affidati in concessione a dei gestori.
Un mero passaggio burocratico? Tutt’altro. E a dimostrarlo, ancor più dei due anni di attesa per ottenere il documento, stanno i numeri: con finalmente la certezza di avere in mano il Canova fin quasi alla metà del secolo, Save ha programmato investimenti per 166 milioni di euro. Serviranno a dotare la struttura trevigiana delle attrezzature adeguate all’aumento di traffico previsto: da qui alla scadenza si stima che i passeggeri cresceranno fino 5 milioni 135 mila all’anno.
Un primo punto nell’elenco delle priorità è già fissato: si tratta della strumentazione per consentire decolli e atterraggi anche in condizioni di scarsa visibilità. Elemento che a sua volta permetterebbe al Canova di guadagnare la cosiddetta “seconda categoria”, rispondendo alle richieste di diverse compagnie aree. Ma il piano comprende numerosi capitoli, lungo tutto l’arco dei quattro decenni. Verrà accresciuta la capacità operativa dagli attuali quattro a dodici movimenti all’ora, per un importo di 25 milioni di euro. L’aerostazione subirà una serie di ampliamenti e di ammodernamenti per tener dietro all’incremento dei viaggiatori. La ristrutturazione, progettata in tre lotti principali, impegnerà circa 23 milioni. Anche il piazzale aeromobili verrà esteso e riorganizzato, portandone la capienza a quindici piazzole di sosta e spendendo 9,1 milioni. Altri 14 milioni andranno per la realizzazione di edifici vari. La cifra più consistente, 48 milioni, sarà destinata a migliorare la viabilità di accesso e quella interna al complesso aeroportuale, ai parcheggi degli autoveicoli e ad altre opere ambientali. A quel punto, si penserà ai successivi quarant’anni del Canova.
Enrico Marchi, presidente di Save, quali scenari apre il rinnovo della concessione?
«Ci garantisce la tranquillità e l’orizzonte temporale necessari per poter attuare gli investimenti di cui abbiamo parlato».
Lo sviluppo del Canova procede?
«Passo dopo passo la strategia che avevamo annunciato al momento della creazione del sistema aeroportuale Venezia – Treviso si sta realizzando. Si conferma la bontà del nostro progetto, in cui ha creduto il Comune, mentre vengono ulteriormente smentiti tutti coloro che prevedevano scenari negativi».
Com’è l’andamento attuale dell’aeroporto?
«I numeri già oggi sono indicativi: tra gennaio e novembre il traffico su scala nazionale è diminuito dell’1,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008. A Treviso è cresciuto del 2,6 per cento».
Lavoravate alla concessione da almeno due anni: troppo?
«Diciamo che così arriveremo al 2049 anziché al 2047. Scherzi a parte, abbiamo voluto verificare con cura tutte le clausole e i cambiamenti normativi intervenuti nel frattempo. Senza peraltro che ciò abbia comportato un pregiudizio per l’aeroporto: ad esempio, abbiamo stretto un accordo con Ryanair per atterrare a Venezia in caso di nebbia».
Fonte: Il Gazzettino
L’aeroporto di Treviso continuerà ad essere gestito da AerTre fino al 2049. E nei prossimi quarant’anni vedrà aprirsi numerosi cantieri. Ieri l’Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, ha deliberato la concessione quarantennale per lo scalo della Marca alla società controllata da Save (che a sua volta governa il Marco Polo di Venezia). Gli aeroporti, infatti, sono beni pubblici che vengono affidati in concessione a dei gestori.
Un mero passaggio burocratico? Tutt’altro. E a dimostrarlo, ancor più dei due anni di attesa per ottenere il documento, stanno i numeri: con finalmente la certezza di avere in mano il Canova fin quasi alla metà del secolo, Save ha programmato investimenti per 166 milioni di euro. Serviranno a dotare la struttura trevigiana delle attrezzature adeguate all’aumento di traffico previsto: da qui alla scadenza si stima che i passeggeri cresceranno fino 5 milioni 135 mila all’anno.
Un primo punto nell’elenco delle priorità è già fissato: si tratta della strumentazione per consentire decolli e atterraggi anche in condizioni di scarsa visibilità. Elemento che a sua volta permetterebbe al Canova di guadagnare la cosiddetta “seconda categoria”, rispondendo alle richieste di diverse compagnie aree. Ma il piano comprende numerosi capitoli, lungo tutto l’arco dei quattro decenni. Verrà accresciuta la capacità operativa dagli attuali quattro a dodici movimenti all’ora, per un importo di 25 milioni di euro. L’aerostazione subirà una serie di ampliamenti e di ammodernamenti per tener dietro all’incremento dei viaggiatori. La ristrutturazione, progettata in tre lotti principali, impegnerà circa 23 milioni. Anche il piazzale aeromobili verrà esteso e riorganizzato, portandone la capienza a quindici piazzole di sosta e spendendo 9,1 milioni. Altri 14 milioni andranno per la realizzazione di edifici vari. La cifra più consistente, 48 milioni, sarà destinata a migliorare la viabilità di accesso e quella interna al complesso aeroportuale, ai parcheggi degli autoveicoli e ad altre opere ambientali. A quel punto, si penserà ai successivi quarant’anni del Canova.
Enrico Marchi, presidente di Save, quali scenari apre il rinnovo della concessione?
«Ci garantisce la tranquillità e l’orizzonte temporale necessari per poter attuare gli investimenti di cui abbiamo parlato».
Lo sviluppo del Canova procede?
«Passo dopo passo la strategia che avevamo annunciato al momento della creazione del sistema aeroportuale Venezia – Treviso si sta realizzando. Si conferma la bontà del nostro progetto, in cui ha creduto il Comune, mentre vengono ulteriormente smentiti tutti coloro che prevedevano scenari negativi».
Com’è l’andamento attuale dell’aeroporto?
«I numeri già oggi sono indicativi: tra gennaio e novembre il traffico su scala nazionale è diminuito dell’1,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008. A Treviso è cresciuto del 2,6 per cento».
Lavoravate alla concessione da almeno due anni: troppo?
«Diciamo che così arriveremo al 2049 anziché al 2047. Scherzi a parte, abbiamo voluto verificare con cura tutte le clausole e i cambiamenti normativi intervenuti nel frattempo. Senza peraltro che ciò abbia comportato un pregiudizio per l’aeroporto: ad esempio, abbiamo stretto un accordo con Ryanair per atterrare a Venezia in caso di nebbia».